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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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muto

Chanbara e la scherma tradizionale

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Eccomi a scrivere con un po' più di calma. Vorrei spiegare quanto anticipato prima. Negli ultimi 80 anni le koryu tutte hanno avuto una certa contrazione verso il kata. Personalmente mi rende molto scettico il pensiero che nemmeno prima vi fossero forme di confronto libero e questa ipotesi è confermata da diversi elementi come la nascita dello shinai e del bogu. A ulteriore conferma, era abbastanza impensabile che durante il periodo Muromachi ci si preparasse alla guerra senza provare ad "assaggiare" lo scontro tramite quello che verrebbe oggi definito sparring ed è altrettanto poco probabile che durante l'epoca Edo avessero del tutto abbandonato i combattimenti, anche se la pratica dei kata e il nuovo impiego dei samurai nella casta amminsitrativa avrebbe fatto registrare una pesantissima flessione nella qualità tecnica, come poi emerse durante il bakumatsu.

 

Questa lunga introduzione semplicemente per dire che oggi, forse, si assite nuovamente ad una flessione della pratica libera, cosa che comporta due eventi. Il primo (così non si esce dal topic) è il proliferare di forme come il chanbara, che offre unicamente la parte pratica e non quella formale. Il secondo, invece, è più strettamente correlato alle koryu, è quello relativo alla totale assenza di una pratica libera nelle attuali koryu, che studiano principalmente per kata. Tale metodologia didattica è sempre stata applicata, ma credo non si possa esclduere che, epr quanto visto prima, la scuola potesse dedicare anceh dei momenti di pratica meno formale e più libera. Avendo abolito recentmente (gli ultim idecenni) tale consuetudine, si è creato uan sorta di confronto applicativo teorico dove il kata ha preso il posto della realtà e dove il giudizio sulla tecnica che si vede nel kata risulta più importante della tecnica che invece verrebbe espressa nella necessità del reale.

 

Credo che se i praticanti accettassero di mettersi un po' più in discussione in modo critico e costruttivo con un confronto ragionato, verrebbero a mancare molte certezze e si creerebbe qualche sano dubbio in più sulla validità del proprio metodo e altrui e, soprattutto, sul grado di comprensione che si ha di quella determinata tecnica o di quel determinato stile

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è un'interessante questione luca, personalmente il mio astio verso il chunbura nasce dal fatto che ci si dimentica completamente ( o nella stragrande maggioranza dei casi) che cio che si sta usando, è il surrogato di un'arma da taglio ma lo si usa come corpo contundente non come lama. ci si dimentica che per la maggior parte delle volte che vale la regola un colpo un morto.... trovi due che continuano a darsi mazzate a ripetizione

il kendo è gia differente, quello antico anche piu realistico

concordo pienamente sul fatto che in passato ci fosse una pratica da sparring reale

sono pro combattimento libero quando però ci DEVONO essere le basi per poterlo fare... se fai pugilato non ti fanno salire sul ring al secondo allenamento, prima la preparazione fisica e mentale e necessaria

Modificato: da Matteo

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La padronanza delle basi, almeno quelle curricolari essenziali, è assolutamente necessaria. La pratica libera tende a sporcare e variare la tecnica. E' impensabile poter crescere tecnicamente se non si riesce a cogliere il limite o la mancanza della propria tecnica a livello di allenamento, quindi, a maggior ragione, se si passa alla pratica libera

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Non posso che dirmi d'accordo! :)

Avrei inoltre da dire una cosa riguardo al chanbara: per quanto ho potuto vedere, perché un colpo sia considerato valido è necessario solamente toccare l'avversario. Non si necessita di un colpo caricato, né di un movimento che possa in effetti 'tagliare', né di nient'altro: basta toccare.

Questo, a mio avviso, svaluta enormemente la pratica di una qualsiasi disciplina, falsandone i contenuti.

Ricordo addirittura di aver visto un video dove un praticante di chanbara vinceva su un altro perché il suo colpo, pur essendo stato parato, a causa della flessibilità del tubo toccava il braccio dell'altro praticante...

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Ringrazio Benkei per aver espresso in maniera chiarissima il suo punto di vista, in quale condivido pienamente soprattutto per quel che riguarda la parte del Jigeiko che oggi è scomparso nella maggioranza delle Koryū. Confronti tecnici, ovviamente regolati da codici precisi, riporterebbero molti praticanti ad un livello di umiltà che molte volte (non sempre fortunatamente) viene a mancare. Grazie anche a Matteo e Khuran per i loro interventi. Capisco molto bene il ragionamento di Matteo quando parla di mancanza di basi solide. Ovviamente nel Chanbara puoi combattere anche al primo allenamento in quanto non ci sono pericoli. Nel Kendō passano mesi e mesi prima di indossare il Bōgu. Nel Kenjutsu, almeno per quel che riguarda la mia esperienza, deve passare un bel pò di tempo prima di poter accennare un qualsiasi tipo di combattimento :arigatou:

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Scusate se vado un attimo OT ma colgo la palla al balzo... Davvero nel Kenjustu si fanno incontri?? :shock: ... non con il bokken, voglio sperare?? :pescifaccia:

Faccio questa domanda perchè io (ovviamente) non faccio Kenjutsu ma pratico Aikido e quindi anche Aiki-Ken... Come di certo saprete, non esistono "incontri" di Aikido (quindi ne di Aiki-Ken e ne di Aiki-Jo)... sono perciò rimasto un po' sorpreso da questa cosa perchè pensavo che anche il kenjustu rispettasse questa filosofia e volevo chiedere a chi tra voi lo pratica, come si svolgono suddetti inconti....

 

P.S: la mia non è assolutamente una critica... solo semplice curiosità!!! :laugh:

 

Arigatou Gozaimasu!! :arigatou:

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Nessuno avrebbe mai pensato che la tua fosse una critica Shigurui, hai posto la domanda in maniera molto cortese e precisa. Ad oggi, in quasi tutti gli stili di Kenjutsu non vi è assolutamente una pratica che possa definirsi incontro, quindi Shiai; in poche parole, si studiano solamente i waza. Fino alla fine del periodo Edo invece, e qui ti consiglio di leggere la discussione "Dal al Kenjutsu al Kendō", era prassi comune di tutte le Scuole affiancare ai waza anche la pratica del Jigeiko con il bōgu da Kendō. Ma anche il Kendō non può essere interpretato come un'applicazione diretta del Kenjutsu; ragion per cui, solamente quando si raggiunge un determinato livello, vi sono anche pratiche di combattimento con il bokutō. Ovviamente si indossano protezioni come il Dō e i Kote; questi combattimenti erano utilizzati durante il Bakumatsu, ad esempio, per selezionare gli uomini che potevano entrare nei vari corpi di spadaccini dell'epoca. Nella mia Scuola di Tennen Rishin, che era legata alla milizia Shinsengumi, questi incontri avvenivano proprio per reclutare nuovi uomini. Oggi non ci sono assolutamente "gare" con il bokutō tra le varie Scuole, ma alcune Scuole in cui ancora si pratica il combattimento con la spada in legno si. Per esperienza personale posso dirti che anche con le dovute precazioni il rischio di farsi male è molto elevato, ed ecco spiegato l'intervento di Benkei a proposito di alcuni praticanti moderni che non si mettono mai in discussione. Se lo facessero molte loro certezze cadrebbero.

 

Matteo, anch'egli con esperienza di Jigeiko con il bokutō, potrà dirti anche la sua opinione in merito :arigatou:

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Grazie mille Sandro!! esauriente come sempre :arigatou: .... Difatti supponevo che il pericolo fosse elevato in un combattimento con il bokken... mi bastano certe legnate prese in dojo diciamo... "per sbaglio"!! :hehe: leggerò subito la discussione che mi hai indicato!! :arigatou:

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Di nulla Shigurui, qualsiasi altra cosa vuoi sapere chiedi pure :arigatou:

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http://www.youtube.com/watch?v=VBU3xApPu4I

 

Scusate, ma il thread proprio lo chiamava. Spero Sandro apprezzerà.

 

P.S. non so se sia tennen rishin ryu quello mostrato (sicuramente i bokken sono più esili :gocciolone: , era solo per rendere l'idea di quello che descriveva Sandro

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Quello che volevo esprimere a parole, Benkei ce l'ha mostrato direttamente. Grazie mille, non avresti potuto inserire un video più esplicativo. Per quel che riguarda lo stile di spada possiamo trovare diversi elementi della Tennen Rishin all'inizio degli incontri quando da Seigan scendono in Gedan ed indietreggiano (anche se in maniera piuttosto rapida) e in alcune tecniche utilizzate da Okita, ossia da colui che fa l'esame agli altri. Come fatto giustamente notare sempre dal nostro eccellente Benkei i bokutō non sono quelli della Tennen Rishin Ryū. Il bokutō a cui ti riferisci (quelli enormi) viene tuttavia utilizzato solamente nei suburi e nella sezione di Kenjutsu chiamata Omote, che è quella basilare della Scuola. I waza più avanzati vengono applicati con un bokutō standard; o perlomeno così è fino al livello di Chūgokui Mokuroku. Altre sezioni con il futoi bokutō potrebbero essere presenti nelle tecniche di Menkyo e Shinan Menkyo, sebbene non mi sembra che ve ne siano :arigatou:

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la scena dell'esame di ammissione di di gohatto, bellissima

 

notevole anche la performance di kitano quando esamina i 2 protagonisti

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Sandro... Continui a praticare Kenjustu anche li a Tokyo?? :ichiban:

 

(Sbaglio o il tizzio con il bogu e il kimono blu è lo stesso attore che fa la parte dello spadaccino in Zatoichi??)

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Concordo peinamente con te Matteo, scena realizzata in maniera impeccabile.

 

Si Shigurui, proprio qui in Giappone pratico Tennen Rishin Ryū. Per quel che riguarda l'attore Takeshi Kitano, non sbagli affatto :arigatou:

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Però!! :samurai: ....e comè praticare li?? hai trovato molte differenze rispetto alla pratica che immagino facevi anche prima a casa?? certo l'atmosfera deve essere molto diversa!! :sbav: ...

 

Comunque non mi riferivo a Kitano (l'esaminatore) ma all'attore che impersona uno degli esaminandi e che, in Zatoichi, faceva la guardia del corpo per curare la moglie(??) malata.... quello del duello sulla spiaggia.... o almeno penso sia lui... :gocciolone:

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è lui è lui, lo stesso kitano aveva ammesso che era davvero scarso a per zatoichi gli dovetteo dare una spada molto corta altrimenti non sarebba riuscito ad estrarla

ora io credo che un attore possa fingere sino a un certo punto... si puo imparare una sequanza a memoria ma un occhio ben allenato credo sappia riconoscere se il movimento eseguito e un balletto o c'è veramente qualcosa dietro

 

kitano in gohatto usa tecniche di katate e kamae molto particolari, che esulamo il mero chumbara da film... qualcuno sa con chi ha studiato o cosa (perche sono sicuro che parecchie lezioni le ha prese...)

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....e comè praticare li?? hai trovato molte differenze rispetto alla pratica che immagino facevi anche prima a casa?? certo l'atmosfera deve essere molto diversa...

Praticare qui è completamente diverso che farlo in Italia. Posso tranquillamente dirti che ho imparato molto di più in un anno in Giappone che in dieci di Kenjutsu in Italia, sia sotto l'aspetto pratico che teorico. E questo non perchè chi mi ha istruito nella spada giapponese non sia bravo, anzi, tutt'altro (il mio Maestro ha vissuto ventidue anni in Giappone). Cambia, sostanzialmente, la ragione per cui si pratica e lo spirito con il quale il Sensei insegna. Ovviamente porto l'esempio della mia Scuola di Tennen Rishin Ryū. In Italia ho visto molta gente andare nei Dōjō per due motivi principali: il primo è quello di imparare a combattere nel minor tempo possibile, tralasciando quindi uno studio teorico approfondito della Scuola che si studia; il secondo è quello di ricevere Dan o Menkyo (a seconda che si tratti di una Gendai Ryū o di una Koryū) per accrescere la nostra autostima, come se ciò implicasse una miglior conoscenza della Scuola. Qui in Giappone, quando entrai nella Tennen Rishin, il Sensei mi disse una cosa fondamentale: "Quello che facciamo nella nostra Scuola non è solo un allenamento, ma soprattutto un percorso spirituale, una ricerca della conoscenza". Egli mi disse anche che ogni persona che era nella Scuola (quindi tutti i miei Senpai) era specializzata in diverse sezioni: chi nello Iaijutsu, chi nel Kenjutsu, chi nel Jūjutsu. Ovviamente, in base al loro livello di preparazione, tutti conoscono perlomeno le basi di ogni sezione. E questo perchè loro stessi preferiscono essere preparati bene su una cosa che in maniera approssimativa su tutto; ad esempio le donne eccellono nel Jūjutsu. Naturalmente alcuni dei miei Senpai sono padroni di tutto lo stile in quanto lo praticano da tanti anni. Il Sensei mi diede, come fece con tutti gli altri del resto, la possibilità di specializzarmi solamente in un campo oppure di intraprendere un percorso più complesso, che comportava anche uno studio storico e una conoscenza approfondita degli scritti (makimono) della Scuola oltre che la padronanza tecnica di tutte le sezioni che studiavo. In poche parole non mi mise vincoli, quello che volevo apprendere dipendeva solamente da me. Se fossi andato avanti con lo spirito giusto lui non avrebbe tenuto per se nulla dandomi tutto, altrimenti la mia sarebbe stata solamente una pratica tecnica fine a se stessa. Il tutto sarebbe dunque risultato inutile, considerando che , oggi, la spada giapponese non serve più per combattere. Questo è il suo atteggiamento verso tutti, non vi sono preferenze tra gli allievi.

 

Di tutte le meravigliose esperienze che sto facendo qui l'incontro con questa persona è stata la cosa più bella che mi potesse capitare, il Sensei più che un maestro di spada è un padre. Posso tranquillamente dire di non aver mai conosciuto una persona più buona e onesta d'animo. Non potrò mai spiegare a parole la mia riconoscenza verso quest' uomo. Molte volte ho pensato a come poterlo ringraziare quando per me sarà il momento di tornare a casa, ma non ho mai trovato nessuna parola, frase o quant'altro che potesse uguagliare ciò che lui ha dato a me, innanzitutto come persona. Mi piacerebbe sottolineare il fatto che la quota di partecipazione (non posso che chiamarla così) alla Tennen Rishin Ryū è di sette euro al mese; in altre parole il Maestro non tiene per lui quasi nulla, i soldi raccolti servono a rinnovare l'iscrizione annuale della Scuola alla Nippon Kobudō Kyōkai. Inoltre, e con ciò chiudo, egli non è solamente un Sensei della Tennen Rishin, ma il Sōke di decima generazione in linea diretta dello Shieikan, quindi quella di Kondō Isami.

 

Scusatemi se mi sono dilungato :arigatou:

Modificato: da sandro
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Non sei Tu a doverTi scusare, siamo noi che dobbiamo ringraziarTi, perchè come sempre continui a dare solo con la volontà di farlo.

A livello personale di questo Ti ringrazio nella speranza che questio Tuo essere risulti di esempio alle nuove leve, sono le persone come Te che rendono più ricco questo forum.

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"accorciati la firma". Ernst Jünger

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