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Simone Di Franco

Shogun
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Contenuti inseriti da Simone Di Franco

  1. e di battodo... comunque a proposito di resistenza, sono molti i forgiatori che hanno cercato con la massima cura le prestazioni in battaglia piuttosto che l'estetica, mi viene in mente anche Tadayoshi di Hizen ad esempio, provò molti stili prima di stabilire la sua scuola. La spada di Ogami Ittoo è della scuola Dotanuki di Higo, fino a un pò di tempo fa ne girava una su internet, ed è proprio una di quelle scuole che badavano alla resistenza e alle prestazioni in battaglia piuttosto che all'estetica. Sul nioi e nie ci sarebbe da fare una analisi più approfondita, in parte anche legata all'utsuri. Quello che è sicuro è che per ottenere il nioi di Bizen i forgiatori fanno dei rinvenimenti, cioè delle ulteriori tempre a bassa temperatura. Questa è una procedura estremamente importante per metalli temprati che debbano sopportare sollecitazioni, infatti viene utilizzata ad esempio nei pezzi meccanici, nei motori etc. Infatti, quando l'acciaio si tempra, lo shock termico è come se "congelasse" il materiale nello stato in cui si trova. Se in quel momento il materiale da qualche parte è in tensione, questa tensione rimarrà applicata all'oggetto e si andrà a sommare a eventuali urti. Le tensioni poi sono generate anche dalla tempra stessa, sono le stesse forze che inarcano la lama nell'acqua, dovute alla dilatazione termica, che ricordiamo che per via della geometria della lama e dei differenti materiali da cui è composta, sono molto diverse tra filo e dorso della spada. Se la lama è costretta già a resistere a tensioni interne, è come se fosse una corta tirata, basta inciderla appena che si strappa... ecco questo mi sembra quell'esempio della spada "esplosa come se fosse di ghiaccio" che cita masahide. Il rinvenimento (che in inglese si chiama tempering a differenza della tempra che è hardening) libera l'acciaio da queste tensioni interne. Dal punto di vista estetico invece, più la tempra è drastica cioè da una temperatura molto alta a una molto fredda, più la superficie mostrerà cristalli di nie grandi e vistosi e avremo con più facilità hataraki quali sunagashi, kinsuji e inazuma. Il rinvenimento invece, andrà praticamente a scomporre i cristalli grandi (nie) in cristalli più piccoli, ravvicinati e disposti uniformemente (nioi) . Nie e nioi sono la stessa cosa, lo stesso materiale, ma di fatto è come se il nie fossero cristalli di "sale grosso" più o meno allineati, mentre il nioi è una scia di "sale fino" disposta uniformemente. Da queste riflessioni capiamo che se nello shinto volevano ottenere hamon grandi, vistosi, con tanti hataraki e nie, avranno probabilmente utilizzato tecniche che prevedevano tempre molto grezze, che se da un lato permettevano di temprare ampie superfici con riflessi luminosi e fantastici hataraki, dall'altro lasciavano la lama in preda a tensioni e con una percentuale di materiale fragile maggiore di quella resistente. Non dimentichiamoci infatti che fondamentalmente l'hamon, a livello di prestazioni in battaglia serve solo a rendere la lama affilata, per cui una volta che copre i primi 5mm del filo, ha già svolto la sua funzione e può lasciare spazio al materiale più resiliente.
  2. Perchè ti interessa proprio questo tipo di oggetto?
  3. Simone Di Franco

    47 Ronin

    47 ronin con reeves ha la stessa affidabilità storica di Iron Man vs Capitan America. Tra l'altro la leggenda dei 47 ronin (chusinghura) è un caposaldo della letteratura giapponese, del bushido e un esempio di tutta quella parte di cultura giapponese che un occidentale farà sempre fatica a comprendere. Consiglio di guardare i vecchi film di Kenji Mizoguchi e Hiroshi Inagaki .
  4. Simone Di Franco

    Ciao a tutti

    Benvenuto, sei nel posto giusto! poi se sei di Genova, siamo abbastanza vicini
  5. In base agli esempi che abbiamo fatto prima, possiamo magari raggruppare quei casi che seppur non rispettando gli elementi artistici fondamentali, di fatto possono essere considerate a tutti gli effetti nihon token perchè comunque risulta evidente che oltre alla fattezza dell'oggetto nella spada si riscontra il valore artistico. La regola d'arte è quindi: Maestro che forgia con la tecnica tradizionale e l'acciaio tradizionale giapponese. Esempi in cui viene meno il materiale tradizionale: Le mikasa-to Le lame in Namban-tetsu le Mantetsu-to le lame meteoritiche del maestro Yoshindo la ipotetica lama in sabbia ferrosa dell'isola d'Elba :) le lame fatte con i chiodi e ferri vecchi di Kotetsu e Umetada Oroshigane vari Esempi in cui viene meno la tecnica tradizionale: Il maglio meccanico Le gunto Esempi in cui viene meno la maestria lame di produzione di massa del Sengoku lame di Emura lame di Pavel Bolf e di altri forgiatori che non sono riconosciuti maestri Ovviamente il tutto è lontano dall'essere preciso e completo.
  6. Forgiare una lama è un idea che è venuta in testa a molti di noi, e devo dire che ho avuto modo di vedere anche qualche bel risultato da parte di alcuni soci. Io credo che come in ogni forma di artigianato d'arte, bisogna considerare sempre l'aspetto pratico dell'oggetto e quello artistico. Ci sono alcuni elementi di base che non possono venire sottovalutati, in quanto costituiscono elementi artistici fondamentali. Altrimenti, proprio come diceva mi pare Manuel, otteniamo un oggetto normale, non un oggetto d'arte. Cosa fa della spada giapponese una spada d'arte? Questo dovremmo chiederci. E giustamente, dobbiamo anche considerare tutte le sfumature... non sempre la decadenza di un elemento artistico di base pregiudica l'aspetto artistico del tutto. Secondo me gli elementi che rendono una spada una nihonto sono la materia prima, la tecnica tradizionale e la maestria dell'artista. Quest'ultima deve comprendere anche l'aspetto socio culturale del "percorso" (il concetto giapponese di -do) che un allievo deve affrontare per poter venire riconosciuto maestro e tutte quegli aspetti tradizionali che il forgiatore porta con sè dall'antichità e tramanda ai suoi allievi. E' un elemento artistico a tutti gli effetti. Qualcosa che fa la differenza tra un chiunque che fa una spada e un vero e proprio Kaji. Per riassumere, credo che se un maestro forgia una spada, con la tecnica tradizionale, utilizzando il tamahagane, questa sarà a tutti gli effetti una spada giapponese d'arte, una Bijutsu Token. Tutte le eccezioni, il venire meno di uno degli elementi fondamentali, vanno valutate di volta in volta e in alcuni casi saranno solo "variazioni sul tema di un maestro" "oggetti particolari" o "interpretazioni" comunque con valore artistico. Dove gli elementi siano del tutto trascurati, carenti largamente o del tutto assenti, è ovvio che ci troviamo davanti a un oggetto e non a un oggetto d'arte. Se poi vogliamo fare una classifica delle cose più importanti a qualificare un oggetto come opera d'arte, io penso che la prima cosa in assoluto sia la Maestria, seconda la Tecnica e infine il Materiale.
  7. il giapponese è sostanzialmente atonale, non ci sono accenti. Bravo Massimo, bella conferenza.... pensare che l'anno scorso sono stato un mese a Ragusa e non sapevo nulla. Ben realizzato anche il video, dovremmo organizzare di nuovo qualcos'altro in Sicilia ;)
  8. attualmente non ancora confermato, ma aspettiamo il risultato dal nostro segretario, c'è ancora tempo
  9. sul rinnovare e adeguare gli articoli in evidenza/sticky l'ho detto io diverse volte :))
  10. Simone Di Franco

    saluto

    Grazie a te
  11. bellissima riflessione, come sempre l'etimologia dei kanji e delle parole giapponesi offrono sempre degli interessanti spunti di approfondimento.
  12. Ci sarà presto una nostra conferenza proprio nella tua bellissima città ;)
  13. bellissimo il kabuto con la pinza!
  14. Quanto alle spade diritte, se intendi le chokuto, quelle molto antiche tipo quella dell imperatore per capirci, sono forgiate diversamente, le facevano apposta diritte e forse anche la tempra era diversa Inviato dal mio Nexus 5 utilizzando Tapatalk
  15. Assolutamente no! La maestria di certi forgiatori è veramente eccelsa e con le debite proporzioni possiamo avvicinarla a quella dei grandi artisti. Non dimentichiamoci però che parliamo di oggetti con un certo uso, che deve avere certe caratteristiche , e quindi possiamo riconoscere a pittori scultori etc un gesto di immaginazione ed espressione che un forgiatore non può permettersi Inviato dal mio Nexus 5 utilizzando Tapatalk
  16. allora, la lama viene già forgiata con il sori, la tempra inarca ulteriormente di una percentuale che va dal 10 al 25% circa a seconda dello tsukurikomi (come è composta internamente la lama) e spesso storge la lama sia in senso trasversale che longitudinale Dopo la tempra, per raddrizzare e rendere regolare il sori si appoggia il dorso della lama su un blocco di rame rovente e si raddrizza scaldandola nei punti giusti
  17. Bellissimo ragazzi, il prossimo anno cerco di venire anche io :)
  18. Simone Di Franco

    una nihonto vissuta

    alla mostra di novara avevamo provato diverse luci all'interno delle teche per valorizzare gli hamon, alla fine la più adatta è risultata un neon di dimensioni piccole che faceva una luce un pò strana, piuttosto forte, eravamo riusciti a evidenziare l'habuchi senza cambiare il colore dell'acciaio. In altri casi io mi sono trovato bene con una lampadina classica molto calda che rende bene sul contrasto ma colora molto (effetto simile a quella di Francesco). Poi ho provato una lampadona alogena da un migliaio di watt che rendeva molto bene anche quella e in un altro caso uno di quei fari alogeni portatili tipo da cantiere, con effetti simili, cioè altissima luminosità che evidenzia specialmente gli hataraki. Poi ho fatto delle prove con un amico appassionato di fotografia, con uno zoom elevato nei dettagli della mia katana, ci si rende subito conto che è necessario una quantità di luce esagerata (abbiamo usato tre faretti da fotografo concentrati nello stesso punto) anche in quel caso comunque ottimi risultati, peccato che poi ho rigato il dvd con le fotografie prima di poterle salvare da un altra parte e ho perso tutto....) Infine ho assistito a una delle sessioni fotografiche per la realizzazione del nostro libro, lì vabbè.... fari , light banks, flash a ombrello e uno studio fotografico intero a disposizione :))
  19. Rob il togishi che ha polito la tua lama ha scelto di applicare un hadori rettilineo perchè forse non poteva sbattersi a seguire ogni singolo choji o gunome ma non si può dire che l'hamon sia rettilineo, anzi è piuttosto movimentato. Con una finitura in sashikomi fatta bene o con un hadori più preciso la tua spada apparirebbe molto diversa (e migliore secondo me). Noto anche che il boshi sembra mostrare segni e graffi, mi sbaglio?
  20. Tranquillo Roberto, non hai certo torto a dire che a livello di valorizzazione non ha senso la valutazione microscopica, però è una curiosità che può aprire qualche nuova teoria e idea per lo studio.
  21. Simone Di Franco

    saluto

    Ti assicuro che se ti presenti con l'Amarone nessuno ti negherà nulla! scherzi a parte, l'incontro è dedicato a esaminare dal vivo, quindi anche prendendo in mano etc, 4 lame di rilievo. In più ci saranno le lame personali di chi riuscirà a portare la propria. Se ti interessa molto l'esperienza dal vivo è un ottima occasione.
  22. Simone Di Franco

    saluto

    Non preoccuparti Antonio, chiedi pure quello che vuoi anche intervenendo nei post che ti interessano. Benvenuto e grazie dei complimenti
  23. non si può dire a che ingrandimento siamo, è un affarino cinese che da una parte della scatola dice 500x e dall'altra 200x, alla fine effettivi ho letto in giro che dovrebbero essere 50x . ho recuperato una macchina foto decente ora vedo se riesco a farealtre due foto generali al waki e a fotografare anche la katana.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

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