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Itten

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messaggi di Itten


  1. non ho capito, hai fatto una domanda e ti sei risposto? :happytrema:

     

    direi che c'è poco da aggiungere.

    jutsu e do sono termini in realtà intercambiabili, a cui in giappone, si era molto meno legati che da noi.

    la differenza nell'uso indica differenza nell'approccio, brutalmente: jutsu pratico, do teorico e pratico.

    ma in realtà sappiamo bene che esistevano scuole di kenjutsu, jujutsu etcc che avevano anche alti insegnamenti morali, atti a far divenire la propria disciplina un percorso di vita. io personalmente non marco molto la differenza.

     

    ryu è la corrente, scuola di pensiero, che tramanda un determinato stile di combattimento.

    poichè credo che il budo sia qualcosa di estremamente unico e personale, vediamo nella stessa ryu praticanti con uno stile quasi opposto, e nessuno dei 2 errato.

    qualora si volesse palesare la propria differenza, introducendo modifiche sensibili (ma mantenendo pressochè inalterato il curriculum) si parla di ha, ovvero di branca. ovviamente istituire una ha di una ryu richiedeva qualifiche speciali, di solito l'agnognato Menkyo Kaiden (certificato di completa trasmissione).


  2. un elemento molto importante è anche la fune che tiene nell'altra mano.. con la fune imprigiona i demoni e li attira a se, con la spada li distrugge. la spada come già detto ha la lama dritta e l'elsa di vajira, ma vedo che lo sai già.

     

    di mio posso aggiungere solo che il Fudo richiama molto il concetto occidentale di stoicismo.. eretti, inamovibili, sino alla fine..


  3. Takeda Sokaku portava una lama del tipo della foto!

    in realtà penso che abbia portato la lama in un normale Koshirae anche dopo il bando, fatto sta che almeno alla fine della sua vita porta una lama proprio come quella.


  4. visto che se ne è parlato da poco con l'amico Sandro ho pensato di postare questa breve biografia del Maestro Tesshu.

    per scriverla la mia linea guida è stata "Lo zen e la spada, vita del maestro guerriero Tesshu" unico testo italiano completamente dedicato a Tesshu, di John Stevens. E in forma molto meno incisiva alcune informazioni prese da diversi siti, tra cui wikipedia. A chi ha collaborato perchè mi arrivassero queste fonti va il mio sincero ringraziamento per aver portato la figura, così schiva, di Tesshu in occidente.

    Ogni eventuale errore o imprecisione è tuttavia imputabile esclusivamente a me stesso.

    ps: è possibile che la troviate anche altrove perchè l'ho pubblicata anche in un altro forum di arti marziali.


  5. Yamaoka Tesshu

    山岡鉄舟

     

    04Tesshu.jpg

     

    Il 10 giugno 1836, nasce a Edo, Tetsutaro della famiglia Ono. Pur non essendo il primogenito il padre lo riconosce come erede in quanto nato dalla sua moglie prediletta. La famiglia Ono, legata allo Shogun, dispone di una rendita di 3500 koku, un entrata piuttosto cospicua che classifica la famiglia come benestante. Il giovane Tetsutaro viene educato secondo l'etica samurai nelle discipline del bujutsu, in particolare nella scherma con spada di Ono ha Itto ryu (i suoi primi rudimenti avvennero in Yagyu Shinkage ryu) e per volere esplicito del padre, al fine di sviluppare Fudoshin (la mente immutabile) anche nello Zen. Di statura possente, con 1 metro e ottanta d'altezza per circa 90 chili di peso, Tetsutaro è naturalmente portato per il Bujutsu. Tuttavia i genitori muoiono relativamente presto, e Tetsu si trova a capo della famiglia, dovendo gestire una cospicua eredità paterna. Per prima cosa sistema tutti i fratelli dando loro parte dell'eredità, una volta libero dai vincoli familiari tenendo per se solo una cifra iniqua si dedica all'addestramento nella scherma presso il Kobukan, e nell'arte della lancia presso la scuola Yamaoka. Qui conosce il maestro Yamaoka Seizan, infallibile lanciere e impeccabile modello morale. Purtroppo il maestro muore poco dopo che Tetsu era entrato nella scuola. Tetsu decide quindi di sposare la giovane sorella di Seizan (di cui era peraltro innamorato) e di continuare la stirpe Yamaoka. La scuola di lancia fu portata avanti da un fratello di Seizan.

    La devozione al maestro e la pietà filiale di Tesshu erano il perfetto specchio del Bushido, è significativo l'episodio in cui, durante un temporale Tesshu corre alla tomba di Seizan per coprirla con un ombrello e dire parole di conforto al maestro, pare infatti che Seizan temesse il rumore dei tuoni.

    Tetsu (che a quel tempo si era guadagnato i soprannomi di: il demone Tetsu per l'abilità con la spada, e Tetsu vestito di stracci per il poco riguardo alle apparenze) diviene quindi Yamaoka Tetsu (anni dopo cambierà il suo nome in Tesshu). La costanza e l'impegno che Tesshu mette negli allenamenti è insuperabile, non si riposa mai tra uno scontro e l'altro e non toglie nemmeno il men (la protezione per la testa) fino a che non termina la sessione d'allenamento, si diceva che Tesshu preferisse la scherma al dormire.

     

    Tesshu divenne il terrore dei dojo di Edo, ovunque si recasse nessuno poteva tenergli testa, addirittura pare che certe dojo gli vietassero di colpire il kote (la parte dei polsi) dei suoi avversari per evitare fratture. Sembra che una volta con un possente tsuki (colpo di punta) ruppe una tavoletta di pietra. Tesshu iniziò ad essere coinvolto in politica, partecipando ai gruppi di giovani samurai animati da sentimenti nazionalisti, sono gli anni dell'arrivo delle navi nere del commodoro Perry, e le masse di Samurai sognano un Giappone unito contro i barbari, nel 1863 Tesshu era uno dei leader del movimento, schierato con lo shogun. Nel 1867 entrò nella guardia personale dell'ultimo shogun, Tokugawa Yoshinobu. L'anno seguente le truppe di Satsuma spodestarono Yoshinibu in nome di Meiji Tenno. Nella guerra civile che seguì Tesshu ebbe un ruolo di primo piano, sembra che fu lui a negoziare con Saigo Takamori le condizioni di resa, il suo prestigio e le sue grandi qualità diplomatiche e umane gli permisero di trovare un posto nel nuovo governo, nel 1869 fu inviato nelle regioni vessate dalla guerra e seppe risanarle con un instancabile opera. Dopo 2 anni trascorsi in questo modo tornò ad Edo, ora Tokyo, e fu assegnato alla casa reale dove seppe rapidamente guadagnarsi la fiducia del giovane Meiji divenendo suo confidente privato. In questi anni nonostante gli impieghi pubblici, la sua fama di spadaccino era ulteriormente aumentata, avversari sempre più prestigiosi si confrontarono con lui. Nonostante Tesshu li sconfisse tutti, quando aveva 38 anni, in un epico duello con Asari Gimei, conobbe la sconfittà. Tesshu divenne quindi discepolo di Asari (più vecchio di lui di 12 anni) e scoprì quanto duro potesse colpire il maestro, dato che gli allenamenti erano pure più debilitanti del loro primo incontro, Asari sconfiggeva sempre il suo discepolo, e la sua immagine trionfante era tale per Tesshu che arrivò persino a sognarsi Asari che lo umiliava con le shinai. Per risolvere la questione si rifugiò quindi nello zen, gli fu affidato il koan "originariamente nessuna cosa esiste" che risolse dopo anni e anni di zazen, tuttavia ancora Asari gli era superiore e la visione di sconfitta non svaniva. Così consultò Tekisui, abate di Tenryuji che gli affidò un ulteriore koan:

    "Quando due spade lampeggianti si incontrano non vi è via di scampo.

    Muoviti con calma, come un fiore di loto che fiorisce nel mezzo di un fuoco ruggente,

    e con forza, trafiggi i cieli"

    Tesshu impiegò 3 anni di zazan, ma alla fine ne venne a capo. Il 30 marzo 1880, risolto il koan, la minacciosa visione di Asari trionfante svanì, si presentò dunque al maestro, il quale appena incrociate le spade con l'allievo, senza nemmeno uno scambio di colpi si arrese e disse: "bene, ora sei arrivato". Asari passò a Tesshu l'autorità del Nakanishi-ha Itto ryu e si ritirò dalla scherma. Tesshu fondò quindi il suo stile, il Itto Shoden Muto ryu, "lo stile della non spada secondo la corretta trasmissione di Itto Ittosai" e aprì un dojo, lo Shumpukan.

    La teoria di Tesshu sulla scherma era che contasse di più il cuore che l'apparenza, non era pignolo sulle posizioni e sulla tecnica pura, bensì era estremamente esigente sul rigore che dovevano avere i suoi allievi. Per i primi 3 anni la pratica consisteva nel uchi-komi, in sostanza una serie infinita di men (colpi alla testa) che i neofiti dovevano praticare senza tregua per essere accettati. Poi iniziava il vero e proprio addestramento. I kata del muto ryu sono gli stessi (o con modifiche limitate) dell'Itto ryu, quello che differiva era l'esistenza di uno speciale metodo d'addestramento voluto da Tesshu, il seigan.

    Un seigan, termine buddhista che significa "voto", consisteva nel allenarsi 1000 giorni di fila, dopodiché al millesimo giorno sostenere 200 incontri contro altri allievi, l'unica pausa consentita era quella per il pasto, che doveva essere consumato in fretta e in modo frugale, di solito cominciava la mattina presto e si finiva la sera. L'allievo iniziava ad essere stanco mentre gli avversari ruotavano e risultavano sempre freschi e riposati. Era una pratica molto dura, tuttavia non impossibile. Il secondo seigan era sostanzialmente uguale, ma consisteva in 600 incontri distribuiti su 3 giorni consecutivi. Pochissimi praticanti vi riuscirono. Il terzo seigan ai limiti del possibile, consisteva in 1400 incontri distribuiti su 7 giorni consecutivi, pare che oltre a Tesshu vi riuscirono solo 2 allievi.

    L'illuminazione di Tesshu ebbe un grande riscontro in ogni aspetto della sua vita, in particolar modo oltre alla spada nella calligrafia.

    Tesshu è uno dei più quotati e apprezzati calligrafi dell'epoca Meiji e dipinse un colossale numero di opere: pare che negli 8 anni in cui si dedicò attivamente allo shodo la sua produzione ammontasse a 1 milione di opere. La maggior parte delle opere di Tesshu è stata realizzata per raccogliere fondi per svariate ragioni: dal restauro di templi zen (con l'avvento dello shintoismo di stato rischiavano di andare in rovina) al sostentamento dei bisognosi occasionali, al mantenimento di tutte le persone di cui Tesshu si prendeva cura (moltissime tra allievi, parenti e amici). La velocità con cui Tesshu dipingeva era pari solo a quella con cui menava fendenti di spada, in un giorno finiva svariati litri di inchiostro con una media di 500 pezzi buoni giornalieri (senza contare quelli venuti male quindi).

    Un episodio legato allo shodo di Tesshu è molto significativo per comprendere la sua personalità: pare che una volta annunciò di voler copiare l'intero canone buddhista, al che un amico gli disse che era un impresa troppo lunga per qualsiasi uomo. Tesshu ribattè che l'avrebbe copiata sia in corsivo che in stampatello, gli fecero notare che non sarebbe stato possibile in nessun modo, Tesshu disse che invece un modo esisteva, copiare una pagina per volta. L'amico lo guardò come fosse pazzo, al che il maestro disse: "presto lascerò questo sacco di merda(il corpo), e allora prima o poi, da qualche parte, potrò completare la mia opera".

    Tesshu dipinse sino a pochi giorni prima della morte.

    Uno dei suoi ultimi dipinti ritrae un meraviglioso Fudo Myoo, che emana un energia incredibile, davvero non si potrebbe dire che è il prodotto di un malato terminale.

    Sebbene la sua realizzazione fu potente sia nel pennello che nella spada, che nello zen, Tesshu considerava se stesso prima di tutto uno spadaccino. Sostenne un gran numero di duelli e incontri, spesso anche contro avversari armati di spade vere, sebbene lui preferiva affidarsi a spade di legno, probabilmente per non uccidere i suoi avversari. Sebbene nella turbolenta epoca Meiji i duelli mortali e gli scontri erano frequenti, Tesshu fece suo vanto di non aver mai tolto una vita.

    La filosofia di Tesshu sul Budo era di stampo tradizionalista. Lui si considerava restauratore e non innovatore. Il suo Muto ryu non voleva essere un invenzione (come già detto i kata non differiscono dal classico Itto ryu) ma una restaurazione dei principi della scherma che si stava lentamente spostando verso la dimensione sportiva. Tesshu fu uno dei primi a sostenere il nome di Kendo in luogo di Kenjutsu, su ispirazione del cambiamento apportato da Kano Jigoro da Jujutsu a Judo. Nei suoi documenti leggiamo di particolarmente significativo il suo legame con la tradizione: "…Non ho pasticciato con la tradizione di Itto Ittosai…" e il suo modo di intendere il Budo "…In passato grandi spadaccini del calibro di Bokuden, Miyamoto, Itto, dedicarono la loro vita all'arte della spada cimentandosi in molti duelli mortali. Molti di loro perirono nel farlo. Può sembrare sciocco sprecare così la propria vita, ma per chi decide di intraprendere questo percorso ci si rende conto che è l'unico modo per trovare la verità, la sola fortuna non basta."

     

     

    Yamaoka Tesshu si spense il 19 luglio 1888, assunse la posizione zazen e con aria serena si preparò al trapasso, è l'unica persona nell'epoca Meiji di cui abbiamo notizia aver adottato questa particolare posizione al momento della morte, un tempo molto comune. Il suo poema di morte fu: "indurendo l'addome per il dolore, il grido di un corvo la mattina", questo componimento può sembrare inadatto per un maestro zen, invece per Tesshu, il cui stomaco stava collassando, tutto l'universo era riempito dal grido di un corvo e dal dolore addominale, un impareggiabile esempio di poesia zen che è difficile cogliere tanto bene.

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  6. si, proprio in Gohatto avevo visto quello che cercavo nel kendo. diciamo che leggere di Tesshu e vedere Gohatto ha fatto nascere in me la passione per la scherma giapponese.

    Quello che però mi sembra di capire, è che almeno in italia, di koryu che seguano questa linea nn ce ne sono.

    Secondo te sbaglio a considerare il Kendo moderno la cosa + assimilabile quanto detto sopra?

     

    PS: la Muto ryu, che mi affascina tantissimo per alcuni pratiche tra cui il seigan, esiste solo in giappone vero? se ho ben inteso dovrebbe esserci un solo dojo (non so se sia lo Shumpukan o cmq il suo diretto discendente) con meno di 20 allievi, sotto il 3 soke della scuola, discendente da Tesshu.


  7. Ciao Alexandros, benvenuto sul forum. Mi auguro che qui ti troverai bene.

     

    E' molto difficile scegliere un'arte in base a poche cose sentite dire da qualcuno o lette su internet. La soluzione migliore è quella che ti ha fornito Koala; provarle tutte e tre (in base a ciò che è disponibile, ovviamente) per un pò di tempo ed infine decidere. Ma nulla toglie che in un futuro potresti avvicinarti a quella che avevi scartato all'inizio, per il semplice fatto che non basterebbero pochi mesi per farti capire se una disciplina è per te più adatta di un'altra. Ciò perchè ci troviamo davanti a Vie che sono pressochè infinite.

     

    Per quanto riguarda il Kendō devo, mio rammarico, dissentire con il caro Itten (che stimo tantissimo): è praticamente impossibile utilizzare una shinken come se fosse uno shinai, ne tantomeno è possibile impostare un duello reale sui livelli dello Shiai nel Kendō. Questa disciplina è basta su azioni fulminee il cui scopo è quello di farci ottenere un punto nei confronti dell'avversario; è tuttavia il modo in cui si brandisce lo shinai che differisce totalmente da ciò che viene definito come Shinken Shōbu. Con la spada di bambù si tirano colpi a mò di frustate, dove ciò che si ricerca è un impatto con la superficie dell'armatura dell'avversario, non un taglio in profondità e continuo, che è proprio dello Iaidō e del Kenjutsu. Sia il bokken che la Iaitō sono studiati per sfruttare appieno le caratteristiche della spada giapponese, tra cui la lunghezza di circa un metro ma soprattutto la curvatura. Inoltre, sono gli strumenti d'allenamento che più ricordano una katana per forma e peso. In definitiva, se si affrontasse un duello con spade vere come fosse uno shiai si stramazzerebbe a terra dopo venti secondi, ammesso che non ci si sia uccisi a vicenda nell'impeto dell'assalto. Bisogna ricordare che a livello sportivo vince chi tocca per primo anche se la spada dell'avversario arriva a bersaglio un decimo di secondo in ritardo, in un duello vero non ci si può permettere in nessun caso di farci colpire. Inoltre nel Kendō i punti da colpire sono ben definiti, se ne colpisci altri è infrazione. In un combattimento reale si è liberi di colpire ovunque. Ciononostante, ritengo il Kendō un disciplina estremamente bella e proficua, io la sto praticando ora in Giappone, anche se il Kenjutsu rimmarrà sempre la mia via principale.

     

    Per quel che concerne lo Iaidō sono invece totalmente d'accordo con ciò che ha detto Itten, è una disciplina che se studiata con cura e attenzione risulta temibilissima. Per quel che mi riguarda è quella che consiglio assolutamente di non tralasciare, poichè è l'unica che ci consente di brandire una spada vera (definisco una Iaitō vera in quanto, non essendoci bisogno di tagliare nulla, non differisce affatto da una Nihontō sebbene la lama sia in lega di zinco ed alluminio).

     

    Il Kenjutsu è la scherma tradizionale giapponese, sul forum troverai tantissimi articoli scritti a riguardo, ti saranno senz'altro utili. Il numero delle Scuole è altissimo, anche se in Italia non sono disponibili tutte quante, ma solamente le più importanti oppure altre i cui rispettivi rappresentanti italiani hanno studiato direttamente in Giappone. Non credo inoltre che il Kenjutsu sia un duello finto con spade finte, dal momento che tutte le tecniche presenti in un Mokuroku sono state provate in battaglia e che il bokken veniva spesso utilizzato come arma in sostituzione della katana. Oggi come oggi ci sono scuole che basano gran parte del loro programma sull'apprendimento di kata codificati, e altre che pongono diversa attenzione anche su applicazioni più libere. Durante il Bakumatsu (1853-1868) ci si allenava in combattimento libero con il Bōgu da Kendō utilizzando spesso anche il Bokken, sebbene lo shinai venisse comunque preferito in quanto meno pericoloso. Ma il Kendō di allora non era assolutamente come quello attuale, ci si trovava in una fase di transizione dove entrambe le discipline si fondevano l'una nell'altra.

     

    Spero di essere stato abbastanza chiaro, e che altri utenti inseriscano i loro commenti. Sul forum sono presenti maestri di tutte e tre le discipline, non avrai di certo difficoltà nel reperire informazioni. Per qualsiasi altra cosa chiedi pure :arigatou:

     

    inanzi tutto grazie della risposta, e della stima che come già espresso contraccambio vivamente.

    Ti ringrazio molto dell'osservazione sul kendo, come ti dissi qualche mese fa ho iniziato a praticare, ovviamente non faccio ancora jigeiko e quindi per il mio intervento mi ero basato su idee mie.

    Devo dire anzi, che essendo appassionato di cultura giapponese, ho letto molti libri in cui il kendo praticato in epoca Meiji era effettivamente diverso da quello attuale. Sulla base del Kendo di Yamaoka Tesshu, grande samurai e maestro di fine 1800, ne avevo una percezione diversa dalla realtà.

    Diciamo anche, che forse a volte uno vede le cose non come sono, ma come vorrebbe che fossero; inutile dire che un kendo "alla Tesshu" pur praticato con shinai mi intriga molto di più di un kendo "moderno-sportivo" (senza nulla togliere a quest'ultimo che come già detto pratico).

     

    Sul kenjutsu non volevo assolutamente denigrare, era più che altro una battuta basata su luoghi comuni, anzi credo sia una bellissima arte, certamente molto vicina allo spirito del Bushi (appunto manca completamente la sportivizzazione che lascia l'arte pura). tengo a precisare che il kenjutsu è un arte bellissima, e assolutamente non escludo di avvicinarmici in futuro.

    potresti illuminarmi su cosa intendi per ko ryu che applicano pratiche + libere?


  8. Kendo pero' sta alla Katana quanto Scherma sta alla spada.

     

    Intendo dire: sono sport,studiati per essere tali e per sfruttare al meglio l'attrezzo che hai in mano in QUEL MOMENTO.

     

    Riguardo allo Iaido, da qual che ho appreso, e' un arte che si basa molto sui cerimoniali .. comincia con l'insegnare posture e pratiche che devono avvenire PRIMA anncora di estrarre la Katana.

     

    Il che,onestamente, per quanto mi riguarda e' intrigante e fantastico; se fossimo nel 1700. Nel 2009,purtroppo da un certo punto di vista, il mndo e' diventato piu pragmatico e pertanto,sempre ammesso che non ce ne si voglia estraniare totalmente, e' necessario ricercare un minimo di pragmatiso in tutto.

     

     

    Cmq ci tengo a precisare,visto che a quanto pare non e' stato chiaro come lo ho scritto prima, queste sono le idee che io,neofita, mi sono fatto dalle informazioni trovate.

     

    Possono naturalmente essere completamente sbagliate, ed in tal caso sarei gratissimo a chiunque mi spiegasse il perche ed il per come :)

     

     

     

     

     

    [Mauri : La katana e' una compagna, in un certo senso uno stile di vita. O quantomeno lo e' stato epr secoli per molta gente. Ben diversa dai "pezzi di ferro" usati dai soldati in occidente che venivano senza alcun riguardo cambiati di battaglia in battaglia.

     

    E ben diversa anche dalle moderne armi da fuoco, te lo dice uno che fa gare di tiro e i cui armadi assomigliano ad un armeria dell'esrcito. Ma molto semplicemente : viene messa sul mercato una pistola migliore? Compro la nuova e la vecchia finisce in vendita o sul fondo di qualche cassetto.

     

    La Katana e' tua, fa parte di te. Per questo la deifisco la miglior arma mai prodotta. Non per l'effettiva efficacia (dopotutto ci vuole poco a capire che una Katana contro un'arma automatica abbia ben poco da dire :P). ]

     

    scusami, ma a che pro cercare il pragmatismo nel maneggio del katana?

    ti ripeto, nel kendo si brandisce una spada di legno o bamboo detta shinai, che per dimensione richiama il katana. le tecniche di combattimento del kendo sono le stesse che impiegheresti con una katana vera tanto più che nella notte dei tempi si usavano spade vere.

    nello iaido, si usano spade simili alla katana, però di altro materiale e non affilate. lo iaido è un altra validissima arte, micidiale se vogliamo, perchè si basa sul principio di uccidere l'avversario prima che lui estragga (oggi per avversario possiamo intendere noi stessi).

    qualcuno scherzosamente ha detto che nel kendo si fanno duelli veri con spade finte, e nello iaido duelli finti con spade vere; nel kenjutsu addirittura si usano spade finte per fare duelli finti!

    questo è solo uno scherzo che non vuole sminuire queste bellissime arti.

     

    ti rendo però noto che non esiste nessun arte marziale che ti insegni a brandire una katana vera affilata, se non lo iaido ad un avanzato livello di pratica. nel kenjutsu dipende molto dalla scuola ma direi che in generale si usa il bokken, spada di legno.


  9. il kendo è estremamente attinente all'uso della spada.

    lo iaido non è per nulla cerimoniale, anzi di certo pratico.

    sono spiegazioni molto basiliari che posso permettermi persino io di fornire.

    per capire meglio dovrai attendere gli esperti che popolano il forum :)

     

    ad ogni modo, per me la scelta + saggia è che un principiante pratichi kendo, e sucessivamente passi allo studio di una koryu di kenjutsu. senza nulla togliere al kenjutsu, semplicemente perchè trovo che sia un arte che senza una forte determinazione è facile abbandonare prima di essere ingrado di apprezzarla.


  10. Yama, sai che ho un tanto (mi è stato detto essere tale) similissimo al tuo waki, la tsuba poi è identica, cambiano i colori il mio è rosso :happytrema:

    cmq è stato un regalo quando hanno sentito che mi interessavo di spade giapponesi hanno ben pensato di regalrmene una ihih


  11. come, sono sicuro, molti di voi, ho letto e apprezzato Musashi di Yoshikawa e Shogun di Clavell.

    Ho letto anche, apprezzandoli meno, Il maestro del the e il samurai bianco.

    Adesso mi piacerebbe trovare qualche altro libro sul giappone feudale, possibilmente storie di samurai sotto forma di romanzo storico, ne conoscete di belli in italiano?


  12. giustissimo, Musashi per quanto si è elevato, è passato dalla strage e rozzezza, e non so quanto i suoi duelli fossero tecnicamente maestosi.

    oggi vedendo un MMA e un kata di jujutsu vediamo nel primo caso movimenti rozzi e violenti, nel secondo la perfezione tecnica del gesto.

    penso che un duello di kenjutsu di 400 anni fa non fosse dissimile.

     

    inoltre vorrei fare un altra osservazione: Musashi dice che la Via del Tachi è Heiho, perchè il Tachi comprende tutte le dottrine del bujutsu, e così sarà fino a che il Tachi regolerà le sorti del mondo. Oggi la spada non è più una costante alla cintura, e di certo la maestria nella spada, per quanto possa dara non decreta la salvezza della propria vita. potremo dire, banalmente, che oggi le armi da fuoco l'hanno sostituita. però in fin dei conti non molti girano con armi da fuoco, e quelli che lo fanno sono criminali. oggi io credo, il Tachi è stato sostituito dalla mano nuda, o dal corpo. Come ai tempi di Musashi Heiho era il Tachi, oggi credo sia il Te.


  13. avevo sentito dire che esiste il kobudo (o bujutsu) di Okinawa, che è quello praticato spesso parallelamente al Karate ed è quello che intendi tu, e poi, pare che anche in Giappone ci sia un kobujutsu, però cosa sia esattamente non lo so, penso si tratti dello studio delle arti tradizionali, insomma un modo differente per dire bujutsu. forse enfatizzando il fatto che è tradizionale e non gendai budo.


  14. non volevo usare la parola Bujutsu o Budo, per evitare di incentrare il dibattito sull'arte o sulla via. uso quindi Heiho, che per Musashi era la più pura essenza dell'espressione marziale.

    quello che mi interessa in questo post è capire cosa è l'arte marziale, in particolare il ruolo di MMA oggi.

     

    Personalmente ho sempre avuto rispetto per la tradizione e mi considero un tradizionalista in campo di arti marziali. Se è vero che personaggi come Musashi, Tesshu e tanti altri hanno rischiato spessissimo la vita nella loro ricerca e tramite il loro insegnamento oggi ci siamo formati, credo che questo valga loro un enorme rispetto.

    Però è altresì vero che l'abitudine è il nemico di ogni budoka. ripetere un kata per abitudine, significa non stare studiando, eseguire una routine per abitudine, significa star facendo ginnastica, non spezzare la propria continuità aprendosi a nuovi insegnamenti, vuol dire cedere all'abitudine.

    l'abitudine è quindi il nemico del Budoka, così come la corretta tradizione è il suo alleato.

     

    penso sia stata questa abitudine, o meglio il mancato rispetto del rapporto abitudine/tradizione a procare un decadimento nelle arti marziali.

     

    possiamo identificare 3 scopi delle arti marziali

    attacco (guerra)

    difesa (pace)

    sviluppo spirituale

     

    inizialmente le scuole erano solo per i bushi, i quali imparavano come combattere, quindi tecniche per l'attacco e per la guerra. poi quando le scuole si sono aperte anche fuori dai clan, l'obbiettivo si è spostato sulla difesa, iniziava la pace e non era + importante attaccare il nemico quanto sopravvivere nella propria terra. infine ci si è accorti (chi prima, chi dopo) che la pratica marziale portava un enorme contributo allo sviluppo dello spirito, dando quell'equilibrio che poco altro poteva dare.

     

    tornando al discorso tradizione innovazione, vediamo come in realtà tutti i grandi personaggi, pur rifacendosi alla tradizione hanno saputo innovare. Funakoshi ha esportato il suo karate, senza inventare nulla ma adattando gli insegnamenti da lui ricevuti. Kano ha modificato il jujutsu nello scopo e nella tattica, e l'ha fatto diventare judo. Ueshiba ha fatto una sintesi di diverse arti, arricchendo il daito ryu con il più alto spirito del Bushido, e con molti elementi di origine religiosa. Ma prima di questi anche Tesshu aveva aperto una sua scuola, senza inventare nulla aveva semplicemente introdotto nuovi sistemi di allenamento alla Itto ryu. Ancora il fondatore della Tenjin shin yo jujutsu ryu, avendo studiato Yoshin e Shin no Shinto-ryu. Cosi come il Fondatore di Shin no Shinto ryu aveva studiato e adattato lo Yoshin ryu per addestrare la polizia di Edo, a sua volta Yoshin deriva probabilmente da insegnamenti cinesi e cosi via. Insomma il Budo è evoluzione, evoluzione basata su una solida e corretta tradizione.

     

    tuttavia, sebbene i mezzi e la forma cambiassero, lo spirito rimaneva quello.

    Un jujutsuka di altri tempi era un lottatore, in grado di difendersi magistralmente.

    oggi quanti di noi praticanti amatori, con le nostr 3-5 sere a settimana se va tutto bene, potrebbero difendersi conquello che hanno imparato? temo pochi. Di certo aiuta, ma non è risolutivo.

    Io credo, che negli ultimi 50 anni, il processo evolutivo, che si era gia abbastanza allentato, si è praticamente fermato. Siamo rimasti fossilizzati, e parlo di arti classiche. L'efficacia ne ha sofferto. L'elevamento spirituale, penso non ne sia stato compromesso, ma la tecnica si. Questo ha comporato che molte arti siano diventate per lo + sport, fermandosi su regolamenti federali, + che adattandosi al mondo che cambia.

    Nella mia ricerca continua sono incappato nelle MMA, arti marziali miste. Come ho detto prima, mi considero un tradizionalista, e quindi ho sempre snobbato questa cosa, che ritenevo molto rozza.

    Eppure, tutto sommato, questi lottatori hanno catturato la mia attenzione.

    Gente che si allena tutti i giorni al massimo delle loro possibilità, perchè se in una competizione di Vale Tudo non sei pronto, le prendi. Gente che da tutta se stessa a questa cosa. Non credo siano mossi dal denaro, il denaro è per il pubblico, un lottatore a inizio carriera non vede un soldo e solo a livelli altissimi si parla di cifre consistenti (a dire il vero, molto consistenti). Quindi è qualcos'altro che muove queste persone.

    Tesshu diceva, e Oyama ribadiva, che colui che cerca nel Budo non troverà finche non è disposto a mettere in gioco la sua stessa vita. si possono avere molte gratificazioni anche senza, ma per la verità occorre rischiare tutto. è per questo che Tesshu permetteva le competizioni ai suoi allievi solo con spade di legno (non shinai) e senza armatura, perchè in questo caso sarebbe stata a rischio la vita. Oyama a modo suo ribadisce il concetto.

    Quindi mi chiedo, l'MMA nelle sue varie forme, è forse inciviltà in una società moderna, o è l'ultimo baluardo del Heiho più vero?

     

     

    PS: a scanso di equivoci, la mia non vuole essere una critica ai tradizionalisti, ne polemica, è una domanda che mi pongo sinceramente per capire. Io personalmente pratico Judo e penso che praticherò tutta la vita.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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