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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Mibu wolf

Nuova pubblicazione lame giapponesi del museo stibbert 2020_

Messaggi consigliati

Salve a tutti i membri del forum ,vado a recensire e consigliare una nuova pubblicazione dell'amato museo Stibbert che molti di noi conosciamo per vie dirette e indirette come uno tra i migliori musei europei x contenuto complessivo di lame giapponesi qua in Italia , é una pubblicazione del 2020 uscita a luglio di 19 x 23 cm edita da sillabe e scritta da Riccardo Franci, nuovo curatore della sezione giapponese del museo che dire ecco , diciamo è un rifacimento del originario catalogo delle lame giapponesi dello stibbert uscito nel lontano 2007 con integrazione di altre lame (che non avevo mai visto) ma senza i koshirae ,unica pecca fra le foto mancanti a mio avviso pur se non ve ne sono di particolarmente importanti , a parte le tsuba di qualche autore famoso ,ma questa è un 'altra storia che non integrerò nel post magari si potrà discutere delle tsuba dello stibbert un altra volta e altro post a parte,comunque la pubblicazione punta all'essenzialità e altresì é abbastanza completa per ciò che è ..buon sommario,buon indice, buoni contenuti sulla storia delle acquisizioni di lame giapponesi dello stibbert da parte di Frederick stesso, buona spiegazione delle lame in analisi, glossario, ere giapponesi ,e bibliografia ,concettualmente non è molto diverso dal catalogo originario del 2007 , però include una nuova visione di questo panorama pensata per il lettore moderno ,ed è piacevole. Vi lascio alle foto e spero possa piacervi come é piaciuto e fatto un buon effetto anche a me , grazie ! Saluti luca_

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Grazie mille Luca per la condivisione, ci sono molte lame interessanti!

Il libro sembra strutturato meglio rispetto alla precedente versione, sicuramente Franci ha approfondito e fatto uno studio maggiormente critico delle lame presenti in collezione.

Mi auguro che possano pubblicare in futuro un volume dedicato a "Le Tsuba al Museo Stibbert" :arigatou:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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2 ore fa, Enrico Ferrarese ha scritto:

davvero molto interessante, grazie!!

Di niente! Per me è un piacere condividere , poi ho altri volumetti nuovi da consigliare e metter qualche foto ,👍🤗  e in fondo è anche occasione per darsi consigli tra noi per comprendere e analizzare  meglio le nuove pubblicazioni future sull'argomento nihonto ...

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:arigatou::arigatou:


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Approfitto delle foto postate per chidervi una cosa sul "suriage" che non mi son mai spiegato.

Quando si accorcia un nakago e si modificano i machi, che fine fa l'hamon ??

Mi spiego meglio.. nella prima foto si vede chiaramente che l'hamon proseguiva, e la poca distanza dei fori ne fa intuire la "riduzione" con probabili risagomatura dei machi, ma nella seconda foto la distanza tra il primo foro in basso (originale?) e quello più alto è considerevole ... ma dell'hamon non ve n'è traccia.
¿ si ossidava artificialmente anche il nakago (¿ nuove yasurime comprese ?) per ridare un differente aspetto allo stesso ... perchè "nascondere" il vecchio hamon"??

Grazie

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Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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9 ore fa, betadine ha scritto:

Approfitto delle foto postate per chidervi una cosa sul "suriage" che non mi son mai spiegato.

Quando si accorcia un nakago e si modificano i machi, che fine fa l'hamon ??

Mi spiego meglio.. nella prima foto si vede chiaramente che l'hamon proseguiva, e la poca distanza dei fori ne fa intuire la "riduzione" con probabili risagomatura dei machi, ma nella seconda foto la distanza tra il primo foro in basso (originale?) e quello più alto è considerevole ... ma dell'hamon non ve n'è traccia.
¿ si ossidava artificialmente anche il nakago (¿ nuove yasurime comprese ?) per ridare un differente aspetto allo stesso ... perchè "nascondere" il vecchio hamon"??

Grazie

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http://www.ksky.ne.jp./~sumie99/suriage.html

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12 ore fa, betadine ha scritto:

Approfitto delle foto postate per chidervi una cosa sul "suriage" che non mi son mai spiegato.

Quando si accorcia un nakago e si modificano i machi, che fine fa l'hamon ??

Mi spiego meglio.. nella prima foto si vede chiaramente che l'hamon proseguiva, e la poca distanza dei fori ne fa intuire la "riduzione" con probabili risagomatura dei machi, ma nella seconda foto la distanza tra il primo foro in basso (originale?) e quello più alto è considerevole ... ma dell'hamon non ve n'è traccia.
¿ si ossidava artificialmente anche il nakago (¿ nuove yasurime comprese ?) per ridare un differente aspetto allo stesso ... perchè "nascondere" il vecchio hamon"??

Grazie

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Beta, nel primo caso il nakago non viene accorciato (anzi) e non vi è suriaghe.

Cosa ti fa poi pensare he nella seconda foto l'ana più in basso possa essere l'originale? (non lo è).

aggiungo poi carne al fuoco dopo che si saranno ripassate le basi per chi vorrà approfondire:

https://markussesko.com/2013/09/14/the-secret-world-of-mekugi-ana

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intanto grazie a tutti e due.
(conosco i link, anche se ciò non vuol dire che abbia compreso..)) e chiedo scusa a Mibu se sto "sporcando" questo topic, anche se tutto sommato disquisiamo su lame dello Stibbert.

Mi pare di capire che talvolta lo spostamento era dovuto solo a "sistemazioni/rifacimenti" della tsuka.

Hai ragione Enrirco, nel primo caso (ammesso che sia così) intendevo riferirmi ad un machi-okuri, ma a parte ciò, parte di hamon è ancora ben visibile, a differenza della seconda lama dove pare essere sparito.

Un pò come in questa ..    (da qui la mia perplessità sul perchè la parte temprata sparisse e il nakago fosse rifinito infischiandosene delle preesistenze.
suriage.jpg

Resta per me oscura l'origine del foro in basso della seconda lama (a maggior ragione ora che, come riporta Enrico, sappiamo non fosse il più antico..)
Grazie ancora.


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22 minuti fa, betadine ha scritto:

intanto grazie a tutti e due.
(conosco i link, anche se ciò non vuol dire che abbia compreso..)) e chiedo scusa a Mibu se sto "sporcando" questo topic, anche se tutto sommato disquisiamo su lame dello Stibbert.

Mi pare di capire che talvolta lo spostamento era dovuto solo a "sistemazioni/rifacimenti" della tsuka.

Hai ragione Enrirco, nel primo caso (ammesso che sia così) intendevo riferirmi ad un machi-okuri, ma a parte ciò, parte di hamon è ancora ben visibile, a differenza della seconda lama dove pare essere sparito.

Un pò come in questa ..    (da qui la mia perplessità sul perchè la parte temprata sparisse e il nakago fosse rifinito infischiandosene delle preesistenze.
suriage.jpg

Resta per me oscura l'origine del foro in basso della seconda lama (a maggior ragione ora che, come riporta Enrico, sappiamo non fosse il più antico..)
Grazie ancora.

è letteralmente scritto sopra alla foto: "On the work of blade shortening, the hamon area is too hard to grind it off with file. So some part of hamon is heated to make it mild. Sometimes the hamon is vanishing by the heat."

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Per il discorso dell'ana in basso, quello che mi rende sicuro non sia l'originale (nel senso che non è quello posto vicino ai machi originali) è la posizione della mei.

è probabilmente un ana di "rinforzo" (e solitamente lo si mette vicino al nakagojiri). come nell'esempio sotto mostrato:

15647-2.jpg

 

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Betadine, il foro in basso generalmente nasce assieme al foro superiore. Prende il nome di "shinobi ana", in contrapposizione al "mekugi ana" che è quello che si trova in tutte le lame. Si trova generalmente in lame particolarmente lunghe (sia di tagliente che di nakago) e/o pesanti per maggiore sicurezza e ridurre il carico che altrimenti graverebbe su un solo mekugi. Probabilmente il fatto che si trovi solo in alcune lame sta a significare che l'effettiva utilità è trascurabile. 

Come ti hanno già spiegato, l'hamon generalmente è presente e visibile (c'è una foto molto bella sul libro di Nakahara, pagina 106), anche se a fatica, ma in suriage "economici" (far tagliare una lama con tutti i crismi era operazione delicata e costosa, messa in pratica solo per lame di pregio) stempravano parte del tagliente per facilitarsi il lavoro. Il nakago tagliato NON veniva ripatinato. semplicemente lo si faceva invecchiare come il resto del nakago. 

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esattamente come ha scritto GianC.B. (più preciso di me).  Capita anche che possano essere fatti in seguito, adattando la lama ad una nuova tsuka. in tal caso a volte si vede che è postumo con lama alla mano perchè cambia la patina del foro (me ne capitò una così una volta).

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Grazie Grazie

suriage_nakahara.jpg

(si Manuel, quello lo avevo letto e ti ringrazio, sono io che dopo mi sono espresso male e capisco anche che una lama doveva essere utilizzata. E' sul perché della procedura che sono perplesso.. un pò come se rifilassi un quadro danneggiato.)
Comunque grazie a Voi, ora ho compreso qualcosa in più. (anche sull'affinamento del senso di conservazione che abbiamo sviluppato nei secoli..) 

E grazie ancora a tutti e a Mibu che, con le sue pubblicazioni, mi ha permesso di approdire altri aspetti sulle lame giapponesi.  :arigatou:

Modificato: da betadine

Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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4 ore fa, betadine ha scritto:

Comunque grazie a Voi, ora ho compreso qualcosa in più. (anche sull'affinamento del senso di conservazione che abbiamo sviluppato nei secoli..) 

Un aspetto interessante è che spesso sono proprio le lame importanti ad essere state tagliate. proprio perchè si desiderava continuare ad utilizzarle, e valevano più del costo del suriage. addirittura nel periodo Tensho si fabbricavano wakizashi tagliando tachi kamakura (anche di livello assoluto, ho visto un wakizashi, ovviamente Juyo Token, realizzato tagliando un tachi di Nagamitsu ) 

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Il 28/8/2020 alle 09:53 , Francesco Marinelli ha scritto:

Grazie mille Luca per la condivisione, ci sono molte lame interessanti!

Il libro sembra strutturato meglio rispetto alla precedente versione, sicuramente Franci ha approfondito e fatto uno studio maggiormente critico delle lame presenti in collezione.

Mi auguro che possano pubblicare in futuro un volume dedicato a "Le Tsuba al Museo Stibbert" :arigatou:

Girovagando nella sezione pubblicazioni ho notato questa discussione.E volevo solo aggiungere che un libro dedicato a le tsuba dello Stibert è stato fatto.L'ultima volta che ci sono stato lo acquistato.Volevo solo dare questa info.

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11 minuti fa, Mav82 ha scritto:

Girovagando nella sezione pubblicazioni ho notato questa discussione.E volevo solo aggiungere che un libro dedicato a le tsuba dello Stibert è stato fatto.L'ultima volta che ci sono stato lo acquistato.Volevo solo dare questa info.

Ciao Mav82, intendevo che come han fatto per le lame che hanno fatto uscire una nuova edizione (se pur non mi sembra molto diversa nei contenuti dalla vecchia), sarebbe auspicabile che possano farne una più completa sulle tsuba (con più opere, con schede tecniche più complete, foto in scala 1:1, ecc).

Questo il volume "attuale" al quale penso che ti riferisci :arigatou:

 


"Indiana Jones e la lama perduta"

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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