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rafman

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  1. Sulla questione della preparazione del corpo nelle arti marziali consiglio la lettura di due testi interessanti: le "3 vie del Tao" e "il potere segreto del corpo nelle arti marziali" entrambi scritti da Flavio Daniele ed editi dalla Luni (se ancora esiste perchè è un po' di tempo che non vedo nuove pubblicazioni) altrimenti si possono trovare presso la Libreria Città di Firenze,fanno vendita on line ed hanno testi rari o esauriti.Personalmente ritengo che nei kata, nel kihon e nel taiso, se eseguiti correttamente, ci sia tutto quello che serve.
  2. Ikkiu, è una classificazione abbastanza diffusa nel mondo della cinofilia e tra gli addestratori. Diversi testi la riportano e così alcune autorevoli riviste del settore, quali "Ti presento il cane", "il Cane" e "Molossi".Ad esempio esistono i Volpini, che comprendono 35 razze diverse, i PinScher e via così. Si tratta di macrocategorie che raggruppano i cani per carattetistiche fisiche e caratteriali,che non vedono tutti concordi e che hanno delle eccezioni, sicuramente il Bullmastiff o il Rotweiler o il Mastino Tibetano o il Maremmano sono molossi poco adatti a chi prende per la prima volta un cane di grossa taglia o ha bambini piccoli; hanno bisogno di un "capo" umano di polso che si guadagni il loro rispetto.Ci sarebbe da scrivere per due giorni se uno volesse sui pro e contro dei due tipi, in generale i molossi però, come il Boxer, l'America Stafford, il Bovaro del Bernese o quello delle Fiandre, il Labrador, Terranova, il LeonBerger sono di carattere stabile ed è molto raro che attacchino membri della famiglia di cui fanno parte o estranei senza motivo.Personalmente in tanti anni io non ne ho mai sentito.Secondo dati attendibili, quelli delle ASL, i "morsicatori" per eccellenza sono i pastori tedeschi e i...volpini e i bassotti. Comunque è sempre il padrone che "fa" il cane.Da piccolo il mio "fratello peloso" era Rex, un pastore tedesco+ belga (un bastardone insomma,ma bellissimo), era il cane più pacifico del mondo che adorava mio padre, che non ha mai dovuto toccarlo per farsi obbedire, ma che diventava una iena con chiunque non fosse della famiglia. Quando è morto non ho più voluto avere cani per 20 anni e ancora oggi quando guardo le nostre foto mi ritorna in mente quale dispenser d'affetto e coccole fosse.
  3. Concordo in parte. I lupoidi, come l'akita e il pastore tedesco, specialmente i maschi sono piuttosto intolleranti nei confronti dei cuccioli di uomo se questi "arrivano" nel branco-famiglia dopo di loro. Le attenzioni che vengono rivolte nei confronti dei bambini e che prima erano rivolte solo a loro ribaltano la scala gerarchica in cui pensavano di trovarsi; la cosa li fa ingelosire.Le femmine sono naturalmente più morbide di carattere. Se invece i bambini già ci sono le cose sono molto più semplici e i padroni devono solo stare attenti a che i bambini non li sottopongano ad angherie, come il tiragli la coda o mettergli le dita negli occhi. Meglio i grandi molossi, come i bovari, i terranova, ecc.,che stanno con l'essere umano da tempi molto più remoti e sono molto,molto,molto pazienti e dotati di un istinto che porta a difendere i bambini, che considerano come vitellini o puledri, come proprietà del padrone e quindi da tutelare ad ogni costo. Secondo me, ovviamente
  4. E anche nella "Via del Karate" di Shigeru Egami, Luni Editrice.
  5. Ti consiglio di leggere il libro di Dave Lowry, "in the dojo". C'è quello che cerchi.
  6. Ciao Dora. Sei proprio sicura che la "colpa" sia del cane non dell'uomo? Nell'avvicinarsi ad un cane,sopratutto ad uno grosso, si deve osservare una serie di semplici regole che servono ad instaurare il rapporto con lui, a fargli capire "ehi, non sono un pericolo, puoi stare rilassato". Se la tua amica si è avvicinata al cane, senza considerare che l'akita E' un cane da guardia dal carattere forte e diffidente, frontalmente, magari sorridendogli, guardandolo negli occhi e volendo accarezzarlo sul capo senza che il cane potesse prima annusare la mano sul dorso ha disatteso le più elementari regole di relazione non solo uomo-cane, ma anche cane-cane.Poi il cane non può essere stato correttamente socializzato, il padrone può non averlo gestito a dovere, ma prima di tutto è necessario sapere maneggiare l'animale.
  7. rafman

    Tsuba - Cosa Rappresenta???

    Convengo.E' una batsuba per la batkatana per praticare il bat to do
  8. Bravo. Se è solo la seconda volta che cucini e senza gli attrezzi originali, direi che il risultato è ottimo.Gradito anche il "peso" delle porzioni, i commensali non dovrebbero essere andati via affamati, come invece di solito succede a me quando vado al ristorante giapponese
  9. So che in passato, durante la gestione CONI di Pescante, i due enti si sono "parlati" tramite avvocati, quindi non credo che i rapporti siano idilliaci. Politica...
  10. rafman

    Kyushojutsu

    Mi piace come bardix ha inquadrato l'argomento. Avendo la fortuna di potere studiare con qualche maestro cinese, di cui uno è medico, la domanda sul dim mak l'ho ovviamente fatta. Mi è stato spiegato che alcuni organi interni , colicisti, milza e fegato hanno un ciclo di ricarica-lavoro notturno, molto grossolanamente individuato tra la mezzanotte e le 5 del mattino, che li rende particolarmente vulnerabili nelle ore notturne ai colpi diretti o indiretti, intendendosi per tali quelli disposti sui meridiani.Colpendoli, con colpi quali teiso,nakadaken o mano a zampa di leopardo (chissà perchè mi vengono in mente Aldo,Giovanni e Giacomo...), o toccandoli con la punte delle dita atteggiate in un certo modo, si possono causare danni che si manifestano entro un massimo di 72 ore. Gli effetti a sei mesi e compagnia cantante sono stati definiti "bullshit"
  11. rafman

    Il Kung Fu

    Qualcuno domandava quali fossero i legami più evidenti tra il karatedo e la Cina. Il primo kata Heian è pressochè uguale ad un lu dello Shaolin del Sud, forti contaminazioni anche tra kanku dai, gankaku,bassai sho ed hangetsu e le forme cinesi (fonte "Notes on Training" di Oshima Sensei, che è quello che è ritratto nella maggior parte delle foto di Karate-do Kyohan ed allievo diretto di Funakoshi) . Nel bo, sakugawa no kon e matsukaze sono stati codificati da cinesi.(fonte Aoki Sensei ).
  12. Ho avuto modo di leggere il libro di Magotti con calma, confrontandolo con il testo edito da kodansha (The conoisseur book of japanese sword). Aggiungerei un paio di considerazioni .Contiene meno dati sui fabbri e i lignaggi delle scuole rispetto a quello che fino ad ora era IL TESTO , ma è molto più chiaro come tavole di catalogazione delle spade; belli i 3d.E poi è in italiano....
  13. Salve a tutti, è la prima volta che scrivo sul forum, ed è buona norma presentarsi prima d'entrare in casa d'altri. Ho appena finito di dare una scorsa veloce al libro e vi passo le mie impressioni,premesso che sono uno iaidoka da poco più di un anno e mezzo, che sono affascinato dalla bellezza delle lame giapponesi, ma che pratico arti marziali da 20 anni ed ho partecipato all'edizione di un paio di testi sul karate e sul taijquan. Come finiture esterne, copertina,foto ed immagini, il libro è al livello delle migliori pubblicazioni USA e UK, direi al livello di Lethal Elegance, un bel testo sulle Tsuba, o dei libri del British Musem. Non è paragonabile ai cataloghi di Shoteby's, ma contiene, finalmente, delle foto che permettono di apprezzare i colori e la trama delle lame e delle montature, i loro particolari. Il che è una novità tra i libri che parlano di spade giapponesi .Sinceramente credo che le foto in bianco e nero 10 x 5 che si vedono su alcuni libri, anche famosi, abbiano un po' stancato. Interessanti le tavole, in particolare quelle che collegano la forma della spada alle varie epoche. Sui contenuti: a parte la sezione storica, che altro non può essere che compilativa, mi pare,ma questo forse dipende dal mio livello di conoscenza,che ci sia tutto quello che un appassionato deve sapere per incrementare il proprio livello di conoscenza e poter poi diventare un collezionista. Da non trascurare il fatto che i dati del libro aiutino l'inesperto a non prendere "pacchi" macroscopici come è successo a me la prima volta che ho acquistato un katana .La consultazione è facile, la maneggevolezza un po' meno a causa delle dimensioni. E' un libro che contiene un po' tutto quello che c'è da sapere sulla spada giapponese, al superesperto può non interessare,ma all'utente medio,medio-alto sì. E poi, fa la sua porca figura nella libreria di casa, utilizzabile anche come fermaporte nelle case di ricchi collezionisti di spade giapponesi Prezzo commisurato al valore dell'opera.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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