Vai al contenuto

kasumi66

Membri
  • Numero di messaggi

    54
  • Registrato dal

  • Ultima visita

messaggi di kasumi66


  1. Grazie mille Jarou, davvero molto interessante. Per quanto riguarda la prima parola ( Nagasashi 長差 ), in origine il termine era Nagakiwakizashi 長き脇差 ( lett. "una lunga wakizashi" ) e veniva utilizzato in poesia e in prosa soprattutto durante la letteratura di Epoca Tokugawa. Per qualche motivo è poi finito nel lessico Yakuza.

     

    Invece il secondo termine si pensa possa derivare dal verbo "Odosu" 脅す che significa "minacciare, intimorire". E a pensarci bene sembra essere la provenienza più certa, considerando che l'uso che si fa dell'omonimo pugnale è quello descritto da Jarou nel suo intervento iniziale :arigatou:

     

    Molto interessante. Effettivamente notavo, nei film giapponesi sulla Jakuza, che spesso le spade, oltre che in montatura shirasaya, sembravano essere più corte della katana tradizionale, quasi delle wakizashi lunghe, per l'appunto. Probabilmente ciò accade per ragioni pratiche, tipo rendere meno evidente il porto della lama sotto un cappotto od un impermeabile.

    Mi chiedo piuttosto se tali spade siano effettivamente usate negli scontri fra clan o solo per intimidire i poveretti a cui chiedono il pizzo (non dimentichiamoci che se anche si dicono discendenti dei samurai, sempre di criminai si tratta). In sostanza, mi chiedo se costoro studiano effettivamente la scherma e quanto uno yakuza durerebbe contro un samurai vero.

    k :pescifaccia:


  2. Tempo fa, all'inizio della mia pratica , non vedevo l'ora di comprare una spada e temo di avere espresso il concetto in modo sprezzante per il bokken che utilizzavo per eseguire i Kata perchè il mio maestro mi riprese dicendo che, anche quella che usavo in quel momento era una spada ed andava trattata con il rispetto dovuto.

     

    Come praticante, credo sia doveroso ricordare che un Boken, paradossalmete anche più di uno Iaito, che in fondo è una katana anche se priva di affilatura, è un'arma di tutto rispetto e va usata con la dovuta perizia e prudenza. Uno dei miei sempai anziani mi diceva che i medici giapponesi preferivano curare le ferite inferte da una lama affilata che quelle inferte da un Bokken che univano i danni da taglio, in forma di profonda abrasione e conseguente asporto di brandelli di pelle se non , addirittura, di tessuto muscolare, al trauma da corpo contundente, con fratture, lesioni ed emorragie interne, difficili da rilevare e da curare e, non di rado, mortali.

    Quanto alla resistenza di un Bokken, ho solo l'esperienza di quelli tipici del Katori, in quescia bianca giapponese, ben stagionata, alcuni pesanti più di 500 Gr., difficilissimi da scheggiare anche dopo anni di pratica, e non mi è difficile immaginare che un esperto saprebbe usarlo in modo efficace contro una Nihonto, forse anche danneggiando seriamente la lama in questione (e quì, qualcuno, potrebbe svenire al pensiero).

     

    Il Bokken è una spada e, come tale, a mio parere, può affrontare altre spade in combattimento.

    La sua efficaia dipende solo dalla perizia di chi lo impugna, ovviamente tenendo presente che, come ogni spada:

     

    è innocua nelle mani di un maestro,

    pericolosa in quelle di un principiante,

    mortale in quelle un ignorante.

     

    Almeno, io la penso così.

     

    :vecchiocinese:


  3. Menvenuto, o mio omonimo. Ho visto il sito in questione e le prove di taglio, per delle lame cinesi, sono veramente impressionanti. anche i prezzi mi sembrano buoni, anche se in dollari australiani (qualcuno sa il cambio?), piuttosto mi chiedo se ci sarebbe qualche problema ad importare le spade? qualcuno sa come si fa?

    K :gocciolone:


  4. Se non ti dispiace comincio dal katori.

    Il mio nome è Stefano (questo ho dimeticato di dirlo all' inizio, scusate.) e pratico ormai da cinque anni presso il Tengukan Dojo di via Aosta a Milano, con il maestro Claudio Regoli, di scuola Sugino, ma ho praticato per quasi tre anni anche con il maestro Andrea Re di scuola Hatakeyama ed, occasionalmete, mi alleno anche con praticanti di questo stile.

    Ho, inoltre, presenziato e praticato in stages di scuola Otake.

    Quanto al Ju Jitzu, ho iniziato la pratica da molto poco in un nuovo dojo di Busto Arsizio. Il mio insegnate l'ho consciuto facendo Katori e si chiama Vittore, ma non ricordo il cognome nè la scuola di Ju Jitsu alla quale si rifà (spero che non legga questo forum o sono nei guai :gocciolone: ).

    Il mio interesse principale, tuttavia, rimane per la spada, anche se (contrariamente, purtroppo, a molti praticanti della Divina Scuola del Tempio di Katori) non disdegno affatto Bo (la sacra arma dei sacerdoti, avendo il pregio di non spargere sangue e, quindi, di non sconsacrare il tempio nel quale viene usato) e Naginata (che trovo molto elegante e dinamica, purtroppo, a torto, un pò snobbata, in quanto considerata un' arma femminile)

    In seguito vedrò di essere più preciso sulla scuola di Ju Jitsu per il quale, comunque , sto svilluppando un interesse che non ritenevo durasse, soprattutto per ragioni fisiche (da ragazzino ero un Judoka, e riprendere afare cadute a 42 anni, ti assicuro, è dura).

    grazie per l'interessamento.

    :crepapelle:


  5. Accidenti che velocità. francamente non credevo che fosse un film recente, addirittura del 2002, ed ha avuto addirittura una nomination all'oscar, cosa che mi fa vergognare visto che mi vanto d'essere un cinefilo.

    Grazie e ancora grazie, Matteo.

    K


  6. Salve a tutti, sono ossessionato da un film giapponese di cui non so il titolo. L'ho visto su Rai 3, molto tardi, parecchi mesi fa, in lingua originale, sottotitolato. mi chiedevo se qualcuno, giconoscendone la trama, avrebbe potuto dirmi titolo e regista, così da darmi la possibilità di procurarmene una copia.

    Il film parte dal racconto di una anziana signra nel primo dopo guerra, in un giappone che ha gìà fatto il salto da nazione feudale a moderna. la signora era figlia di un di un samurai povero, ed era bambina al tempo delle guerre di restaurazione. Il padre era un samurai ma, in pratica lavorava come contabile per il magazzino del feudo (nel film si vede che il feudo era strutturato come una azienda e i samurai erano gli impiegati di medio livello). Vedovo, per mantenere se stesso e le due figlie piccole, è costretto a costruire e vendere gabbiette per grilli come secondo lavoro, e addirittura , a vendere la lama della katana (Porta due spade, nelle occasioni ufficiali, ma la Katana è solo la Tzuka incollata alla saya). Un giorno, dopo una prima rivolta di samurai contro il governo centrale, il generale di uno dei clan perdenti si rifugia nel feudo, mentendo in grave imbarazzo il Daimio in quanto, pur essendo tradizionalmente alleato del clan in questione, è opportunamente saltato sul carro dei vincitori, dichiarandosi dalla parte dell'imperatore.

    Il genenerale non può essere arrestato (evidentemente, un processo sarebbe imbarazzante), deve quindi essere ucciso: Ma da chi? è infatti, costui un valente samurai, maestro di scherma di fama, e nessuno dei nobili d'alto lignaggio ha voglia di rischiare la pelle, così emerge il nome del nostro samurai povero (che non ricordo), che in gioventù era stato l'allievo prediletto di un grande maestro, specialista nell'uso della spada corta. Il nostro samurai cerca di evitare l'incarico in quanto disonorevole, ed inoltre, se lui morisse, le sue figlie rimarrebbero senza sostentamento, ma il Daimio minaccia esplicitamente di licenziarlo e buttarlo fuor dal feudo, costringendolo, quindi, a capitolare.

    Il samurai, accompagato da un paio di armigeri, si reca nella capanna ai confini del feudo dove è ospitato il generale al quale propone di fuggire dall' altro lato, non sorvegliato, della casetta, ma il generale, ubriaco di sakè, è deciso a morire combattendo e lo assale, costringendo il samurai ad ucciderlo.

    Il film è un amara riflssione sulla decadenza della figura del samurai e di come la sua fine fosse ormai inevitabile per permettere la sopravvivenza del giappone come nazione moderna, ma anche lo spaccato della vita in un feudo, prima della restaurazione.

    Se qualcuno me ne dicesse il titolo, avrebbe la mia eterna gratitudine.


  7. Essendo più di un anno che non partecipo al forum, ritengo opportuno presentarmi nuovamente (anche perchè non sono sicuro di averlo fatto la volta scorsa. nel caso mi scuso profondamente), chiedendo umilmente scusa per la mia discontinuità. Del resto, il mio nick name è Kasumi, ovvero Nebbia, ed è quindi mia prerogativa dissolvermi e ripresentarmi quando mi si dava per sparito.

    Comunque:

    Pur non avendo l'animo da collezionista, sono appassionato di cose e vicende orientali da molto tempo. Pratico il Katori Shinto Ryu da qualche anno e, da quest'anno, seguo un maestro di Ju Jitzu ( che è anche un I° Dan di Katori e quindi sa come getire il passaggio dal combattimento armato a quello a mani nude e viceversa.). Mi interessa la spada in generale e la Katana in particolare.

    Un anno fa ho chiesto aiuto al forum per la riparazione della saya del mio Iaito e i consigli ricevuti mi sono stati preziosi. Adesso la mia saya sta bene e saluta tutti. Quanto prima vedtrò di postare i risultati.

    Con questo, spero di avere ultimato una presentazione decente. Adatta a farmi sopportare, se non accettare, dai saggi e onorevoli partecipanti a questo forum.

     

    Domo Arigàto.

    K


  8. Molto interessante, anche perchè fra i kata di iaido dello Shoden katori Shinto Ryu, ce n'è uno che si chiama appunto Kusanagi no ken, in quanto il primo movimento consiste nell' estrarre e tagliare orizzontlamente molto in basso, appunto "falciando l'erba". La versione della leggenda che conoscevo io (ma forse è meglio dire Mito in quanto non si dovrebbe tacciare di leggenda una storia legata ad un credo religioso, in questo caso lo Shintoismo? in fondo nessumi si sogna di chiamare eggende le storie del nuovo e vecchio testamento), dice che l'imperatore , con un colpo di spada, tagliò ettari interi d'erba in modo da preservare se stesso e l'esercito dall'incendio e vanificare l'assalto nemico. Vabbè, non è che si discosti molto, volevo solo sottolineare che gli echi dei miti dello schintoismo permangono ancora oggi all'interno delle arti marziali.


  9. Hai ragione, in effetti la Scuola Katori Shinto Ryu è molto completa. Aggiungo anche che le Sue tecniche di Iaido sono molto belle ( a mio avviso ) e richiedono anche molta concentrazione per eseguirle, non meno di un'altra scuola antica o del Seitei Iai.

    In definitiva il consiglio che hai dato è il più saggio :arigatou:

     

    Molte grazie.

    Purtroppo non conosco il Seitei Iai, mi chiedevo dove fosse possibile, a Milano, dare un'occhiata alle sue tecniche.


  10. salve, chiedo scusa per l'intromissione a freddo nella discussione.

    Intanto i miei complimenti a Shirohjiro per i suoi risultati ed anche per le due mogli (nessuna esprienza è da dimenticare, fa tutto parte del nostro carico di Karma).

    Quanto alla discussione si Kendo e jaido convengo che il secondo si possa praticare anche senza il primo. Ricordo, inoltre, che gli "stili antichi", come lo Shoden Katori Shinto Ryu (che, indegnamente, pratico da qualche anno) hanno, al loro interno, la pratica dei kata di Jaido propri della scuola. Non sono raffinati come quelli codificati per il kendo, anzi qualcuno li giudica un pò "rozzi", ma il Katori è una scuola pragmatica e le sue tecniche di jaido rispecchiano questo atteggiamento.

    Con questo non voglio cosigliare al nostro amico uno stile invece di un altro, solo rammentargli che le possibilità di praticare la via della spada sono molte e tutte ugualmente valide.

    Se proprio vuole delle disciminanti che lo aiutino a decidere gli suggerisco: la vicinanza a casa o raggiungibilità del Dojo e la non interferenza degli orari di pratica con quelli di lavoro e/o studio.

     

    Sembra banale, ma per amore di una spada (spesso più che per una donna), ci si mette poco ad incasinarsi la vita, e poi con me e il Katori ha funzionato.

    :arigatou:


  11. Come praticante di katori, ma di scuola Sugino, confermo l'estrema scomodità della posizione "accosciata", soprattutto se l'insegnante relega il ripasso dello iaido all' ultima mezzora di allenamento, quando uno è cotto ( fisicamente e mentalmente) e sente di avere l'equilibrio di un bradipo ubriaco. :wacko:


  12. ciao, mi sono appena iscritto al forum, sono un praticante di Karori Shimto Ryu e Jaido, nonchè un appassionato di spade.

    Ho un problema con la saya del mio jaito che sarebbe da sverniciare e riverniciare, quacuno può aiutarmi? :gocciolone:

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Si prega di accettare i Termini di utilizzo e la Politica sulla Privacy