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shimitsu masatsune

Utsuri - tra mito e realtà

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........se continuate così bisognerà rilegare il tutto e portarselo in vacanza per leggere con comodo sulla spiaggia :laugh:


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Se ci addentrassimo ancora più addietro fino all'alba della società umana potremmo dire che anche la scoperta del fuoco è stato un avvenimento fortuito nel corso dell'evoluzione della specie,tuttavia l'uomo è riuscito a carpirne le potenzialità e a sfruttarlo per una propria utilità.

Tutta la storia della tecnologia si può dire che sia cosparsa di avvenimenti fortuiti capaci però di provocare balzi in avanti epocali (basti considerare le ricerche di Fermi o la mela di Newton).E' il senso critico che ci rende capaci di apprendere dai nostri errori ed è l'immaginazione e l'intuito che ci spinge a formulare ipotesi e mutarle in tesi ed è certamente la caparbietà e la forza d'animo che rende le cose impossibili possibili.

Per quanto riguarda il livello di attenzione che un togishi presta ad una lama in base alla mia esperienza posso affermare che esso varia seguendo variabili universalmente e storicamente note (non necessariamente ascrivibil all'esclusivo campo dei "lucidatori di anime"). Essi sono : stile/scuola del togishi,capacità e competenza tecnica del togishi,fattura/pregio della della lama in questione,prestigio della lama, prestigio del committente,ed in fine ma non di ultima importanza,disponibilità economiche del committente

Continuo a ripetere di non aver mai considerato l'utsuri in termini estetici (una lama può essere bella anche se ne è priva),pur non negandoli, e di continuare a sostenere la tesi della funzionalità di quest'ultima (senza peccare di presunzione ho solo citato la mia opinione condivisa da persone del calibro di Ono Kokei,Kogan Nagayama,Honma Junji e Sumitami Masamine...Riguardo ai toni polemici fin ora non ne ho ancora trovato la benchè minima traccia).

E' il frequente riscontro dell'Utsuri (che come già assodato altro non è che un effetto dello yakiire ...anche se l'utsuri dei tosho Gendaito è diversa da quelle delle lame Koto) nelle lame Ko-Bizen,Ko-Ichimonji ecc.ecc. (l'intensità della stessa ad esempio varia dalle lame Kazu-uchimono alle chumon-uchimono, tra le lame della scuola Osafune,ad esempio, a seconda che si tratti di Bishu,Koku o Zokumyo l'utsuri mostra una lieve differenza d'intensità) che porta a non escludere una precipua intenzionalità da parte dei forgiatori Koto della Bizen den nella creazione della stessa.

Il semplice fatto che l'Utsuri fosse o meno visibile (Hataraki come il Kinsuji e l'inazuma non sono affatto visibili dopo lo shitaji-togi del tosho ma pur tuttavia egli è in grado di farli apparire in una lama a prescindere dal togi) nel periodo Kamakura non può inficiare in nessun modo la sua esistenza o il suo presunto lato pratico (Hamon del tipo midareba,hoso-suguha in nioi-guchi,Hataraki come gli uchinoke hakikake ecc.,e hada del tipo itame-nagare-Hada,masame-Hada e mokume-Hada con presenza di chikei ,per intenderci, già esistevano in Cina e in Giappone nel periodo Jokoto a prescindere dal fatto che fossero o meno visibili tramite le tecniche di togi allora disponibili).

Non ho mai sostenuto ne mai proferirò che una lama Koto sia superiore a qualsiasi tipo di lama generata successivamente al periodo storico del Koto.

E' la diversità del materiale delle lame Koto,oltre che la diversa tecnica di manifattura, (come sostiene anche Seto Yoshihiro quando dice:>) rispetto a quelle Shinto,Shinshinto e Gendaito che le rende semplicemente diverse (non necessariamente peggiori o migliori).E' la differente consistenza del materiale (jigane) la scintilla che ha portato a pensare all'Utsuri in termini pratici (per inciso la tesi della presunta superiorità delle lame Koto nei confronti di quelle Shinto o Shinshinto,non mi riguarda minimamente poichè sono abituato per natura a dubitare, esso è più un aspetto diffusosi "in primis" nel ristretto circolo di togishi e conoscitori Giapponesi ).

Modificato: da shimitsu masatsune

La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Lucidatori di anime! Che bel termine, da dove proviene questa definizione, ha origini nipponiche? Se è sì come si dice in Giappo? Bello comunque...molto poetico. :arigatou:

Lo so che non attribuisci arbitrariamente più valore al koto che allo shinto, non c'è bisogno di ribadirlo, un approccioccio disincantato è decisamente quello più indicato per uno studioso. :ok:

Interessante questa affermazione sulle diverse intensità, si rileva veramente una tale regolarità come come la descrivi? Puoi approfondire?

Giustissimo dire che alcuni hataraki esistono a prescindere dalla loro rilevabilità nell'epoca della creazione, trovo tuttavia importante stabilire con più precisione quali aspetti siano originati da un preciso intento estetico e quali invece siano piuttosto la naturale conseguenza di un determinato processo di forgiatura e tempera consolidati quali tecnica comune per una determinata scuola ed epoca.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Lucidatori di anime! Che bel termine, da dove proviene questa definizione, ha origini nipponiche?

Il termine altro non è che una citazione di un brano del libro "Musashi" di Eiji Yoshikawa;mi dispiace ma non conosco l'equivalente nipponico.

Il termine "anima della spada" ha origini antiche e compare frequentemente nei manuali del periodo Edo in cui si invogliava il togishi a far trasparire per l'appunto la vera anima di una spada (riferendosi alla potenziale bellezza di una spada; jihada,hamon,sugata e jigane nel loro insieme... credo :gocciolone: ).

Riguardo all'argomento sollevato sul preciso aspetto estetico o funzionale in una toshin non credo ,che almeno in parte, si debba fare per forza di cose delle distinzioni tra aspetto estetico o aspetto pratico.

E' vero che è bello ,dunque estetico,trovare hataraki come gli ashi in un hamon di tipo suguha, ma gli ashi o yo hanno anche ,anzi soprattutto, una funzione pratica...E' vero che hamon come il kiku-sui (Shinto) sono puramente estetici ma credo anche che si debba considerare il tutto possibilmente senza necessariamente slegarlo dal contesto storico.

Il sori del periodo Heian,ad esempio, e il sugata della Dojijiri di Yasutsuna sono tutt'oggi universalmente ammirati per la loro bellezza ed eleganza,ma non si possono ignorare,a mio avviso, i fattori pratici che vi si nascondono .

Intorno alla spada giapponese si cela un universo (come in ogni cosa del resto),ed è molto facile secondo la mia inesperta opinione cadere in errore e avere ragione al medesimo tempo. :arigatou:

 

DOJIGIRI

(meito Hoki Yasutsuna (kokuho),periodo Heian)

Doji_giri_yasutsuna.JPG

Modificato: da shimitsu masatsune

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ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Non è tanto la distinzione tra aspetti estetici ed aspetti funzionali, la particolarità della bijutsu token risiede proprio nel rapporto simbiotico dei due aspetti che risultano a parer mio inscindibili l'uno dall'altro.

Il concetto di anima della spada fa riferimento a tanti aspetti tra cui certamente quello che tu hai citato; è sicuramente collegabile anche ad una sorta di partecipazione divina o trascendente nella sua creazione, il contrubuto dello shinto in questo senso assume un ruolo determinante nella misura in cui le capacità del tosho si fondono a leggi della natura dominate secondo il credo Shinto da divinità ancestrali.

Sotto questo punto di vista esiste quindi una relazione collaborativa nell'accedere al risultato tra le capacità umane e la meravigliosa autonoma azione delle forze fisiche, il risultato di bellezza non è quindi dovuto unicamente all'uomo ma più verosimilmente all'uomo ed alle leggi della materia insieme, il piacere che procura alla vista una lama giapponese è quindi in parte dovuto alla capacità intrinseche dell'acciaio, alcune formazioni hanno quindi origine maggiormente nella fisica degli elementi piuttosto che nella creatività del tosho


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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durante la forgia lu fucina diventa uno shintai, ovvero il luogo dove dimora o risiede il kami...

la spada è anchessa uno shintai,

nel phanteon shinto NARUKAMI, la divinità del tuono, protettore dei fabbricanti di frecce ha come suo "shintai ufficiale" una spada,

mi informo meglio sul kami protettore dei togishi?? :gocciolone::gocciolone:

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Vero.

Potremmo disquisire per ore sulla presenza o meno di un "Kami" in una To-Ken ma sarebbe forviante :gocciolone: (Yoshihara O-Sensei Sama ad esempio non crede nella presenza di un Kami all'interno delle Nihon-to...)Come ho già detto il termine "anima della spada" è molto antico,mi sono soffermato su quello inerente al togi poichè era quello più adatto in quella circostanza :arigatou: .

Credo che ,a prescindere delle tesi mitologiche/animistico-religiose,la capacità tecnico/artistica del "Tosho" risieda nel dominare gli elementi (Chi,Mizu,Hi) ,non esserne vittima,fino ad entrare in armonia con essi e attraverso l'esperienza sensitiva ,oltre che quella mutuata attraverso la tradizione degli antenati, riuscire a trasmettere in un semplice pezzo di acciaio tutta la propria arte. :arigatou:

Modificato: da shimitsu masatsune

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ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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E' quasi la mia visione Shimi, forse sottilmente e personalmente correggerei con "realizzare un oggetto in cui la sua arte è perfettamente fusa con l'arte della natura delle cose in maniera tale da far risultare l'interazione dei due elementi quasi inseparabile"

Sì generalmente non trovo sia necessario avere posizioni fideistico-religiose per apprezzare la bellezza di una lama (sebbene non vi trovi nulla di male), l'attribuzione di una partecipazione divina è però indicatore di quanto la sola azione del tosho risulti vana se non abbinata alle capacità fisiche intrinseche del metallo.

In quest'ottica uno studioso può sforzarsi di comprendere quale sia l'azione naturale e l'azione umana la cui combinazione produce tanta bellezza. Non sono assolutamente daccordo per esempio su assunti che tendono ad attribuire una funzionalità fisica a tutti gli hataraki indistintamente, sopratutto ho parecchie perplessità sugli hataraki che originano dal tessuto , come i chikei. Non ho problemi ad attribuire ad ashi, choji e nioi guchi un intento funzionale purchè sia chiaro che tali creazioni hanno origine sulla base dell'esperienza pratica e non di una progettazione a priori. Tendo a dubitare fortemente sulla funzionalità di kinsuji, chikei, inazuma e utsuri ai quali attribuisco il valore di una conseguenza fisica naturale dovuta ad una determinata tecnica di produzione nonchè all'utilizzo di un determinato materiale. Questi ultimi potrebbero quindi anche essere visti come il "contributo dei kami". Ecco. :arigatou:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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concordo con te ken,

non volevo "ficcarci dentro" lo shinto per forza :gocciolone::gocciolone:

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Sì generalmente non trovo sia necessario avere posizioni fideistico-religiose per apprezzare la bellezza di una lama ...

 

...Dipende dal metodo e dal come ci si accosta all'argomento,generalmente sono dell'opinione (non necessariamente le seguenti parole indicano una mia chiusura mentale) :>. :arigatou:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

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Vero, ma la sola via è quella che hai già seguito, non quella ancora da percorrere... :arigatou:


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Se ci addentrassimo ancora più addietro fino all'alba della società umana potremmo dire che anche la scoperta del fuoco è stato un avvenimento fortuito nel corso dell'evoluzione della specie,tuttavia l'uomo è riuscito a carpirne le potenzialità e a sfruttarlo per una propria utilità.

Tutta la storia della tecnologia si può dire che sia cosparsa di avvenimenti fortuiti capaci però di provocare balzi in avanti epocali (basti considerare le ricerche di Fermi o la mela di Newton).E' il senso critico che ci rende capaci di apprendere dai nostri errori ed è l'immaginazione e l'intuito che ci spinge a formulare ipotesi e mutarle in tesi ed è certamente la caparbietà e la forza d'animo che rende le cose impossibili possibili.

 

 

Non è tanto la distinzione tra aspetti estetici ed aspetti funzionali, la particolarità della bijutsu token risiede proprio nel rapporto simbiotico dei due aspetti che risultano a parer mio inscindibili l'uno dall'altro.

Il concetto di anima della spada fa riferimento a tanti aspetti tra cui certamente quello che tu hai citato; è sicuramente collegabile anche ad una sorta di partecipazione divina o trascendente nella sua creazione, il contrubuto dello shinto in questo senso assume un ruolo determinante nella misura in cui le capacità del tosho si fondono a leggi della natura dominate secondo il credo Shinto da divinità ancestrali.

Sotto questo punto di vista esiste quindi una relazione collaborativa nell'accedere al risultato tra le capacità umane e la meravigliosa autonoma azione delle forze fisiche, il risultato di bellezza non è quindi dovuto unicamente all'uomo ma più verosimilmente all'uomo ed alle leggi della materia insieme, il piacere che procura alla vista una lama giapponese è quindi in parte dovuto alla capacità intrinseche dell'acciaio, alcune formazioni hanno quindi origine maggiormente nella fisica degli elementi piuttosto che nella creatività del tosho

 

Mi sono sentito di sottolineare questi che sono i passi che mi hanno interessanto di più...

 

Per quanto riguarda l'utsuri credo quindi che sia più che un aspetto ricercato appositamente per fini pratici, sia una particolarità appresa quasi per caso da qualche Kaji che la ha ritenuta valida e utile per qualche motivo e ha deciso quindi di tramandarla.

In pratica:

Un giorno qualche forgiatore a Bizen aveva voglia di provare qualcosa di nuovo e si è inventato qualche strano modo di temprare... ma toh! :blink: mi son saltati fuori due hamon!

Dopo è probabile che abbia fatto delle prove e si è reso conto di una particolare resistenza, oppure di una particolare flessibilità oppure semplicemente è piaciuta particolarmente al samurai sborone di turno che la ha comprata per tirarsela con gli amici :samurai: o a qualche nobile particolarmente sensibile all'estetica.

Fatto sta che il forgiatore è stato contento della sua scoperta e ha deciso che valeva la pena di tramandare la sua tecnica ai suoi allievi.

Il samurai sborone di prima e il nobile esteta hanno passato la voce in giro: " A bizen fanno delle lame fantastiche!" "a Bizen fanno i doppio hamon!" "quel kaji mi ha fatto una spada che ha resistito a mille battaglie!" e via così, tanto che lo stile di Bizen interessa anche le altre tradizioni fino ad allora più difuse, come quella Yamashiro e Yamato.

Quindi probabilmente, un pò per moda, un pò per effettiva valenza pratica la tradizione si è affermata ed è giunta fino a noi.

Come diceva Ken, in un oggetto come la spada, non è solo la valenza pratica o la sola estetica a rendere la bellezza di una lama, ma è più il valore artistico di una grande tradizione di artigianato, di antiche credenze popolari che vengono tramandate e di grandi ideali che un oggetto rappresenta per una cultura.



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In Giappone inoltre c'è sempre stata una sensibilità estetica straordinaria, anche in periodi di guerra.

Non forziamo quindi la ricerca di motivazioni pratiche a tutti i costi: sono convinto che l'eleganza e il bilanciamento delle qualità visive di una spada siano spesso da ricercare anche solo nella bellezza che viene trasmessa dalla stessa.


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Non forziamo quindi la ricerca di motivazioni pratiche a tutti i costi

 

Giusto.

Esistono diversi punti di vista e non sempre la tesi della simbiosi dell'aspetto pratico/estetico di una spada è seguita;Giappone incluso.

Come illustre testimonianza riporto le seguenti parole che sono tratte da un'intervista all'O Sensei Sama Kokan Nagayama (Ningen Kokuho)

 

If misunderstood, it will be troubled, but I do not say, "Make arms nowadays". The Japanese sword was born as arms and has progressed...The Gendai-to was caught by the idea of making a work of art, too much. Therefore, it has lapsed into the too strict sword making by extension of a Shin-Shin-to[/i]>>

Modificato: da shimitsu masatsune

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Un giorno qualche forgiatore a Bizen ...

Il tuo simpatico modo di sintetizzare l'evoluzione dell'utsuri mi piace ed è effettivamente il sistema più chiaro per comprendere. Utilizzando quindi il tuo stesso schema ti do quella che invece vedo come più plausibile ipotesi correggendo di un pochino la tua.

C'era una volta un forgiatore che preparava lame per samurai, notando che molte lame sue e dei suoi colleghi tornavano a casa spezzate o incrinate lungo lo habuchi dopo un conflitto, decise di sperimentare una nuova tecnica di yakiire nella quale il passaggio da perlite a martensite fosse meno drastico (ovviamente non conosceva questi termini ma sapeva benissimo che un veloce raffreddamento dava l'hamon ed uno più lendo dava il jihada) si pose l'obiettivo di procurare una trasizione meno drastica ed utilizzò quindi una tecnica di tempera che permetteva alle zone sopra lo habuci di raffreddarsi un maniera "intermedia". Scoprì che le lame erano gradite ai samurai perchè resistevano bene, qualcuno addirittura sosteneva di aver scorto sulla lama uno strano effetto di ombra dello hamon, ma non era chiaro ancora se questo vi fosse o meno, col tempo e con l'esperienza si cominciò a ritrovare una certa regolarità tra questa tenue ombreggiatura e la nuova tecnica applicata deducendo quindi che tale ombra (ancora confusa e poco visibile vista la tecnica di politura del tempo) fosse indicatore di una buona qualità della tempera. Col tempo e con lo sviluppo progressivo delle tecniche di politura le lame di quelle scuole che facevano utsuri vennero identificate proprio con l'utsuri stesso nelle sue varie forme e particolarità. Presumibilimente e paradossalmente la possibilità di vedere chiaramente l'utsuri si è realizzata pienamente in epoche in cui tale pratica era ormai estinta in quanto non ritenuta più utile. Con il miglioramento delle tecniche di politura le doti estetiche delle Bizen si sono evidenziate e ciò che era un semplice indicatore di buona forgiatura comunciò a manifestare una particolare bellezza, oltre che conseguenza di uno yaki-ire l'utsuri diventò quindi apprezzato elemento di bellezza ed oggetto di ricerca oggigiorno proprio per quest'ultima caratteristica.

 

"Non forziamo quindi la ricerca di motivazioni pratiche a tutti i costi" grazie Giuseppe, è anche il mio pensiero. :arigatou:

Modificato: da Kentozazen

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Esiste una antica leggenda molto simile che riguarda Amakuni...


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Davvero? Racconta please.


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