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Musashi

Kōa Isshintō

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KōA ISSHINTō

- LA NUOVA SPADA -

[a cura di Emtolor]

 

 

Riferimenti

 

South Manchuria Railway Company (Mantetsu): La compagnia fu fondata dall' impero giapponese nel 1906 dopo la guerra con la Russia (1904-1905) e gestita in Cina all' interno dei territori della South Manchuria Railway Zone.

 

Mukden – Delian: Sono due città del Manchukuo (come i giapponesi rinominarono i territori della Manchuria da loro occupati) attorno alle quali crebbero i primi e più importanti centri di sviluppo dell' industria giapponese nella regione. E' proprio dallo sviluppo dell' industria metallurgiaca di questi centri che prenderà il via la produzione di lame e forniture per l' esercito.

 

Arsenale di Mukden: "L' arsenale di Mukden è, stando alle fonti, uno dei più grandi e produttivi stabilimenti controllati dai cinesi", qui siamo ancora nel '29 e i giapponesi non hanno ancora conquistato la regione, "all' interno si lavora febbrilmente alla produzione di armamenti utilizzando metallo estratto in Manciuria e raffinato in Giappone. I macchinari originali sono di origine cinese, comprati a Shanghai, ma i più recenti vengono prodotti all' interno dell' impianto stesso, per una produzione che già nel 1924 si aggirava attorno alle 200.000 munizioni al giorno"[dal Sydney morning herald del 20 luglio 1929]. A partire dal 1938 fu incorporato nell' arsenale di Nanman.

 

Delian-Dairen: L' 11 febbraio 1905 il governo provvisorio giapponese cambia il nome di Dalian in Dairen. Quando nei testi vi viene fatto riferimento dobbiamo quindi considerare se gli eventi citati sono antecedenti o postumi alla data suddetta.

 

Fukunaga Suiken: Nato nel terzo anno dell' era Taisho (1914), il maestro Fukunaga è uno dei fondatori dell' NTHK e venerato esperto di lame giapponesi. Ha pubblicato più testi inerenti alle nihontō di chiunque altro.

 

Yōsuke Matsuoka: Vai a: Yōsuke "Frank" Matsuoka (3 marzo 1880 – 26 giugno 1946) è stato un politico giapponese. Fupresidente della South Manchuria Railway Company e successivamente ministro degli esteri del Giappone (1940-1941).

 

 

 

 

Storia e tecnica

 

La South Manchuria Railway Company (ovvero Mantetsu, stabilimento principale Dairen) non fu una semplice compagnia ferroviaria. A seguito della vittoria della guerra russo-giapponese, il paese del sol levante ricevette i diritti sulla ferrovia e di sfruttamento della Manciuria dalla Russia zarista. Fondata nel 1906, la Mantetsu sviluppò svariate attività quali industrie minerarie, miniere di carbone, industrie manifatturiere del ferro, educazione, agricoltura, cantieri cittadini, trattamenti medici e lavori pubblici. A seguito però dell' istituzione della Manchuria Heavy Industry Development Company (Mangyo) molte delle attività della Mantetsu furono trasferite a quest' ultima compagnia, lasciando la stessa Mantetsu composta di sole tre sezioni: ferroviaria, la miniera di carbone di Fushun e investigativa. La compagnia rimaneva comunque un' industria di proporzioni enormi, dal capitale pari a quello di una nazione di media grandezza, con 10.000Km di rotaie e 400.000 impiegati (nel period di maggiore sviluppo). L' essenza di questo enorme apparato non può essere quindi compreso a pieno giudicando solamente in base al nome.

 

Il Giappone importava abitualmente metallo dolce dalla Svezia e da altri paesi. La Mantetsu decise di cambiare rotta, e di farsi carico della produzione del proprio metallo dolce. I primi esperimenti giapponesi sul metallo estratto in Manciuria si devono al Dr. Kazuharu Kusaka della Mantetsu Central Experiment Station, che a seguito delle ricerche effettuate su questo tipo di metallo riuscì ad avviarne la produzione e ad ottenere metallo grezzo di buon livello a basso grado di fusione grazie alla materia prima ricca di ferro estratta in Manciuria. Dal metallo grezzo venne poi ricavato eccellente acciaio grazie ad un particolare metodo di produzione su base elettrolitica. Stando al Nihon To Daihyakka Jiten del Dr. Fukunaga Suiken, il metallo mantetsu fu sviluppato dalla Dairen Manchurian Railroad Factory a partire dal settembre 1937, e venne prodotto esclusivamente per la forgia delle spade. Il risultato raggiunto era prossimo a quello del metallo puro.

 

La costruzione del complesso dell' arsenale di Mukden nel Fengtian (Cina) venne iniziata dal signore cinese della guerra Zhang Zoulin e si occupava della produzione di munizioni cinesi. Mukden era il nome russo per Fengtian. Non appena i giapponesi ricevettero le concessioni per la South Manchuria Railway e per i territory di Kwangtun iniziarono ad industrializzare la Manciuria. Una joint venture cino-giapponese a Mukden dette vita alla Mukden Arms Manufacturing Company. Con il crescere delle tensioni tra Cina e Giappone, nel 1937 scoppiò la seconda Guerra cino-giaponese e lo stato idipedente del Manchukuo venne creato.

 

Nel 1938 fu ultimata la pianificazione dell' arsenale di Nanman. Il sito aveva un' estensione di 9.917 K㎡, situato nel territorio di Wenguantun nei sobborghi di Mukden. 12000 persone, fra militari e civili erano impiegati nell' arsenale oltre a un migliaio di lavoratori manchuriani. Sempre nel 1938 l' arsenale di Mukden venne incorporato in quello di Nanman ed il termine Mukden decadde sostituito in alcuni casi da Hoten, nella nuova prefettura giapponese omonima. Nell' aprle del 1945 l' arsenale venne accorpato a quello di Kantō- Gun prendendo quindi il nome di arsenale di Kantō- Gun. A partire dalla primavera del 1943 tutte le lame Guntō per gli ufficiali dell' esercito venivano già prodotte negli stabilimenti di Nanman e dalla fabbrica di Dairen.

 

La fabbrica di spade di Dairen della South Manchuria Railway Company pubblicò, il 25 luglio del 1939, un manuale sulle lame Kōa Isshin. I kanji sulla copertina di questo volume furono scritti da Yōsuke Matsuoka, ai tempi presidente della South Manchuria Railway Company. Le reali specifiche delle spade prodotte dalla Mantetsu vennero rese note da questo volume che contemporaneamente portò i lettori a chiedersi cosa una spada giapponese realmente fosse e quali dovessero esserne le caratteristiche. Sempre stando a questo libro, nel 1939 la Mantetsu aveva già una produzionedi 400 Kōa Isshin al mese, per la qualità delle quali vennero invitati allo stabilimento due maestri spadai: Takeshima Hisakatsu e Wakabayashi Shigetsugu. Quest' ultimo, ritornato in Giappone prima della fine della guerra, divenne in seguito Rikugun Jumyo Tosho.

 

Analizzando le Koa Isshin prodotte dalla Mantetsu risulta subito chiaro che non si tratta di un lavoro svolto con sufficenza con il solo scopo di compensare la scarsa produzione di lame per lo sforzo bellico. Attraverso le risorse tecnologiche e l' analisi accurata dei metodi tradizionali vengono superate le carenze tecniche della produzione di massa e avviata la fabbricazione di un prodotto di ottima qualità. La Mantetsu riuscì nel creare lame di ottima fattura con un metodo tecnologicamente innovativo. Al momento della prova generale fu forgiata nella sede della Dairen Railway Factory la prima spada usando i materiali sviluppati dal Dr. Kazuharu. La lama risultava di qualità così elevata da essere scambiata nel kantei per una nihonto di Tadayoshi di Hizen.

 

La validità delle spade mantetsu era già nota durante l' imperversare del conflitto e il metallo della Manciuria, come evidenziato dal seguente articolo, godeva di ottima considerazione tra gli spadai giapponesi:

 

Japanese-American Courier, Seattle, Washington, 4 giugno, 1938

[Nota: questo articolo è apparso per la prima volta sul Japan Times.]

 

TOKIO – Nonostante gli aerei, I carri armati, I mitragliatori e I fucili a ripetizione, le spade sono ancora armi di primaria necessità in tempi di Guerra. Sono quindi state prese misure speciali da parte del governo per dotare gli ufficiali di lame in grado di far fronte alle necessità di questi giorni di guerra.

 

Stando a Hikosaburo Kurihara (vedere nota), recentemente tornato dall' area di Shanghai dove con un gruppo di esperti spadai hanno riparato 15000 spade, le lame che quotidianamente gli ufficiali portano con se non sono paragonabili agli standard dei tempi passati.

 

Il bisogno di riparazionì si è reso così indispensabile da obbligare il maestro spadaio alla partenza per la Cina del nord dove attenderà alla riparazione di altre lame.

 

Il metallo della Manchuria è stato riconosciuto come il miglior materiale per la fabbricazione di lame, come provato dall' esperienza degli ufficiali del distretto di Shanghai. Il maestro Kurihara ha quindi chiesto al ministro della guerra di rendere tale metallo disponibile ogni qualvolta se ne presenti l' opportunità.

 

"Abbiamo riparato circa 15000 lame a Shanghai" ha detto il maestro spadaio nella sua casa di Hikawacho, Akasaka-ku. "Le spade di buona fattura non si intaccano facilmente come è successo ad alcune di quelle da noi riparate. Ho consigliato al ministro della guerra di rendere il metallo della Manchuria reperibile per tutti gli artigiani del paese. E' resistente come nessun altro metallo di nostra conoscenza".

 

"Un ufficiale con una spade danneggiata in attesa della battaglia del giorno seguente è un segno di svenura. Ho visto molti di loro lavorare a notte fonda sulle loro armi: esse possono fare la differenza fra la vita e la morte".

 

[
NOTA:
Hikosaburo Kurihara fu anche conosciuto come Kurihara Akihide, fondatore del Nihonto Tanren Denshujo (Istituto per la forgiatura della spada giapponese).]

Nel 1944 l' esercito imperiale sponsorizzò una mostra di shinsakuto a Yasukuni Jinja. La mostra comprendeva diversi stand (nihontō, guntō, politura ecc.). Uno degli stand era dedicato alle Kōa Isshin Mantetsu (le sole fra tutte le Kōa Isshin a prendervi parte) , tutte forgiate da differenti maestri quale gesto patriottico da esporre alla mostra e simbolo di sostegno al sacrificio del proprio paese.

 

 

 

Mei e origine del nome Kōa-Isshin

 

Fuller e Gregory, nel loro libro a guide to showa swordsmiths si chiedono se "Kōa-Isshin" fosse il nome di fabbro particolarmente dotato o una frase patriottica. Kōa Isshin può essere tradotto come "Asia unita!", uno slogan patriottico giapponese della seconda guerra mondiale. Potrebbe inoltre riferirsi alla "sfera economica dell' Asia unita", la verisone giapponese della dottrina Monroe, che ebbe inizio con l' occupazione della Manciuria da parte del Giappone nel 1932. Lo slogan Kōa Isshin auspicava la riunificazione dello spirito delle razze asiatiche al fine di riportare questi popoli a nuovo splendore. Lo spirito che muoveva l' impero giapponese si diceva racchiuso in questa spada.

 

Inizialmente le lame recavano sul nakago il marchio mantetsu. Con la costruzione del primo stabilimento manciuriano e l' avvio della produzione di Mantetsutō nel 1937 le lame iniziarono a recare firma Mantetsu Kitau Tsukuru Kore. La frase patriottica Kōa Isshin venne usata per la firma a partire dal 1939, dopo che Matsuoka, presidente della South Manchuria Railway Company, aveva ribattezzato così la lama il 23 marzo. Si ebbe quindi l' inizio della produzione con la firma sul nakago Kōa Isshin mantetsu saku, e la ura mei Mantetsu kitae tsukuru kore.

 

 

I possibili stampi apposti sul nakago si riferiscono agli stabilimenti di produzione e agli organi di supervisione e sono i seguenti:

 

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Le Mantetsu prodotte dalla Dairen Railroad Factory recanti il solo marchio della Manchuria Railroad Company, furono prodotte nei tardi anni trenta e sono le più "antiche".

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Altre lame recanti la semplice mei mantetsu possono avere il marchio dell' arsenale manciuriano di Mukden (poi Nanman), detto anche marchio nan. Queste risalgono ad un periodo compreso dai tardi anni trenta fino al 1945.

 

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Le spade prodotte sotto la supervisione del quartier generale di Nanman recano il marchio Hō in vece del più comune Mukden.

 

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Marchio d' ispezione dello stabilimento di Dairen dell' arsenale di Nanman, detto anche marchio ren.

 

 

Per la datazione queste lame usano solitamente il metodo del calendario giapponese. Gli anni di riferimento vengono espressi e calcolati in base ai periodi storici (ere). Ad esempio il 2008 del calendario gregoriano corrisponde all' anno 20 dell' era Heisei del calendario giapponese.

 

 

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Fig. 1 – Questa immagine reca la traduzione della firma sul nakago delle lame Kōa-Isshin. E' presente però un errore nella seconda parte della trascrizione della mei. Ichi in giapponese è il numero 1 e shin significa cuore. La traduzione corretta in romanji è isshin e non issin come riportato in figura. Allo stesso modo la traduzione inglese è ovviamente heart e non heat.

 

 

 

 

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Fig. 2 – Evoluzione del nakago delle Kōa-Isshintō nel tempo.

 

 

 

Dati tecnici

 

Stando al libro Koa Isshin, che la South Manchuria Railway Company pubblicò nel 1939, il metodo di forgia del metallo venne chiamato Moro-Zutsumi e prevedeva lo stampo del metallo e la giunzione meccanica; la tempra avveniva successivamente attraverso un sistema a temperatura controllata. Il libro Dai Nippon Token Shoko Meikan, pubblicato nel 1942, riporta che a rivoluzionare il processo di produzione delle lame Koa Isshin fu Kodō Suzuki, forgiatore delle prime mantetsu e primo responsabile per la creazione delle spade all' interno della fabbrica, che alla luce del lavoro svolto le rinominò: "nuove spade giapponesi" (shin nihontō).

 

 

All' origine della produzione delle Kōa isshintō vi furono studi approfonditi e verifiche scientifiche, che aiutarono i tecnici nella scelta del metallo che avrebbe composto le spade di prossima dotazione all' esercito del sol levante. La Mantetsu esaminò quindi un campione di 12 metalli a fini comparativi. Sei parti di metallo della Manciuria, due di metallo nord cinese e otto parti ottenute da satetsu, con i seguenti risultati (% metallo malleabile, % ossido di titanio):

Manchuria - Mukden Gyushindai (72.00% , 0%), Mukden Kyuchourei (69.06%, 0%).

 

Cina del nord - Shandong Kinryokan (61.51%, 0%).

 

Satetsu - Shimane Uemura (61.85%, 4.42%), Hiroshima Koyakkamura (60.42%, 5.79%).

 

Il tasso di metallo malleabile della Manciuria è notevolmente maggiore, mentre sia per quello manciuriano che per quello cinese non si registrarono quantità di ossido di titanio. Questi dati confermarono agli addetti ai lavori la validità del materiale estratto in Manciuria. [Nota: la malleabilità di un metallo è la capacità di essere ridotto in lamine sottili. Più alto è il livello di malleabilità e più sottili saranno le lamine.]

 

La lama viene forgiata utilizzando il metallo malleabile Kusaka, sviluppato dallo stesso Dr. Kusaka. La caratteristica principale del lavoro di Kodō Suzuki riguarda l' inserimento dello shingane all' interno del kawagane. Il procedimento avveniva attraverso la piegatura a macchina ed il successivo inserimento, sempre attraverso processo industriale, dello shingane all' interno del kawagane. Il risultato era un perfetto rivestimento del metallo centrale con quello ad alto contenuto di carbonio.

 

 

 

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Fig. 3 - Sezioni di lame Koa Isshin, come riportate sul testo Koa Isshin.Viene qui mostrato come lo shingane sia correttamente posizionato all' interno del kawagane

 

 

 

 

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Fig. 4 – Relazione fra kawagane e shingane. A sinistra è riportata la distribuzione dello shingane all' interno di una lama forgiata con tecnica tradizionale. A destra quella di una Koa isshintō a dimostrazione di un più regolare posizionamento.

 

 

 

Altra differenza sostanziale tra nihontō e Kōa isshintō riguarda lo Yaki ire. Il metodo tradizionale soffre principalmente la difficoltà nel trovare una temperature dell' acqua ideale per la tempra del metallo, procedimento interamente dipendente dalla bravura dell' artigiano, che se eseguito non correttamente può portare a imperfezioni della lama finanche alla rottura di quest' ultima. Il processo delle Kōa Isshintō, avviene invece tramite tecnica industriale, mantenendo la temperatura costante e sotto controllo attraverso l' uso di un calorimetro, abbassando quindi notevolmente la possibilità d' errore. Nei tempi antichi gli spadai credevano che il processo di tempra delle lame fosse diretta conseguenza della benevolenza divina, da ingraziarsi tramite riti e preghiere. Tutt' oggi lo yaki ire è motivo di concentrazione del maestro spadaio essendo il momento di più difficile esecuzione nella realizzazione di una nihontō. La Mantetsu padroneggiò questa difficile disciplina grazie alla tecnica moderna. Fu proprio il processo di tempra una delle caratteristiche, assieme alla tecnica di giunzione di shingane e kawagane, a caratterizzare la fattura delle lame Mantetsu.

 

I parametri delle lame vennero forniti alla Mantetsu dall' esercito, secondo criteri strettamente legati alla praticità e all' uso che se ne doveva fare in battaglia, restando però il più possibile fedeli alla tradizione. Queste caratteristiche, unite ai nuovi standard industriali, risultarono in spade resistenti allo stress e dall' ottimo filo ma prodotte in economia. Le lame recanti firma Koa Isshin sono solitamente ben rifinite, con mei ben incisa e buone finiture del nakago. La hada è solitamente ko-itame o nashiji e l' hamon è di tipo suguha con varietà di nioi, nie e ko nie, il tutto accompagnato da koshirae Shin Guntō di elevato standard qualitativo. Una di queste venne resa dal generale maggiore Tamoto, il 20 settembre 1945, al tenente colonnello A.K. Crookshank a Bentong (Malaysia), e si trova attualmente nel museo nazionale dell' esercito a Londra.

 

 

 

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Fig. 5 – Particolari di una lama: hamon Naka-Suguha e hada Nashiji.

 

 

 

 

 

Esistono molte lame con mei Mantetsu. Solitamente questo sta ad indicare che la spada è stata forgiata con metallo manciuriano. Nel caso delle Kōa Isshintō (Kōa Isshintō Mantetsu) gli esperti consigliano di considerare tale dicitura non come marchio di provenienza manciuriana ma semplicemente come riferimento ai materiali e allo stile. Anche se le Kōa Isshintō presentono una struttura stratificata e temprata, non vengono considerate gendaitō nihontō in quanto non forgiate in modo tradizionale. Solitamente vengono fatte rientrare nella categoria delle lame forgiate usando metodi o materiali non tradizionali, come spesso accadeva durante la seconda guerra mondiale.

 

Alla fervente produzione delle lame, seguirono verifiche e test volti a dimostrare la validità delle Mantetsutō . Il naturale riferimento qualitativo, in quanto considerate punto d' arrivo della forgiatura, furono le Kotō. In particolare, il prof. Tawara dell' università imperiale di Tokyo prese come modello le Muramasa di seconda generazione.

 

 

 

La seguente tabella si riferisce appunto ai risultati degli studi del prof. Tawara dell' università di Tokyo relativi alla durezza delle lame di alcuni maestri.

 

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La tabella della durezza si basa sul confronto con le lame Muramasa di seconda generazione, e come si può notare, i dati rilevati per le Kōa Isshintō relativi ai gradi di durezza mostrano una equivalenza con le lame koto. Sempre a carico del prof. Tawara sono i dati relativi alle caratteristiche chimiche:

 

Kawagane - 0,57% carbonio, 0,05% manganesio, 0,17% silicone, 0,018% fosforo, 0,003% zolfo.

 

Shingane – 0,23% corbonio, 0,15%m manganesio, 0,21% silicone, 0,020% fosforo, 0,008% zolfo.

 

Come è facile notare, le lame Kōa Isshin non presentano contenuti di titanio e solo lo 0,004% di zolfo, materiali possibilmente dannosi alla buona riuscita della spada.

 

 

 

 

Immagini di una Kōa isshintō

 

Quelle che seguono sono alcune immagini di una lama Kōa isshin completa di montatura shin guntō.

 

Mei: Kōa isshin Mantetsu Kore, Showa Mizumoto Hitsugi Haru (primavera 1943)

Hada: Nashiji

Hamon: Suguha Midare in Nioi e Ko Nie

Dimensioni: Nagasa 26.25 pollici, nakago 8.4 pollici, Saki haba 7 mm, Moto haba 31 mm

 

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Modificato: da Musashi

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Altro eccezionale articolo Musashi, ormai li sfornate come la brioche quotidiana.

Grazi mille, sono interessantissimi!

 

Se ho capito bene quindi il finale, tali lame, nonostante l'alto livello qualitativo e la produzione supervisionata comunque da maestri spadai, non vennero (e non vengono tuttora) considerate nihonto, poichè create con metodo industriale anzichè tradizionale?... è corretto?

 

volevo anche chiedere:

nell'articolo del Japan Time si parla dell'assiduo lavoro nella riparazione delle lame rovinate mentre nel contempo il maestro Kurihara fondamentalmente consiglia la produzione di quelle nuove con tale nuovo sistema ed acciaio (prbabilmente anche a rimpiazzo di quelle troppo rovinate), questo nonostante (se non ho capito male) quelle "da riparare" fossero gendaito nihonto, (prodotte tradizionalmente?). Ad indicare che queste nuove fossero comunque migliori nelle loro prestazioni.

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Ciao Sashimi,

 

Quando si parla di Koa Isshin e di standard qualitativo elevato, si tratta sempre di un contesto molto specifico. In effetti, come tu dici, le Koa Isshinto non sono, e non possono essere, considerate nihonto a tutti gli effetti, in quanto non forgiate secondo i dettami del metodo tradizionale. Per quanto riguarda la qualità il discorso si fa più complicato. Bisogna innanzi tutto ricordarsi della collocazione storica. Siamo a cavallo della seconda guerra mondiale, e la produzione di lame per l' esercito subisce un incremento paragonabile soltanto a quella del fenomeno Tabagatana avvenuta nel giappone feudale del periodo sengoku. La maggior parte delle lame sono prodotte in serie, sono di bassa qualità e spesso insufficienti a coprire il far bisogno dell' esercito giapponese. Anche per le nihonto si ha un calo di qualità dovuto alla scarsità di materie prime ed allo sfruttamento di fabbri ed apprendisti. Il maestro Kurihara suggerisce quindi di accellerare la produzione di Koa Isshin in quanto, fra le gunto, superiori per durezza e flessibilità e più adatte al sacrificio durante uno scontro rispetto alle nihonto.

 

P.S.: Dobbiamo ringraziare Musashi per l' ottima impaginazione.


"La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida."

 

"Non mi fido molto delle statistiche. Perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media!"

 

"La gente è strana: si infastidisce sempre per cose banali, e poi dei problemi gravi come il totale spreco della propria esistenza, sembra accorgersene a stento."

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... grazie ancora ad emtolor, Musashi ed a tutti i partecipanti al Project Gunto per l' ennesima perla . :prostro:


Ognuno di noi nasconde dentro di sè una scintilla divina, basta saperla cercare.

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Non posso che associarmi ai ringraziamenti altrui.prostro.gifprostro.gifprostro.gif

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idem come sopra :arigatou: ...


image736.jpg

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Complimenti a Emtolor per l'eccellente traduzione (la quale è stata fatta interamente dal giapponese) e a Musashi per la solita cura nell' impaginazione :arigatou:

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Ciao Sashimi,

 

Quando si parla di Koa Isshin e di standard qualitativo elevato, si tratta sempre di un contesto molto specifico. In effetti, come tu dici, le Koa Isshinto non sono, e non possono essere, considerate nihonto a tutti gli effetti, in quanto non forgiate secondo i dettami del metodo tradizionale. Per quanto riguarda la qualità il discorso si fa più complicato. Bisogna innanzi tutto ricordarsi della collocazione storica. Siamo a cavallo della seconda guerra mondiale, e la produzione di lame per l' esercito subisce un incremento paragonabile soltanto a quella del fenomeno Tabagatana avvenuta nel giappone feudale del periodo sengoku. La maggior parte delle lame sono prodotte in serie, sono di bassa qualità e spesso insufficienti a coprire il far bisogno dell' esercito giapponese. Anche per le nihonto si ha un calo di qualità dovuto alla scarsità di materie prime ed allo sfruttamento di fabbri ed apprendisti. Il maestro Kurihara suggerisce quindi di accellerare la produzione di Koa Isshin in quanto, fra le gunto, superiori per durezza e flessibilità e più adatte al sacrificio durante uno scontro rispetto alle nihonto.

 

P.S.: Dobbiamo ringraziare Musashi per l' ottima impaginazione.

 

 

chiarissimo, grazie aaarigatou.gif

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Molto interessante!

Caspita, una è stata scambiata per una Hizen addirittura?

 

Se posso avrei un paio domande:

- Quando ci troviamo di fronte a tali lame quindi (a nakago coperto ovviamente), da cosa possiamo riconoscere che non sono effettivamente Nihonto?

- Vi risulta che al giorno d'oggi operi una fabbrica del genere? (se effettivamente si possono raggiungere qualità così elevate, la cosa non è preoccupante per la prosecuzione della tradizione?)

 

Grazie 1000!

Il "Gunto-Project" si stà rilevando davvero un progetto interessantissimo! aaarigatou.gif

(andando avanti così potremmo avere già la prossima iniziativa editoriale INTK... 28whistle.gif)


Alberto

 

"Prega affinchè l'altro non sfoderi, ma alla fine, se non fosse possibile evitarlo, mettilo a morte con un colpo solo, e prega perchè riposi in pace"

"la verità, niente di più sovversivo"

 

Sempre sia lodata la funzione "CERCA"

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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