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ARTICOLI - Tecnica e tradizione: chiave di conservazione

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Da praticante di "scherma giapponese" e da estimatore della spada giapponese non posso che essere assolutamente d'accordocon kento

Modificato: da Matteo

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Pienamente d’accordo con Kento per quanto riguarda l’efficacia nell’utilizzo di una lama e di un’arma in generale, è l’uomo che fa la differenza quasi mai il contrario.

 

Il fatto stesso che possano essere state usate in modi differenti per un cambiamento anche sostanziale delle tecniche di combattimento rende difficoltoso ogni paragone, penso che l’ascesa o l’oblio di alcune tecniche o scuole, abbiano influito non poco almeno sul bilanciamento delle stesse lame, le incognite in questo campo sono talmente tante che è difficile se non impossibile arrivare a delle conclusioni che almeno in parte si formino su una base scientifica.

 

Vi sono però dei punti fermi che volendo possono essere presi in considerazione, la lunghezza media (a prescindere dall’altezza dell’utilizzatore), il tipo di curvatura, che implica un estrazione ed un utilizzo diversificato, la differenza di spessore tra il boshi ed il mune ,l’hi, che determina il bilanciamento del peso durante l’utilizzo, lo spessore, la curvatura, l’ampiezza e la lunghezza del nakago che vanno ad incidere poi sulla lunghezza e l’ampiezza dell’impugnatura vera e propria, modificandone in maniera sostanziale il maneggio a una o due mani.

 

Ed arriverei a dire le forme stesse e le differenti legature della tsuka, oltre che delineare la forma armonica di una montatura sicuramente ottimizzavano una funzione pratica.

 

A livello di studio noi giustamente ci soffermiamo sulle differenze e le specificità dei vari tosho che rimangono evidenti sulla lama (almeno per chi le sa leggere) tutto il resto ormai sembra entrato in una nebulosa che è più dettata da supposizioni che da riscontri oggettivi, questo però è una sorta di oblio che in parte ci fa perdere la capacità di apprezzare una lama nella sua interezza.

 

 


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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A livello di studio noi giustamente ci soffermiamo sulle differenze e le specificità dei vari tosho che rimangono evidenti sulla lama (almeno per chi le sa leggere) tutto il resto ormai sembra entrato in una nebulosa che è più dettata da supposizioni che da riscontri oggettivi, questo però è una sorta di oblio che in parte ci fa perdere la capacità di apprezzare una lama nella sua interezza.

 

Grazie Mauri per l'accordo che mi concedi.

Le caratteristiche di tsukurikomi che descrivi sono effettivamente elementi valutativi che però ribadisco dal mio punto di vista non possono essere presi in considerazione singolarmente, ma solamente tenendo conto dell'intero sistema. Vale a dire che è la combinazione , la armonizzazioni dei vari elementi che andrebbe presa in analisi non un dato alla volta ma l'interezza del sistema.

A questo proposito non comprendo cosa tu voglia dire quando ti riferisci a "tutto il resto", puoi spiegare meglio questo concetto per cortesia? Non capisco quali aspetti ritieni siano nebulosi. :arigatou:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Per "Tutto il resto" mi riferiosco ai parametri che ho preso in considerazione nel mio discorso e che riferendoli a specificità della lama nel suo utilizzo pratico tuttalpiù possono essere analizzati e apprezzati da maestri di spada per quello che se ne può sperimentare all'interno di un dojo.

Comunque un surrogato del loro utilizzo reale ed anche in questo caso legati alla scuola d'appartenenza.

Modificato: da mauri

"accorciati la firma". Ernst Jünger

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In tal caso concordo anche su queste tue ultime affermazioni. Ed aggiungerei che in generale questi aspetti pratici legati a scuole di scherma sono maggiormente legati alla fisicità individuale del praticante piuttosto che alle esigenze specifiche della scuola.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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No secondo me Simone. Se non si concorda sugli elementi valutativi corretti per una discussione comparativa tra Oriente e Occidente le conclusioni non potranno mai essere attendibili.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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