Saltatempo 0 · Inserito: 14 dicembre 2009 Salve a tutti! Volevo delucidazioni su un particolare tipo di lavorazione della (o 'del'?) saya, che mi colpisce particolarmente, e volevo chiedere come si chiamasse e come si riusciva a ottenere tale risultato? Evidentemente viene laccato, dipinto di nero e leggermente "carteggiato" (scusate il termine ma non me ne viene uno più fine ^^) per far apparire il rosso, prima di lucidare il tutto, ma come facevano a ottenere la trama della prima laccatura rossa? Grazie mille! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 14 dicembre 2009 A livello teorico è semplice da spiegare a livello pratico molto più difficoltoso da realizzare. Per rendere corposa la lacca molte volte usavano polvere di carbone di legna, in questo caso per rendere spesse le parti che poi risultano in rosso possono aver messo sotto una semplice cordicella e poi ci sono passati sopra con la lacca, le tonalità di colore dovrebbero essere trasparente in superfice, nero di mezzo e rosso sotto, come hai detto Tu carteggiando le superfici le parti più rilevate perdono il colore di mezzo facendo uscire il rosso, a risultato ottimizzato si passa il trasparente, spero di essermi spiegato, comunque la mia è solo teoria ed anche molto semplificata, "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Renato Martinetti 1 · Inserita: 15 dicembre 2009 Il processo è quello che ti ha spiegato Mauri, ovviamente effettuato con numerosi strati di lacca che venivano parzialmente asportati con pietre e carbone di legna (questa tecnica è denominata suri-hagashi-nuri). Questo fodero in particolare voleva richiamare al rovescio la lacca Negoro-nuri, derivata dalle suppellettili e dal vasellame del monastero Negoro-dera. Questi oggetti, laccati rossi, a causa dell'usura lasciavano trasparire nei punti di maggior sfregamento lo strato sottostante nero; tale effetto naturale, assai apprezzato poichè anche simbolo dello scorrere del tempo e dell'uso dell'oggetto (unico caso, poichè normalmente i giapponesi rifacevano o restauravano rilaccando completamente le lacche usurate) è stato poi replicato dai laccatori ed ancora adesso viene prodotto. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
GianC.B. 0 · Inserita: 23 dicembre 2009 esattamente.. c'erano moltissimi modi per ottenere effetti simili... per esempio una mia lama ha un saya laccato a tre colori: nero, rosso e oro, la base di tutto è samè... G. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
GianC.B. 0 · Inserita: 15 gennaio 2010 ecco le foto della saya in samè laccato... G. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Giuseppe Piva 6 · Inserita: 15 gennaio 2010 Gianc., perchè dici che è samè? A vederla così non sembrerebbe... ______________________Giuseppe Pivawww.giuseppepiva.com Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
GianC.B. 0 · Inserita: 15 gennaio 2010 Gianc., perchè dici che è samè? A vederla così non sembrerebbe... a vederla dal vivo si percepisce una certa "tridimensionalità" del tutto e nelle parti nere, dove la lacca è necessariamente molto sottile si intravvedono alcuni grani fini in trasparenza... poi per carità, tutti sbagliano, nemmeno in Giappone l'hanno vista con la saya "sezionata" quindi... a te cosa sembra? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 15 gennaio 2010 Secondo Te come è stata fatta: Same di base, rosso, nero quasi a pareggiare il tutto e poi più mani di trasparente fino a spianare in modo omogeneo la superfice? "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
GianC.B. 0 · Inserita: 15 gennaio 2010 Secondo Te come è stata fatta: Same di base, rosso, nero quasi a pareggiare il tutto e poi più mani di trasparente fino a spianare in modo omogeneo la superfice? sì, questa era l'ipotesi avanzata(non da me, di koshirae capisco poco...),strati di lacca successivi e poi "rasature" per aprire chiazze di colori differenti... comunque Kentozazen l'ha vista, magari ci darà la sua opinione... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Giuseppe Piva 6 · Inserita: 15 gennaio 2010 In genere "rasando" il same le macchie restano molto omogenee, mentre qui si vede una marezzatura più ricercata e irregolare. A me sembra un togidashi, ma bisognerebbe vederla dal vero... ______________________Giuseppe Pivawww.giuseppepiva.com Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
GianC.B. 0 · Inserita: 16 gennaio 2010 In genere "rasando" il same le macchie restano molto omogenee, mentre qui si vede una marezzatura più ricercata e irregolare. A me sembra un togidashi, ma bisognerebbe vederla dal vero... capisco, posso chiedere cosa vuol dire "togidashi"? come ho detto non sono esperto di koshirae... grazie Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 16 gennaio 2010 Secondo me da quanto si vede non è stato rasato il same, ma affogato nella lacca fino quasi all' apice, difatti il colore è presente molto di più alla base delle tuberosità che lo formano. "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Renato Martinetti 1 · Inserita: 17 gennaio 2010 Per quanto si può capire dalle foto, non credo ci sia del samè sotto la laccatura, poichè non si vede l'effetto classico del samè laccato e certamente, visto il costo, non lo avrebbero seppellito completamente sotto la lacca. Togidashi letteralmente è una tecnica in cui su una base in lacca si piazzano polveri d'oro, inserti in conchiglia o come in questo fodero rilievi in lacca rossa, si copre il tutto con lacca nera e poi con una politura a pietre e carbone (togi) si spiana il tutto, facendo emergere i materiali inseriti che rimangono a livello della lacca nera. Normalmente poi si tamponava lacca trasparente e si lisciava ancora a carbone più volte Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Karrina 0 · Inserita: 2 aprile 2010 Premettendo con tutta umiltà che so davvero poco sulla lavorazione della lacca, rispetto alla prima immagine in cui le tracce di nero fanno pensare, credo giustamente, alla levigatura delle parti più sporgenti, in questo secondo caso mi dà l'idea che gli strati siano stati asportati in cavo. Poi ovviamente siccome uno strato di lacca è sottilissimo non credo che ci sia una differenza percepibile per l'occhio, almeno vedendolo in foto. Secondo me, poi magari sbaglio, c'è uno strato di lacca rosso sottostante poi oro e sopra uno strato nero che con pazienza e maestria sono stati incisi a formare un motivo che mi fa pensare alla pelle di un rettile (drago), non so nemmeno bene io perché, e poi è stato rivestito di uno strato di lacca trasparente. Is it impossible? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Lorenzo 67 · Inserita: 2 aprile 2010 anche secondo me. https://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Renato Martinetti 1 · Inserita: 2 aprile 2010 Non credo che questa lacca sia stata asportata in cavo, poichè la tecnica sarebbe piuttosto difficile da controllare. Credo che più semplicemente su una base laccata siano stati depositati dei rilievi in lacca rossa (magari addizionata di una qualche polvere tipo tonoko per inspessire il tutto e non diventar matti con un milione di strati). Dopodichè qualche strato di doratura, magari solo sopra i rilievi in lacca rossa, attorno a questi di dà la lacca più scura, si polisce tutto a livello con togidashi e viene questo effetto. Ovviamente il laccatore doveva aver le idee chiare sull'effetto finale da ottenere, ma vedendo cosa riuscivano a combinare questo lavoro non sembra manco uno dei più difficili. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
shimitsu masatsune 10 · Inserita: 5 aprile 2010 Il Samekawa è da escludere.Non c'è traccia alcuna. Questo stile di laccatura viene impiegato anche per le penne stilografiche. La vittoria è di colui, ancor prima del confronto, che non pensa a sè e dimora nel non-pensiero della grande origine. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Renato Martinetti 1 · Inserita: 15 maggio 2010 Riesumo questa discussione poichè, incuriosito da questa tecnica di laccatura, ho provato a fare qualche esperimento, che mò vi illustro. prima fase: su una tavoletta laccata che utilizzo per i miei esperimenti, ho riportato alcune macchie stile giraffa in lacca rossa, sovrapponendo più strati per avere spessore. Ho usato lacca kashew per fare più velocemente. Ho anche cercato di lavorare le macchie incidendo alcuni bordi. seconda fase: attorno alle macchie rosse stendo una cornice di lacca dorata, cercando di variare gli spessori. Non è il caso di laccare tutto, tanto in gran parte verrà asportato nella politura. terza fase: si ricopre il tutto con lacca scura, sovrapponendo più strati per colmare gli spazi tra le macchie. ultima fase: si livella il tutto con la politura, abradendo la lacca finchè non compaiono le macchie con relativo bordo dorato. Nella foto non si apprezza, ma la lacca è tutta allo stesso livello. Considerazioni: il lavoro che ho fatto (è la prima volta che provavo sta tecnica) è piuttosto grossolano, e soprattutto la fase di politura l'ho fatta alla "garibaldina" poichè volevo vedere il risultato, senza stare a curare i vari passaggi e la composizione artistica delle macchie. Mi interessava confermare l'approccio tecnico, che sicuramente è fatto in questo modo. Il lavoro, come già dicevo nel forum, non è molto difficile; si devono avere però le idee estremamente chiare sul risultato finale da ottenere, agendo di conseguenza sulla disposizioine delle macchie, sulla posa della lacca dorata e sulla politura. Quest'ultima è la fase cruciale del tutto, poichè più si va avanti più variano e si allargano gli spessori del bordo dorato e delle macchie rosse. Considerando poi che con la lacca urushi gli spessori sono minori, ci vuole il massimo controllo sennò si rischia di portar via tutto. Consigli per chi ci vuole provare: - per ottenere un bordo dorato sottile conviene incidere verticalmente il bordo della macchia e depositare a fianco la lacca dorata in minimo spessore. - utilizzare per polire pietre con acqua anzichè carta abrasiva: in questo modo l'acqua mantiene pulita la superficie e si può vedere istantaneamente il risultato della passata. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti