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Hamon e yaki-ire

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Sicuramente almeno la pastella rossa è fatta a partire da una polvere regolarmente acquistabile.

Ricordo infatti che Yoshindo l'ha preparata a partire da una confezione in plastica etichettata e sigillata che ha aperto sul momento (tra l' altro con una certa difficoltà)...

 

non credo fosse confezionata e pronta (cioè un prodotto in serie)...credo forse che si trattasse di un preparato confezionato in precedenza da yoshindo stesso :vecchiocinese:


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non credo fosse confezionata e pronta (cioè un prodotto in serie)...credo forse che si trattasse di un preparato confezionato in precedenza da yoshindo stesso :vecchiocinese:

 

Questo perchè l'impasto varia da spadaio a spadaio e da scuola a scuola e aggiungerei anche da epoca ad epoca (si dice,ad esempio,che nei tempi antichi una delle argille migliori per lo tsuchioki fosse quella del monte Inaba nel distretto di Fushimi vicino Kyoto).

Prima di addentrarci ulteriormente nel discorso bisognerebbe fare delle distinzioni circa gli impasti ed il loro utilizzo.

I due impasti (rosso e grigio nel caso di Yoshihara) come assodato hanno compiti differenti.

La componente essenziale per un buon Yaki-ire è lo Yakiba-tsuchi,ossia l'impasto grigio

Durante lo Yaki-ire l'argilla indurisce ed allo stesso tempo aderisce fermamente alla lama,di conseguenz uno yakiba-tsuchi di qualità durante la lavorazione dovrebbe rimanere attaccato alla lama..

Lo spessore dello Yakiba-tsuchi determinerà la temperatura a cui verrà sottoposto il tagliente durante l'operazione dello yakiire.

Generalmente la percentuale di polvere di pietra Omura è maggiore rispetto a quella dell'argilla nell'impasto per lo yakiba-tsuchi poichè minimizza lo sforzo di compressione dell'argilla stessa durante l'essiccazione a cui vine sottoposta durante il riscaldamento della lama ,aumentando dunque le probabilità di successo dello yakiire.

D'altro canto la cenere di paglia di riso contenuta nell'impasto (o la polvere di carbone,a seconda delle ricette) viene bruciata via ,prima dell'immersione nella vasca dell'acqua, dal cuore dell'impasto dello yakiba-tsuchi producendo delle micro cavità all'interno dell'impasto stesso.

Queste numerose micro-cellette producono ,internamente allo strato refrattario ,minuscole bolle di vapore che durante la tempra selettiva aumentano il tasso di raffreddamento.

Gli spadai che seguono la Soshu-den ad esempio ,sempre per ricollegarci al discorso delle differenze nell'impasto,per ottenere l'hamon in nie-deki Soshu adottano nello yakiba-tsuchi polvere di ossido di ferro in modo tale che l'area che interessa il tagliente subisca uno stress minore rispetto a quello che ci potrebbe essere per una lama Bizen ( pur venendo temprata a temperature più alte che nella Bizen-den).

Se la qualità dell'hamon è data dalla ricetta impiegata per lo tsuchi-oki e dalla temperatura raggiunta dalla lama durante lo Yakiire stesso, il disegno dell'hamon è dato dall' tsuchi-tori.

 

prima_stesura.JPG

 

tsuchitori.JPG

 

Esistono due specie di Tsuchi-tori (lo tsuchitori è la tecnica con la quale si spalma l'argilla sul tagliente).

In entrambi i procedimenti di stesura,un sottile strato base coprente è applicato per primo (vedi figura sopra).

Il primo metodo di tsuchi-tori detto metodo " in positivo" lascia un più spesso strato di argilla nell'area dell'hamon ricoprendo in un secondo momento il primo strato di argilla adottando un pennello.

Nel secondo metodo detto "in negativo" si produce uno strato più spesso eliminando la copertura base di argilla con una spatola.

Yoshihara per realizzare il Saka-choji-midare ad esempio si è avvalso del metodo "in negativo".

E' doveroso aggiungere che il metodo "in negativo" è la procedura più complessa da seguire e richiede un alto livello di maestria perchè lo yakiire abbia successo.

Il metodo "in negativo" consente una dinamicità nel disegno dello yakiba altrimenti non ottenibile. :arigatou:

 

P.S.: Tsuchitori A da sinistra verso destra = metodo "in positivo",Tsuchitori B sempre da sinistra verso destra =metodo "in negativo"

Modificato: da shimitsu masatsune

La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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shimi....se tu non ci fossi....bisognerebbe inventarti!! :ok:

preziose informazioni!!


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Non esageriamo :gocciolone:


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Su Yoshihara però devo contraddirti, il maestro ha usato una variante che oserei definire a mezzo tra negativo e positivo:

ha passato la prima argilla solo sulla parte del tagliente e poi ha steso la argilla rossa sulla parte rimanente che era ancora vuota.

Con la spatola ha solo steso gli ashi e puntinato un pò per creare degli yo.



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Esatto Yama. :ok:

Anche io ricordo bene la procedura ed è esattamente come hai descritto.

Yaki_ire.jpg

Nella foto potete vedere dopo lo yaki-ire come un tipo di argilla (la scura) solo sul tagliente e la rossa sil ji e poi viene giù sul tagliente


Budo

______________________________________

Se c'è qualcosa che manca ai samurai, questa è la paura.

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Credo che in precedenza non mi sia espresso bene e sin d'ora chiedo scusa per questo... :sad:

Come nella figura da me postata e così come nei video che eventualmente (spero grazie al tuo aiuto :gocciolone: ) potrei mettere a disposizione si può certamente evincere che Yoshihara abbia usato il secondo metodo,quello più elaborato e complesso.

Infatti Il primo strato di Yakiba-tsuchi (l'argilla grigia) viene sempre e solo spalmato lungo il tagliente (le due misture infatti pur avendo ingredienti comuni non vanno mescolate),nell'area dove si formerà l'hamon.

Successivamente ,nel metodo "in negativo",con una spatola si rimuove l'eccesso ma senza rimuoverlo del tutto per lasciare solo una sottile patina.

L'impasto rosso e che va a coprire spesso e volentieri anche il ji ha lo scopo di far raggiungere alle aree che non interessino l'hamon,durante lo yakiire,un tasso di raffreddamento più basso rispetto a quelle per il tagliente.

Gli ashi quindi essendo secondo me composti da nie per forza di cose devono essere realizzati con l'impasto rosso proprio perchè questo favorisce un tasso di raffreddamento meno rapido rispetto a quello necessario per i nioi,permettendo alla porzione di lama dove si svilupperanno i nie di conservare appunto una certa temperatura prima del totale raffreddamento . :arigatou:

Modificato: da shimitsu masatsune

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Il Maestro dopo aver steso l'argilla sul tagliente l'ha fatta seccare e poi ha messo quella rossa o quest'ultima l'ha stesa quando la prima era ancora fresca?

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se non sbaglio non l'ha fatta seccare, ha fatto tutto con estrema cura e precisione, spada per spada...


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Esatto! Non l'ha fatta seccare, ma dopo averle date tutte e due le ha sciugate sul fuoco e poi fatte seccare, dopo ha cominciato lo yaki-ire

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Si, non solo. Quando Yoshindo lavora nel suo laboratorio, durante la preparazione dell'argilla e la successiva "spalmata" sulla lama utilizza un vaporizzatore diretto sull'area di lavoro.

Modificato: da Budo

Budo

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Secondo me i due impasti sono bene o male uguali e il colore serve solamente a poter vedere bene cosa si sta "disegnando". L'impasto grigio è molto più liquido e permette di essere spalmato in una superficie molto sottile; la pastella rossa è invece più densa e protegge completamente il ferro. A tal proposito infatti YY disse che non c'è uno spessore "massimo" che questa pastella deve avere: da un certo spessore in su la protezione alla tempra è totale e quindi non è più rilevante.


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Kapp dice che i nie si formano a temperatura più alta rispetto ai nioi. Non sono convinto che vi sia un diretta relazione tra ashi e nie, come si fa a definire un ashi per la sua natura cristallina quando si tratta di una forma definita dallo habuchi che però non è lo habuchi in se stesso? Spiegatemi. :arigatou:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Kapp dice che i nie si formano a temperatura più alta rispetto ai nioi. Non sono convinto che vi sia un diretta relazione tra ashi e nie, come si fa a definire un ashi per la sua natura cristallina quando si tratta di una forma definita dallo habuchi che però non è lo habuchi in se stesso? Spiegatemi. :arigatou:

 

Non lo dice solo Kapp che i nie si formano a temperatura alta,il fatto è che lo dico anch'io quando ho riposato abbastanza...

 

Il fatto è che i Ji-nie sono presenti ovunque (ciò implica necessariamente che la lama sia stata temprata ad alte temperature,una certa qualità dei materiali ed una buona dose di maestria esercitata durante lo yaki-ire stesso...

 

Le spade in Bizen-den hanno un jigane relativamente morbido e l'hamon è in nioi-deki questo ovviamente perchè vengono lavorate a temperature relativamente basse rispetto a quelle nella Soshu-den.

Il Jigane Soshu è relativamente duro e l'hada è mokume,l'hamon è in nie-deki e il jitetsu è letteralmente cosparso di ji-nie, ogni genere di hataraki relativo ai nie è visibile e soprattutto particolarmente frequente (attività come kinsuji,inazuma,chikei ecc. anche se visibili in altre den nella Soshu-den raggiungono dimensioni maggiori) proprio perchè vengono lavorate a temperature più alte.

 

Tentiamo di pervenire insieme ad una soluzione,ma se non vi disturba piano pianino altrimenti nella fretta di scrivere dico stupidaggini che poi dimentico di aver scritto e non correggo più :gocciolone:

e' appurato che gni hamon (sia che si tratti di una lama in nioi-deki che in nie-deki) è composto sia da nie che da nioi.

L'habuchi non è forse il bordo che si viene a trovare tra ji è hamon e di conseguenza l'hamon non è forse il bordo tra ji e ha?

La linea di contorno dell'hamon quindi non è composta forse da nie?

Gli ashi si trovano all'iterno dell'hamon e non avendo rapporti col ji non vengono forse considerati hataraki relativi all'hamon ?

Sato Kanzan definisce gli ashi di natura martensitica come i nioi ,ma anche i nie stando alla metallurgia occidentale sono cristalli di natura martensitica del resto, infatti a cambiare è la sola dimensione,e allora che si fa?

La pasta grigia (yakiba-tsuchi) viene spalmata per prima lungo la parte dove andrà a formarsi l'hamon,in un secondo momento quella rossa (tsuchitori) lunga la rimanente di spada rimasta (solo in un terzo momento la pasta rossa verrà usata per la creazione degli ashi).

I nie non si vengono a creare dopo lo yaki-ire tra la pasta grigia e quella rossa,così come pure gli ashi?... (per ulteriori considerazioni in merito alle lame in nie-deki bisognerebbe ritornare,come appurato dalla conferenza a Firenze addirittura allo stadio dello tsumiwakashi)

La mia considerazione partiva anche da lì oltre che dalla constatazione di una palese differenza tra gli ashi e i nioi ed una relativa macroscopica somiglianza tra i nie e gli ashi stessi...

In ogni caso il Sensei Yoshihara mi ha invitato personalmente a scrivergli (cosa che non ho ancora fatto e stavo appunto accingendomi a fare) qualora ci fossero domande sarei lieto di fungere da intermediario :arigatou: .

Modificato: da shimitsu masatsune

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che io sappia l'impasto nero è fatto da polvere di carbone, polvere arenaria/mattoni (serve a impedire che l'impasto si screpoli con il calore), e argilla. Il carbone non serve a lasciare microporosità ma ad eseguire un rudimentale trattamento di carbocementazione, per indurire il filo e migliorarne l'affilatura. L'hamon infatti è visibile per la differenza di percentuale di carbonio tra filo e parte superiore e la differenza di strutura cristallina(martensite per il filo e perlite lamellare per il resto). il rattamento di rinvenimento è eseguibile tramite il colore della lama...trattandosi di un rinvenimento di 4° stadio(rinvenimento totale) la temperatura deve essere tra i 600-650 gradi Celsius, visibili quando la lama da color bruno diventa rosso molto scuro,quasi impercettibile. Dal rinvenimento la perlite presente nell'acciao si trasfonma in sorbite, che presenta il miglior compromesso fra caratteristiche meccaniche e resistenza agli urti.

 

Ho personalmente eseguito svariati trattamenti termici. Spero di essere stato di aiuto. Correggetemi se ho sbagliato qualcosa. Sarò lieto di imparare

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Giuseppe ciao.

 

Gli impasti hanno tante varianti e fondalmentalmente servono per un mero effetto refrattario.

Non credo che il carbone habbia lo scopo di produrre carbocementazione, nel tal caso essa avverrebbe solo a livello superficiale, una volte trattate le lame vengono polite con levigature molto profonde che renderebbero inutile un tale trattamento in superficie.

La visibilità dello hamon non è data da un aumento percentuale di carbonio (la percentuale non varia) , piuttosto il carbonio di lega in strutture differenti (appunto struttura perlitica e martensitica). Per quanto concerne il rinvenimento mi risulta che esso sia usualmente praticato intorno ai 400/450 gradi il che lo inquadrerebbe al 3° stadio, infatti numerosi indagini sulla struttura del jigane individuano la presenza di bainite e trostite diffuse.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Grazie mille delle informazioni. ma la bainite non rende scabroso l'acciaio? Nelle lavorazioni industriali quando si ottiene la bainite solitamente di butta via il pezzo o lo si rimanda in fonderia per riciclarlo perchè è la struttura con le peggiori caratteristiche meccaniche. Mi piacerebbe molto apprendere affondo l'arte della forgiatura di una originale katana, per ora utilizzo le mie conoscenze puramente accademiche.

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C'è sempre un pò di confusione tra i termini specifici dello stadio cristallino del Ferro, dovuti anche a traduzioni dall'inglese approssimative.

Giuseppe se riesci a trovare uno schema o una tabella affidabile che li riassuma coerentemente ci faresti un favore.

 

Comunque sia, bisogna accettare che la forgiatura rientra nel campo empirico e nel nostro caso artistico, quindi bisogna accettare che malgrado alcune formazioni possano essere meglio di altre, la pratica si basa su altri principi, empirici, ma duramente comprovati dalla pratica.

 

Quanto allo tsuchioki, innanzitutto bisogna dire che quasi sempre vengono utilizzati due composti diversi, uno con il quale si copre tutta la lama, scuro, a base di carbone e argilla e uno con il quale si lascia scoperto il filo, più refrattario, di colore rosso e a base di polvere di mattone.

Almeno questo è quello che ho visto dal maestro Yoshihara, altri maestri usano composti che dal colore e dalle caratteristiche sembrano semplice argilla, altri più scuri.

Anche nella stesura, si possono usare diverse tecniche, per aggiunta, per sottrazione etc,etc.



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