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aurora

Iconografia e Simbologismo, il Drago

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ciao Aurora, notiziola:

 

la leggenda dei draghi orientali nacque da un imperatore che viveva alle origini del mondo. Come simbolo aveva un serpente; ogni volta che vinceva una guerra contro una regione vicina aggiungeva un pezzo del simbolo di quella regione: le corna, le zampe di tigre, i baffi di carpa, ecc. Questo drago porta con sé una perla luminosa nella quale si dice risiedano tutti i suoi poteri, come la capacità di volare, di cambiare dimensioni a piacimento e di comunicare con gli esseri umani, con una voce simile al tintinnio dei campanelli.

 

cerco ancora

ciao GP

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ciao Aurora, notiziola:

 

la leggenda dei draghi orientali nacque da un imperatore che viveva alle origini del mondo. Come simbolo aveva un serpente; ogni volta che vinceva una guerra contro una regione vicina aggiungeva un pezzo del simbolo di quella regione: le corna, le zampe di tigre, i baffi di carpa, ecc. Questo drago porta con sé una perla luminosa nella quale si dice risiedano tutti i suoi poteri, come la capacità di volare, di cambiare dimensioni a piacimento e di comunicare con gli esseri umani, con una voce simile al tintinnio dei campanelli.

 

cerco ancora

ciao GP

 

 

mille grazie per il contributo, sapevo di poter contare su di te

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mi correggo :

 

La prima testimonianza scritta risale al VII secolo A.C ( e non D.C ) , il rotolo narra dell'apparizione di un drago giallo ad un personaggio non identificabile vissuto nel 2.859 A.C .

 

In un testo di Wang FU ( 90-165 D.C ) risalente al I secolo D.C dal titolo " Critiche di un uomo nascosto " troviamo per la prima volta la descrizione del drago in base alle nove somiglianze .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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mille grazie per il contributo, sapevo di poter contare su di te

 

de nada.

 

leggendine:

 

nell'antico Giappone, una perla pegno d'amore, fu smarrita in un tratto di mare controllato da un drago; il responsabile della sua perdita si rifugio' in un paese isolato, dove una giovane pescatrice, innamoratasi di lui, strappo' a costo della vita la perla dal regno del drago per dimostrargli il suo amore,

 

sempre in Giappone, una fanciulla di nome Tokoyo, sfido' l'usanza di sacrificare, dandole in pasto, le giovani ad un drago del mare, ed insieme ad un samurai lo sconfisse. Probabilmente una trasposizione tutta nipponica della leggenda di San Giorgio e il Drago

 

leggenda coreana:

Imoogi

Un drago degli oceani senza corna, di solito paragonato ai serpenti marini. Imoogi significa letteralmente "grande lucertola". La leggenda dell'Imoogi dice che il dio del sole ha dato all'Imoogi i loro poteri attraverso una ragazza umana, che sarebbe diventata un Imoogi il giorno del suo 17° compleanno. La leggenda dice anche che un marchio a forma di drago può essere visto sulla spalla della ragazza, rivelando la sua vera identità di Imoogi in forma umana.

 

Permettetemi di citare una leggenda Tibetana, non so quando fu scritta, ma sembra quasi un canto di speranza, visto la condizione del Tibet. Grazie per lo spazio concessomi.

 

L'uccello della felicità

 

Un tempo il Tibet era una Terra che faceva paura: era sempre buio, non c'era vegetazione, non c'era quasi acqua. Chi ci viveva ricordava come una fiaba quando il Tibet non era un Paese così, e dava la colpa di tutto al fatto che l'uccello della felicità avesse abbandonato quella zona. Ora quell'uccello viveva nel territorio delle nevi perenni e c'erano tre draghi feroci che difendevano il suo nascondiglio in continuazione.

Un giorno Ming, un giovane coraggioso, decise di andarlo a riprendere, malgrado tutti i pericoli che c'erano. Si mise in cammino ed ad un tratto si trovò di fronte un drago fiammeggiante che gli disse: Dove vai? Come ti permetti di passare in questa zona? Il ragazzo gli disse che andava alla ricerca dell'uccello della felicità. Ma il drago gli rispose: Non ci riuscirai mai! Io e i miei fratelli ti annienteremo! Diede un colpo con la coda e di colpo nacque dalla terra una foresta di rovi. Ming la attraversò, ferendosi e graffiandosi. All'uscita trovò un altro drago, ancora più temibile del precedente: Non arriverai mai dove vuoi arrivare! e con un colpo di coda generò un deserto terrificante. Ming lo attraversò, soffrendo la sete e la fame. Alla fine del deserto c'era il terzo drago, che disse: Vedrai che così ti fermeremo! e gli diede un colpo sugli occhi! Ming diventò cieco ed iniziò a vagare.

Ad un tratto arrivò vicino al rifugio segreto in cui era tenuto prigioniero l'uccello della felicità. Ming sentì la sua presenza: l'uccello gli sfiorò gli occhi ridandogli la vista e guarendolo dalle sue ferite. Ming liberò l'uccello che si alzò in volo con lui sulla groppa riportandolo in Tibet, che da quel giorno ritornò ad essere un Paese felice.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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