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Dora

I Sempai Devono Essere Rispettosi

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Sinceramente? Chi non ha rispetto dei propri allievi non può esserne il maestro poichè non è in grado di esserlo neppure di se stesso. Ci sono maestri severi e maestri più permessivi, ma il rispetto non deve essere mai unilaterale. E' come un circuito in cui il rispetto si rigenera ad ogni "passaggio" se lo si da e lo si riceve, in caso contrario si esaurisce (e ne hai una prova lampante nel tuo stesso dojo). Una tecnica eccelsa è solo un bel vestito, serve per presentarsi, ma se non si è accompagnati da uno spirito equilibrato e cristallino rimane solo fine all'immagine.

 

A 51 anni? Meglio cambiare stile piuttosto che rimanere sotto ad una persona che è in grado di trasmettermi solo la tecnica senza lasciarmi l'essenza.

Che poi il karate è un'arte, lo stile è solo un dettaglio.

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Mi permetto di proporre alcune riflessioni che ho fatto su quanto scritto in questo topic, senza però la presunzione di voler dare una risposta a Dora:

 

Se si riconosce nel proprio Sensei un vero Sensei, allora ci si dovrebbe fidare ciecamente di lui, altrimenti si farebbe meglio a cercarne immediatamente un'altro.

 

Ma come si fa a riconoscere un Sensei? mi vengono in mente due principi generali delle arti marziali che mi ripete spesso il mio 'istruttore':

 

1) non fidarti di quello che vede la tua mente, ma di quello che vedono i tuoi occhi

1) non focalizzare il tuo sguardo sul particolare ma percepisci l'insieme

 

(i due uno inizialmente erano un errore di digitazione, ma li ho lasciati in onore al Dojo Kun che stranamente nessuno ha ancora citato in questo topic).

 

Un augurio a Dora perchè possa trovare la risposta che cerca, in fondo per raggiungere l'illuminazione va bene un qualsiasi quesito!

 

Koala


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Caro Koala, il dojo kun c'è nel forum da qualche parte ma l'ho visto tempo fa e forse i moderatori te lo sanno suggerire. Bo, non so se cambierò stile, magari le manderò anonimamente qualche scritto in fotocopia tra quelli che mi avete mandato perché rifletta sulla sua prepotenza in certe occasioni, sono capace di fare queste cose da femmina incazzata! Considerate anche che il rapporto donna-donna non è sempre facile e ripeto, non siamo in Giappone ma poi siamo anche donne e questo checché se ne dica ha una sua specificità, non ci credo alle cose asettiche di voi maschietti! Che pure avete altre dinamiche competitive che... te le raccomando! In questo Kentozazen che sembra così ligio poi in realtà ha buon senso quando dice che un conto è l'ideale e ciò che dovrebbe essere e quella che è poi la realtà! Anche perché dinamiche prepotenti dei dojo me le ha confermate anche il mio maestro di katori, erano tutti maschi ma lui, che ragiona con la sua testa determinate soperchierie non le ha più sopportate! Scusate oggi è una giornata polemica anche perché pur essendo l mio giorno libero devo andare a scuola per una riunione e affrontare le colleghe sbronze con la "t". Grazie a tutti! Dora

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come is chiama il tuo maestro di Katori?


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No, scusa ma non posso rispondere a questa domanda. Ti posso solo dire che è una brava persona perché sia mio marito che io, entrambi suoi allievi, lo abbiamo conosciuto in contesti diversi dalle arti marziali e sappiamo che è uno in gamba ed è sempre molto corretto, anche nel lavoro che fa.

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La grande differenza fra oriente (lo Yin dell'eurasia) e l'occidente (lo Yang) è che, mediamente, in oriente c'è un forte bisogno di "dipendenza" (di sentirsi legati agli altri, avere qualcuno davanti e qualcuno dietro con molte persone al tuo stesso fianco) mentre in occidente c'è un forte bisogno di "indipendenza", maggiore autonomia, ecc., e tutto questo si riflette nelle filosofie che sono nate lì come qui, come ha ben evidenziato Dora.

 

Tutto questo, però, può ben avvenire nel rispetto oppure nell'arroganza, che sono sempre presenti nella gente da entrambe le parti.

 

Il rapporto fra Senpai e Kohai, come quello fra Mestro ed allievo, fra padre e figlio, è suggerito (in tutto l'oriente e non solo in Giappone) dall'etica confuciana (notoriamente di originariamente cinese) ai cui classici rimanderei (consigliandone caldamente la lettura) anche (e soprattutto) quei maestri e quegli allievi anziani che se ne fossero scordati.


Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio".

Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere:

Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli.

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Caro Bardix è la seconda voglia che mi piacerebbe fare a pugni con te (metaforicamente parlando). Ma lo sai che sei un bel peperino? No? Te lo dico io. Scherzi a parte l'etica confuciana non mi è mai piaciuta, mi piace il rispetto tra pari e semmai, di tutte le componenti orientali preferisco il Tao. Anche perché se vogliamo essere ligi a queste cose una donna non dovrebbe praticare, figuriamoci essere un maestro!

 

P.S. Signori Moderatori, in particolare Yama Arashi che mi tiene sotto tiro, se eccedo nei toni per favore fatemi un richiamo senza tagliarmi la discussione, riprendetemi ma non tagliatemi le maini. Yama, non hai risposto, sei ancora arrabbiato con me? :gocciolone:

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Caro Bardix è la seconda voglia che mi piacerebbe fare a pugni con te (metaforicamente parlando). Ma lo sai che sei un bel peperino? No? Te lo dico io. Scherzi a parte l'etica confuciana non mi è mai piaciuta, mi piace il rispetto tra pari e semmai, di tutte le componenti orientali preferisco il Tao. Anche perché se vogliamo essere ligi a queste cose una donna non dovrebbe praticare, figuriamoci essere un maestro!

 

Scusami se (da buon peperino) entro direttamente al punto, ma credo che molte persone (ed in questo momento anche tu) abbiano un'idea deformata (non lo dico con l'intento di offendere te com'anche nessun altro) di quello che si dovrebbe o non dovrebbe fare ... ma poi secondo quale o quali concetti, filosofie, ecc.. ???

 

Mi spiego meglio.

 

Perché una donna non dovrebbe praticare né tantomeno insegnare ? Solo perché lo dice in Giappone una certa classe di maschilisti (purtroppo preponderante) ? Nelle arti marziali nate in altri luoghi questi concetti non ci sono proprio.

 

Per i Giapponesi sia l'uomo che la donna possono usare l'arco; la spada, che solitamnte era praticata soltanto da uomini, è oggi appannaggio anche delle donne (sia nel kendo che nello iaido), mentre ci sono pochi, pochissimi uomini che si dedicano alla naginata (oggi considerata arma tipicamente femminile, ma in passato, anche ma non solo nella forma della nagamaki, usata dai monaci guerrieri) ... ma poi dove la mettiamo Tomoe Gozen ...

 

Le donne hanno, rispetto agli uomini, sicuranente meno prestanza fisica ma hanno una maggiore possibilità di coordinare la destra con la sinistra (grazie al 30% in più di fibre del corpo calloso del cervello) e quindi nell'usare tecniche doppie e quindi armi di coppia come i sai.

 

Le donne che si sono accinte a praticare arti marziali nella stessa forma degli uomini sbagliano perché donne e uomini, pur avendo la stessa dignità, non sono uguali, né fisicamente né psichicamente ... le donne dovrebbero sfruttare le loro caratteristiche migliori, quelle che difettano negli uomini (sensibilita ed intuizione che gli uomini elaborano in anni e anni di duro allenamento sono già insiti nel guerriero di sesso femminile), non tigri ma draghi, non cinghiali ma corvi, e credo che gli stessi uomini che sinceramente ricercano nella via delle arti marziali dovrebbero riflettere su questi fatti oggettivi.

 

Ci sono state donne caposcuola (per esempio nel taichi); ho incontrato donne verso le quali, nonostante la mia esperienza polidecennale in diverse arti (soprattutto armate) presterei ben attenzione se dovessi incontrarle marzialmente ... ma soprattutto le donne non hanno (almeno statisticamante parlando ... anche se ...) l'arroganza che una grossa fetta degli uomini spesso esprimono e che altrettanto spesso è fonte delle loro stesse sconfitte.

 

...

 

Buddhismo (dal suo fondatore alle centinaia di correnti divise fra Inayana, Mahayana e Vajrayana), Taoismo (da Lao Tse alle decine di correnti che si sono intrecciate nella storia), confucianesimo (fra tutte queste tre la meno "rimescolata") ... ma sappiamo veramente e sino in fondo che cosa dicono e propongono per confrontarle con le centinaia di correnti del cristianesimo (dal Cristo stesso al Cattolicesimo, Ortodossia e Protestantesimo), alchimia (e le varie società filosofico-esoteriche come Rosa-croce, ecc. ecc.) nonché le "scuole di morale" come per esempio quella cavalleresca, la stessa morale cristiana ... credo che per questo tipo di ricerca (per chi sia in grado di farla) sia troppo poco una vita intera, figuriamoci poterla esprimere in un blog.

 

Se credi possiamo anche continuare a parlarne ma, siccome la ritengo forestiera a questo spazio, vorrei farlo privatamente.


Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio".

Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere:

Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli.

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No, scusa ma non posso rispondere a questa domanda. Ti posso solo dire che è una brava persona perché sia mio marito che io, entrambi suoi allievi, lo abbiamo conosciuto in contesti diversi dalle arti marziali e sappiamo che è uno in gamba ed è sempre molto corretto, anche nel lavoro che fa.

Puoi almeno dirmi a quale maestro giapponese fate riferimento?


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No, mi dispiace, ho già abbastanza guai in ambito marziale.

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Grazie del suggerimento Musashi e mi dispiace Benkei ma non ho proprio voglia di fare nomi né in pubblico nè in privato. Scusate la mia riservatezza. Dora :arigatou:

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Penso che il contributo più rilevante sia stato postato da kento.

 

Ma non capisco il fulcro del problema .

Se questa istruttrice usa una certa politica per selezionare i suoi alievi e per condurre la sua palestra è liberissima di farlo come meglio crede , è sacrosanto .

 

Non capisco per quale motivo dovrebbe essere il dojo ad adattarsi agli allievi .

 

Se poi un allievo arriva al punto di contestare in questo modo il proprio maestro annullando il concetto stesso di marzialità dovrebbe avere il buon gusto di andarsene oppure di fermarsi e rifocalizzare i suoi obbiettivi .

 

È naturale che ci sia una certa fuga di allievi , solitamente un 50% se ne va entro un mese o due e solo un 10% rimane per più di un anno , e forse si scende attorno allo 1-3 % dopo due anni , è così ovunque e in qualsiasi sport .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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Funzionava quando era meno isterica e non aveva litigato con il suo maestro....

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piu parli della tua insegnante dora e piu mi chiedo come mai continui a ritenerla tale

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Non me la sento di rinunciare al mio stile e ricominciare da capo. voglio mettermi alla prova ho la testa dura magari sto male ma qundo decido di farcela molto difficilmente mollo. Sono un osso duro e poi vuoi mettere la soddisfazione di dire "te l'avevo detto che finiva cosi". Anzi meglio, di non dire niente e di rimanere nel mio brodo. La storia di "siedi sulla sponda del fiume e aspetta: vedrai passare il cadavere del tuo nemico". In altre situazioni della vita i cadaveri li ho visti passare senza violenza da parte mia, altre volte no, sto ancora aspettando. Chissà questa volta? :samurai:

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Non me la sento di rinunciare al mio stile e ricominciare da capo. voglio mettermi alla prova ho la testa dura magari sto male ma qundo decido di farcela molto difficilmente mollo. Sono un osso duro e poi vuoi mettere la soddisfazione di dire "te l'avevo detto che finiva cosi". Anzi meglio, di non dire niente e di rimanere nel mio brodo. La storia di "siedi sulla sponda del fiume e aspetta: vedrai passare il cadavere del tuo nemico". In altre situazioni della vita i cadaveri li ho visti passare senza violenza da parte mia, altre volte no, sto ancora aspettando. Chissà questa volta? :samurai:

 

 

Ho conosciuto uno che si è messo a sedere sulla sponda del fiume ad aspettare il cadavere del nemico ... ed intanto il nemico era a divertirsi con sua moglie !

Tradotto: non sempre ne vale la pena a volte è meglio guardare anche da un'altra parte.

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Concordo anche con Bardix in termini generali, anche se effettivamente l'etica Confuciana non è esattamente in piena coerenza con la mia personale visione. Numerosi trattati filosofici sulla a.m. giapponesi sono in discordanza tra loro in vari punti cruciali, pur ritenenendo quindi il pensiero di Confucio rilevante base dello svilluppo del pensiero marziale nipponico debbo però affermare che le cose si sono spesso evolute talvolta sino al punto da distaccarsi notevolemente dall'etica confuciana. In particolare ad esempio il pensiero di Funakoshi Sensei è maggiormente finalizzato alla attualizzazione dei principi zen nel contesto storico sociale di grande mutamento dei suoi tempi. :arigatou:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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