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Quale Arte Marziale Pratichi O Ha Praticato

la disciplina preferita ?...?  

155 utenti hanno votato

  1. 1. la disciplina preferita ?...?

    • karate
      29
    • kung fu
      12
    • thae koundo
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    • judo
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      1
    • kick boxing, full contact
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    • aikido
      40
    • ju-jutsu
      23


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Personalmente credo che nel vasto mondo delle arti marziali,sia occidentali che orientali,utilizzabili in situazioni di pericolo urbano il Kali filippino sia quella che si presta meglio. :arigatou:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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vedo che il discorso ha di nuovo ripreso la piega dell'utilità pratica in strada dell'arte marziale.

secondo me, si continua a sbagliare, credetemi.


Eloy

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Raccontaci dei tuoi metodi poco ortodossi Shimitsu... :hehe:

 

Potrebbe essere diseducativo... :gocciolone:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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io una volta ho usato uno skateboard...

lo ho lanciato nelle caviglie a un bastardo venuto apposta a prenderci in giro e prendersela con i più piccoli.

Dopo, quando è tornato con i suoi amici, ho preso di nuovo in mano il mio potente skate e lo ho usato ancora.....per scappare!!



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Io generalmente mi avvalgo di qualcosa di più tatticamente valido di uno skate ( molto più doloroso :whistle: e oserei dire rischioso per l'avversario...Così impara :ichiban: )...L'unica cosa che posso dire dei miei trascorsi degni di "fight club" è che in una rissa se ne conosce sempre il principio ma non si può mai prevederne la fine...Qualcuno conosce l'esito dello scontro dei nuovi campionati di Vale tudo?...Che fine ha fatto l'onore del Brazilian Gracie Ju Jitsu?


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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:happytrema: Modificato: da C3CCO

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...Usare la logica no? hehehehehehehehehehehehehe :hehe:

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Personalmente ho praticato da una decina d'anni e tutt'ora continuo a praticare judo.

Anche se e' da un po' che pensavo di approfondire la mia conoscenza anche in arti marziali che utilizzano la katana come lo iaido o il kenjutsu anche se non conosco dojo nella bergamasca

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Vita da strada...e arti marziali.

Un discorso molto più profondo di quanto si possa pensare....è sbagliato pensare (a mio parere eh) che un'arte marziale ( kung fu...karate...judo...e chi ne ha più ne metta) sia da utlizzare solo per una crescita interiore...questo (sempre a mio parere) equivale a snaturare completamente la pratica dell'arte in sè.

Se si desiderà praticare qualcosa solo per mantenersi in forma sia dal punto di vista fisico che psicologico....bhe...esistono molti sport (vedi il caclio...il rugby...il football americano...la pallanuoto) che riescono a svolgere tale impresa in modo soddisfacente se non superbo; quale modo migliore infatti di crescere interioremente di quello che implica un confronto con gli avversari ma sopratutto richiede un forte spirito di cooperazione e rispetto verso i membri del proprio gruppo?

posso assicurarvi ( ho praticato alcuni di questi sport) che la crescita interiore avveien molto più rapidamente se ci sono altre persone con cui condividerla e con cui confrontarsi.

Con questo non voglio certo dire che anche le arti marziali non abbiano questi requisiti.

Solo li fanno maturare in modo diverso.

Per quanto buonismo/pacifismo e calma interiore queste pratiche possano far scaturire nell'io del singolo (la possibilità di poter dare dolore e morte molte a volte fà apprezzare molto di più l'importanza della vita e del rispetto verso il prossimo) esse rimangono sempre e comunque strumenti di offesa/difesa violenta.

Per quanto una persona possa avere autocontrollo di se, il suo corpo (se la pratica è presa con la dovuta serietà...altrimenti è solo tempo buttato che potrebbe invece essere utilizzato per altri scopi) impara determinate lezioni inconsce che rimangono indelebili e a volte incontrollabili.

E' molto facile che d'istinto una semplice mossa di orgine amichevole (una spintonata...uno schiaffeto...o il tipisco scherzo di prendere le persone alla sprovvista assalendole da dietro) se fatte a tele tipo di praticanti possono avere esiti spiacevoli...anche se involontari.

E' quindi sbagliato a mio parere pensare che al giorno d'oggi le pratiche marziali siano solo un modo per mantenere vive tradizioni culutrali e vie di crescita interiore.

Un praticante di arti marziali dovrebbe innazitutto voler apprendere tale disciplina per poterla poi mettere in atto in casi determinati.

Pur rimanendo conscio che accettando tale tipo di insegnamenti deve anche accettare di portare il peso dei suddetti e di prendersi le dovute responsabilità.

Rimane comunque ovvio che tali insegnamenti non dovrebbero mai essere utlizizzati a scopo offensivo, anche nel caso in cui si stia cercando di mettere un freno ai soprusi che altri stanno subendo da parte di terzi.

Il modo migliore di agire sarebbe di frapporsi fra le due parti cercando di dividerle o pacificarle.

Se poi l'aggressore parte e ci sono io in mezzo...bhe...di martiri ce ne sono già fin troppi direi.

Traendo le dovute conclusioni: l'arte marziale è state creata in passato per determinati scopi, il diffuso pacifismo che alberga in molte scuole (anche se preferisco chiamarle pseudoscuole) è solo un modo per scacciare l'aura negativa che tali praticanti hanno (avevano) attorno a sè un tempo; ciò equivale a stuprare l'essenza di tali pratiche.

L'uso indiscriminato delle stesse è al contempo paragonabile al pacifismo che ho menzionato...e il più delle volte esso si rivela controproducente visto che a scatenare una rissa si rischia sempre e comunque...si puo' essere bravi ed esperti fin che si vuole, ma con un coltello nello stomaco o una pallottola in testa tali pratiche risultano inutili.

 

 

 

Un'arte che mi piacerebbe molto provare è il tai chi... dev'essere molto profondo, raggiunti dei buoni livelli!! :ok:

 

 

E ' a parer mio una delle piuù difficli se non letali delle famiglie del kung fu.

Essa infatti teende a privilegiare all'inizio lo sviluppo della forza interiore e poi della pratica.

Il sifu (o meglio i sidai) da cui pratico continuano sempre a ripetere che in casi estremi preferirebbero avvalersi di tai chi e tecniche interne piuttosto di quelle esterne che tendono ad essere molto acrobatiche e teatrali ma leggermente meno efficaci delle interne.

Renditi conto cmq che ora io pratico un'interna visto che essendo impegnato con l'università non sarei mai riuscito ad impegnarmi come volevo nell'apprendere il thai chi.

Due ore di prova di thai chi mi hanno spossato molto di piu' di 3 lezioni di wing chun :ichiban:

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cosa significa un'arte profonda? tante volte la suggestione la fa da padrona.....

 

un discorso interessante ade, mi trovi concorde sulo Pseudo pacifismo, delle volte è davveo un'ipocrisia che non accetto, l'arte marziale nasce dall'esigenza di riportare la pelle a casa.... e per fare questo devi essere svelto e risoluto nelle tue azioni....

 

poi con il tempo la "cosa" è cresicuta... da un modo di uccidere e divenuto un modo per migliorarsi la vita... è un concetto romatico... o forse è un modo per restare in pace con se stessi....

 

oggi naturalmente la cosa è parzialmente cambiata... anche se come dici misurarsi con gli altri in uno sport come il calcio o il basket puo avere lo stesso "effetto terapeutico" di un'arte marziale...

 

 

essendo famoso per i miei assudi paragoni eccone uno:

 

usare l'arte marziale per migliorarsi la vita è come usare un wakizashi per tagliare il pane... svolge egregiamnte il suo compito... è vero... pero lo scopo iniziale del wakizashi non era quello di tagliare il pane :gocciolone::gocciolone:

 

crocifiggetemi pure per questa mia massima-monata :gocciolone:

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usare l'arte marziale per migliorarsi la vita è come usare un wakizashi per tagliare il pane... svolge egregiamnte il suo compito... è vero... pero lo scopo iniziale del wakizashi non era quello di tagliare il pane

 

Sottile e zen allo stesso tempo :laugh:


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Io ho praticato Kung fu Wushu,lo stile Shaolin (sono arrivato al punto di essere capace di far ruotare gli arti inferiori di 180 gradi) e il taijiquan...


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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E ' a parer mio una delle piuù difficli se non letali delle famiglie del kung fu.

Essa infatti teende a privilegiare all'inizio lo sviluppo della forza interiore e poi della pratica.

Il sifu (o meglio i sidai) da cui pratico continuano sempre a ripetere che in casi estremi preferirebbero avvalersi di tai chi e tecniche interne piuttosto di quelle esterne che tendono ad essere molto acrobatiche e teatrali ma leggermente meno efficaci delle interne.

 

Trovo una sottile similitudine con l'aikido, dove le tecniche di kokyunage sono le più difficili, le più avanzate ed interiori, però se ben praticate sono estremamente efficaci e dirette... solo che necessitano grandissima responsabilità in quanto una cattiva esecuzione le rende molto pericolose (se non si hanno anche potenti ed allenate e centralita', sono pericolose per il praticante di aikido in quanto risultano inutili, nel caso invece si abbiano le caratteristiche di cui parlavo, molto pericolose per uke) ...


Andrea

 

www.taai.it

www.iwamaryu.it

www.aikidogarda.it

www.takemusuaikidokyokai.org

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Non che serva a granchè,è più che altro una questione di elasticità dei legamenti,ma scommetto che voi non lo sapete fare...Sono snodato :hehe:

 

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La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Vabbè come non detto... :gocciolone:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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SEcondo me qui si fa confusione tra "crescita interiore" e raggiungimento di uno stato di equilibrio psicofisico, del tipo auspicato da Sensei Jigoro Kano.

La crescita interiore i può raggiungere con qualsiasi disciplina o anche semplicemente andando in giro per il mondo passeggiando e osservando ni stessi e ciò che ci accade intorno.

Il raggiungimento di vette più elevate dell'animo umano auspicato da O-Sensei Kano è una cosa molto diversa.

Il suo pensiero di assoluta non violenza nelle arti marziali è dato da un livello elevatissimo del concetto della compassione verso il prossimo, di condvisione degli affanni e delle difficoltà dell'intera umanità, della formazione di studenti consapevoli volti ad alleviare le brutture del mondo e la sua violenza.

In questo contesto l'uso dell'arte marzile per infliggere dolore al prossimo e del tutto inesistente, ma essa viene vista con l'unico scopo di far apprezzare al prossimo i propri limiti e di conseguenza quelli dell'uomo e il bisogno che proprio per ovviare ad essi si ha bisogno di persone sempre migliori che tramite il Judo, nel suo caso, si possono formare.

E' qui la grandezza delle arti marziali, la loro capacità di evolversi nel tempo, di trasformarsi e di non morire mai, d divenire da strumento di morte strumento di vita.

Non è pacifismo secondo me ma realismo, consapevolezza dello schifo che riempie questo mondo e quindi il cercare un modo per eliminarlo o per lo meno provarci.

Sarà semplice romanticismo ma io lo metto in pratica da circa 18 anni, dall'età di 13 anni e mi ha cambiato la vita.

Anche perchè sinceamente se ho bisongo di difendermi non me ne vado a sudare per 18 anni in palestra ma mi compro una bella pistola, sicura ed efficace. :hehe:

Lasciamo l'uso trasformato di tali arti alle gabbie dell'K1 o dell'Octagon e cerchiamo noi di essere divulgatori di un messaggio positivo.

Come insegna lo Zen, tutto è ZEN, non esistono schemi o regole, e se le arti marziali posso condurre a una sorta di piccola illuminazione personale allora seguiamola senza esitare.

Forseil destino e il futuro delle arti marziali era proprio questo, il loro straordinario mutare e resistere al tempo e alle differenze lo ha portato fino ai giorni nostri per questo motivo.

Un pò come la cerimonia del Tè o l'Ikebana, certo non servivano a servire il Tè o a disporre fiori in un vaso, si nella parte esteriore certamente, ma nel loro significato vero no, bè questo vale anche per le discipline marziali, secondo me.


Le parole possono ferire, il silenzio può guarire. Sapere quando è opportuno parlare e quando invece tacere è compito dei saggi.

La conoscenza può ostacolare, l'ignoranza liberare. Sapere quando è opportuno conoscere e quando ignorare è compito dei profeti.

La lama, indifferente a parole, silenzio, conoscenza o ignoranza, taglia in modo netto. Questo è il compito dei guerrieri.

(Suzume no Kumo)

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