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Un the con Lonnie Kapp

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Nell'aprile 2017, quando il covid-19 era solo una ipotesi recondita, anche se  non troppo nell'ambiente degli addetti ai lavori, durante un viaggio a Tokyo, ebbi il piacere di chiedere a Leon Kapp alcune informazioni sulla metallurgia  e la forgiatura del tamahagane.  Mi disse alcune cose che allora erano nuove per me e quando ci salutammo mi invitò a mandargli una mail alla quale avrebbe risposto nei dettagli e si disse anche disponibile a tenere una discussione aperta sul nostro forum. Poi altri eventi si interposero e il progetto non ebbe più seguito. Mi sono rimasti gli scambi di quel giorno, ritrovati in quella mail che, avendo avuto la sua disponibilità a diffondere, oggi vi allego 

Lonnie, secondo la tua esperienza a contatto con Yoshindo, che tipo di materia prima hanno oggi a disposizione i fabbri?

  • Oggigiorno, quando un forgiatore reperisce il tama hagane, non ha quasi mai un acciaio puro al 100%. Gli acciai prodotti nelle tatara tradizionali sono diversi come qualità e contengono scorie. Per eliminare le impurità bisogna, dopo aver riscaldato l'acciaio, ripiegarlo circa 12 volte.

Sappiamo che durante la forgiatura il metallo perde carbonio. Cosa accade di preciso?

  • Il livello di carbonio originale nel tamahagane è di circa 1,5-2%. Il contenuto di carbonio scende circa 0.02% ad ogni piega. Di solito 12 pieghe daranno un contenuto di carbonio circa dello 0,6/0,7% .

 

In che maniera il carbonio si distribuisce all’interno del tamahagane e cosa si può fare per migliorare, se necessario, questa distribuzione?

  • Il carbonio originale è distribuito in modo non uniforme nel tama hagane. Con ripetute piegature, il fabbro modifica la struttura del metallo e se fa un buon lavoro osservando precise regole, alla fine otterrà un prodotto in cui il carbonio sarà distribuito molto più omogeneamente.

 

Quindi, se ho ben capito, una delle tecniche per migliorare la struttura del tamahagane è proprio ribattere il metallo riscaldato?

  • E’ proprio cosi. Piegare (o forgiare) l'acciaio aiuta a purificarlo. Ad ogni piega, elementi non ferrosi o altre scorie minerali vengono eliminati durante il martellamento. Dopo 12 pieghe, l'acciaio sarà molto più puro ma non è solo questo.

Non è solo questo? Allora ci sono altri fattori che influiscono!

  • Si, non è il solo processo di ribattitura e martellamento ad essere in gioco, un fattore non meno importante è il controllo della temperatura di fucinatura. Quello a cui il fabbro deve prestare massima attenzione è questo: l'acciaio non deve mai sciogliersi. Se l'acciaio si scioglie, la struttura del metallo degrada perdendo il suo aspetto a reticolo: come conseguenza ci saranno punti deboli nella spada.

Questo non lo sapevo, quindi massima importanza alle temperature a cui si porta il metallo prima di ribatterlo.

  • E’ cosi, il fabbro riscalda l'acciaio più in alto possibile prima della forgiatura perché alle alte temperature, più impurità vengono rimosse. Abbiamo detto che l’acciaio deve essere riscaldato per quanto possibile, ma non ad una temperatura abbastanza alta da fonderlo. Questo è però difficile e necessita di un controllo totale sulla lavorazione, non è cosa che possano fare tutti, richiede anni di esperienza sotto la guida di un mastro forgiatore esperto in questa lavorazione.

 

Che tipo di Jihada produce questo tecnica di forgia?

  • L'acciaio finale avrà un aspetto molto pulito e le linee della Jihada saranno quasi bianche e molto sottili. Se l'acciaio viene forgiato a temperature più basse, alcune impurità saranno lasciate nell'acciaio. Le linee della Jihada saranno più grandi o più ampie, e appariranno anche più colorate. Quindi il miglior acciaio sarà molto pulito e quasi bianco, con linee della Jihada molto fini come nella nashji-hada

 

Dopo aver ottenuto un acciaio omogeneo e di buona qualità, il mastro forgiatore si appresterà a realizzare lo hamon. Ci sono delle particolari forme di hamon che migliorano le qualità strutturali di una spada?

  • Se l'acciaio è ben forgiato, il passo successivo è quello di creare lo hamon. Lo hamon deve fornire resistenza e tra i vari tipi quello gunome con ashi o Choji garantisce un risultato ottimale. Tuttavia,anche un hamon suguha con ashi va bene. Yoshindo sostiene che un hamon semplice e senza troppi hataraki è resistente. Ma anche un hamon a base suguha o suguha-ko-Notare con ashi, va bene per fare una spada resistente.

Quindi suguha o gunome con ashi o choji per la massima resistenza, Questo mi fa pensare che molti fabbri, anche famosi, hanno creato delle tipologie di hamon spettacolari ma alla fin fine, quel che conta è l’efficienza e sarebbe interessante verificare nei test di tameshigiri, quali fossero gli hamon delle spade più efficienti

  • Il resto dei dettagli dell’ Hamon (larghezza, modelli, hataraki, ecc) sono solo effetti artistici.

 

Grazie Lonnie per la tua disponibilità e speriamo di poter di nuovo, presto ritrovare una tua rubrica sul nostro bollettino

If you would like an article for the INTK newsletter for Luca, I will be happy to write,

Lonnie

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Grazie Rob.. per la condivisione.

Quindi, parafrasando le tue prime nove parole.. ci state facendo intuire che "la Natura" sta riprovando a forgiarci, martellandoci duramente, ma senza liquefarci.. togliendoci impurità superficiali.
Poi starà "al singolo fabbro" dedicarsi al nuovo Hamon.. senza tanti fronzoli, ma pensando sopratutto a quella efficienza troppo spesso offuscata da colorite visioni.

Grazie an.coeur


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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in questi giorni il mio lavoro non si è interrotto perchè come tecnico, fortemente collegato alla pandemia in corso, e non lo sarà perchè è una quotidiana attività di primo supporto.  Resto comunque un potenziale paziente, però conosco bene il nemico e per mia fortuna ho adottato fin da giorni non sospetti adeguate contromisure, che gestisco in prima persona senza dipendere dalla fornitura di supporti di protezione individuale da parte delle istituzioni(le prime, uniche due mascherine me le hanno fornite dopo due mesi di pandemia). Facevo solo alcune considerazioni riguardo quello che la natura sta facendo:

Quello che accade oggi è paragonabile a quanto accaduto alla fine del XV secolo alle popolazione del sud America contagiate dal virus del vaiolo e del morbillo portati da spagnoli e portoghesi che ne provocarono la quasi totale estinzione e dove non completò l’opera la malattia ci pensarono i nuovi arrivati. Anche li vi fu un perturbazione catastrofica che mise in contatto mondi separati da milioni di anni dopo la deriva dei continenti che allontanò le placche della Pangea e del Gondwana a formare i grandi blocchi continentali che conosciamo oggi. A nord ghiacci perenni e temperature non compatibili con la vita degli esseri superiori impedivano migrazioni attraverso le uniche zone di continuità e tutto andava secondo i ritmi lenti e sicuri della natura. La navigazione transatlantica ruppe quell’equilibrio e quasi annientò con le malattie la popolazione delle americhe centro meridionali.

La situazione ai tempi nostri è infinitamente peggiore per svariati motivi. Siamo sette miliardi di individui, ci muoviamo da una parte all’altra del pianeta in poche ore, abbiamo semi distrutto l’ambiente selvaggio delle foreste primarie e inquinato buona parte della terra e dell’atmosfera con agenti chimici che ne alterano la capacità di proteggerci dai raggi cosmici e trattengono il calore del sole fino al limite di sopportazione della vita nel mare e la persistenza dei ghiacci ai poli. La prospettiva prossima ventura è lo scioglimento massivo dei ghiacci con diminuzione della salinità degli oceani con rallentamento fino all’inversione delle correnti centro atlantiche e probabile inizio di una nuova glaciazione. Il pianeta subisce gli insulti e la natura si rimette in moto in suo aiuto per ristabilire gli equilibri nel modo più efficace: liberandolo da quegli esseri perniciosi che lo stanno devastando

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(scusate per l'OT)

Ma... Onore a Te (da vivo) insieme agli altri "signori" che affrontano questa emergenza.
Al pari di un tuo avo che nel XVI secolo veniva descritto come  «gran scudiere con la gran spada nuda in mano alta con gli altri gran signori in grandissimo numero, e mirabile

.. tratto dal  Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna (pag. 423) di Goffredo Casalis, 1847.
https://books.google.it/books?id=MnIPAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

Grazie Rob

 


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ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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