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Ughen

Come Preservare Una Nihonto

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Va portata anche una diversa attenzione alle lame polite di recente: vanno controllate con molta frequenza nei primi mesi dopo la politura, ponendo particolare cura nei punti in cui la lama pare "rifiutare" l'olio.

 

forse ho un problema simile: la mia lama è del 2005, acquistata a luglio di quest'anno e fino a 2 settimane fa l'olio choji si spargeva (con quel pannetto bianco, poroso, tipo garza o filtro) uniformemente su tutta la lama senza problemi, come una seconda pelle d'olio...da un pò invece si presenta il fenomeno che hai tu descritto (se ho ben capito): in alcune parti la lama senbra rifiutare l'olio, che si sparge non più uniformemente (l'effetto è come quando passiamo un panno umido sul vetro, l'acqua è come se si ritirasse...). A cosa può essere dovuto: al panno troppo impregnato d'olio o troppo poco impregnato? devo cambiare panno? oppure?

 

:arigatou:


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La descrizione del problema è quella corretta.

 

Questo (il problema) consiste in quel poco di acqua della politura che è penetrata nei pori del metallo.

 

Abbi pazienza e continua a pulire ed oliare la lama come hai sempre fatto ogni volta che ne vedi la necessità; col tempo l'olio sostituirà l'acqua ed il fenomeno non si ripresenterà.

 

Perché si sia presentata con un anno di ritardo posso solo ipotizzarlo; potrebbe dipendere dalla qualità dell'olio usato subito dopo la politura (forse più puro e più denso ?) e quello che usi tu (forse diluito ?).

 

Sarebbe da chiedere ulteriori informazioni a chi ti ha fornito la lama oppure a Togishi.


Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio".

Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere:

Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli.

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E' vero quanto sostiene bardix, una lama di fresca politura deve avere una manutenzione frequente nei primi tempi, se il fenomeno si è però verificato a distanza di un anno non credo sia imputabile ad umidità di politura, si pottrebbe invece ipotizzare un fenomeno di condensa dovuto alla conservazione della lama in luogo freddo, oppure ad uno sbalzo termico procurato per esempio da un trasporto "invernale". In questi casi è bene a mio parere intervenire anche con una blanda ed accurata passatadi uchiko prima della sostituzione dell'olio. Ancor meno aggressiva dell'uchiko ma utile per l'assorbimento dell'umidità la polvere tsunoko, è fondamentalmente ossido di calcio (anche se molti dicono sia polvere d'osso) e viene utilizzata in togi tra le altre cose per l'asportazione delle molecole di acqua prima della applicazione del nugui che appunto necessita di una superficie perfettamente asciutta. Spesso lo tsunko viene applicato sulla lama in soluzione acquosa e si attende poi la sua essiccatura, in questo modo la polvere penetra nelle porosità del metallo ed assorbe l'umidità; è però assai funzionale anche a secco, ci si può facilmente preparare un pon pon come quello dell'uchiko.

Scusa Gianfra ma il silicone non catalizza con l'umidità? Hai mai provato a verniciare una superficie trattata in precedenza con olio al silicone? Io ho provato e non vi è modo di asportare completamente il film protettivo che tale olio produce, al punto che nessuna vernice riesce ad aderire sulla superficie nemmeno previo tattamento con forti solventi, per questo sono convinto che l'olio siliconico non sia adatto. La tua conoscenza della chimica è di certo superiore alla mia, ma io l'olio al silicone non lo userei.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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In questi casi è bene a mio parere intervenire anche con una blanda ed accurata passatadi uchiko prima della sostituzione dell'olio.

 

scusate se intervengo nuovamente, ma avevo realizzato che ogni volta che si passa l'olio, si deve passare, oltre alla carta per togliere l'olio vecchio, anche l'uchiko; perlomeno è quanto faccio ogni volta che la uso; mi sono sempre chiesto se questo utilizzo eccessivo di polvere non passasse proprio "inosservato" dalla lama, mi sembra di capire che le due operazioni non siano strettamente legate, perlomeno per la sostituzione dell'olio, è evidente che se passo l'uchiko, necessariamente dovrò ripassare l'olio sulla lama. (spero di non essermi incartato nella spiegazione)


....finchè quelli che oggi sono ciotoli

 

diverrano grandi rocce che il muschio ricoprirà.

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l'olio siliconico viene passato sui muri dalle ditte di pulizia per evitare che la vernice dei writer penetri.....riuscendo a rimuoverla più facilmente :brooding:

nn penso sia l'ideale per le nihon-to

Modificato: da Ughen

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L'uchiko va usato con parsimonia, se l'olio viene via tranquillamente col solo panno o con la carta, è inutile fare tutte le volte uso abbondante di uchiko. E' una polvere abrasiva e col frequente uso tende nel tempo (molto tempo) ad opacizzare la lama e indebolire il keisho, bisogna andarci piano, passandolo molto dolcemente sempre dal basso verso l'alto con passate non troppo lunghe ,arrivando allo yokote occorre fermarsi e ruotare il polso in modo da passare sul boshi in direzione perpendicolare allo hi, praticamente seguendo le lineee di politura del narume dai. Comunque sempre con parsimonia soprattutto sulle lame in hadori.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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ken, effettivamente il problema si è presentato solo dopo il viaggio di firenze e dunque è possibile che i vari sbalzi di temperatura abbiano causato questo effetto...

per adesso la manutenzione è settimanale: a settimane alterne uso l'uchiko; olio vecchio lo tiro via prima con un panno di cotone (flanella), strofinando energicamente fino a quando la lama non è completamente lucida e pulita; dopo passo l'uchiko (se è il suo turno) e comunque il panno di carta di riso...di più non so.

Quindi l'uchiko deve essere passata senza strofinare forte? (cioè, occorre spargere e rimuovere delicatamente?) e dove lo trovo questo tsunoko?

:arigatou:


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Sì uchiko con leggerezza, lo tsunoko lo trovi da Namikawa oppure in un negozio di artistica ben fornito, chiaramente chiedi "ossido di calcio". Quando strofini sempre dal basso in alto mi raccomando, allenta la pressione quando torni indietro con il panno.


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Scusate,

faccio una domanda un pò OT...ma non tanto....

 

So che l'olio choji è composto da olio essenziale di chiodi di garofano.

 

Che voi sappiate, c'è altro dentro?

 

Ben

:arigatou:

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Non lo so Ben, di certo non è olio di garofano puro. Bah piacerebbe anche a me saperlo.


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per quanto riguarda l'olio delle macchine da cucire è una ipotesi che stavo percorrendo (mentalmente) la tua segnalazione aggiunge valore al mio pensiero;

 

 

Mi raccomando di usare una viscosità più elevata. L'olio da macchina da cucire è 50 cts (scentistock) troppo fluido, tende ad andarsene.

 

Attenzione invece al silicone: il Ph non è neutro !

 

Ho visto personalmente una lama appoggiata su di un tampone di silicone (per tenerla ferma nella vetrina) arrugginire nella sua parte in contatto con il silicone stesso dopo solo poche settimane !!!

 

 

Quello che dici è giusto, ma non c'entra con l'olio di silicone.

Quello che dici tu è un composto di silicone che tramite un reagente (che può essere il classico acido acetico) polimerizza e forma "gomma". Tipo i tubi di silicone per sigillare, ma sono appunto un'altra cosa.

 

Scusa Gianfra ma il silicone non catalizza con l'umidità? Hai mai provato a verniciare una superficie trattata in precedenza con olio al silicone? Io ho provato e non vi è modo di asportare completamente il film protettivo che tale olio produce, al punto che nessuna vernice riesce ad aderire sulla superficie nemmeno previo tattamento con forti solventi, per questo sono convinto che l'olio siliconico non sia adatto. La tua conoscenza della chimica è di certo superiore alla mia, ma io l'olio al silicone non lo userei.

 

 

L'oilio di silicone non catalizza in condizioni normali.

Il fatto che non si riesce a verniciare una superficie anche se trattata con solventi è perchè il silicone è proprio poco reattivo.

Il fatto che una vernicie non attacchi è sintomo di una protezione veramente efficace da parte del silicone.

Faccio solo presente che col termine "silicone" sono chiamati tanti prodotti che hanno alla base del silicone, ma nel nostro caso parliamo solo di olio siliconico purissimo (non industriale perchè ci potrebbero essere inpurezze).

Tuttavia visto che i giapponesi si sono già fatti una bella esperienza direi di seguire i loro consigli così evitiamo che qualche inesperto "sigilli" la propria katana nella saia :gocciolone:

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Un'altra cosa che potrebbe far riflettere. Ognuno ha la sua personale ricetta per il nugui, comunque il nugui oil di Namikawa è petrolio lampante.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Accipicchia da profano sono a dir poco sconvolto dall' impegno continuo e dall'attenzione, che và riposta nella manutenzione, era proprio un aspetto che avevo poco considerato.

In realtà il possesso di un'arma così prestigiosa è quasi una responsabilità verso la lama stessa... Mmm forse devo ridimensionare un pò la mia voglia estrema di Giappone Storico.

Anche perchè sono notoriamente imbranato quindi non mi sembra proprio il caso di maneggiare certe meaviglie.

Bè intanto continuo la ricerca culturale, magari attraverso la conoscenza anche la manutenzione diventa un momento intimo di cura della spada che richiama la storia.

 

Castronerie???? :zitto:

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(..) magari attraverso la conoscenza anche la manutenzione diventa un momento intimo di cura della spada che richiama la storia.

 

Castronerie???? :zitto:

 

hai colto nel segno :ok:


"Bellezza, gioventù e fascino cominciano ad appassire quando appaiono la prima volta.

Attraverso le prime foschie della primavera, scorgiamo il Ponte d'Autunno"

----

mai confrontarsi con un imbecille, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza

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In effetti dalla mia iscrizione a questo forum eh eh eh eh (è avvenuta solo pochi giorni fà), la mia idea di spada, il concetto di arma, è cambiato profondamente;

All'inizio era vedere una spada come un oggetto da far vedere agli amici x fare scena :gocciolone: , in realtà al momento credo che sia uno strumento più intimo, più vicino come concetto ad un'opera d'arte

che và preservata al meglio perchè è storia ed è arte al contempo. (ovviamente per chi nè è appassionato)

 

Ma gli antichi Samurai Giapponesi ipoteticamente ne cambiavano dunque diverse immagino, :wacko:

se così letali ma delicate probabilmente bastava un combattimento per danneggiarle irreparabilmente, voi che dite mi incuriosisce immaginarne l'uso originario. :ichiban:

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Le spade sono state usate molto meno di quanto si pensi. L'ultima battaglia in Giappone è del 1600 e le armi da fuoco la facevano già da padrone. Se poi tieni conto che la lancia era molto più utile a tenere a distanza il nemico...

In realtà la diffusione della spada è dovuta al fatto che fino alla seconda metà del XIX secolo in Giappone è stato governato di fatto da una classe di guerrieri, per cui la spada è sempre stata più un simbolo che non un'arma utilizzata.


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Ottimo! Non ci avevo proprio pensato! Bisogna ripulirsi un bel pò da preconcetti che ci arrivano da cinema letture ecc...

Comunque l'immagine del solitario guerriero errante che, si aggira per il Giappone con la sua fedele spada, è sempre lì a farmi sognare eh eh eh! :hehe: :ph34r:

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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