Vai al contenuto

getsunomichi

Membri
  • Numero di messaggi

    886
  • Registrato dal

  • Ultima visita

Contenuti inseriti da getsunomichi

  1. Nel mio caso il prodotto chimico aveva sciolto la ruggine in alcuni punti, bloccando il naturale processo di patinatura, che invece era favorito là dove la colla non c'era, dato che il nakago non poteva più essere estratto dalla tsuka. Il risultato era un orribile effetto a zebra. Scegliemmo anche noi la stessa via, dopo aver pazientemente rimosso delicatamente tutta la resina cristallizzata. Inutile dire che il discreto risultato ottenuto da comunque ragione a Walter: non è il codolo di una lama di quell'eta'.
  2. getsunomichi

    kanji help

    Io le foto le vedo volentieri, anche se non si tratta di Nihonto nel senso classico. Credo che l'analisi che hai iniziato offra degli spunti interessanti. Non stai facendo schede tecniche, semplicemente porti a fattor comune un tuo pensiero sulla evoluzione dei sugata fino alle logiche adottate nella produzione di massa a scopo bellico. Credo c'entri con quanto qui si discute.
  3. Ripeto che non sono un esperto, tuttavia lame che sono state a lungo all'umido fanno ruggine in polvere. Questa ruggine finisce un po' dappertutto e se si infila sottol'habaki di una lama polita può fare danni. Non mi è mai capitato, infatti, di vedere uscire una lama dalla bottega di un Togishi col codolo impolverato di ruggine rossa. Credo venga spolverata o lavata via. Magari mi sbaglio, non prendete per oro colato e tenete invece in conto chi queste cose le fa per professione. Il tarocco sul nakago secondo per me è solo legato ad una miglior vendita. Se è stato spatinato, per qualsiasi motivo (mi è capitata una lama che qualcuno ha pensato di stabilizzare nella tsuka usando una bicomponente), ricostruire una ruggine congruente su una parte che normalmente non si vede ha un senso artistico molto relativo. Oramai, purtroppo, la patina è andata, con le informazioni che poteva dare. Certamente il senso che l'artista ha infuso nella lama non è dipendente dalla patina sul nakago. Se si spatina e ripatina il nakago lo si fa solo per venderla ad un prezzo più alto.
  4. Non credo di averne mai sentito parlare. Mentre, in modo molto Shinto, talvolta l'acciaio viene preso e riforgiato in un altra lama, che rinasce come un araba fenice dalla vecchia. Magari ereditando un compito da far assolvere al possessore. (Da poco i metalli sono disponibili in quantità, un tempo essi erano più rari e quindi soggetti ad un prezioso riciclo). Ho però talvolta visto il contrario. Lasciare una lama piantata in terra a segnalare la vita spezzata del suo valoroso possessore lì sepolto, allo scopo di permettere i riti Shinto legati al culto degli antenati. (Si tratta però di film, non mi sento di farne un'usanza storicamente provata).
  5. Qui abbiamo diversi restauratori e la domanda va posta a loro. Ma credo la risposta sia di sì, i codoli non si toccano per valutare meglio l'età e la storia della lama. Oltre alla mei, possono essere presenti tracce di ulteriori scritte di certificazione. Credo l'approccio sia simile a quello adottato per le tsuba. L'ossido ferroso (quello buono che patina la lama di nero) si lascia e si spolvera cautamente via, senza danneggiare il nakago, quello ferrico arancione, che, tra l'altro, leva leggibilità. Da qualche parte se n'era già parlato. Credo che sia però più saggio attendere una conferma o una smentita da uno di loro...
  6. Rob, credo che Francesco faccia riferimento a restauratori professionisti, a prova di NBTHK. Ad esempio, Gianluca ci parla poco del suo lavoro, ma ho visto alcuni restauri di liutai in grado di sfidare chiunque. Uomini e macchine. Ti assicuro che in quei casi la linea tra tarocco e restauro d'arte è davvero esile. Va anche oggettivamente riconosciuto che questa attenzione per la preservazione del nakago c'è da cento, forse centocinquant'anni. Prima, non c'era alcun motivo per lasciar crescere la ruggine nella tsuka. Per questo antiche lame di pregio spesso hanno nakago in migliori condizioni di lame meno nobili e più giovani, che magari sono state maggiormente trascurate. Posso però confermarti che ho visto molti Dorian Gray, chiaro segno che i padroni di lame antiche non sempre hanno favorito il naturale processo di patina del nakago. (Lasceremmo la sporcizia sul monitor del nostro computer perché tra mezzo millennio qualcuno possa datare con precisione uno schermo dei primi del duemila?!?) Se aggiungi i rimaneggiamenti dovuti al suriage, c'è da comprendere perché tant'è volte qui sul forum ho visto scritto che l'analisi della patina del nakago è uno degli elementi, che non deve mai essere disgiunta dall'analisi degli altri che possono confermare o contraddire.
  7. FrancescoG1 ha delle cose da dire. Se l'avesse fatto senza offendere, non gli avrei fatto il terzo grado di storia medievale del nord Europa. Siamo qui a parlare di tutt'altro e chi se ne frega se non hai varato tu il drakkar di Olaf Tryggvason (Io per primo sostengo le mie opinioni in modo forte e spesso politicamente scorretto). Ma perché insultare qualcuno che sta cercando di imparare e si pone delle domande?!? Proprio non capisco. Quanto alla pretesa cultura di noi tutti, mia in particolare, l'ultima parola la scrisse un ateniese duemila e cinquecento anni fa: l'unica certezza che ci è data è quella di non sapere. Non sarò io a dire che aveva torto. Vuotiamo con gusto la nostra tazza di tè, perché solo così potremo riempirla davvero col nuovo. Manteniamo l'ingenuità e la curiosità di un bambino privo di sovrastrutture, perché è di quel bimbo il Regno dei Cieli. ... e un domani, forse, capiremo come tutto nacque davvero dal vuoto, più che per taoismo, per fluttuazione quantistica.
  8. ...Vedi Enrico cosa intendevo. Il web in generale e Wikipedia in particolare (cui ho contribuito negli anni con decine e decine di voci) hanno davvero rivoluzionato il concetto di informazione. Presto farò fatica a pretendere da mia figlia un certo tipo di approccio allo studio, perché mi risponderà che è inutile nel 95% dei casi. E non vale la pena complicarsi la vita per il restante cinque. In parte ha ragione. Ieri le ho recitato l'Infinito e poi glielo ho spiegato. È troppo piccola per capire, ma quando domani lo leggerà sul web, si ricorderà che l'emozione che prova non è la stessa, anche se il suo papà non è Vittorio Gassman. ...e si ricorderà che il papà non aveva bisogno del web, per raccontarglielo. Così come quando gli racconta le fiabe di Achille e di Ettore. Wikipedia è un'opera incredibile e consiglio a tutti di dare un piccolo finanziamento o magari di dedicare il cinque per mille a Wikimedia. Tuttavia uno studio approfondito di un qualsiasi argomento non può e non deve limitarsi a quanto viene proposto in modo già digerito. Senza cioè dare modo a chi studia di farsi la propria idea confrontando voci diverse, che pesano argomenti diversamente. Che non debbano necessariamente confrontarsi con quel fantastico maledetto livellatore di opinione che è l'ottimizzazione esercitata da un motore di ricerca. Sempre più spesso incontro gente che non legge più. Giovani, soprattutto. Naviga. Ed è convinta di crearsi una cultura profonda senza bisogno di confrontarsi con i libri e, soprattutto, con le persone che li hanno scritti. E, tantomeno, con gli oggetti di cui si parla che non potranno mai, o quasi mai, essere completamente virtualizzati. Nemmeno in realtà aumentata. Dopodiché si sentono in dovere di buttarti addosso un paio di link di you tube e qualche citazione di Wikipedia, convinti di essere il frutto della scienza infusa che si accoppia con la banda infinita. Magari dando degli ignoranti a persone che hanno dedicato la loro vita e la loro professione ad argomenti da prima che loro nascessero. Argomenti di cui non sapevano nulla fino solo un semestre fa. Magari senza nemmeno aver mai preso una delle lame su cui ci si esprime in mano. (Ma ti assicuro, capita in ogni settore). I giovani anglosassoni ritengono ormai inutile memorizzare il corretto spelling dei termini, perché oggi vengono autocorretti da Google, mentre le terminologie utilizzate vanno sempre più impoverendosi, per evitare che il correttore non finisca per auto correggere impropriamente un termine desueto. ...Lo faccio anch'io e ci ho pensato un attimo prima di scrivere 'desueto'. Fidandosi di questa eccezionale protesi, gli uomini talvolta finiscono per non imparare ad approfondire, non rispettando le persone portatrici di una tradizione spesso antica e preziosa. Perché magari questi ultimi non distinguono uno smartphone da un tablet e non contribuiscono alla circolazione dell'informazione conseguentemente. Non sto demonizzando uno strumento che ritengo eccezionale. E spero che FrancescoG1 si dia il tempo per capire chi ha incontrato e di cosa taluni parlano. Ma sono certo che i giudizi veloci con cui ci ha liquidato non sarebbero stati gli stessi se avesse partecipato ad una conferenza o anche solo ad una mostra INTK. Forse sarebbe bastato guardare negli occhi uno di voi, per comprendere la passione che vi anima. E lo studio profondo che ne consegue direttamente. Il web non è cattivo. Non è neanche buono. Dipende, come sempre, da come uno strumento viene utilizzato. Il forum, il tuo db, non saranno le eccezioni alla regola. Avevo bisogno che arrivasse un esempio per concludere un pensiero che non avevo terminato. Ora l'esempio è arrivato. Nel frattempo forse ci siamo conosciuti un po' meglio.
  9. Meravigliosa. Mi rimise in sesto un tanto di un amico, ricostruendolo praticamente da zero, saya rossa inclusa e magnificamente. Diciamoci la verità, da noi solo i liutai hanno la cultura e l'esperienza per tentare questi restauri. Fece anche la shirasaya in magnolia a regola d'arte... mica che poi si rovinasse il lavoro fatto sulla lama. Ricordo ancora quel curioso laboratorio a Nervi, dove ogni tanto saltava fuori una lama da in mezzo ai violini e alle chitarre. Sangue di drago e Urushi. (Talvolta mi ritrovo a pensare se funziona così anche dal nostro Gian). L'ultima volta che l'ho sentito mi ha confessato che si era stufato di tenere le mani a bagno. Chissà che fine ha fatto quel katana con saya blu che aveva ordinato per se in Giappone, non ricordo più da chi. Ricordo vagamente un hamon a nuvole. Credo volesse utilizzarlo in manifestazioni di iaido, non so se lo ha poi fatto davvero...
  10. getsunomichi

    Earthquake.

    Thankyou Takakage to be near us. This time we were in some way more prepared and we spared lives, anyway part of our history is fading away and there 's really nothing we can do about it.
  11. ....Mi fa piacere vedere che il suo nome salti ancora fuori di tanto in tanto. Ciao, Federico.
  12. Quando si dice una parola non è sempre necessario dire una sola cosa.😉
  13. Esatto Francesco. Volevo solo mostrare come è facile far passare per ignorante qualcuno. Giustamente, perché siamo tutti ignoranti. In questo posto, un gruppo di ignoranti cerca di imparare qualcosa sulle lame giapponesi. Se sei interessato all'argomento, sei il benvenuto. Sei una persona interessante e certo potrai portare un tuo contributo originale. Porti il nome di una persona che ha fatto dell'umiltà la sua bandiera. Sono certo che non è un caso. Davvero benvenuto tra noi.
  14. Sono proprio incorreggibile. Pensa che ero convinto che i Normanni fossero invece un popolo vichingo di origine danese, che si era insediato in una regione del nord della Francia, che poi ha preso il nome di Normandia. Apprendo invece che questo è il nome generico della popolazione del nord dedita alla pirateria (a proposito, ma non avevi detto che questo popolo specifico non esisteva?!?), e che si estende quindi anche ai norvegesi, tanto per intenderci. Grazie ancora, Francesco!
  15. Grazie Francesco. Si impara sempre qualcosa! Pensa che ero convinto che i Vichinghi prendessero il loro nome da Vik, che significa fiordo in quel guazzabuglio di dialetti germanici (cui è stato forse un po' artificialmente dato il nome di Norreno) che essi parlavano. Pensavo che queste strette insenature marine tipiche del nord dell'Europa dove questi popoli abitavano fossero il loro comunque denominatore. Insomma, un po' come dire Popolo del Fiordo. ...Proprio vero che la crassa ignoranza alberga in questo forum.
  16. ...e se dessimo la striscia ad Ercole e il katana a Maciste?!?
  17. ...Enrico, c'è una possibilità che tua moglie desideri che tu dedichi un po' più di tempo a lei. Se è così e la accontenterai, presto si lamenterà se in casa la tua spada resta troppo a lungo occultata alla vista nel suo bukuro. ...Ok ok, i doppi sensi si sprecano... Comunque parlo per esperienza personale. Sono ormai tanti anni che mia moglie mi segue volentieri nelle mie varie peregrinazioni. E, come dicevo, se le spade restano troppo tempo coperte o se si impolverano, oggi vengo richiamato all'ordine. Un tempo la sua reazione non era diversa da quella della tua. Poi si può discutere perché qui non ci sia una sola donna a pronunciarsi. Ma è un altro discorso. E non intendo andare off topic più di una volta per post. Si, lo so, non sempre ci riesco...
  18. “You! Hypocrite lecteur! – mon semblable, -mon frère!”
  19. Per inciso, questi oggetti finiscono in questi posti perché zelanti cittadini vengono a sapere, in qualche momento, che sono per qualche motivo in possesso di oggetti che dovrebbero invece essere opportunamente denunciati alle autorità. Trovano quindi il modo di disfarsene, ne più ne meno di come fanno con un cane diventato improvvisamente scomodo prima di andare in ferie.
  20. Ragazzi, non fatemi fare sempre la solita figura... ma poiché cammino sulla via della luna, posso permettermi qualche consiglio non esattamente al sole. Tango, specificare proprio precisamente in quale terreno sia stata ritrovata, specialmente se il terreno non è tuo, beh, forse è un po' eccessivo. Avere la garanzia che non sia un furto credo possa essere sufficiente. Credo che la lama sia finita in buone mani (le tue) e li la farei restare.
  21. getsunomichi

    Salve a tutti i messeri

    In effetti non li conoscevo. Qui abbiamo avuto per un po' Carlo Broggi della Heki Ryu. Ci sono anche io degli Arcieri nel Tempo, che si rifanno all'antica tradizione dell'arco lungo europeo. Nel Giappone feudale arco e spada sono spesso stati compagni d'avventura. Tutt'oggi, lo yumi (l'arco giapponese) è considerato l'arma nobile per eccellenza. Rinnovo il benvenuto.
  22. getsunomichi

    Salve a tutti i messeri

    Benvenuto. In quale gruppo di rievocazione lavori?
  23. Su quella Via è viaggiato un po di tutto. L'Italia l'ha battuta in ogni epoca. Mi piace pensare che la grandezza di questo paese derivi dall'apertura agli altri. Un discorso difficile da fare, oggi come ieri, a meno di non chiamarsi Francesco. La merce più preziosa non era la seta. ...Erano le idee.
  24. getsunomichi

    wakizashi scuola Hizen

    Beh, ora è certamente più chiaro. ;-) Grazie per la gentilezza, Francesco.
  25. getsunomichi

    wakizashi scuola Hizen

    Beati voi che distinguete. Io, come vi dicevo, con l'hadori fatico non poco. Il nioiguchi, ad esempio, non riesco a seguirlo. Ma non state lì a far foto. Certo è un mio limite.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Si prega di accettare i Termini di utilizzo e la Politica sulla Privacy