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Grazie andrea, ottimo intervento.

 

Aldilà del materiale di partenza la tecnica tradizionale implica anche una depurazione dell'acciaio che avviene per via della battitura e della lavorazione.

La depurazione che avviene durante la forgiatura è un sistema molto efficace per depurare l'acciaio da residui di fusione e inclusioni negative ma che, ovviamente non può avvenire a livello industriale.

L'acciaio del manufatto finito quindi ha caratteristiche invidiabili anche da metalli prodotti con sistemi industriali moderni.

La tempra inoltre è molto particolare, perchè è eseguita a temperature abbastanza basse, in presenza di argilla e carbone e quindi si può parlare anche di una sorta di cementazione del materiale.



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tiro fuori una piccola cavolata... secondo me il fatto che ogni artigiano possa prodursi il tamagahane da solo è un arricchimento(certo non per l'NBTHK... :crepapelle: ), sennò non si potrà più parlare di "colori locali" come per le KOTO ad esempio...ma andremo sempre di più verso un'"omologazione" delle lame moderne o mi sbaglio? probabilmente la produzione a proprio uso creerebbe lame molto più diverse tra di loro per profondità, colore ecc.. dell'acciaio... mi sbaglio?

GcB

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tiro fuori una piccola cavolata... secondo me il fatto che ogni artigiano possa prodursi il tamagahane da solo è un arricchimento(certo non per l'NBTHK... :crepapelle: ), sennò non si potrà più parlare di "colori locali" come per le KOTO ad esempio...ma andremo sempre di più verso un'"omologazione" delle lame moderne o mi sbaglio? probabilmente la produzione a proprio uso creerebbe lame molto più diverse tra di loro per profondità, colore ecc.. dell'acciaio... mi sbaglio?

GcB

Non è una piccola cavolata.Hai centrato in pieno il nocciolo della questione :arigatou:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Scusate, ma allora questo famoso daido japanese stell non centra nulla con il tamahagane?

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