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mauri

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Contenuti inseriti da mauri

  1. mauri

    Tamahagane

    Siamo e rimarremmo degli inviolabili romantici. Le fornaci Giapponesi non sono ne peggiori ne migliori di quelle indiane vichinghe o arabe, diciamo che loro le sanno vendere meglio, poi, se ci mettiamo quel tanto di tradizione che è come il formaggio sulla pasta, il gioco assume tutto un altro sapore. La differenza è e rimane la lavorazione, l'acciaio delle loro fornaci produceva anche quei pochi chiodi che a loro servivano e che alcuni abili artigiani a oggi mutano in meravigliose lame, quello è l'acciaio, il resto è maestria. Resta il fatto che anche quando sono divenuti una potenza, i primi cannoni per le loro corazzate se li sono fatti costruire dalla Germania, e quando hanno combattuto contro la Grande Russia si sono dovuti porre il problema che le loro lame erano estremamente fragili al freddo. Il loro acciaio se vogliamo è pieno di quelle impurità che tanto ci piacciono durante i Kantei e che nella maggior parte dei casi sono delle vetrificazioni interne che rendono quelle piccole nuvole nere che fanno la differenza. Il mercato, sopratutto quello loro interno fa il resto,sul forum più di una volta abbiamo postato articoli scientifici su prove fatte, molti di noi non li hanno letti l'altra parte che li ha letti a preferito glissare, ma è un fatto che gli acciai migliori sono quelli diremmo"industriali" gli acciai più belli quelli artigianali. Visto che ormai le lame in oggetto non hanno più quella funzione per cui sono state costruite, ma una "bellezza estetica" cerchiamo di coltivare quella e non poniamoci altri problemi. Un abile artigiano Giapponese riesce a farci sognare anche usando acciaio realizzato utilizzando semplici balestre di un camion, la differenza e solo lui, e gli anni che ha impiegato per raggiungere quel risultato, tutto il resto lo possiamo definire Leggenda perché la storia ha bisogno di riscontri oggettivi che in questo caso sono parziali o inesistenti.
  2. mauri

    Katana 2ª guerra mondiale

    Non è facile districarsi ma con controlli incrociati ci si può arrivare: http://www.youkosoitalia.net/articoli-del-blog-sul-giappone/il-gunto-la-spada-giapponese-prodotta-per-l-esercito-imperiale/ http://it.aliexpress.com/army-nco_reviews.html http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=5995 http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=7053 http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=2097 Vedi: http://ohmura-study.net/900.html Alcuni di questi link portano su strade errate, vedi tu.
  3. mauri

    CIAO A TUTTI

    Ciao Massimo, benvenuto sul forum. mauri
  4. mauri

    Un saluto a tutti

    Benvenuto sul forum. mauri
  5. Penso che abbiano usato il suo nome come specchietto per le allodole, non può essere che se ha visto il pezzo non si sia reso conto di ciò che non funziona.
  6. Nel sito si può usare una sorta di lente d'ingrandimento, avete provato a vedere cosa si nota? Magari confrontandolo con uno di certa attribuzione. Gian, è più facile fare una tsuba come quella o una attribuzione di Sato Kanzan?
  7. Non fare così Lorenzo che poi ci togli alcune certezze, non avvilire il mercato.
  8. mauri

    Salve a tutti :)

    Ciao Alessandro, benvenuto sul forum. mauri
  9. mauri

    saluto

    Benvenuto Antonio su questo forum. mauri
  10. mauri

    Hiroshima

    Grazie anche da parte mia.
  11. mauri

    Buongiorno a tutti

    Benvenuto sul forum. mauri
  12. Sul forum abbiamo già trattato di una lama con simili caratteristiche. vedi: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=691
  13. Effettivamente è molto simile ad alcune prese in considerazione nelle discussioni sull'argomento. Forse i menuki potrebbero dirci qualche cosa di più.
  14. mauri

    Un saluto a voi

    Benvenuto Mauro anche da parte mia. mauri
  15. mauri

    Salve a tutti....

    Benvenuto Alberto anche da parte mia. mauri
  16. mauri

    Saluti

    Ciao Salvatore, benvenuto sul forum. mauri
  17. Bella domanda, qui si apre un mondo. Chi era Suzuki? Certamente uno studioso scrupoloso che ha cercato di esportare la tradizione giapponese al di fuori dei confini della sua terra. Non si rivolgeva certamente ai suoi concittadini, ma a persone che in qualche modo dovevano assorbire concetti più per studio che per valori di vita. Se poi è riuscito anche solo in parte nella seconda ipotesi, si può affermare che abbia svolto con perizia il suo lavoro. Il fatto stesso di aver usato una lingua diversa ne fa un divulgatore non certamente un continuatore della tradizione. Per capirci, quando Mishima ha formulato il suo discorso prima del suicidio l’ha fatto nella sua lingua e si è rivolto ai giapponesi, per lui gli alti in quel momento non esistevano, il suo gesto, secondo il suo pensiero era rivolto al Giappone, il resto del mondo, almeno in questo ne era fuori, nel bene o nel male si può certo dire che anche solo per questi aspetti così differenti, uno era un cultore della sua tradizione uno un divulgatre dei principi che la fondano. Due aspetti e due modi di porsi nettamente agli antipodi.
  18. Date un'occhiata a questi: http://www.legacyswords.com/fs_ant_daito17.htm http://www.e-sword.jp/sale/2011/1110_4020syousai.htm http://www.militaria.co.za/nmb/topic/1197-kajihei-villain-or-victim/ http://nihontou.jp/choice03/toukenkobugu/wakizashi/291/00.html
  19. Dal Risvolto del volume: «Che cosè lo Zen? ... Non capisco rispose un maestro. Che cosè lo Zen?. Il ventaglio di seta basta a farmi aria rispose un altro maestro. Che cosè lo Zen?. Lo Zen rispose un terzo maestro». Memore di questo ineffabile scambio (mondō), Daisetz T. Suzuki, massima autorità giapponese nel campo del buddhismo zen, dà avvio nel 1936 a una serie di conferenze in Inghilterra e in America, cimentandosi nella non facile impresa di illustrare al mondo occidentale la più indecifrabile e sfuggente delle dottrine orientali. E due anni più tardi, dopo aver profondamente rielaborato e perfezionato i testi approntati allo scopo, consegna con questo libro le chiavi di accesso a una mirabile tradizione religiosa, senza la quale sarebbe inconcepibile gran parte della filosofia, dellarte e della letteratura nipponiche. Fu infatti grazie alla pratica zen del satori il risveglio o illuminazione che ogni aspetto della vita giapponese assunse le forme misteriose di unincessante ricerca del senso ultimo nascosto nellesistente, di unarte al servizio del potenziamento spirituale: la filosofia samuraica della spada, la cerimonia del tè, la pittura sumiye, il teatro Nō e lo haiku sono solo alcune delle vie attraverso cui lo Zen ci invita a una partecipazione etica ed estetica al mondo, percepito nella sua vacuità e impermanenza. Con uno stile in cui convergono lo spirito del monaco, del poeta e del divulgatore, Suzuki ridefinisce lidentità e levoluzione storica dello Zen origini e influenze, scuole e maestri, princìpi e strumenti , svelandoci quel vuoto originario in cui i grandi maestri seppero cogliere un barlume di eternità. Preso da: http://www.adelphi.it/catalogo/autore/505
  20. Guarda: http://www.sakuramatsuriantiquariato.com/ http://www.ryujinswords.com/care.htm http://www.samurai-katana-shop.nl/en/nihonto-kantei-/227-makura-.html
  21. Vuoi dell'altro? Eccoti accontentato:Nihonto Part I.pdf Nihonto Part II.pdf Kyo Go Kaji e la Scuola Mishina v6.pdf Ono Yoshimitsu - Pursuing Koto.pdf Pursuing Koto Bizen.pdf Buono studio.
  22. mauri

    Ciao a tutti.

    Benvenuto sul forum. mauri
  23. Se tutta questa roba l'avesse avuta Hiroo Onoda forse sarebbe rimasto nella giungla per altri 20 anni. Benvenuto sul forum.
  24. mauri

    Buonasera a tutti

    Benvenuto sul forum. mauri
  25. Grazie per l'articolo, se ti riuscisse di corredarlo di immagini sarebbe magnifico.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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