Vai al contenuto

getsunomichi

Membri
  • Numero di messaggi

    886
  • Registrato dal

  • Ultima visita

Contenuti inseriti da getsunomichi

  1. Wagner e Draegger hanno scritto diverse cose, tra cui ricordo un vecchio ma sempre bello Japanese Swordmanship. In realtà c'è tutta una letteratura che tratta questi ed altri dettagli, scritta direttamente da samurai per samurai. La casa editrice L'unica e le Edizioni Meiterranee ha pubblicato molto in materia. Ma un testo che tratti solo del rapporto tra spada e samurai in specifico, non lo ricordo.
  2. Ecco, questo livello di perversione assume le caratteristiche di feticismo vero e proprio. Il livello successivo è studiare con devozione le piegature naturali della carta di riso. La cosa triste è che concordo. Una bella marezzatura corredata eventualmente da una elegante calligrafia aggiunge davvero qualcosa.
  3. Si dice che un samurai non sia mai distante dalla sua spada di più dello spazio che dovesse essere necessario percorrere in caso occorresse utilizzarla... ho invece idea che per lo più la trattasse come noi facciamo col computer: arrivi a casa, l'appoggi e cerchi di dimenticartene per un po'. Poi il fanatico ci sarà sempre stato, anche oggi abbiamo i primi casi di fobia da mancanza di connessione (ad internet). I giapponesi lasciano davvero poco spazio al caso, per cui il koshirae è un buon modo di tenere la spada anche per un lungo periodo di tempo. L'unica raccomandazione riguarda l'olio. Deve essere davvero un film ultra sottile. Se se ne mette troppo, cola e si finisce per avere costantemente una lama sporca (oggi l'olio che si utilizza è minerale, proprio per evitare che si possano formare pericolose muffe con olio inopportunamente colato all'interno). Se invece non si espone, sono con Enrico, la shirasaya nasce per quello specifico scopo. Un tempo era pensata per una rapida sostituzione. Oggi, anche la sala bianca ha acquisito la sua patina e il suo conseguente valore. Per una volta, sono d'accordo con i giapponesi (strano per me), escludendo ovviamente oggetti di importanza storica o artistica eccezionale che comunque dovrebbero stare in Giappone, la lama va manutenuta correttamente ma va vissuta. Il passare degli anni, per il giapponese, dona qualcosa. Se è necessario, il funzionamento nonché l'aspetto estetico può essere doverosamente e rispettosamente ripristinato, con una nuova tsuka o con un togi. L'atteggiamento occidentale è profondamente diverso. Noi abbiamo maggior rispetto per l'antichità e siamo lontanissimi dal considerare una spada come un oggetto che debba essere in efficienza. Ne avevamo già parlato. Quale pazzo affilerebbe una striscia rinascimentale o un gladio romano?!? Chi si offre per andare in una scuola di restauro a spiegare che queste lame vanno passate centinaia di volte su pietre con diversi gradi di ruvidità?!? Conosco più di una persona, in possesso di lame di valore artistico molto significativo che in piena coscienza non sottopone le proprie lame giapponese al Togishi, per preservarne la massima integrità. Come dicevo, rispetto ma non concordo. Mi piacque molto una affermazione di Gianluca di qualche anno fa: un pezzo dovrebbe sempre essere portato il più vicino possibile all'idea dell'artista che lo ha generato. Aggiungo (ma era sottinteso per un liutaio), nel rispetto del naturale scorrere del tempo che patina l'oggetto arricchendolo di quelle qualità che i giapponesi riassumono coi termini wabi-sabi, che ne approfondiscono il fascino.
  4. (Non ho aggiustato bene i danni del correttore, sorry)
  5. La shirasaya in genere non si espone. Se la lama ha un koshirae là si monta e là si espone così. Se non c'è l'ha, generalmente si espone la lama sfoderata e là si pone più in alto (talvolta anche in shirasaya, che però nasconde l'interessante cordolo). Se proprio vuoi metterle entrambe, ti consiglierei di mettere la lama in shirasaya in basso, perché si tratta in fondo di un pezzo di legno, meno interessante della montatura. Non amo molto gli stand da parete. ...Mi fanno un po' rastrelliera della palestra e non valorizzano molto i particolari della montatura. A memoria mia, non ho mai visto lame snudate esposte su uno stand da parete. Ma potrebbe essere un mio limite. Onestamente, non amo nemmeno Kake troppo elaborati, che tendono a distrarre l'occhio dal protagonista. Un tempo essi erano più giustificati, perché restavano spesso vuoti e avevano il vero scopo di fungere da appoggio, non quello di esporre. Spesso si espone su un panno di seta bianca. Mette senz'altro meglio in luce l'oggetto.... e nasconde bene eventuali espositori in resine sintetichetrasparenti, senz'altro più economici ma decisamente bruttini, a mio gusto.
  6. Chi c'era, come il sottoscritto, si è fatto firmare la sua copia dall'autore, che ha avuto anche una parola di ringraziamento per tutti. Il Broletto ha ospitato kaji e togi di eccezione nell'occasione... una vera rievocazione medievale. Bellissima.
  7. Vedo che qui non si sbilancia nessuno. Vabbè, allora ti dico la mia, partendo dal presupposto ( magari errato ) che tu non sia un esperto. Avevo visto l'offerta e non mi aveva particolarmente stimolato, ma questo non vuol dire che l'oggetto sia privo di valore. Andrebbe visto dal vivo, come suggerisce implicitamente Grignas, per capire se ti piace davvero oppure no è soprattutto se ha subito qualche danno che dalle foto non si rileva. Il prezzo non è elevato, ma va detto che non non siamo granché in grado di stimare lo stato di conservazione del pezzo. Specialmente della lama, che è la parte più importante. Se ci fosse sotto un hada (la parte non temprata) e un hamon (la parte temprata) sani, investendoci su qualcosa, si potrebbe tirarci fuori un oggetto di maggior interesse e valore. Per cui l'investimento potrebbe valere la pena. Ma tutto ciò si capirà solo portandola successivamente da un restauratore di lame. Tra l'altro, in questi casi di restauro, spesso si preferisce costruire una montatura non lavorata in legno di magnolia per ospitare la lama, che qui è già presente a leggere l'expertise, anche se non è mostrata in foto. Ho visto altre volte Emiliano Lorenzi offrire sul suo sito lame che erano andate soggette a questa operazione andar vendute per prezzi che oscillavano tra i tre e i cinquemila euro, in funzione della lunghezza della lama. Mi domando perché, in questo caso, non abbia proceduto nello stesso senso. Forse la presenza di un'impughatura originale ( quindi da mantenere ) ma in legno ( invece che l'usuale pelle di razza ), la rende un po' meno interessante per il mercato? Pur non essendo un oggetto di grande contenuto artistico, il pezzo ha una sua dignità.
  8. Enrico, fai un discorso giusto, ma ahimè difficilissimo. Finanziare l'arte da un punto di vista statale è un discorso molto difficile, perché non è semplice stabilire cosa è l'arte. È lo stato è fatto di gente come noi. Ad esempio, se ti chiedessi un euro per finanziare un giovane Mozart, sono certo che avrei il tuo supporto. Lo facessi per Beethoven o per Chopin, credo anche. Forse anche Ravel e Mahler avrebbero il tuo euro, che non sarebbe però altrettanto gioioso e spontaneo. Stravinskij comincerebbe forse a metterti in difficoltà e Stockhausen forse ti vedrebbe decisamente contrario. ...Quest'ultimo facciamo fatica ad ascoltarlo anche io e Altura. Eppure sono tutti geni indiscussi nel campo della musica classica. Persino in una sola forma artistica condivisa, studiata fin dalle elementari e nota fondamentalmente a tutti, è difficile trovare un comune modo di sentire. Perché l'arte richiede un gradino d'accesso di tipo culturale. Più gradini... Figurarsi parlare di arti diverse come la ceramica e la tessitura. Un lappone non darebbe un euro neanche a Mozart, e sarebbe spaventato da un noioso rumore anomalo, e pochi italiani spenderebbero cinquanta centesimi per Bach che talora è più moderno di Stockhausen. Occorre trovare un criterio. L'indiscussa importanza sociale? Certo, così finanziamo la Scala e i Tesori Viventi (è infatti lo facciamo). La diffusione e l'apprezzamento di massa? Certo, così finanziamo Sanremo (e infatti lo facciamo, premiando i ceramisti a spese dei forgiatori di lame). Con quale criterio scegliamo invece i giovani meritevoli, come il cugino di Gianluca che si è persino trasferito per stare più a contatto con la sua Materia Prima? Vi ricordate i commenti che abbiamo dato a quei giovani kaji che hanno prodotto lame di pregio prendendo ispirazione dai fumetti. Siamo certi che tra questi non vi fosse un giovane Stravinskij?!? Un uomo che avesse assorbito kata è tradizione al punto tale da essere capace di esprimersi al di fuori dei canoni estetici consueti e che noi abbiamo rapidamente etichettato da bravi bigotti retrogradi?!? Qualcuno di loro il mio euro l'avrebbe avuto, perché credo sia importante investire non solo nello studio ma anche nell'innovazione. Credo che l'arte, anche tradizionale, necessiti ogni tanto di un sano calcio nel sedere, dato da un ragazzino che ha il coraggio di ricordarci che il re è nudo. MA è solo il mio pensiero. Ogni forma d'arte incontra ogni tanto i suoi Ornette Coleman, i suoi Lucio Fontana, gente che, al momento, non prende l'euro da nessuno. Col tempo poi, azzittiscono i bigotti e diventano i Leonardo e i Michelangelo. .. e magari continuiamo a non capirli, ma siamo terrorizzati dallo Sgarbi di turno che, giustamente ci appella per quel che siamo: capre. Perché, con tutta la nostra tecnologia, oggi siamo più conformisti dei medievali e dei rinascimentali. Loro i Leonardo e i Michelangelo li apprezzavano in vita. Lo stato è fatto da noi, bigotti retrogradi, incapaci di scorgere chi è andato un po' più avanti sulla via e, per fortuna, del nostro euro se ne frega. O meglio, come dice Gianluca, cerca di farlo, sfangando come può.
  9. Borse di studio (finanziamenti statali) non saprei. Ci sono alcune multinazionali giapponesi che sponsorizzano il laboratorio di un kaji, ogni tanto l'amministratore delegato ci porta in visita gli ospiti di riguardo. A ben vedere in modo non tanto diverso da come faceva un daimyo nel suo feudo. ...gratta gratta...
  10. Volentieri Altura. (Perché bontà mia, faccio il prezioso?!?). Intanto vorrei premettere che un giapponese è un giapponese. Oggi mette i jeans, porta scarpe da tennis e beve coca cola (come noi del resto), ma gratta gratta viene sempre fuori il giapponese. Tre fabbri che si suicidano, non è solo un atto di protesta, è soprattutto un atto di fallimento nello svolgere la propria attività, verso la propria famiglia e il proprio paese. Il riconoscimento di una personale inutilità per la società in cui vive. Come si capisce chiaramente dal filmato, la tradizione è per loro un misto di orgoglio, peso, mezzo di evoluzione spirituale, scopo di vita. La spada giapponese non sfugge alla regola. Un peso difficile da sopportare. Non ci è riuscito l'haitorei del 1870, non ci è riuscito Mac Arthur dopo la firma dell'armistizio, non ci riusciranno le riproduzioni di pessima qualità provenienti dalla Cina a spezzare questa tradizione. La spada giapponese ha smesso da molto di essere solo un arma. Per lo meno dallo shinto. ...con derive non necessariamente positive, come spesso si è detto e scritto. Se devo essere onesto, sono abbastanza in disaccordo con quanto si documenta nel filmato. La qualità della produzione giapponese, nonostante la concorrenza, è oggi sotto gli occhi di tutti ed è anche universalmente riconosciuta. ...Non c'è chef degno di questo nome che non si coccoli, con vanto, il suo set di coltelli giapponesi da cucina di grido, prodotti secondo la tradizione. A ragione. Oggi la spada giapponese è soprattutto un oggetto d'arte. Quella che sembrava un'emorragia inarrestabile (il furto perpetrato sistematicamente dalle forze di occupazione statunitensi), ha avuto un effetto boomerang insperato. Non sono più stati solo i colti discendenti di famiglie nobiliari in stile Stibbert a capire il contenuto artistico di questi oggetti. La spada giapponese è divenuta oggi accessibile al grande pubblico mondiale. L'altro giorno sono stato qui a Milano alla fiera che si tiene tutti gli anni sull'oriente. Non ve ne ho parlato, perché c'era abbastanza poco da dire. Ma c'erano almeno tre stand di spade giapponesi, con prezzi tali da non negarne una a nessuno. Quanti di noi hanno iniziato così e sono stati poi folgorati sulla via di Damasco?!? C'era la stessa offerta?!?!? Tornando alle shinsakuto. Credo che i giapponesi non abbiano mai lavorato così bene come oggi. In primo luogo, affrontando viaggi all'estero per illustrare la loro cultura e promuovere il loro prodotto. Anche editorialmente, mai visto prodotti di questo livello. Noi abbiamo uno splendido esempio proprio con l'ormai amicodell'intk Yoshindo Yoshihara. I giapponesi che promuovono la loro spada oggi producono cultura. Ma anche a livello di marketing, hanno imparato bene come muoversi, nel mercato internazionale. Si parlava di recente dei certificati, tanto per dirne una. Certamente un modo di garantire opportunamente un investimento anche per chi ...non si chiama Raul Gardini. Personalmente, ma questa è una mia opinione, ritengo che anche dal punto di vista tecnico e artistico ci si stia ormai riavvicinando ai grandi maestri del passato. C'è un fervente e appassionato studio giapponese attorno a questo oggetto meraviglioso, che ormai si sta organizzando anche su basi scientifiche moderne e i vari kaji oggi, al contrario del passato, si confrontano volentieri mettendo a fattor comune la propria esperienza (almeno fino a un certo punto... gratta gratta...). Ciò ha fatto compiere passi da gigante negli ultimi cinquant'anni. E, cosa importantissima, molti giovani. Ciò significa linfa vitale, obbligo di fare scuola e non sedersi e anche splendido futuro. I prezzi dell shinsakuto pagano anche il costo di questo studio, per cui ha davvero poco senso lamentarsi sui prezzi che, purtroppo, continuano a mantenere il collezionismo una cosa per pochi. Questo si, forse, un limite alla diffusione. Ma noi stessi ci rendiamo conto di ciò, vedendo l'elevato numero di persone che si affacciano al forum chiedendo informazioni o sottoponendoci l'acquisto di turno. Certo, non tutti hanno il sedere di scavare una buca in giardino... Forse le shinsakuto non hanno la patina di una lama antica (ed il fascino), ma onestamente credo che non siano affatto inferiori alla produzione shinto e, oserei dire, almeno nella media, anche alle koto. ..Ripeto, nella media, prima di scatenare un putiferio. Certi utsuri era tanto che non si vedevano. I giapponesi registrano oggi ormai un turismo proprietario della Nihonto. Non ho bisogno di convincervi, visto che il bacillo ha infettato pesantemente il nostro gruppo. A detta degli addetti al settore, mediamente, questo turista è generalmente assai meglio preparato di un giapponese di media cultura. Questo la dice lunga sull'attenzione artistica che ormai ruota attorno al fenomeno a livello mondiale. Chi lo vede un epifenomeno delle arti marziali (un tempo era così) sbaglia di grosso. Chi oggi acquista una spada giapponese lo fa per l'emozione che questo oggetto sa dare, non per giocare al samurai. Senza nulla togliere alla tradizione del Bushido che, come dicevo, esiste ancora e non solo in Giappone. Per cui, no, la spada giapponese moderna gode di buona salute. Non credo che corra gravi pericoli di estinzione. Resta la mia personalissima opinione. Con ciò, il filmato di Shiro Kunimitsu si sta avviando verso il milione di visualizzazioni (siamo già oltre i 750k). Non so se ha ereditato l'arte della stirpe, quella della pubblicità però la conosce.
  11. Buongiorno Guascone, Come avrai capito, tendiamo a dare il giusto peso al pezzo di carta. Ne troppo ne troppo poco. Poiché mi sembra di aver capito che desideri impegnare una cifra significativa in un acquisto a breve, cioè senza aver acquisito una conoscenza molto approfondita della materia (anche se mi sembra tu stia procedendo in maniera spedita....), cosa piuttosto rischiosa, credo che il tuo sia una di quei casi dove in effetti un certificato non guasterebbe. Fatti i distinguo che sono stati detti, certamente un certificato costituirebbe una qualche forma di tutela della cifra che desideri impegnare.
  12. Vi butto lì una riflessione che facevo leggendo i titoli dei libri. 'Military and Civil'. C'è mai stato davvero un Civil? Il Buke e lo shogunato, che su esso si basava, non era altrettanto militare? Quel sistema non era a tutti gli effetti un sistema feudale governato da militari? La vil razza dannata in Giappone era la classe borghese, fatta di mercanti imbelli, mentre i valori militari non hanno mai cessato di esistere. Anche se questi valori si sono trasformati imperialmente nel Meiji, facendo venire meno, almeno apparentemente, il sistema basato sulle caste sociali. La spada è proprio lo specchio di quanto è avvenuto. Quante volte abbiamo visto nihonto montate in gunto adattati o creati a bella posta per permettere al rampollo di turno, forse dovrei chiamarlo cadetto, di presentarsi ai doveri di leva in linea con la tradizione militare familiare. Non so se noi siamo studiosi di Civil Sword. Non so se sia davvero semplice tracciare una linea netta, fra le produzioni massificate, meno massificate, artigianali e artistiche. Forse il vero metro è la sensibilità personale di ognuno di noi.
  13. Mi spiace, Stefano, che ti sia risentito. Fra tutti gli interventi noterai che Gianluca ha dedicato a te suo tempo di qualità. Si è preso la briga di spiegarti cos'è che qui in molti conoscono e che non avevano voglia di ripetere ad una persona che invece non conoscono. Ti ha persino postato alcune foto per permetterti di fare dei paragoni. Anche l'ultimo suo intervento è stato molto tecnico e la battuta su Garibaldi voleva sdrammatizzare un po'. Ma qui, avresti dovuto conoscerlo per comprendere. Ti ha comunque dato una consulenza che pochi in Italia sono in grado di darti e non mi sembra ti abbia chiesto nulla. Tanto meno di fare a gara, specialmente considerando che generalmente spade di questo tipo non vengono studiate in questo forum. Non essere permaloso. Nessuno qui ti ha trattato male.
  14. getsunomichi

    Come Preservare Una Nihonto

    Per tutte le armi da taglio, non guasta la protezione di un filo d'olio, senza esagerare. In questo caso, non è necessario il filologico e costoso olio al garofano usato per le spade giapponesi. Acquista del balistol in armeria.
  15. Grazie Gianluca, Si impara sempre qualcosa. Non immaginavo avesse origini così antiche. Ora che me lo dici, realizzo che parte della gioielleria medievale che ho in mente è stata realizzata con il medesimo sistema. Chissà perché ne facevo una tecnologia di decorazione europea (tutt'al più una rielaborazione nostra proveniente dalla Cina) e in voga dal barocco in poi. Certamente, comunque, non così antica.
  16. Ho appena visto la meravigliosa parure, nulla da invidiare alla nostra miglior arte orafa. Credo però sfidi apertamente il coraggio e la sobrietà del più valoroso dei samurai....
  17. getsunomichi

    prova risoluz. immagini

    Oggi il web è sempre più costituito da immagini. Si legge sempre meno. Il problema è quindi molto sentito e non è solo una questione di dpi ma anche, forse soprattutto, di chi sta di qua dall'obiettivo. Lo si è già rilevato più volte anche qui. Quando si vuole qualità si deve lavorare. Questo caso non sfugge alla regola. Le fotografie dovrebbero perciò essere non solo di qualità, ma anche diverse a seconda del dispositivo che accede alla lettura. Il fforum si adatta al dispositivo che esplora, dovrebbe essere possibile mostrare foto diverse a seconda dell'adattamento. Forse l'unica soluzione oggi proponibile è che certe sezioni del forum (ad esempio quella delle schede tecniche) siano curate dagli amministratori che postino fotografie che siano state trattate come ha fatto Rob, pensando però anche ai dispositivi mobili. La dov'è il testo è particolarmente curato, perché si sta creando l'archivio storico dell'intk, è un peccato avere immagini non all'altezza o comunque ad esempio insufficienti per una pubblicazione cartacea di domani. Non credo ci sia oggi una soluzione generalizzata come quella che richiede Francesco, automatica e scevra da compromessi (che sono comunque presenti anche con l'elaborazione ad hoc dell'immagine) senza passare per un grafico. I ridimensionamenti automatici sono a mio parere oggi qualitativamente insufficienti alle esigenze della maggior parte dei frequentatori del forum. Ciò che generalmente rende una foto ridimensionata automaticamente più gradevole, qui potrebbe offuscare proprio i dettagli che sono considerati essenziali. Si tratta dell'opinione di una persona che ha smesso di occuparsi di grafica web in specifico da quando questa è divenuta appannaggio di tecnici specializzati (almeno dieci anni fa, una vita per le nuove tecnologie). Quindi non stato dell'arte. Ho però visto anche di recente gli algoritmi di adattamento delle immagini all'opera per l'annoso problema dei listini e ho visto i nasi storti dei grafici, devo dire a ragione.
  18. Grazie ancora. State facendo davvero un bellissimo lavoro.
  19. Grazie Manuel. (Francesco, per la padronanza della materia e l'equilibrio con cui solitamente dai la tua opinione, ti facevo molto più "maturo", sei giovanissimo ).
  20. Vorrei aggiungere una piccola cosa a quanto così ben riportato da Gianluca, che è poi la splendida spiegazione di ciò che si definisce Tradizionale anche in occidente: tramandare da una generazione all'altra La Sapienza acquisita, aggiungendo, se possibile, quanto si è appreso nel percorso. La tradizione giapponese ha tuttavia un concetto proprio e originale di ripetizione (ossimoro fortemente voluto). Avrete già capito che sto parlando del concetto di Kata. In genere tradotto con forma o con stampo, ma il concetto si trova già nell'iperuranio platonico, nel problema degli universali affrontato dagli scolastici medievali e, più di recente, dagli architetti del software nelle definizioni di classi astratte e design pattern. Il desiderio di catturare non tanto il disegno di un predecessore, ma l'ambizione, nella ripetizione, di arrivare a scorgere almeno uno scorcio del disegno divino. Di colui che ha disegnato l'archetipo. Beh, la tradizione giapponese ha fatto proprio un modello didattico Tradizionale importato dalla Cina basato sulla ripetizione di un modello, aggiungendo un particolare piccolo, ma rivoluzionario. L'illuminazione. La ripetizione ossessiva di un modello non ha solo il fine di creare un oggetto uguale. Lo scopo è nella pratica. Il processo ripetuto all'infinito permette di bypassare, almeno in parte, la coscienza, trovando una sorta di unità con la natura stessa, oltre che con la natura dell'oggetto ripetuto. La ripetizione permette quindi di comprendere qualcosa di così profondo dell'oggetto ripetuto da far provare all'artista una sorta di comunione con il divino. Talvolta, nella tradizione zen, si usa un termine specifico per indicare questa sensazione: Satori. Credo sia chiaro che tutto ciò ha ben poco a che vedere con la cosiddetta 'ricerca della perfezione'. La capacità di ripetere un oggetto in modo preciso diventa una sorta di sottoprodotto. Non si ha nemmeno più l'orgoglio di essere capaci di realizzare qualcosa di eccezionalmente bello. Si ha l'umiltà che si prova quando si è entrati in comunione con Dio. Un sentimento squisitamente religioso.
  21. getsunomichi

    Significato ideogrammi

    Vediamola in positivo, qualcuno si domandava a cosa servissero sageo lunghi fatti in fretta.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Si prega di accettare i Termini di utilizzo e la Politica sulla Privacy