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mauri

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messaggi di mauri


  1. Bene, da che materiale ferroso in prevalenza è composto il nagako?

    Qualcuno si è mai posto il problema?

    Dove è che si presentano maggiormente i cambiamenti di colorazione di questa lama?

    Dove è che si vedono le sue attività di politura in modo sostanziale, oltre che in punta?

    A questo punto potete capire quando parlo di sfondamenti ( che non necessariamente vogliono dire sfaldamenti del materiale ma solo affioramenti del sottostante)

    A ogni cosa in fatto di lame si danno termini che tendono ad esaltarne le caratteristiche ma in alcuni casi sono solo difetti ( per esempio quelle belle nuvolette nere che ci piacciono tanto, nella maggior parte dei casi in lingua nostrana sarebbero vetrificazioni, un difetto esagerato in un acciaio dedito ad un uso stressante)

    Ma si sa noi le dobbiamo solo ammirare come opere d'Arte.


  2. Cristiano,

    Il mio è il parere di un dilettante, ma a me pare che il Togi abbia portato alla luce un meraviglioso esemplare della mino-den.

    Molto meno stanca di quello che sembrava all'inizio.

    A me pare nel complesso sana e meravigliosa.

    In foto tre e cinque mi sembra di vedere due ware assolutamente ininfluenti, cioè ben delimitati tra hamon e ji. Ma mi sembra di capire che sia più un effetto ottico che una apertura vera e propria. Forse sono questi gli sfondamenti cui si fa riferimento?

    Se si, non mi sembrano così importanti.

    Del kissaki si è detto. Questa è l'unica parte su cui si è davvero lavorato.

    Fu davvero ko maru? Probabilmente no.

    Ho visto fare lavori di quel tipo su lame spuntate in modo veniale, lame che erano state inequivocabilmente utilizzate. E se una lama la usi, beh, non puoi sperare che sia come nuova di pacca e che non si porti dietro qualche piccola cicatrice.

    Come tutti quelli che hanno combattuto.

    Per me, magari non aggiungono bellezza ma certamente fascino si.

    I miei complimenti insieme a tutta la mia invidia.

    Ben fatto.

    Per essere un parere di un dilettante sei riuscito a dare più spunti di riflessione di tanti interventi legati a nomi che in qualche modo non sappiamo nemmeno per quale motivo si presentano tali, ma sono dati perscontati come valore aggiunto, a livello personale penso che l'aver pensato ad un rimodellamento della punta da rottura possa essere considerato il più probabile, anche vedendo l'ultima immagine postata da Cristiano (Intervento 30) e cercando di sommarne le differenze.

     

    Per vedere di cosa si possa essere trattato: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=5324&hl=


  3. Se ne fossi in grado mi soffermerei sul kissaki, lungo la linea del Kaeri proprio dove inizia il ko shinogi saki, di li potrei ammirare la linea orizzontale dello yokote e magari nel contro luce intuire meglio lo ha buchi quando si avvicina allo ha, ma, l’jgane mi confonde per la lucentezza del shinogi ji.

    Così potrei apprezzarne a pieno la forma slanciata.

    Spero davvero che quando la vedrai dal vero riuscirai almeno tu a toglierti questi dubbi.


  4. Appunto, mescolare termini giapponesi come fosse un insalata non sempre da lo stesso risultato, e lo stesso gusto, è probabile che questa lama abbia subito più maltrattamenti di quanti ne potesse sopportare, su questo sono in accordo con i vecchi interventi di Gian, alcune attività sono veri e propri sfondamenti, che per una lama di questo periodo fanno pensare a una infinità di politure forse solo per poterla ammirare.

    Alcune di queste fatte da persone che ci sono andate pesanti che in qualche modo ne hanno alterato la forma, il kissaki in questo percorso è quello che certamente ha sofferto di più, ho idea che non potrà sopportare un'altra politura.

    Questo da quanto si vede dalle foto,

     

    Vi posto ìl link di una lama più o meno dello stesso periodo, non è della stessa scuola ma le differenze a livello visivo forse fanno comprendere cosa intendo: http://www.ksky.ne.jp./~sumie99/sword5.html

     

    Naturalmente quello che ho scritto sopra , almeno per me è analisi e studio, non polemica.

    Così vorrei fosse inteso, in caso contrario si fa del chiacchericcio spicciolo che per quanto mi riguarda niente può aver a che fare con il forum. :arigatou:


  5. Chi decide il valore?

    Valore in rapporto a cosa?

    Forse , il valore di quest'oggetto è un concetto relativo, relativo alla persona che ne conosce la storia e che ne vuol tramandare ai propri figli la stessa, a questo punto non si tratta di un valore bottegaio, ma un valore d'intenti, certo è difficile da comprendere anche sottoponendolo ad una politura competente che tiene meno conto di ciò che si vede ma prende in esame ciò che si è.

    Insomma un valore fuori mercato, ma forse solo per questo, più autentico.


  6. La tradizione estetica Giapponese

    di Laura Ricca

     

    978884307845.jpg

     

     

    L’indagine del volume si incentra sull'esame di alcune idee estetiche del Giappone tradizionale che non sono state oggetto di analisi teoretiche sistematiche, ma hanno trovato espressione in concrete pratiche di vita e attività artistiche concepite come vere e proprie “vie” di perfezionamento spirituale. Il saggio si compone di due parti. Nella prima si pongono le premesse per indagare le idee-patrimonio dell’arte e della cultura estetica nipponica; la messa a fuoco di alcuni principi cardine che affondano le loro radici nella sensibilità “classica” giapponese contribuisce a illuminare taluni tratti della visione del mondo estremo-orientale. Nella seconda parte si analizzano alcune significative idee estetiche, la cui peculiarità è di non essere mai state organizzate in un sistema organico, forse perché troppo ovvie o troppo “vissute”. Proprio nello spirito di tale dimensione esistenziale la struttura del libro segue un percorso non lineare, dettato essenzialmente da libere associazioni, ispirandosi al genere classicozuihitsu – letteralmente “seguire il pennello”, ovvero pensieri in libertà, non necessariamente legati da nesso logico. Lungo questo percorso si sviluppano poi ulteriori diramazioni innescate da quei punti di congiunzione con il pensiero filosofico ed estetico occidentale che si offrono all'intuizione nella prospettiva di un’ermeneutica comparata.

     

    Preso da: http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788843078455


  7. Le cose cambiano, ed in questo il Giappone ha fatto passi da gigante, ( o da gambero a seconda dei punti di vista) si può certamente affermare che i bravi artigiani giapponesi siano altrettanto abili come commercianti dei loro prodotti, in un articolo postato sul forum tempo fà, si poteva vedere un panetto di acciaio del nostro Y.Y. che solo perchè portava la sua firma incisa costava più di un disegno di Picasso.

    Si i tempi cambiano e non sempre in meglio.....


  8. In realtà io dicevo mediamente superficiale.

    Con questo, intendevo che per reperire informazioni approfondite, devi disporre già di quella cultura necessaria che quelle informazioni sarebbero in grado di costruire.

    Non ho mai detto, né lo penso, che il web sia superficiale.

    Ho detto solo che rispecchia chi lo ha creato.

     

    ...Però sai che il tuo intervento stimola alcune mie riflessioni sui certificati?

    Ho visto che ti intendi di information technology e che nel web ti muovi come un topo nel formaggio.

    Mi facevo perciò una domanda...

     

    Se Gestunomichi fosse un fisico nucleare, che attorno agli anni novanta bazzicava il CERN.

    Quindi facesse parte di quel gruppo di persone che, stufo di broadcasting di email, avesse inventato il protocollo http.

    Poi, sempre per ipotesi, avesse deciso di fare un lavoro più redditizio della ricerca e avesse portato quella metodologia di lavoro, poi associata al mondo open, nel privato e nel pubblico.

    Se avesse contribuito a sviluppare quel mondo nella ricerca e sviluppo e, dopo tutta una trafila di esperienze in cui si è occupato di progettare, sviluppare, formare gente per il web, oggi si occupasse di applicazioni distribuite basate su tecnologie web.

    Se, sempre per ipotesi, quei giorni che passa nella città di Altura, lo facesse per discutere le evoluzioni delle architetture da lui progettate con il Ministero dell'Interno, con quello della Giustizia, con Banca d'Italia, con Equitalia... Insomma con chi le utilizza in maniera articolata e massiva, con sviluppi che si aprono gioco-forza ai problemi di security, business continuity, quality certification,...

    Se, e non dico sia vero faccio solo un ipotesi, si sia occupato di indicizzazioni a partire dai motori di ricerca dapprima che nascesse Google ed oggi se ne occupi nel mondo dei big data.

    Insomma, se Getsunomichi avesse questo bel certificato curricolare che ne fa un conoscitore profondo del web da un quarto di secolo, cioè da prima che la maggior parte delle persone ne sapesse dell'esistenza, avresti liquidato la sua affermazione nello stesso modo?!?

     

    Oh, attenzione alla risposta!

    Se già non lo fai, magari un giorno decidi di passare a fare il professionista e, se fosse vero, magari telo trovi ad un colloquio dall'altra parte della scrivania.

    Ahahahahahahahahahah.....

    Alla faccia del carico da 11, poi non ti lamentare se la discussione si riduce a un monologo, già prima infastidiva ora bà.....


  9. Nell'artigianato l'arte è un respiro che non è facile da percepire, certo in un dipinto,in una scultura o in un oggetto che nasce con questo scopo forse è più facile per il semplice motivo che questo si cerca.

    Le lame d'Arte come già detto da più di uno sono quelle realizzate dai nuovi Maestri, se non fossero considerate tali, forse, non esisterebbero, non vi è dubbio che in alcuni casi l'eccellenza esce con esuberanza; è Arte? è ostentazione di sè e di un risultato raggiunto, è appartenenza a una schiera di eletti che la giudicano tale, forse, tutto questo e niente di ciò.

    E' pur vero che nel mondo delle Armi i risultati delle lame giapponesi hanno ben pochi scambi alle pari con altri manufatti meccanici.

    Però a volte questo avviene le persone si comportano con questi loro gioielli allo stesso modo con cui noi vezzeggiamo i nostri.

    Ho visto per aver assistito a più di un incontro in tal senso, persone che di fronte ad una Sig 210/5 arrivavano quasi alle lacrime.

    Per coloro che anche solo un pò s'intendono di meccanica e delle sue lavorazioni, si ha la sensazione che niente sia stato lasciato al caso che gli artigiani Svizzeri abbiano usato il loro tempo in modo perfetto per ottenere questo risultato e che questo in tutte le sue parti sia nettamente superiore alla media.insomma un pezzo fatto ad Arte.

    Molti collezionisti si sono addirittura rammaricati che per metterle sul mercato siano stati fatti dal banco dei colpi di prova e che in alcuni particolari siano stati messi dei punzoni di verifica, non ci vedete le stesse paranoie nostre?

    Nota dolente, conosciuta in tutto il mondo quest'arma è stata adottata solo ed esclusivamente da pochi corpi di polizia che se la potevano permettere quasi per rappresentanza.

    Inafidabile in posti ameni dove si trovano a lavorare reparti speciali, da questi, non ha avuto nessun credito.

    Per il loro lavoro hanno scelto una fabbrica che prima produceva pentole ma che ha inventato la Glok la prima pistola in tecnopolimeri, quando la si smonta, risulta talmente semplice il suo mecanismo d'azione che quasi si fa fatica a pensare possa funzionare.

     

    Vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/SIG_P210

     

    https://it.wikipedia.org/wiki/Glock_17

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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