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    Primo approccio al kantei

    Chi si avvicina per la prima volta alla spada giapponese, vista la mole enorme di dati, si puó trovare in grave difficoltá nell'affrontare il kantei, non sapendo spesso da dove iniziare, come svolgerlo ed in che modo giungere ad una conclusione accettabile. Quello riportato di seguito é un testo semplice e lineare che spero possa risultare utile e fruibile in un primo approccio. Mettendo insieme le esperienze ed i suggerimenti di molti di noi potrebbe risultare interessante stilare un breve articolo, compatto ma al contempo sufficientemente completo sullo svolgimento del kantei da poter poi mettere in pratica durante i nostri incontri. Man mano che arriveranno suggerimenti, correzioni e integrazioni lo modificheró di conseguenza. PROLOGO Il kantei, l’esame di una nihonto a fini identificativi, presuppone un’approfondita conoscenza della materia ed inizialmente puó presentarsi quale pratica ostica da assimilare. Questo soprattutto per la complessitá dell’analisi in se e per una mancanza spesso di metodo e di un chiaro filo logico da seguire. È necessario innanzi tutto comprendere che nessun “breviario” puó sostituirsi alla pratica e all’esperienza date da un’analisi dal vivo guidata da testi tecnici di riferimento. La presente non vuole quindi in nessun modo sostituirsi a tale pratica ma solamente delineare una semplice linea guida da personalizzare ed ampliare con studio e applicazione. Puó considerarsi buona pratica l’analisi “dal grande al piccolo”, sia per quanto concerne la struttura fisica della lama sia per la sua collocazione storica e le varie peculiarità riscontrate. Possiamo quindi figurarci il kantei come l’atto di scartare tutte le opzioni superflue fino a restringere il campo di possibilità ad un numero che sia il piú piccolo possibile, con il fine ultimo di attribuire la lama ad un determinato forgiatore e possibilmente all’anno della sua forgiatura. FASE INIZIALE Una prima operazione di scrematura puó essere data dal riconoscimento del periodo. La spada giapponese, data la rilevante importanza culturale, possiede una propria suddivisione temporale, che va dal periodo Jokoto, al Koto, allo Shinto, Shinshinto e cosí di seguito. La stragrande maggioranza delle lame che capiterà di esaminare partiranno dal periodo Koto ed è quindi utile al fine della collocazione imparare a riconoscere i tratti distintivi delle varie epoche. In questo ogni tratto puó essere utile, dal colore della ruggine sul nakago, alla hada ed al sugata e le pronunciate differenze sviluppatesi nelle varie epoche ci vengono incontro (i fatti storici ed i cambiamenti nelle tecniche di combattimento hanno avuto anch’essi un forte impatto sullo sviluppo della nihonto). Koto - Durante il periodo Koto si sviluppano i cinque stili principali detti gokaden, Yamashiro, Yamato, Bizen, Soshu e Mino che nel tempo si avvicendano per qualità e fioritura e alle quali si rimane legati nella successione da padre a figlio. Le lame di questo periodo presentano solitamente un sugata affusolato, con sori pronunciato, funbari marcato (per i vari termini fare riferimento al glossario presente sul forum) e data l’etá una hada “aperta” e possibili segni di stanchezza (dovuti spesso alle ripetute politure). Shinto - Durante il periodo Shinto le influenze dei vari stili iniziano a mischiarsi con una certa regoalritá, con forgiatori che arrivano ad adottare molteplici stili. Il sugata diviene piú possente, il sori diminuisce drasticamente, cosí come la differenza tra moto haba e saki haba e, in linea generale, gli horimono tendono a scomparire. Fondamentale in questo periodo la differenza tra Edo Shinto e Osaka Shinto, dato dalle correnti di pensiero sviluppatesi attorno ai due centri di potere, il primo legato alla classe guerriera di Edo piú rigoroso ed austero e quindi tendente alla funzionalità con i tratti che ne conseguono (lame piú leggere, hamon suguha ecc.), ed il secondo legato alla classe nobiliare/culturale di Osaka e Kyoto, piú estroso ed artistico (un numero maggiore di horimono, hamon piú sofisticati ecc.). Shinshinto - Durante il periodo Shinshinto, “guidato” dalla figura di Suishinshi Masahide, prende piede il fukkoto da egli predicato, un ritorno della forgiatura allo stile del periodo Koto, con lame che tornano ad un sugata piú slanciato, un maggiore sori, dove nascono e prosperano hamon piú fantasiosi e horimono abilmente intarsiati. Si inizia inoltre a verificare qui una caratteristica che sará poi fortemente adottata nel periodo Showa, dove a differenza dei periodi precedenti in cui gli allievi seguivano i loro maestri per genealogia, famiglia e stile di forgiatura (Yamato, Yamashiro, Bizen ecc.) si vengono a creare figure eminenti e rinomate in tutto il paese (lo stesso Masahide) alle cui figure si guarda con ammirazione e presso le quale si vuole praticare, con apprendisti forgiatori che pur di seguire il maestro favorito si spostano all’interno del paese con poco riguardo per le tradizioni di origine. FASE APPROFONDITA Una volta inquadrato il periodo storico il passo successivo è l’identificazione dello stile, della famiglia, della linea genealogica ed infine del forgiatore. Per quanto detto sopra questo risulta ovviamente piú facile dove queste differenze rimangano marcate e ben distinte, quindi dal periodo Koto a scendere verso lo Shinto. Puó aiutare a restringere il campo e rendere notevolmente piú facile l’attribuzione, la presenza di “particolari” caratteristiche associabili ad una ben determinata scuola finanche ad uno specifico forgiatore: un koshi no hiraita midare restringerà certamente piú il campo rispetto ad un suguha. Partendo quindi dall’identificazioni di tali “particolari” fino all’associazione di molteplici caratteristiche della lama si puó indirizzare il kantei nella giusta direzione. La lettura delle caratteristiche della lama deve inoltre essere complessa ed approfondita per poter essere fruibile: una hada itame porta solamente ad identificare la maggior parte dei forgiatori di tutte le epoche, mentre una hada itame con masame nello shinogiji restringe ulteriormente il campo. Questa fase deve essere supportata dalla conoscenza approfondita di tutti i tratti della spada giapponese e dalla capacità di leggere e distinguere gli eventuali hataraki presenti in quanto, ovviamente, confondere un o-gunome per un notare comporterà sicuramente un’errata attribuzione. Una volta quindi raccolti correttamente i tratti della lama, con l’ausilio di testi tecnici specifici, si potrá iniziare a collocare la nihonto all’interno di una scuola, di una famiglia o di un numero ristretto di forgiatori. Spesso a questo punto è possibile trovarsi con una serie di possibilità, variabili ugualmente accettabili e possibili causa di stallo nel kantei kai. Un valido aiuto a questo punto puó venire dall’attuare un procedimento “inverso” dove, dato un determinato numero di possibilità verificare se all’interno di una determinata scuola o famiglia vi sono caratteristiche, presenti sulla lama in oggetto, che non ricorrono mai o lo fanno di rado, cosí da poterle escludere con un buon grado di approssimazione. L’obiettivo in questa fase è ovviamente quello di trovarsi con un numero il piú possibilmente ridotto di opzioni. L’esperienza, l’esame di dati accurati da fonti attendibili e l’applicazione aiuteranno ad avvicinarsi il piú possibile ad una corretta identificazione. Un kantei accettabile puó arrivare fino al riconoscimento della scuola (Mihara, Masahide ecc.), un discreto kantei fino alla famiglia (capostipite, allevi ecc.), uno buono fino ai rapporti familiari (padre, figlio ecc.) ed uno “atari” al forgiatore. MEI L’avere una mei sul nakago purtroppo non dipana ogni dubbio. Anche in presenza di kanteisho N.B.T.H.K. bisogna prestare attenzione all’originalitá dello stesso ed al suo periodo di emissione (l’ultimo modello, con il numero di identificazione traforato è generalmente considerato attendibile, a differenza del precedente di colore blu spesso oggetto di controversie). L’analisi della mei è una pratica a parte, che esula dal concetto originale di kantei e che richiede una provata esperienza. Bisogna riconoscerne i tratti, la grafia, la posizione sul nakago, la distanza fra i kanji, la profondità di incisione ecc. Oltre ad un paragone diretto, spesso difficile da ottenere, il metodo migliore per comprovare l’autenticitá di una mei è la comparazione eseguita su appositi volumi contenenti raccolte di mei e relative descrizioni. I due volumi di Fujishiro, Nihon Toko Jiten, contengono una vasta collezione di mei, dal periodo Koto allo Shinshito, con foto chiare e facilmente consultabili ai fini comparativi (in lingua giapponese). CONCLUSIONE Il presente non vuole in nessun modo porsi come “il” metodo per svolgere un kantei, ne tantomento puó essere considerato una guida esaustiva, ma solamente “un” insieme di suggerimenti atti a formare una semplicistica linea di condotta ordinata.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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