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Leonardo Buffa

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  1. Leonardo Buffa

    informazioni!!

    Ciao e benvenuto. La Katana dovrebbe essere polita da un Togishi, su questo Forum ci sono esperti che possono fare questo tipo di lavoro. Anche il Koshirae e' restaurabile e potrebbe tornare "come nuovo". Di che periodo e' la tua spada? Vuoi magari pubblicare qualche fotografia ed una scheda tecnica tanto per far conoscere anch'essa ai membri di questa Comunita'? Leonardo
  2. Temo che anche nella foto sia un po' "sfocato" :/
  3. BELLISSIMA! Miseria che spettacolo! Complimenti e se proprio non ti dovesse piacere ti do il mio indirizzo :) Scherzi a parte grazie davvero per aver condiviso questa immagine!
  4. Alex che domande!!! Interessissima! Possibilmente in alta risoluzione che cosi' me la stampo!!! :D
  5. Leonardo Buffa

    Buone vacanze a tutti!

    Buone vacanze a te e a tutti gli altri! Io preferisco altri periodi quindi niente vacanza per me ora!
  6. Leonardo Buffa

    Prima tsuba

    Sai che l'avevo vista questa Tsuba girovagando in rete? Se non era questa si tratta di una molto simile, parlo di circa un paio di mesi fa. Ero rimasto colpito da questo drago che "entra" ed "esce" dai lati Omote e Ura.. davvero niente male. E' gia' tra le tue mani?
  7. Per continuare l'interessante discussione, vorrei provare a descrivere il secondo Kata, sia visto in stile "Ni-To" sia in variante "Kashima". Aggiungo come premessa alcune piccole precisazioni che ho dimenticato nel precedente Kata: In questo stile Il Wakizashi viene impugnato con la mano sinistra. Le armi sono entrambe sfoderate, e la posizione di guardia si assume tenendo le lame di fronte a se' in direzione dell'avversario. Anche il praticante con Katana lavora con l'arma gia' sfoderata. La Katana, nello stile "normale" viene impugnata di fronte a se', similarmente alla guardia del Kendo. Nello stile di Kashima invece, la guardia vede la spada in basso, spostata verso la propria destra. In questo modo e' possibile effettuare sia attacchi sia parate in un unico movimento, provo a spiegare il concetto: Nel Kendo, per effettuare un attacco di Sho-men, dalla posizione di guardia si ha la parte di "caricamento" portando la spada verso l'alto e la parte di attacco effettuando il colpo. Esiste un punto "morto" ovvero il passaggio tra "caricamento" e "attacco". In Kashima questo punto non esiste perche' i movimenti sono rotatori. Un attacco di Sho-men verra' effettuato partendo dal basso, ruotando la spada dietro per continuare la rotazione e effettuare l'attacco in un unico fluido movimento. Questa posizione di partenza e questo attacco quindi saranno assunti per la variante "Kashima". La partenza del secondo Kata e' uguale alla precedente. L'attacco e' sempre quello di Sho-men e l'attaccante utilizza lo schema "Kendo". La differenza con la precedente tecnica si vede subito dalla partenza, in quanto il praticante con Daisho e' come se "stimolasse" l'attacco di Sho-men fingendo di essere "vulnerabile" a quel tipo di attacco, sporgendosi leggermente in avanti. Non appena l'attacco parte, questi si sposta indietro scivolando, allontanadosi cosi' dalla linea della Katana. La spada dell'avversario sfoga il proprio Sho-men andato a vuoto e viene bloccata al suolo con le lame sempre incrociate, questa volta non piu' in alto come nel primo Kata, ma verso il terreno. Accorgimento da tenere sia in questo Kata che nel precedente, e' quello di posizionare, nell'incrocio, il Wakizashi in alto rispetto alla Katana, queso perche' proprio col Wakizashi verra' sferrato il colpo decisivo (anche in queso caso Yoko-men). Come appena detto, controllando la Katana dell'avversario con la propria, il Wakizashi e' libero di ruotare e andare a colpire l'avversario, similarmente a come si svolge nel primo Kata. Variante Kashima: Partenza identica, il praticante con Katana effettua uno Sho-men approfittando della presunta vulnerabilita' dell'avversario. Questo attacco pero' viene immediatamente trasformato in una finta, accorciando volutamente la distanza, quindi scivola in basso senza venire bloccato dal Daisho; continua la rotazione della spada e, risalendo dal proprio fianco destro si ripete lo Sho-men che andra' a colpire l'avversario in quanto, quest'ultimo avra' il Daisho in basso, impegnato a cercare di bloccare la katana non potra' effettuare un'altra parata per via dell'estrema velocita' con cui si svolge l'attacco. Anche in questo caso la vittoria e' del praticante di Kashima. Spero di essere riuscito a spiegarmi adeguatamente anche in questo intervento
  8. Leonardo Buffa

    Macchie nere!

    Considerando che siamo decisamente off-topic in quanto qui non si trattano repliche ti dico comunque una cosa: per pulire una spada la si smonta, non puoi lavorare con il Koshirae montato, questo proprio per evitare il problema che lamenti. Probabilmente l'umidita' che si ferma tra Habaki e Machi la fa da padrone. Detto questo temo che il topic verra' chiuso perche' incompatibile con la materia di studio di questa Comunita'.
  9. Ciao e benvenuto sul Forum.
  10. Questa discussione diventa sempre piu' interessante, grazie anche a te Gabriele per il link al libro e il vecchio post che non ricordo proprio di aver letto prima!
  11. Come temevo ho dimenticato un particolare importante e me ne sono reso conto leggendo il nuovo intervento del Maestro Brandozzi: confermo che nello stile di Kenjutsu da me descritto, il Wakizashi viene impugnato con la mano sinistra e la Katana con la mano destra.
  12. Grazie Sandro Concordo con Sandro sull'interessante "deviazione" presa da questo argomento. Approfitto per salutare il Maestro Brandozzi che purtroppo conosco solo di fama e lo ringrazio per le sempre interessanti parole. Una piccola premessa: la mia "esperienza" di studio e' davvero incredibilmente piccola, sto solo portando avanti, insieme al mio Maestro di Aikido uno studio parallelo che vede tecniche di Kenjutsu dello stile Kashima Shin Ryu. Lui stesso studia con un altro maestro e cerca di trasmettere quando apprende. Detto questo, proprio quest'anno abbiamo passato alcuni mesi lavorando proprio su tecniche "Ni To Ryu". Visto l'interesse per l'argomento vorrei provare a spiegare come si sviluppa il primo Kata che vede un confronto tra Katana e Daisho, scusandomi fin d'ora per le castronerie che scrivero'! L'attacco parte con uno Shomen effettuato dal praticante dotato di Katana. Il praticante con il Daisho anticipa tale attacco proiettandosi in avanti e incrociando a "forbice" Katana e Wakizashi bloccando cosi' l'attacco dell'avversario in alto. Pochissimi istanti e l'attacco viene fatto scivolare alla propria destra, accompagnandolo con la "forbice" creata dalle due spade e facendolo sfogare verso il basso. A questo punto la figura dell'avversario e' libera e puo' essere fatto un attacco con il Wakizashi colpendo l'avversario alla tempia. In questo caso la "vittoria" va al praticante dotato di Daisho. Interessante e' la versione "Kashima" dove i ruoli "vincitore/sconfitto" si capovolgono. La situazione e' la stessa, attacco di Shomen e parata a "forbice" con il Daisho. In questo caso pero' il praticante con Katana anticipa la tecnica deviando lui le armi dell'avversario spostando leggermente verso destra la traiettoria dell'attacco: non indicendo piu' perpendicolarmente sull'incrocio del Daisho, quest'ultimo risulta piu' debole e viene spostato lateralmente lasciando libera la figura del praticante. La Katana viene quindi lasciata continuare nella sua rotazione e, liberata dal Daisho puo' effettuare un nuovo attacco di Shomen e colpire l'avversario. Purtroppo temo di non essere riuscito a spiegare adeguatamente questo Kata e la sua variante, ma non ho trovato filmati che potrebbero aiutare a meglio comprendere lo svolgersi di queste tecniche.
  13. Serpiko74 sono d'accordo con te anche sul discorso Musashi: spesso ci lasciamo troppo influenzare dalle descrizioni romanzate di personaggi che li trasformano in miti.. qualche giorno fa leggevo proprio questa breve discussione: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=936 Relativamente alla necessita' di studiare anche le altre armi, ricordo alcuni anni fa di avere lavorato, con il mio Maestro, proprio allo studio di tecniche con Bo, Yari e Naginata. Una delle tecniche di Katana contro Bo era tanto interessante quanto didattica: il Bo veniva usato per colpire uno stinco, la Katana, per parare l'attacco, tagliava il bastone trasformandolo in un'arma appuntita che veniva usata per colpire l'avversario alla gola. In questo caso lo scambio di colpi vedeva come perdente lo spadaccino. Da qui si comprende quanto fosse importante la conoscenza di tutte le armi che ci si poteva trovare di fronte nel periodo medioevale. Spero di non aver mancato di rispetto ai presenti con la mia divagazione.
  14. Ciao, il nostro amico Shoki e' stato menzionato di recente in un'altra discussione, ho quindi effettuato una nuova piccola ricerca ed ho trovato un altro articolo che ho pensato di tradurre e condividere con voi in quanto vi sono altri concetti che a mio parere aggiungono informazioni (spero) interessanti. La fonte e': http://www.asianartmall.com/shokiandoniarticle.htm e qui di seguito la traduzione: Shoki e Oni sono personaggi di spicco che sono cresciuti del folklore dalle tradizioni religiose dello shintoismo in Giappone e del buddismo e del taoismo in Cina. Shoki, conosciuto anche come Daemon Queller , è considerato come il dio dell'aldilà e dell'esorcismo. Il termine “Oni” si riferisce a tutta una serie di demoni particolarmente brutti. Secondo la leggenda, gli Oni hanno paura di Shoki e così egli è in grado di spaventare facilmente gli spiriti maligni allontanandoli dalle loro sventurate vittime umane. Le famiglie giapponesi con bambini maschi sono solite appendere immagini di Shoki fuori delle loro case per allontanare gli spiriti maligni durante il Tango non sekku (Day Festival dei Ragazzi), che si svolge ogni anno a maggio. In questi giorni, il festival è sia per i ragazzi che per le ragazze e, senza dubbio, Shoki è più che felice di poter proteggere entrambi! Chi è Shoki e da dove arrivano tutti questi demoni? La storia di Shoki inizia nella provincia cinese di Shensi, dove era conosciuto come Chung Kuei. Si dice che egli ha vissuto durante la dinastia T'ang e che il suo unico scopo nella vita era di diventare un medico per la corte reale. Shoki completò la propria formazione e superò con successo gli esami. La leggenda dice che egli si posizionò al primo posto rispetto tutte le persone che aspiravano a lavorare per l'imperatore. Tuttavia, c'era un problema - Shoki era molto brutto. Anche se era la persona più adatta per il lavoro, l'imperatore lo rifiutatò proprio a causa del suo aspetto. Shoki era così sconvolto nel vedere il suo sogno infranto da qualcosa che non aveva alcun controllo, che dopo aver ricevuto la notizia, si tolse la vita. Si uccise di fronte all'imperatore sui gradini stessi del palazzo imperiale. L'imperatore fu sopraffatto dal dolore e dal rimorso per quello che aveva detto, sentendosi responsabile della morte di quest'uomo onesto e laborioso a causa della propria insensibilità. L'imperatore ordinò che Shoki venisse sepolto con i massimi onori riservati di solito ai reali. Lo spirito di Shoki, grato all'imperatore – promise quindi di proteggerlo contro i demoni. Dalla Cina, la storia di Shoki raggiunse in Giappone durante il periodo Edo (1600 - 1868). Nella mitologia Giapponese, Shoki reprime i demoni piuttosto che ucciderli. I demoni sconfitti diventano alleati e talvolta collaboratori attivi nella ricerca di Shoki del bene contro il male. Gli Oni della mitologia Giapponese sono demoni dalle sembianze umane. Essi hanno anche tre occhi, corna e unghie affilate. Gli Oni, come descritto nella storia, rappresentano quasi tutte le emozioni e le caratteristiche che noi associamo con il male e la trasgressione. Gli Oni si credeva fossero soliti fermarsi in mezzo alla gente malvagia e per rivendicare le loro anime quando morti, sportandole poi con il carro a Emma-Hoo, il dio degli inferi. A causa del il loro aspetto, gli Oni erano difficili da non notare, se non per il fatto che raramente si rivelavano agli esseri umani. Essi preferivano sfogare il loro istinto del caos, provocando terremoti e altre calamità naturali, come ad esempio piaghe. Erano inoltre famosi per aiutare i nemici invasori a mettere il piede sul suolo natio. Una nota interessante della tradizione buddista è che ci sono storie di monaci, che erano persone buone nella vita reale, ma che sono diventate Oni dopo la morte al fine di proteggere i templi che un tempo avevano abitavano. Pertanto, non tutti gli Oni hanno iniziato come persone malvagie. I giapponesi hanno una cerimonia chiamata Oni-Yarabi, che è stata progettata per pulire una zona infetta dai demoni Oni. Tuttavia, Shoki era la persona principale chiamata a sconfiggere i demoni. Il Folklore Giapponese è sempre stato ricco di credenze su demoni e spiriti. Queste storie nascono dalla mitologia e dalle superstizioni riportate dalle varie tradizioni religiose. Queste storie cercano di spiegare eventi in natura che altrimenti sarebbero stati difficili da capire. Tra queste storie, Shoki e Oni rimangono tra le più colorite e sicuramente tra delle preferite nel corso del tempo.
  15. Ho avuto modo di curiosare dentro questo archivio proprio ora e devo dire: niente male davvero!!! Grazie Beno per la segnalazione!
  16. Il termine Ni To Ryu per quanto mi pare di aver capito rappresenta genericamente lo stile a due spade (Ni=due To=spada). Alcuni stili di Kenjutsu ne fanno uso, anche in Kashima Shin Ryu ve ne sono cenni, principalmente per disporre di una certa completezza delle proprie conoscenze. Proprio ieri discutevo con un amico relativamente a quanto si studia(va) in determinate discipline: rimango dell'idea che nella formazione al Bushido abbia senso conoscere non solo le proprie tecniche ma anche quanto potenzialmente ci si potrebbe trovare davanti in caso di ipotetico "scontro". Non e' perche' si studiava la Via della Spada ogni avversario avrebbe potuto attaccare esclusivamente con una Katana!
  17. Perdonami AndreaFan89, avevo risposto con fretta a Diego senza guardare le tue fotografie... niente male davvero e grazie del prezioso contributo!
  18. Ciao YamaArashi, ne avevo parlato in questo post, avevo fatto alcune ricerche in occasione dell'acquisto di un mio Kakemono rappresentante proprio Shoki: http://www.intk-toke...ki&fromsearch=1 A me piace molto l'ultima delle tre leggende dell'articolo, quella dove l'Imperatore pentito decide di farlo seppellire con la veste verde.
  19. Ciao a tutti Viste le condizioni dello Tsukamaki in questi giorni ho deciso di smontarlo per studiarlo. Inizialmente pensavo di farlo solo restaurare rifacendo semplicemente l'ito, ma temo che dovro' fare ricostruire l'intera tsuka in quanto il Samegawa e' rotto in molti punti ed il legno presenta un paio di crepe e pure il pasteggio di un tarlo! Mi ha stupito piacevolmente scoprire che il Samegawa e' completo e non composto solo dalle due strisce. Le strisce di carta che attualmente si usano sul lato Mune e Ha della Tsuka per segnare il passaggio dell'Ito in realta' sono state realizzate con una sottilissima striscia di legno. La cosa che non capisco e' come mai, tutto intorno al legno della Tsuka c'e' un sottile foglio di legno (spesso poco meno di 4 decimi). Potrebbe essere che sia stato messo come spessore per correggere lo scavo del Same? Ed ecco invece qui i due Menuki liberati dallo Tsukaito: Cosa potrebbero rappresentare? A me fanno venire in mente Shoki. Il secondo Menuki mi pare abbia molte similitudini con il disegno qui riportato:
  20. Diego guarda il post di Andrea, sotto le foto c'e' un link, cliccando li arrivi sulla pagina delle sue foto.
  21. Gabriele, assolutamente si: esistono bravissimi Tsukamakishi e Sayashi, ma non solo, abbiamo anche un bravissimo Tsubashi che realizza Kodogu di tutto rispetto secondo la tradizione. Ho avuto modo di apprezzare alcuni lavori e sono davvero splendidi. Se dovessi avere bisogno contattami privatamente e ti fornisco i contatti di coloro che conosco.
  22. Ciao, sperando di far cosa gradita agli interessati, replico qui quanto scritto anche in un altro posto: Il libro e' in "brossura" composto da 124 pagine. Le prime 18 sono un'introduzione alle lame, vi sono cenni sui periodo storici, sulle forme e informazioni generiche sulle spade. Da pagina 19 comincia il vero argomento del libro, si comincia con le forme della Tsuka e come realizzarla, i tipi di Ito e relative misure, gli strumenti necessari per effettuare un corretto Tsuka-maki. Il punto forte del libro e' sicuramente rappresentato dalla guida illustrata a disegni punto per punto su come realizzare i vari tipi di legatura, il titolo del capitolo 3 recita: Twenty-five common styles of Tsukamaki, questo per dare l'idea di quanti argomenti verranno dettagliatamente trattati in questa sezione, dal Tsukagawa in pelle al "vecchio" Hiramaki ad arrivare ai piu' laboriosi Jabara o al particolare "Hebigawa Tsumami Maki" realizzato con un Ito in pelle di serpente. Ogni spiegazione e' corredata di disegni e fotografie reali per meglio comprendere la "teoria". I disegni sono realizzati molto bene, in quanto i due lati dell'Ito sono colorati in maniera differente (uno in verdino, uno in beige), questo aiuta davvero molto nel comprendere il reale passaggio dell'Ito e le varie legature sul Kashira. Infine troveremo un indice visuale, cenni sul Nakago, Yasurime, Mei, Hamon, Sugata e altre informazioni di base sulle Token. Per quel che ho potuto apprezzare sfogliando velocemente il libro mi pare davvero ben fatto e in grado di chiarire le idee su come cominciare questo tipo di studio. Parere personale: visto il prezzo assolutamente abbordabile e' fortemente consigliato.
  23. Leonardo Buffa

    Ciao

    Ciao!!!
  24. Dovrebbe arrivarmi mercoledi', o per lo meno questo e' quanto mi dice il tracking di Amazon.. per quel che ho potuto leggere in giro sembra un bel libro

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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