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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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Francesco Marinelli

BIZEN KAJI – Spadai della Provincia e della Tradizione Bizen

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BIZEN KAJI – Spadai della Provincia e della Tradizione Bizen

Prefazione

a cura di Stefano Verrina

 

Questo è un manuale Kanshō, cioè un esame critico storico-artistico, sui BIZEN KAJI – Spadai della Provincia e della Tradizione Bizen.

La redazione di questo testo non sarebbe stata possibile senza la gentile traduzione dei testi giapponesi ad opera di Eriko Terasawa mia Co-autrice che per un anno ha lavorato a questo progetto, mentre la ricerca delle molte fonti e stata effettuata da me e Alberto Roatti, sino alla sua scomparsa, lʼimpostazione fu già tracciata molti anni fa ed è stato doveroso per me terminare il lungo lavoro da noi fatto in molti anni di studio. Ringrazio ancora Eriko per il lavoro d'impaginazione e grafica al computer.

Tutti i dati qui riportati attingono alla migliore bibliografia disponibile in lingue giapponese ma con inevitabili semplificazioni: di eventuali omissioni importanti ne è responsabile il solo curatore.

Copertina-Bizen-768x1086.jpg

In questo libro di ben 200 pagine vengono analizzati i più importanti spadai (Toko) delle varie scuole che hanno formato la Tradizione Bizen. Sono i più importanti e grazie alle foto e agli approfondimenti si possono apprezzare le varie differenze, anche se lievi, comparando le immagini che sono a corredo di ogni artista. Nel libro vengono spiegate le differenze fra i vari artisti, l’evoluzione durante i diversi momenti storici per il periodo che va dal 1100 alla fine del 1500.

E’ chiaramente un libro con contenuti molto tecnici, ma per chi è appassionato e vuole studiare la Nihonto è fondamentale la conoscenza delle cinque Tradizioni (Gokaden): Yamato, Yamashiro, Bizen, Soshu e Mino, che praticamente erano le tradizioni a cui si ispirarono tutti gli spadai sino al 1600. Poi dopo la battaglia di Sekigahara, con l’avvento dei Tokugawa e la pace che ne seguì, lo sviluppo della spada cambiò moltissimo perché nacquero molte altre Nuove Scuole, che se pur inizialmente si ispiravano alla tradizione, nulla avevano in comune con essa e quindi scuole che non sono inquadrabili nelle 5 Gokaden.

Il libro ha molte foto per meglio vedere e comparare le varie caratteristiche della scuola.  Sono riportate anche delle foto macro di alcuni particolari che permettono di vedere molto bene le peculiari caratteristiche tipiche della tradizione Bizen. Per queste il merito va al noto togishi (politore) Usuki Yoshihiko, che ci ha concesso l’uso di queste immagini.

Un esempio dei contenuti si può vedere nella seguente presentazione:

Libro-Bizen-presentazione.pdf

 

Questo libro fa parte di una raccolta a cura dell’autore, esistono anche gli studi riguardo la tradizione Yamato e Yamashiro, speriamo che presto si aggiungano la Soshu (in lavorazione)  e la Mino.

Come ho già detto è un volume molto tecnico per appassionati di spada, ma una lettura molto preziosa perché permette a tutti di accedere a delle conoscenze che esistevano in buona parte solo in lingua giapponese.

Per avere maggiori informazioni sulla possibilità di acquistare il libro bisogna rivolgersi all’autore Stefano Verrina: stefano.verrina@fastwebnet.it

 


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Francesco.. aspettavo un tua/vs. nota in tal senso (l'avevo intravisto anche dopo la vs. presentazione dello scorso novembre, in un dojo torinese.)

Finalmente qualcuno che affonda una lancia anche su un aspetto intrinseco ..
  «Come ogni conoscitore di Tōken ben sa, le Gokaden -("I Cinque Stili Fondamentali")- non sono soltanto tecniche o metodi ma anche, e forse soprattutto, la trasmissione di sensazioni che trascendono l'arte e sfociano nella poesia.»


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Il 12/1/2021 alle 21:12 , betadine ha scritto:

Grazie Francesco.. aspettavo un tua/vs. nota in tal senso (l'avevo intravisto anche dopo la vs. presentazione dello scorso novembre, in un dojo torinese.)

Finalmente qualcuno che affonda una lancia anche su un aspetto intrinseco ..
  «Come ogni conoscitore di Tōken ben sa, le Gokaden -("I Cinque Stili Fondamentali")- non sono soltanto tecniche o metodi ma anche, e forse soprattutto, la trasmissione di sensazioni che trascendono l'arte e sfociano nella poesia.»

Magari fosse così, caro beta. Tuttavia il sistema delle Gokaden è una convenzione molto recente, molto poco poetica e per niente tradizionale. Ha l’enorme pregio di essere molto più semplice da imparare rispetto al tradizionale metodo dei “mono”, e per questo ha riscosso enorme successo. Purtroppo ha anche degli svantaggi, che però sarebbe lungo e fuori tema spiegare qui.

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... dai però.  In un paese molto ancorato a tradizione religiose di varia natura, questi fabbri dovevano pure ispirarsi a qualcosa di "naturale" quando vedevano vari hamon fioccare sulle loro lame.
.. e tra i vari tentativi penso che amanogawa, gli sciami stellati, o i cirri, le nuvole sferzate dal vento, fossero per loro un richiamo.  Tant'è che poi mettono anche il Fuji-san tra le loro creazioni.

Sono anche io convinto che, sopratutto nei primi tempi, difficilmente un gruppo di fabbri conosceva il lavoro fatto da altri, a meno che non fossero vicini di bottega.. anche se qualche "lama bottino di guerra" poteva incuriosire qualche distante artigiano.
Forse era solo la sabbia e il legno (carbone) a fare la differenza. 
Certo è che, per quasi tutto lo scibile umano, le mie (o altre) restano solo congetture su un qualcosa di sovrannaturale che non si può spiegare.
Certo è che la "distinzione/divisione" avvenne dopo, ma ciò non vuol dire che non esista una "versione-beta".

«Sasa no ha sara-sara
nokiba ni yureru
Ohoshi-sama kira-kira
kingin sunago
Goshiki no tanzaku
watashi ga kaita
Ohoshi-sama kira-kira
sora kara miteiru»

«Le foglie di bambù frusciano
vicino le gronde ondeggiando
Le stelle luccicano
granelli d'oro e argento
Le strisce di carta dai cinque colori
ho già scritto
Le stelle luccicano
e ci guardano dal cielo»

Tanabata, "la settima notte"
(escusateperl'OT)


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Parliamo di cose diverse.
Certo che si ispiravano alla natura e certo che si influenzavano tra loro (durante l’ultima conferenza on line abbiamo affrontato anche questo aspetto). Ma quello è il punto di vista di chi realizza le spade. Qui stiamo parlando del punto di vista di chi le studia (esattamente come nella storia dell’arte: da una parte vi sono gli artisti e dall’altra i critici e gli storici).

Quello delle Gokaden (che conosciamo) è solo un sistema di classificazione introdotto da Hon’nami Koson e in uso a partire dal XX secolo. Prima si usavano sistemi diversi e, per secoli, fondamentalmente quello dei mono.

Probabilmente la tua idea si adatterebbe di più al sistema di classificazione delle spade collegato ai Cinque Elementi (da cui Koson ha preso certamente spunto, eliminando però tutti gli elementi esoterici e simbolici tranne il numero 5), in uso nel primo Edo; che però oggigiorno non conosce quasi nessuno e che non viene più usato (almeno, non nella letteratura corrente).

Da notare che, nonostante il sistema delle Gokaden sia stato promosso principalmente da Homma e Sato (a partire dal dopoguerra) il noto testo del Nihonto Koza (tra i cui autori vi sono per l’appunto Homma e Sato) è ancora basato fondamentalmente sul sistema dei mono. Cito questo testo perché  è uno dei pochi di cui abbiamo una traduzione in inglese, dunque costituisce una delle fonti standard per gli studiosi che non sanno il giapponese.

Quando si approfondisce lo studio l’aspetto della classificazione assume un’importanza basilare, per questo non bisogna ignorare questi dettagli. Correttamente Stefano Verrina specifica nell’introduzione il metodo di classificazione impiegato nel suo testo.

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Grazie GianLuca

Le mie apparenti parole al vento, mi permetteranno (e credo non solo a me) di ampliare la ricerca e (forse) l'apprendimento di questo variegato e complicato mondo della Token.

 

Veramente grazie (per condividere con noi il vs. percorso di approccio e studio). :arigatou::arigatou:


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Figurati beta, è un piacere.

Del resto noi qui sollecitiamo sempre l’acquisto e la consultazione dei libri ma non specifichiamo bene “come” approcciarsi ai testi. Su questo tema ho alla fine deciso di preparare una relazione un po’ più approfondita, sulla base della mia esperienza sui testi in questi anni. Una relazione che proporrò al prossimo incontro on line (al quale spero tu riuscirai a partecipare). 

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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