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teo.m

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  1. teo.m

    Wakizashi

    In effetti piu' che giusto....
  2. teo.m

    Wakizashi Koshirae

    Metto anche le foto del Koshirae con cui e' arrivato il Wakizashi. Come anticipato lo tsuka sembrerebbe non essere il suo e forse neppure l'Habaki. Anticipo che desidererei mettere le mani addosso a quello che ha fatto il "decoro" a griglia su Habaki e sulla fascetta di rame del fodero Pure i menuki sono rotti tsuba alla prossima puntata..... Ciao Matteo.
  3. teo.m

    Wakizashi

    Sono piu che d'accordo con te'. Una di queste sere provero' a scocciare l'uomo delle pietre via pm....... In effetti sarei felice di mostrarla a chi ne capisce,qualunque sia il responso. Nel frattempo faccio una delle mie solite domande inutili.... In caso si proceda alla politura con un Kissaki cosi' sgaruppato e' obbligatorio cercare di ripristinarlo completamente,o il togishi puo decidere di procedere alla politura, fino alla fine del lavoro "conservando" qualche dente per ricordare la vita della lama?? Devo aspettarmi qualche pesciata? Intanto aggiungo anche la foto dell'attrezzo che hanno messo al posto del kozuka
  4. teo.m

    Tsuba Composta Di 3 Parti

    Perdonate lì'ntromissione ma guardando questo: Tachi no itomaki ko(go)shirae Visibile qui; quasi sempre identico a quello visibile in questa foto, cambiano soltanto i kamon sui tosogu e sui takamakie del saya. Ho notato che al posto del same c'e del tessuto (seta??) e' una regola per questo tipo di Koshirae?? Matteo.
  5. Riguardo a questa domanda vorrei provare a fare una riflessione, e chiedere conferma, o smentita da chi ne sa di piu'. Lo Hada nasce dal fatto che il "pacchetto"di tamahagane venga appiattito piegato e ripiegato su se stesso numerose volte durante il processo di forgiatura? Per quello che ho "capito" questo processo servirebbe ad eliminare le impurita'o inclusioni del tamahagane "grezzo". E come altra conseguenza, mi verrebbe da pensare che, il continuo sovrapporre i lati esterni del "pacchetto" ( che nonostante tutte le precauzioni prese sono venute comunque in contatto con il carbone della forgia l'ossigeno, il composto di argilla e quant'altro ,usato per protezione ecc ecc,) crei l'effetto visivo dell'hada grazie al fatto che lo strato superficiale del "pacchetto" abbia una composizione leggermente diversa rispetto all'interno. Se ho detto ovvieta' gia ripetute innumerevoli volte chiedo scusa....
  6. Ciao Snoopy mille grazie per le precisazioni. E scusate per la mia cavolata sulla cementazione Se ne hai tempo e voglia puoi aiutarmi a capire quale e' lo stato di un acciaio ipoeutettoide quando passa i 770°e raggiunge lo stato non magnetico(punto di Curie). Questa domanda mi viene dal fatto che ho letto in alcuni articoli,che alcuni fabbri (non Giapponesi) usano appunto un magnete,per giudicare il momento giusto in cui l'acciaio e pronto per essere "spento" (immerso nel bagno di tempra). In questi articoli si asserisce che allo stato non magnetico c'e la struttura giusta da mantenere con la tempra. Si potrebbe considerare un metodo valido,anche secondo te',non avendo la possibilita' di usare forni termostatati? PS sto cercando di "studiare" un poco sui libri di Nicodemi ma non avendo una preparazione scentifica ogni tanto mi perdo... Ciao e GRAZIE!!!!
  7. Complimenti!!! Vedrai che ci sara' da divertirsi
  8. teo.m

    Wakizashi

    Grazie molte Scusa l'ignorantaggine (come dice Cevoli) Quindi la mei si pronuncia Soshu ju Masahiro. Sagami e' il nome attuale della prefettura???
  9. teo.m

    Wakizashi

    Dunque riguardo al comprata diro' la verita', anche se magari qualcuno mi mandera' un accidente(in senso buono...immagino gia' le faccine che verranno postate!! ) La storiella e molto semplice, anche se potra' sembrare patetica. Questo Wakizashi era di un carissimo amico di gioventu' di mio padre,con il quale recentemente hanno riallacciato i rapporti dopo essersi persi di vista. Un anno fa' circa, dopo una visita all'amico mio padre e tornato con un pacchetto,che sinceramente appena ho visto ho "sentito"cosa conteneva, non potevano esserci dubbi, per me, sul contenuto...infatti e uscito questo Wakizashi. Tutto e cominciato quando mio padre ha raccontato la mia passione per le lame in genere(in effetti ignorava che le lame giapponesi fossero quelle che apprezzo maggiormente...) cosi' fu deciso di mandarmi questo fantastico dono....(adesso partiranno gli accidenti). Quindi diciamo che e stato il wakizashi praticamente a trovare me... Cosi' anche se magari si rivelera' palesemente un gimei sara' comunque un poco speciale per me. Per quello che ho potuto ricostruire della sua storia, e' stato acquistato da un antiquario attorno ai primi anni settanta a Milano con l'intenzione di restaurarlo poi e rimasto li in attesa,ora sembra che sia arrivato il momento.... Con il vostro aiuto e consiglio vorrei vedere cosa si puo' fare!! Scusate l' ot colossale e palloso. Sono logorroico a volte..... Grazie a Musashi per aver sistemato il primo messaggio! ciao Matteo.
  10. teo.m

    Wakizashi

    Grazie dei complimenti li riferiro' al fotografo.per un lavoro ben fatto mi sono rivolto ad un amico professionista. Abbiamo usato una nikon d2xs ottica micronikkor 60mm f2,8 (e' fantastica la sogno per la mia d70....) e poi ci ha aiutato un buon stativo e un faretto da 2000 watts.poi vai di prove per eliminare riflessi ecc ecc Sono felice che aiutino ad apprezzare una lama anche su un monitor. Devo dire che alcuni particolari si godono quasi di piu nelle foto macro che dal vivo....
  11. teo.m

    Wakizashi

    Ciao Sandro se ne hai il tempo, potresti spiegarmi e tradurre i 5 kanji?
  12. teo.m

    Wakizashi

    Scusa, ma dal basso della mia ignoranza mi viene una domanda,forse stupida. Che cosa ti farebbe sciegliere una lama come questa rispetto ad altre??? Solo questione di gusti personali? Ciao Matteo
  13. teo.m

    Wakizashi

    Così sono passabili??
  14. teo.m

    Wakizashi

    Scusate mi metto all'opera e le riduco,sorry! (e vai con la prima pesciata :wacko: )
  15. teo.m

    Wakizashi

    Vorrei provare a capire qualcosa in piu' su questo Wakizashi. Cerco di fare una descrizione al meglio delle mie possibilita'. Se vorrete commentare e correggere i miei errori ne sarei felice,io intanto ci provo... Tsurikomi: Ko wakizashi, Hira Zukuri Nagasa: 37,7 cm Nakago: 11.5 cm Funa Gata Nakagojiri: Kengyo Sori: tori (Mi sembrerebbe quello che ci assomiglia di piu)Ops in effetti ho sbagliato a ricopiare dal foglio che avevo preparato, sori avevo segnato saki zori dovevo rileggere meglio...) Mune: Iori Mekugi Ana: 2 Mei: omote 5 kanji Motokasane: 7mm Sakikasane: 4,5mm Motohaba: 32mm Sakihaba: 26mm Hada: non riesco a distinguerlo.... Hamon: come sopra non saprei definirlo.... Purtroppo e' stato molto maltrattato,(non da me'!!! ne dal precedente possessore!!) il Kozuka se lo sono fregato e rimpiazzato con un ferraccio con due guancette in ebano,attaccate con colla e rivetti.... Anche l'Habaki costruito in 2 pezzi e' rovinato e mi sorge il dubbio che non sia il suo,seppa assenti(ci avevano messo 2 dischetti di feltro...) Tsuka non e la sua non corrisponde il Mekugi Ana e non era fissata anche li ci avevano infilato uno spessore di carta piegata Nella Saya ci entra bene, pero il suo stato e' piu o meno in linea con le condizioni generali, almeno sembra ancora abbastanza originale. La Tsuba e' stata molto maltrattata.... persino limata sconsideratamente... Qui metto solo le foto del Wakizashi,poi chiedero il vostro prezioso parere sul resto nella sezione Koshirae. Grazie della vostra attenzione!! Matteo.
  16. quando fucino tengo ben immerso il pezzo nelle brace, spostato rispetto alla feritoia del ventilatore, per non essere investito dal flusso d'aria. poi, quando si martella, sicuramente una parte di C se ne va come CO2, ma pure una parte di ferro se ne va come calamina. cospargere con la broda di argilla il pezzo a ogni calda, limita le perdite di tutte e due. Penso che nel tuo metodo non ci sia niente di sbagliato, il fatto che si crei ossido superficiale,calamina e giusto,basta stare attenti a non battere queste scorie dentro al lavoro che stai facendo,per questo basta raschiare il pezzo prima di cominciare a usare il martello.(ma questo lo sai di gia' sicuramente...) Riguardo alla perdita di carbonio durante la forgia penso sia ininfluente ,visto che e' normale lavorare il pezzo sovradimensionato rispetto alla dimensione che ti serve alla fine,quindi il metallo decarburato,viene comunque asportato e ti rimane il materiale che avevi scelto di usare all'inizio. In un pezzo di acciaio lasciato in forgia anche per lungo tempo,la decarburazione superficiale e di millesimi di millimetro,quindi non e' un problema.basta tenerne conto. Ciao.
  17. La cementazione e' un trattamento termico che da' caratteristiche particolari agli acciai legati,o al carbonio,ha effetti sulla struttura del metallo non sulla sua composizione specialmente non influisce sul tenore di carbonio. Ciao matteo.
  18. ciao Questo è il mio primo post,dopo la presentazione,e siccome sono un neofita, vorrei porvi alcune domande e una serie di considerazioni sull'acciaio usato nelle nihonto. Leggendoil forum ho notato molte discussioni sull'argomento e anche paragoni tra la tecnica di forgiatura Occidentale odierna e la tecnica antica giapponese. La tecnica moderna occidentale non mi interessa,ma sono molto interessato alla tecnica tradizzionale. Leggendo ho capito che l'acciaio utilizzato è quello da tatara il Tamahagane,questo acciaio è unico nella composizione della spada,poi il tosho opera sul metallo per ottenere diverse percentuali di carbonio in lega,in modo da formare tre tipi(generalmente) di acciaio uno morbido uno duro e uno medio che poi vengono "uniti" con le diverse tecniche san-mai: Kobuse,Honsanmai,Shiozume,Makuri,Wariha tetsu,Orikaeshi sanmai,gomai,Soshu kitae. Mi chiedevo se per la riduzione del carbonio in lega si usasse sfruttare la decarburazione che ha normalmente l'acciaio al carbonio,ovvero la tendenza che ha il carbonio a legarsi con l'ossigeno dopo averlo scaldato,in questo modo mantenedo il pezzo per un tempo piuttosto elevato in forgia Per quello che ho capito io fino ad oggi. Hai detto bene, in caso di bisogno di preparare la" parte morbida" si decarburava il metallo tenendolo nella parte di forgia con atmosfera ossidante,quindi come hai gia spiegato il carbonio interagisce con l'ossigeno e il tenore di carbonio cambia.(diminuisce) e continuando a battere il pezzo (per eliminare lo strato di carbonio che si forma) e a scaldarlo si dovrebbe avere come risultato la riduzione del carbonio nella lega(è proprio quello che si cerca di evitare nelle attuali tecniche di forgiatura). Pensando al mio ragionamento però mi è venuta in mente un'altra cosa: Prendiamo per esempio un sanmai di tipo Kobuse(forse il più frequente) la parte dura esterna(che avvolge la parte più morbida interna)è composta da tantissimi strati (20000) che immagino si sia impiegato molto tempo per realizzarli,di conseguenza mi chiedevo come era possibile ottenere una lega con elevato tenore di carbonio in un acciaio che veniva sottoposto ad una lavorazione piuttosto lunga in forgia tenedo conto della naturale decarburazione. Questo si otteneva ,ovviamente anche scegliendo accuratamente il Tamahagane da usare, con un tenore di carbonio gia elevato in partenza,poi se non sbaglio veniva utilizzato un preparato che era a base di argilla cenere di paglia di riso e altre cose (penso che ognuno avesse una sua formula personale) a questo punto entra in gioco l'immensa arte, preparazione,ed esperienza nel posizionare il metallo nella forgia e nel dosare l'aria in modo che la "fiamma"non sia ne troppo ricca di ossigeno (ossidante) ne troppo scarsa (riducente) in questo caso il carbonio contenuto nel carbone si legherebbe al ferro aumentando il tenore di carbonio.Quindi la grande abilita' sta nel saper condurre la forgia e posizionare il metallo nella cosidetta zona "neutra" della forgia dove l'ossigeno e per la maggior parte bruciato qui si crea una atmosfera appunto neutra che non modifica in maniera drastica la composizione del metallo. Poi forse mi sono dato una risposta,il Borace...l'utilizzo di questo elemento potrebbe ridurre la decarburazione superficiale dell'acciaio permettendo di mantenere un'elevata percentuale di carbonio anche in lavorazioni piuttosto lunghe? Se ho scritto qualche castroneria o altro vi prego di correggermi,sono ben accetti precisazioni,suggerimenti e qunt'altro inerente all'argomento. grazie Spero di non essere stato troppo contorto nel tentativo di spiegazione Sicuramente avro' detto qualcosa di inesatto,aspettiamo ulteriori precisazioni Ciao Matteo
  19. teo.m

    Tsuba Composta Di 3 Parti

    Mille grazie,bel sito.... Ciao Matteo.
  20. teo.m

    Tsuba Composta Di 3 Parti

    Consultando uno dei soliti libri a tema nihonto,ho visto questa tsuba. Data la mia ignoranza devo dire che e' la prima che vedo costituita di 3 parti. La descrizione dice: (libera traduzione dall'inglese!) tsuba in shakudo di un ito maki no tachi. Costruita in 3 parti tipica di tali tachi,e mostrata separata dalle sue due O-seppa che combaciano con i suoi due lati insieme a 4 seppa "normali" di rame dorato. Periodo Edo. Quindi vorrei chiedere se questo genere di tsuba era usato per particolari Koshirae, e se ci sono particolari motivi nel fatto che non si vedano comunemente. Grazie. Matteo.
  21. Scusate se mi intrometto, ma potrebbe essere interessante, quado trovi una lama che ossida in modo strano,mettere una calamita vicino allo scarico dell'acqua cosi raccogli la limatura ricavata dalle pietre piu ruvide,poi la si lascia arrugginire con calma e si vede se continua con i colori "strani" della lama o se diventa marrone e basta.un poco empirica come prova,ma visto che non costa niente...
  22. Scusate se arrivo in ritardo,volendo ordinarlo in italia e disponibile anche da tuttostoria. ciao :hiya:
  23. Grazie mille provo a cercarlo sul sito consigliatomi da Kentozazen, che spesso accompagna con una traduzione in inglese i testi in giapponese,che ovviamente per me e un poco ostico... ciao Matteo.
  24. Ciao a tutti,vorrei chiedervi qualche consiglio per acquistare qualche altra pubblicazione a tema. Fino ad oggi mi sono servito con soddisfazione da tuttostoria, e con relativa facilita',visto che tratta kodansha,ho reperito buoni testi che danno buone basi di partenza. Se possibile ora vorrei qualcosa di piu "specializzato" riguardo alle realizzazioni di tsuka e tsuba. Molte grazie Matteo

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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