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Fedonair

Iaido E Kenjutsu... Per Quanti Anni?

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Grazie Koala e grazie sandro.

In effetti condivido entrambe le vostre posizioni, in quanto le sento mie come stato d'animo in funzione di ciò che sto facendo.

La mia voglia di imparare e di perfezionarmi è tanta, ma non ho mai pensato di "accorciare" il DO by-passando l'esperienza di osservazione diretta del maestro o degli allievi più esperti.

Infatti ieri (la mia seconda lezione) mentre gli altri si riscaldavano nei fondamentali e io mi impratichivo nel Noto, a volte mi sedevo in Seiza per guardarli. Diciamo che non avevo la sensazione di tralasciare un compito assegnatomi dal sensei, ma avvertivo un'assimilazione di esperienza anche in quello stadio.

 

Comunque sono contento che l'approccio mentale e vitale di cui mi sono incantato interessandomi allo Iaido venga trasposto dal mestro e dagli altri allievi all'interno del Dojo. La spada di per sé è meravigliosa e letale, così come lo è la storia e lo stile di vita legati ad essa.

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Ciao a tutti, anche se sono alle prime armi per quanto riguarda la spada(ho solo fatto 4 anni di kendo) posso dirti che io più volte sono incappato nell'errore di pensare di essere diventato bravo....

Io ho praticato diverse arti marziali (anceh se non mi piace chiamarli così, preferisco vie...) e quando ho iniziato il kendo mi è venuto abbasatnza facile apprendere le basi, quindi diciamo che nel primo anno ho fatto salti da gigante e già al secondo anno mi sentivo abbastanza ferrato. Inutile dire che mi sbagliavo, l'ho capito osservando persone che hanno dedicato la vita e che tecnicamente hanno raggiunto livelli inverosimili, velocità fulminee ecc. Nelle vie di combattimento non si finisce mai d'apprendere, anche quando pensi di aver capito qualcosa devi migliorarla e renderla tua in tutto e pertutto e anche allora vedrai che c'è qualcuno che ha fatto di meglio. Un aspetto itneressante di tutti gli stile e vie è che sono in continua evoluzione e con loro si evolve il praticante, solo dopo 4 anni di pratica sto iniziando a capire cosa vuol dire usare un do al momento giusto o quanto possa essere difficile il principio del sen ecc. E sono sicuro che ci vorranno anni prima che li renderò veramente miei....

 

Spero di non aver detto un pugno di cavolate....

 

P.s.

 

Esiste una discussione già aperta dove qualcuno può suggerirmi dove comprere hakame ecc? vorrei spendere poco ma in giro ci sono prezzi pazzeschi...

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Vi quoto, nelle discipline marziali non si finisce mai di imparare. Aggiungerei che la cosa affascinante è proprio quella, progredendo nella pratica di scoprire gli aspetti "nascosti" di ogni tecnica: si pensa a una sola applicazione ma andando avanti ci si accorge che anche nel combattimento programmato si aprono diverse possibilità di reazione propria o dell'altro e per questo motivo è importantissimo imparare a tenere la distanza a seconda della persona con cui si pratica, l'inclinazione del bokken (o del pugno, nel karate), la giusta velocità del tai-sabaki, ecc...

Per il prezzo dell'hakama. Sono carissime, a Milano non trovi niente a meno di 5o euro. Ma scusate nella mia scuola (stile "misto " tra sensei Hakateyama e sensei Sugino) si può indossare dopo aver appreso i ptimi quattro kata in coppia ed aver passato il kyu. Noi principianti indossiamo il judoji.

A proposito Fedonair, come sai sono umbra anche se abito a Milano e in Lombardia da tantissimo e mi fa piacere che ci siano dojo di Kenjutsu nella mia regione d'origine.Tanti auguri per la pratica :arigatou:

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Non sapevo fossi umbra! :cool:

Grazie a tutti per i suggerimenti.

Tra una settimana riprendo il corso che avevo cominciato mesi fa, poco prima della pausa estiva. Quest'estate confesso che ho avuto altri pensieri per la testa, però ora sento che è giunto il momento di riprendere in mano il discorso lasciato in sospeso, con la speranza di arricchirlo sempre di più.

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In bocca al lupo Fedonair, mi auguro che tu possa arricchire sempre più la tua pratica :arigatou:

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Vi quoto, nelle discipline marziali non si finisce mai di imparare. Aggiungerei che la cosa affascinante è proprio quella, progredendo nella pratica di scoprire gli aspetti "nascosti" di ogni tecnica: si pensa a una sola applicazione ma andando avanti ci si accorge che anche nel combattimento programmato si aprono diverse possibilità di reazione propria o dell'altro e per questo motivo è importantissimo imparare a tenere la distanza a seconda della persona con cui si pratica, l'inclinazione del bokken (o del pugno, nel karate), la giusta velocità del tai-sabaki, ecc...

Per il prezzo dell'hakama. Sono carissime, a Milano non trovi niente a meno di 5o euro. Ma scusate nella mia scuola (stile "misto " tra sensei Hakateyama e sensei Sugino) si può indossare dopo aver appreso i ptimi quattro kata in coppia ed aver passato il kyu. Noi principianti indossiamo il judoji.

A proposito Fedonair, come sai sono umbra anche se abito a Milano e in Lombardia da tantissimo e mi fa piacere che ci siano dojo di Kenjutsu nella mia regione d'origine.Tanti auguri per la pratica :arigatou:

 

Probabilmente allora è più Hatakeyama che Sugino. Sugino non dovrebbe avere esami se non il Dan, che corrisponde più o meno all'apprendimento del mokuroku di base. Voi seguite entrambi i maestri?


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Nella storia giapponese c'è stato qualcuno che ha raggiunto livelli straordinari in brevissimo tempo. Ad esempio Ōkita Sōji della Shinsengumi che, con soli 8 anni di pratica, raggiunse il grado di Menkyo Kaiden ( il più alto nel Kenjutsu, tutte le tecniche sono state apprese ed hai la possibilità di insegnare lo Stile a qualsiasi livello ) all'età di diciotto anni, divendendo il 4° Soke della Scuola Tennen Rishin Ryū. Ovviamente stiamo parlando di un prodigio.

 

Vero, anche se il personaggio è da inquadrare. Si trattava di un appartenente ad un corpo militare he si addestrava tutti i giorni per il comabttimento "urbano" (periodo Bakumatsu). Inoltre la scuola non ha moltissime tecniche. Credo che il talento, assolutamente incontestabile, sia stato affiancato da una dose di "sviluppo sul campo" non indifferente. Cosa che spesso valeva più di anni di apprendistato.

 

Ad ogni modo è solo una visione prettamente moderna quella dell'apprendimento in lunghissimi periodi e osservazioni come "Non si smette mai di imparare", "Ci vuole una vita per imparare a fare bene una tecnica" ecc, sono più il frutto di un approccio occidentalizzato del concetto di DO del periodo Meiji. Nella pratica l'apprendimento doveva essere pieno e completo, ma non doveva occupare troppo tempo. La formazione di un samurai, che imparava comunque in giovane età doveva compiersi nell'arco di circa una decina di anni, per essere pronto quanto prima. Periodi formativi di 20 o 30 anni trovavano scarsa economia in un paese che richiedeva (e parlo soprattutto del Sengoku o del Bakumatsu jidai) un ricambio di guerrieri efficienti in brevi periodi

 

Trovo invece più adatto il concetto "Non si finisce (quasi) mai di migliorare una tecnica". La differenza la si ottiene, a mio parere, nel riconoscere non che non si sa una cosa, ma che si sa e si è in grado di riconoscerne l'ulteriore perfettibilità. Una differenza sottile, ma importante, sia per il progresso tecnico sia per quello personale


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Sono pienamente d'accordo con te Benkei, tutt'oggi anche praticando Jutsu si segue la filosofia del Dō propria del Meiji. Almeno quetsa è stata la mia esperienza, credo sia molto difficile trovare Scuole il cui unico fine sia l'efficacia delle proprie tecniche in un combattimento reale.

Tuttavia Ōkita Sōji completò il programma tecnico della Scuola Tennen Rishin intorno al 1861, quindi due anni prima di recarsi a Kyōto come membro della Shinsengumi. Non credo che prima di ciò abbia avuto esperienze di combattimento reale. Un'altra cosa sulla quale ritengo si dovrebbe riflettere è il periodo di adddestramento. Come hai giustamente detto, periodi di venti o trenta anni non erano plausibili per un paese di guerrieri, ma non bisogna confondere gli attuali venti o trenta anni con quelli, ad esempio, del Bakumatsu. Oggi, una scuola di Bujutsu tradizionale si allena sulle sei ore settimanli, una dell' epoca si allenava sei ore al giorno, tutti i giorni. Dopo dieci anni di allenamento in quel modo è come se si fosse praticato quarant' anni per come li intendiamo noi oggi. Perlomeno, così è come la penso io :arigatou:

Modificato: da sandro

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Quoto tutto e ti ringrazio moltissimo per la precisazione su Okita. Non sapevo di questo dato storico. Grazie mille!


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Di nulla Benkei. Dando uno sguardo al Mokuroku della Tennen Rishin Ryū in effetti ci si accorge che il programma non è vastissimo. Tu hai avuto occasione di praticare qualcosa di questo stile? E' estremamente interessante :arigatou:

Modificato: da sandro

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credo sia molto difficile trovare Scuole il cui unico fine sia l'efficacia delle proprie tecniche in un combattimento reale.

 

sandro luca sara bene che veniate a trovarmi prima o poi...

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Con la mia frase di prima alludevo al fatto che mi sembra strano che ci siano Scuole dove si studia la tecnica e basta: ossia senza vedere un aspetto culturale, storico, simbolico e via dicendo. E tu non mi sembri proprio una persona alla quale non importino queste cose!! Ne tantomeno il tuo Dōjō mi sembra il luogo dove ciò venga trascurato.

 

Comunque verrò senz'altro Matteo, grazie dell'invito :arigatou:

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la cosa assurda è che ci sono stili in cui il combattimento fine a se stesso passa completamente in secondo piano e si da piu peso alla parte... diciamo spirituale..

per come la vedo io e necessario conoscere la cultura, la storia dell'oggetto che si sta utilizzando, e affinare la pratica

come per gli stili di mano.. non ho mai creduto nelle botte e basta....

che poi ci siano stili che risultino piu belli alla vista.. beh è questione di chi guarda e chi esegue

Modificato: da Matteo

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Certo Matteo, hai perfettamente ragione :arigatou:

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Di nulla Benkei. Dando uno sguardo al Mokuroku della Tennen Rishin Ryū in effetti ci si accorge che il programma non è vastissimo. Tu hai avuto occasione di praticare qualcosa di questo stile? Devve essere certamente interessante :arigatou:

Praticato mai, ma sentito parlare spesso. Ho visto anche qualche cosa. Si tratta di tecniche molto poderose, ma di difficile comprensione per i non addetti .Bokken grossi come tronchi, traiettorie lineari, passaggi semplici. Sembra proprio uno stile che contempli lo studio di tecniche di base per un'applicaioen rapida, non disdegnando i "trucchi da strada". Uno stile adatto al Bakumatsu, in poche parole :vecchiocinese:

 

Ovviamente accetto molto volentieri l'invito!


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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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