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Simone Di Franco

Shogun
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Contenuti inseriti da Simone Di Franco

  1. Simone Di Franco

    wakizashi scuola Hizen

    che strano il nakago... chissà come si è ridotto così
  2. Mi sarebbe piaciuto, ca'Pesaro mi manca... ma martedì dall'altra parte dell'Italia non ce la faccio...
  3. Benvenuto! Ottimo il tuo primo passo, non esitare comunque a riaprire anche vecchie discussioni se hai dei dubbi
  4. Mi dispiace non è una spada giapponese.
  5. Credo di aver visto anche io quel video... però non mi ricordo neanche dove...
  6. Direi che vista la filosofia di restauro giapponese riguardo alle lame, questo problema non ce lo si deve nemmeno porre. Vanno politi. Per gli hi poi davvero non vedo nessuna motivazione sufficiente ad evitarli
  7. Grazie per tutte queste bellissime riflessioni
  8. mah.... appioppare a una civiltà un origine io lo trovo sempre così limitativo da risultare non solo banale ma quasi offensivo. Nel senso che una origine di civiltà è sempre un qualcosa a cui dover deferenza o rispetto in un certo senso. Se ragioniamo così allora tutte le popolazioni europee devono qualcosa ai Romani ma... prova a dire a un Francese che se hanno le strade è merito dei romani... piuttosto preferiscono risalire ai barbari Galli . Aggiungo inoltre, nello specifico del topic, che tra Corea e Giappone, sono rimaste terribili reminescenze della occupazione bellica della seconda guerra, tanto che tuttora, c'è parecchio astio tra le popolazioni. Ad esempio: https://en.wikipedia.org/wiki/Anti-Japanese_sentiment_in_Korea Non escludo quindi che voler sostenere un origine continentale sia un modo di porre in un certo senso in debito di rispetto i Giapponesi nei confronti dei Coreani o Cinesi, ma non tanto per amore dell'antropologia ma piuttosto per sentimento di rivalsa.
  9. Non bisogna essere troppo fatalisti sulle origini di un popolo o di una cultura, dire che i giapponesi derivano da cinesi e coreani non vuol dire assolutamente nulla. E' come dire che la pizza è uguale alla pasta perchè sono fatte tutte e due di grano. O perchè ci si mette il sugo sopra. Prova a mangiare una spiga, poi vedi se c'è differenza
  10. Voglio sottolineare come questa iniziativa abbia avuto un contributo fondamentale da Vittorio Donanzan, è da anni che cerca contatti e organizza incontri fino a raggiungere questo bel risultato. Grazie Vittorio senza di te non ce la avremmo fatta!
  11. Qualcuno rifletteva anche sulla scuola Rai.... che forse prende il nome da raiku (che può intendersi coreano), qui bisognerebbe magari fare un pò di etimologia dei kanji e vedere se c'è qualche riscontro.
  12. Simone Di Franco

    47 Ronin

    Grazie getsunomichi, bellissima riflessione
  13. Simone Di Franco

    Katana mumei

    Grazie Francesco! Come dicevo, dalle foto non si nota bene il contorno dell'habuchi che definisce l'hamon
  14. La tempra dura troppo poco perchè qualsiasi sostanza presente nell'acqua penetri o si assimili al metallo. Figuriamoci se la lama è coperta di argilla. Nella tecnica giapponese l'unica cosa a cui possiamo assistere può essere una leggera cementazione superficiale che però è data dal discioglimento delle sostanze della argilla nel metallo quando vengono scaldati insieme. e comunque anche in questo caso il tempo è estremamente limitato per ottenere una cementazione più profonda dello strato che viene portato via dalla rettifica e dalla politura di fondazione. i Nitrati poi, come quasi tutti i sali, non migliorano l'acciaio anzi... Quindi secondo me... lasciamo pure il piscio di cavallo, di neonato e bagni di sangue vari alle leggende. La tempra deve essere drastica, quindi serve un liquido che porti via il calore velocemente, non infiammabile. Salvo particolari sostanze, credo non ci sia niente di meglio dell'acqua. Quanto alla temperatura, conta la differenza tra metallo e acqua. Anche qui credo che bisogna considerare che aumentare di 100 gradi la temperatura della lama è estremamente semplice, mentre diminuire quella dell'acqua di 10 potrebbe non esserlo, specialmente in antichità. La tempra sta tutta nella temperatura, o più esattamente, nella velocità con cui la temperatura viene abbassata.
  15. Anche io... comunque è un pò che li cerco questi libri e sinceramente non li ho ancora presi perchè costano sempre un mucchio...
  16. Simone Di Franco

    Katana mumei

    Per tutto il resto si vede che è una buona lama, con delle caratteristiche evidenti e godibili, che fa vedere comunque che è stata polita diverse volte. La hada è abbastanza aperta nella zona dove ci sono i ware e questi sono segni di stanchezza. Sfondamenti comunque non ne vedo e voglio sottolineare che per il togishi, lavorare in queste condizioni è molto difficile. Complimenti
  17. Simone Di Franco

    Katana mumei

    ho guardato anche io le parti che hanno notato tutti, nel boshi e nel habakimoto. sono grosse formazioni in nie... ma forse io lo avrei considerato semplicemente hamon. insomma mi pare una zona temprata. Nel boshi di sicuro non si fa, ma nell'habakimoto forse si poteva comprendere dentro all'hadori. Sono scelte stilistiche lecite del togishi, o forse dalle foto non cogliamo qualche sottigliezza che separa le zone e le differenzia. Massimo spiegaci un pò
  18. Simone Di Franco

    Buongiorno

    Benvenuto, apri una discussione in schede tecniche per ogni lama e faccele vedere, siamo curiosi.
  19. volete la mia opinione? all'asta c'erano due tamarri pieni di soldi che hanno visto solo la fenice d'oro e hanno sparato alto.
  20. sicuramente c'è qualcosa a livello meramente geometrico...mi vengono in mente ad esempio: - nagasa- lunghezze maggiori producono sollecitazioni da flessione maggiori (e forse anche rende più facile sollecitazioni da torsione) - sori - lame più incurvate possono colpire con una superficie maggiore e quindi distribuire la tensione su più materiale quindi essere più resistenti di lame completamente diritte... - funbari - ovviamente, in assoluto, dove c'è meno materiale c'è meno resistenza... tuttavia il fatto che il forte della lama sia più spesso della punta potrebbe essere un vantaggio proprio per resistere a quelle flessioni e torsioni di cui parlavo prima. Potrebbe in teoria rendere la spada meno incline a piegarsi.... ma non ci giurerei - niku - secondo me la forma in sezione della lama è estremamente importante, sia per quanto riguarda la resistenza, che la penetrazione nel materiale da colpire. Per quanto riguarda la flessione, la dimensione nel senso della sollecitazione è in assoluto la cosa più importante, quindi aumentare la mihaba comporta un enorme vantaggio nel senso della rigidità a flessione e resistenza. In più la lama non colpisce mai perfettamente diritta ma magari un pò di sbieco, causando sollecitazioni laterali, di torsione, di risonanza e a fatica e per questo motivo è necessario avere un kasane consistente. Ma ovviamente la lama deve tagliare, deve penetrare nell'obiettivo e passarci attraverso, altrimenti otteniamo un ascia... Poi sicuramente tutte le caratteristiche influiscono a livello metallurgico (uniformità del materiale, difficoltà nel forgiare etc) ma queste sono cose che dovrebbe dirci un forgiatore

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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