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Shinmen Takezo

Kuroda Tetsuzan Sensei

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Sono certo che qualcuno di voi conoscerà il M° Kuroda, ultimo esponente di una famiglia di apprezzati budoka praticanti lo stile della propria famiglia. Infatti, il Maestro pratica lo stile Komagawa kayshin ryu di kenjutsu e il Tamiya ryu di iaijutsu, oltre ad uno stile di jujutsu anch'esso proprio della famiglia, i quali fanno complessivamente parte delle cosiddette koryu.

Mi fa piacere di mettere a disposizione dei frequentatori di questo forum la traduzione in italiano di una sua intervista pubblicata su "Aikidojurnal" nel 1993 dalla quale traspare la concezione di questo adepto sulle discipline di combattimento, che io, dal basso della mia piccola pratica (che pure dura da oltre trentanni), ampiamente condivido. Sarebbe bello che costituisse lo spunto per una discussione.

Intervista_estate_1993.doc


"Il cuore che mai si distrugge,

neanche se bruciato dalle fiamme

o schiacciato da una roccia,

è il vero cuore,

il maestro da cui dipendo"

(Kozumi Isenokami)

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veramente interessante grazie shinmen :arigatou:

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avevo gia visto serie di video su sky tempo fa.... trattavano diverse "arti marziali"

per alcune cose (compreso quella specie di buffone che parla) rimagno perplesso...

 

mi trovo concorde invece sulle idee relative ai kata espresse nell'intrevista

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avevo gia visto serie di video su sky tempo fa.... trattavano diverse "arti marziali"

per alcune cose (compreso quella specie di buffone che parla) rimagno perplesso...

 

Più che altro come può un programma sulle arti marziali chiamarsi "Mind Body & Kickass Moves" ? :gocciolone:

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su sky si chiamava mente corpo & mosse da paura.... era meglio che vedere ace ventura l'acchiappa animali....

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avevo gia visto serie di video su sky tempo fa.... trattavano diverse "arti marziali"

per alcune cose (compreso quella specie di buffone che parla) rimagno perplesso...

 

mi trovo concorde invece sulle idee relative ai kata espresse nell'intrevista

 

Direi più di qualcuna...anche in area giapponese


image665.jpg

image634.jpg

image719.jpg

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Ho praticato per alcuni anni lo stile del Maestro Kuroda, che è molto peculiare; prevede, ad esempio di allenare il suburi con le braccia completamente stese (ma non rigide).

Secondo qualcuno, la continua ripetizione dell'esercizio condotto in questo modo potrebbe produrre una stimolazione abnorme del complesso sistema ghiandolare posto sotto le ascelle, la quale a sua volta determinerebbe lo sviluppo delle qualità "chiaroveggenti" di cui parla Kuroda.

A prescindere dal possibile riscontro di queste teorie, resta il fatto che la ricerca nello sviluppo del ki, o, comunque, di fattori extra-corporei, i quali se correttamente coltivati possono progredire indipendentemente dall'età del praticante, è di gran lunga preferibile alla acquisizione di capacità tecnico-atletiche, necessariamente destinate a decadere col passare del tempo.

Questo è il motivo per cui, personalmente, trovo del tutto irrilevante cercare di stabilire oggettivamente quale sia il miglior metodo "marziale" in termini di efficacia; mi sembra, invece, assolutamente determinante comprendere che ciò che consente reali progressi nella pratica di queste discipline sia la ricerca di una forma di integrazione psico-fisica che può essere adattata a qualunque metodo o stile si pratichi.

Ho assistito, per esempio, a sedute di allenamento di kendo condotte da maestri ultraottantenni, con difficoltà di movimento (dovute all'età avanzata) tali da dover essere aiutati per annodare i legacci dell'armatura ed essere accompagnati sull'area di pratica. Una volta impugnato lo shinai ed assunta la posizione di guardia, però, diventavano assolutamente intoccabili. E non perché acquistassero una improvvisa agilità, anzi rimanevano il più delle volte completamente fermi e pressavano l'avversario invisibilmente col proprio ki. Esistono anche diversi resoconti di combattimenti condotti in questo modo.

Questa è la mia idea di Budo.


"Il cuore che mai si distrugge,

neanche se bruciato dalle fiamme

o schiacciato da una roccia,

è il vero cuore,

il maestro da cui dipendo"

(Kozumi Isenokami)

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benkei se ti riferisci a il tipo che taglia le frecci al volo è meglio non sapere cosa dicono alcuni insegnati nipponici..... poi ci sono sempre i mestri ninja.... :brooding::brooding:

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Questo è il motivo per cui, personalmente, mi pare del tutto irrilevante cercare di stabilire oggettivamente quale sia il miglior metodo "marziale" in termini di efficacia; mi sembra, invece, assolutamente determinante comprendere che ciò che consente reali progressi nella pratica di queste discipline sia la ricerca di una forma di integrazione psico-fisica che può essere adattata a qualunque metodo o stile si pratichi.

Ho assistito, per esempio, a sedute di allenamento di kendo condotte da maestri ultraottantenni, con difficoltà di movimento (dovute all'età avanzata) tali da dover essere aiutati per annodare i legacci dell'armatura ed essere accompagnati sull'area di pratica. Una volta impugnato lo shinai ed assunta la posizione di guardia, però, diventavano assolutamente intoccabili. E non perché acquistassero una improvvisa agilità, anzi rimanevano il più delle volte completamente fermi e pressavano l'avversario invisibilmente col proprio ki. Esistono anche diversi resoconti di combattimenti condotti in questo modo.

Questa è la mia idea di Budo.

 

ecco, questo significa cogliere il DO!!!


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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shinmen concordo con te, ho visto anche io cose simili

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Aggiungo ancora qualcosa prendendo un brano da un articolo apparso liberamente sul sito www.tokitsu.com

 

 

"Questo è un racconto di Ogawa Chutaro 9° dan di Kendo che assisté ad un incontro definito storico”

 

“Quando avevo ventisette anni ho assistito al BUTOKUDEN di Kyoto ad un combattimento tra due celebri maestri: Takano Sazaburo e Naito Takaharu” I migliori maestri di Kendo dell'epoca ritenevano questi due maestri tra i più grandi dell'era moderna, e consideravano come impossibile di eguagliarli nelle condizioni attuali.

“Le punte degli shinai dei due maestri si toccavano appena. Tutti e due si misero subito in Chudan.

Dopo di che il maestro Takano, salutò leggermente e prese la guardia Jodan, sollevando il suo shinai sopra la testa. Questa guardia Jodan era magnifica⿦. Il maestro Naito mantenne il suo shinai in Chudan, puntandolo verso gli occhi del suo avversario.

Da questa posizione continuava a lanciare potentemente il suo KI offensivo, e similmente anche il maestro Takano emetteva il suo Ki mantenendo la guardia Jodan.

Gli spettatori non fiatavano neppure e nella sala c'era un silenzio assoluto, interrotto solamente dai potenti Ki dei due contendenti. Il combattimento si svolgeva sileziosamente.

Passarono prima trenta secondi⿦, poi un minuto⿦nessuno dei due si muoveva.

Tutto d'un tratto con un gran rumore secco, lo shinai del maestro Takano colpì il KOTE del maestro Naito, che restò immobile, senza essere per nulla scosso dal colpo subito.

Il maestro Takano riprese la guardia Jodan, il maestro Naito continuò a restare in Chudan.

Dopo aver fatto la finta di colpire Kote, il maestro Takano colpì MEN, poi continuò a colpire per altre cinque volte il maestro Naito alla testa ed al polso.

Ogni volta il rumore dei colpi risuonavano secchi nella sala, ma il maestro Naito rimaneva imperturbabile, come se gli attacchi del maestro Takano non esistessero neppure.

Un attimo dopo l'arbitro arrestò il combattimento, i due maestri si separarono.

Il maestro Naito non aveva dato neppure un colpo”.

 

Questa è la descrizione di un combattimento modello, eseguito dai due più grandi maestri dell'Epoca dove il maestro Takano ha colpito ripetutamente per cinque volte il maestro Naito alla testa ed al polso, mentre quest'ultimo non ha effettuato alcun attacco.

Perciò, apparentemente, Takano avrebbe dovuto largamente riportare la vittoria.

Continuiamo la lettura del racconto di Ogawa:

 

“Durante questo combattimento, ogni volta che il maestro Nakano voleva colpire il polso o la testa, il maestro Naito proiettava il suo KI. Se il maestro Takano avesse colpito dopo aver messo il maestro Naito in una situazione difensiva con la proiezione della sua volontà d'attacco, questi colpi sarebbero stati validi. Ma ogni volta che il maestro Takano ha voluto attaccare, il maestro Naito ha annullato il KI d'attacco del maestro Takano con il suo KI.

Per questo motivo tutti i colpi di quest'ultimo sono stati annullati, benchè avessero ben colpito l'avversario. Non c'era alcun vuoto nella guardia, né nello spirito del maestro Naito.

Il maestro Takano ha colpito là dove non esisteva il vuoto. Ha semplicemente colpito ed il colpo ha semplicemente toccato, è tutto.

Se si colpisce a proprio piacimento, senza poter creare un vuoto nell'avversario, questo colpo non ha efficacia e non costituisce un vero colpo. Nello stesso modo, se si colpisce nel momento che non si deve colpire - è il caso di questo combattimento- è colui che ha colpito che ha perso in qualità. Questo è un punto difficile del Kendo

 

 

Ogawa cita un commento di Sosuke Nakano 10°dan.

 

“Il combattimento tra Naito e Takano è stato il combattimento del KIAI e della tecnica.

Takano ha eseguito il suo combattimento con la tecnica, mentre Naito ha combattuto con il KI.

E' stato un combattimento modello magnifico, al di la di tutte le descrizioni,

Sono stato scioccato di constatare che la distanza è così grande tra il combattimento con la pienezza del KI e il combattimento con la sola tecnica”.

 

Qual è il senso di questa affermazione?

Effettivamente come dice Ogawa, questo è un punto difficile del Kendo.

E' anche un punto che pochi dei giovani Kendoka giapponesi comprendono oggi. Questo significa che il Kendo tende anch'esso ad allontanarsi dal Budo?

 

La domanda che i si può porre a questo punto é: si tratta di modalità di confronto peculiari del kendo, dovute al fatto che ci si avvale di un'arma, potenzialmente letale anche prescindendo dall'abilità di chi la usa?

Forse la forma stessa della spada (vera o finta che sia), con la punta rivolta verso l'avversario, consente di convogliare e concentrare il ki? E' possibile ottenere il medesimo effetto usando le mani nude, ossia senza un vettore di per sè tagliente come un rasoio ed appuntito come un parafulmini o, meglio, un'antenna?

La questione é aperta.

Personalmente sono scettico verso coloro che dimostrano di ottenere effetti sugli avversario senza nemmeno toccarli, semplicemente proiettando il loro ki, come è possibile vedere anche in vari filmati sulla rete. Ma percepire ed anticipare le intenzioni dell'avversario, "sentendo" la sua volontà di attacco (sakki, in lingua giapponese) mi pare tutt'altra cosa (ricordate la prova della minaccia col bastone nascosto dietro la porta d'ingresso ne "I sette samurai" di Kurosawa?).


"Il cuore che mai si distrugge,

neanche se bruciato dalle fiamme

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il maestro da cui dipendo"

(Kozumi Isenokami)

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