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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Yamagata Masakage

Qual'è la verità?!?

Messaggi consigliati

Ciao a tutti gli onorati partecipanti a questo forum. Volevo sapere le realtà di vita in Giappone.

 

Questo è quanto ho letto in un sito:

 

10 motivi per venire a vivere in Giappone?

 

Essendo una terra lontana e misteriosa, il Giappone può intimorire tutti gli Italiani che stanno considerando di andare a vivere nella terra del Sol Levante, sia per lavoro che per emigrazione permanente.

 

Mario abita in Giappone da 12 anni quindi possiede una conoscenza che va oltre quella dei viaggi turistici e delle trasferte di lavoro che non riescono a scalfire la superficie di una cultura che agli occidentali può sembrare impenetrabile.

 

Ecco i suoi motivi per i quali vale la pena vivere in Giappone.

 

1. Sicurezza. Microcriminalità inesistente, un posto ideale per far crescere i figli.

RISP.: Certo hanno lo stesso numero di furti che ci sono in Italia, lo stesso numero di omicidi (non li fa la mafia ma la gente comune) alto numero di scippi, altissimo numero di truffe.

2. Trasporti pubblici puliti e funzionanti. Il poter rinunziare alla schiavitù della macchina.

RISP.: Verissimo qui non obbietto. Certo un po cari ma efficentissimi.

3. Mentre l'Italia importa cibi dalla Cina, quelli veri e sovvenzionati vengono esportati in Giappone (ed altrove ovviamente).

RISP.:

4. La gente non va in giro armata. Alle 3 di notte è come alle 3 del pomeriggio.

RISP.: Si pero vai a farti un giro a Nishinari e vediamo come ti diverti, in giappone ci sono rischi minori che in Italia ma chissa perche ormai tutti taggano il bambino con il cellulare visto che tra rapimenti stupri e pazzoidi che fanno fuori i ragazzi non sappiamo piu dove girarci, vedi il caso di Hiroshima, una ragazza fatta a pezzi la polizia dopo 2 settimane sta trovando ancora pezzi della poveraccia sparsi per le montagne.

5. Pulizia ovunque, efficienza pubblica, tutto funziona perfettamente pur mantenendo un certo "fattore umano".

RISP.: Sicuramente non ha mai lavorato in Fabbrica o in un centro commerciale questo italiano, sono tutte delle scenografie dietro il muro c’e la realta ma certamente nelle zone centrali e turistiche hanno maggior cura di noi italiani, pero ho visto delle bettole con scarafaggi che correvano ovunque

6. Pagamenti: niente menate e furberie. Se lavori vieni pagato e bene.

 

7. Pulizia, pulizia, pulizia.

RISP.: Leggende io giro in moto e ne potrei raccontare di belle, certo come detto prima hanno piu cura della facciata che della realta.

8. Avere solo i vantaggi di essere straniero senza gli svantaggi (o relativamente pochi).

RISP.: Mo questo lo meno ma che cribbio dice??? Pochi svantaggi, ma se diventi scemo a comprare una casa un mutuo non te lo fanno, non ti danno un carta di credito anche se guadagni un botta. Non ti assumo a tempo indeterminato perche sei straniero anche se mandi avanti il team, mentre assumono dei p…. che vengono a rompere ogni 5 minuti al sottoscritto perche non riescono è hanno bisogno di aiuto.

9. I Giapponese fanno ancora i lavori "umili", ciò limita l'immigrazione selvaggia

RISP.: Si e’ vero infatto poveracci vivono in delle bettole sporche e al limite della poverta vedi i quartieri di come nishinariku a Osaka.

10. Nonostante tutto quanto sopra, è un paese con una cultura, arte, letteratura e storia.

RISP.: Vero niente da dire escluso che i giovani giapponesi sono ignoranti come capre sulla loro cultura e storia.

11. Perchè purtroppo l'Italia al momento non rende facile il viverci.

RISP.: Ma sto tizio ci vive o no? Non sa niente non e’ che e’ un espatriato aziendale che vive nella sua campana d’oro come i miei clienti che non parlano un acca di giapponese anche se vivono qui da 10 anni?

Insomma, il Giappone offre pulizia, rigore, efficienza e sizurezza. Se questi valori sono importanti per voi allora vi consigliamo di considerare seriamente il Giappone come destinazione dove emigrare e vivere!

 

Questa è stata la risposta di un altro residente in Giappone:

 

 

Scusa se ci vado pesante ma ho gia dovuto aiutare abbastanza italiani che si sono impelagati in questo paese per liste come questa.

 

Chi ha scritto la lista ci vivra ma allora e' cieco.

tutte quasi tutte le cose che ha elencato sono agli antipodi ci cio che e' la realta.

Un punto di vista errato va bene ma una lista di dieci motivi che non hanno ne capo ne coda non mi sembra possibile.

Io per esempio mi sono sempre limitato a leggere i blog sul Giappone finche non ho maturato abbastanza conoscenze per dire la mia senza essere un anti giapponese o un Tatamizzato o peggio un otaku con le fettine di sushi sugli occhi.

Basta l' affermazione sulla pulizia e sulla condizione di straniero e sopratutto sulla criminalita per capire che questa persona o e' un expat o non sa di cosa parla.

Io non pretendo di essere la bibbia, ma escludendo che in Cinque anni ho comprato casa e tutto non conosco un italiano che abbia vissuto per piu di anni qui e possa mettere insieme una serie di stereotipi cosi lunga come ha fatto lui.

Capisci che errare e' umano ma quasi tutti i punti che ha elencato sembra scritti da un esterno o un tatamizzato.

Vuoi dieci motivi per non venire a vivere qui?

Esclusa la sbufalata a ogni punto che ho fatto e gia quelli potrebbero essere i 10 motivi per non venire te ne elenco altri dieci:

 

1) Il figlio se non mezzo giapponese non avra la nazionalita almeno che il padre non rinunci a quella italiana e per fare questo dovra sceglie un cognome giapponese. (non i tutti casi ma la maggior parte)

2) se si ha un figlio con cittadino giapponese bisogna sempre ricordarsi che la controparte giapponese lo puo rapire e tenerlo lontano dal padre che non avra alcun diritto nemmeno di visita.

3) Davanti ai giapponesi anche se parli il Giapponese perfettamente sarai sempre uno straniero.

4)essendo straniero avrai grossissime difficolta ad avere un lavoro che non sia cuoco o cameriere

5) Se avrai un lavoro normale dovrai pregare dio di tenertelo perche con fatica assumono giapponesi a tempo indeterminato ma noi stranieri ce lo sognamo un contratto a tempo determinato.

6)Uno straniero ha difficolta ad affitare un appartamento, nel 80% e' ben specificato no stranieri e se li accettano ti serve un garante giapponese.

7)Banche che non ti fanno mutui e ti saltano alla giugulare apperna ritardi per un pagamento perche sei straniero e potresti scappare ma con i giapponesi non lo fanno.

8)Servizio sanitario schifoso, gli ospedali rifiutano i pazienti per vari motivi se sei grave devi pregare tutti santi che qualcuno ti curi.

9)Per la polizia essendo stranieri abbiamo sempre torto anche quando un giapponese ci rapina e noi ci difendiamo

10)Polizia che non fa un cavolo esluso incarcerarti dopo 21 giorni di interrogatorio senza avvocato

 

Niente e' perfetto ma la visione di chi a scritto le dieci voci non aveva ne capo ne coda.

 

Cosa ne pensate? Naturalmente mi riferisco a tutti coloro che hanno vissuto il Giappone per lunghi o medi periodi.

 

Grazie per le vostre eventuali risposte. Yamagata Masakage

 

 


skilledlogo.jpg"Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".

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Interessantissimo, sono tutto orecchi!

 

182412.JPG

Modificato: da Musashi

<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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E' difficile immaginare uno Stato ad alta tecnologia come quello di cui stiamo parlando privo di criminalità.

Può però essere che questa non venga percepita come minaccia dal comune cittadino, i fattori possono essere molteplici la speranza è che il primo fattore sia da annoverare all'efficienza delle Forze dell'ordine ed alla efficacia della repressione del crimine da parte della Giustizia, più queste cose funzionano meno il Cittadino percepisce l'oppressione della criminalità.

L'efficienza è parte integrante di un pensiero tutto legato ad una produttività che penso si possa definire parte integrante di questo paese.

Il lavoro stesso è ritenuto fondamentale all'interno di una Famiglia, che non può essere intesa nel modo tradizionale che intendiamo noi, ma nei rispettivi ruoli in tutti coloro che portano uno stesso cognome, si potrebbe forse parlare di clan.

Il rapporto con il proprio lavoro è ancora vissuto da tutti come la partecipazione, per quanto sono le proprie competenze, alla realizzazione di un disegno comune e ad un'assunzione delle proprie responsabilità nei suoi confronti che si potrebbe definire di abnegazione totale, nella sua forma piramidale rispecchia poi anche quell'accettazione dei ruoli che era propria di questo Popolo fino da i suoi albori e che ancora è ben rappresentata dalla continuazione di una dinastia imperiale che di questa piramide è il punto più alto.

Il merito è un fattore determinante anche di un innalzamento sociale a cui tutta una Famiglia partecipa a prescindere, considerandolo un bene per il clan.

Che poi alcune cose come i trasporti funzionino a dovere può essere fatto rientrare in questo spirito, senza contare che per chi lavora in una grande città, ed in Giappone è in questi luoghi che si concentra il massimo sforzo produttivo, arrivare al lavoro con mezzi propri è improponibile sia per i costi che per lo stesso intasamento del traffico.

Infine volendo essere sintetici, se ognuno cerca di fare il proprio dovere (recepito come tale da tutti) è facile che questi punti che sono concatenati gli uni agli altri portino ad un buon funzionamento della macchina Giappone.

Per quanto riguarda la cittadinanza penso che siano ben pochi gli Italiani che possano affermare di essere diventati cittadini Giapponesi, forse si parla di qualche decina, tra loro anche uno che in Italia venne condannato per atti di terrorismo e che proprio perché ormai Giapponese non può essere estradato http://it.wikipedia....iki/Delfo_Zorzi
.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Beh la società giapponese è difficile per i giapponesi figuriamoci per uno straniero... :gocciolone: sopratutto per la gente e non è poca che parte con la convinzione di essere superiore o avere non so che super poteri solo perchè viene dall'italia e guarda i cartoni animati..

Io sinceramente rispetto la posizione di conservazione del giappone... è facile criticare o buttarla sul razzismo

ma basta pensare a che punto siamo arrivati noi con un immigrazione selvaggia e assolutamente non controllata.. certo ci vorrebbe una via di mezzo

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vero c3cco, comunque l'unico modo per provare a capire una cultura come quella nipponica è viverla, i libri si lasciano scrivere e le parole pronunciare

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Concordo con Matteo, ma sul fatto che si fidino poco di un non Giapponese, credo che sia vero, ma che addirittura sia difficilissimo affittare una casa, fare un mutuo.....ecc....ecc, non credo sia una cosa molto veritiera, anzi spero che non siano a questi livelli. rouletterussa.gif


skilledlogo.jpg"Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".

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Dipende sempre da quello che ognuno di noi va cercando, all'interno del Gappone come d'altra parte da noi in Italia esistono talmente tante situazioni diverse che è facile sbagliarne l'approccio.

Comunque penso che le realtà e le cose di cui andiamo alla ricerca prima di tutto dovrebbero essere ben chiare dentro ognuno di noi, non sempre i luoghi esotici possono essere alla nostra portata per tempi più lunghi di quelli a disposizione per una vacanza.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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dipende dagli ambenti e dai luoghi che si frequenta, in alcuni ambienti il bianco non è benvisto per una serie di motivi, è gente molto complessa da capire

poi sta tutto all'intelligenza delle persone

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Trovo molto restrittiva la legislatura Giapponese in merito alla questione dello straniero che voglia trasferirsi nel sollevante , credo più che altro dal punto di vista lavorativo , infatti come linea guida entra in Giappone chi abbia cooscenze lavorative che un giapponese non ha , tipo un insegnante di lingua Italiana ecc. Poi c'è tutto l'iter burocratico da seguire per trasferirsi li , cmq trovo giusto che sia così.


Il pino proietta la sua ombra sul muro.

La luna riflette sull'acqua.

Davvero non siamo nulla.

Sia il cielo e dare un lungo grido

 

 

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Ale io la faccenda del koseki non la mando giu, e non vedo altre giustificazioni se non il razzismo.

 

..Già razzismo legalizzato.. ancora piu triste

certo che a leggere certe testimonianze in rete ti passa la voglia di andare :gocciolone:

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Comunque fare di tutta l'erba un fascio non ha senso.. è difficile pensare di andare a vivere in un paese straniero ed essere accolto a braccia aperte anche qua se ne sentono di ogni ma grazie al cielo non siamo tutti uguali... e poi sono certo che anche se ti deve mandare a quel paese o maledire un giapponese lo farà sempre con garbo e magari poi ti fa pure l'inchino :happytrema::gocciolone:

In linea di massima poi penso che sia più sentito il pregiudizio verso i coreani e i cinesi

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.


http://beno.jimdo.com

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Ringrazio Beno per l'intervento, che a mio parere si caratterizza per l'equilibrio e la saggezza, oltre a possedere la non trascurabile qualità di provenire da chi vive da qualche anno in Giappone (punto di vista personale, ma almeno fondato sull'esperienza).

 

Per quanto invece mi riguarda, non ho esperienza di soggiorno in Giappone (salvo una vacanza di circa quindici giorni, e una frequentazione più o meno assidua di amici giapponesi), quindi non posso pretendere di dare risposte certe all'importante dilemma posto in incipit dall'amico Yamagata...

In ogni modo credo che la verità stia nel mezzo, e soprattutto, come dice appunto Beno, molto dipenda anche dal "gaijin" che si insedia in Giappone.

 

Provo comunque ad aggiungere qualche tassello al mosaico di questa discussione "sociologica".

Una mia conoscente (italiana) l'altra sera a cena mi parlava di come lei abbia a malincuore lasciato il Giappone, dove ha studiato e lavorato per un certo periodo (adesso fa la guida turistica ai Giapponesi in Firenze). Mi accennava alle piuttosto rigide gerarchie che regolano la società giapponese, che a prima vista possono quasi sembrare delle "gabbie", ma che poi, al momento in cui si riescono a trovare e identificare il proprio ruolo e la propria posizione in questo sistema gerarchico, si rivelano dei binari sui quali la vita può scorrere con una certa facilità e una relativa libertà, che secondo lei è invece molto difficile da attingere (per chi sia sprovvisto di "santi in paradiso") nella nostra società solo apparentemente più aperta e meno strutturata...

Lei faceva risalire l'origine della mentalità gerarchica giapponese al mondo feudale dei daimyō e dei samurai; si consideri inoltre che il Giappone è e continua ad essere, geograficamente, un'isola. Un mondo relativamente chiuso dunque, ma che da secoli funziona così (e bene). Dunque, perché cambiare? Già i Giapponesi hanno dovuto accettare l'apertura al mondo occidentale (prima per ragioni tecnologiche e commerciali - penso all'epoca Meiji - poi a seguito della sconfitta nella seconda guerra mondiale, e oggi per la globalizzazione a cui è difficile sottrarsi)... è normale che da una parte sopravvivano dei retaggi culturali ancestrali, "da isolani", e forse anche giusto.

 

 

Un'altro tema che mi interessa, è quello della prospettiva "collettiva" degli Orientali (che credo affondi le sue radici nelle tradizioni filosofiche e religiose asiatiche) che è radicalmente diversa dal nostro (talvolta esasperato) individualismo.

Pensate: nella nostra tradizione, il periodo aureo della cultura è il cosiddetto Rinascimento: "l'uomo misura di tutte le cose", "l'uomo al centro dell'universo", "l'uomo artefice del proprio destino", "l'umanesimo", etc. etc. ; in Asia, i concetti buddisti di "essere tutti nella stessa barca" (di qui il concetto di "compassione" verso gli altri - altri?- esseri senzienti)... Da noi, prima si scrive il giorno, poi il mese, poi l'anno, in Cina, per esempio, prima viene l'anno (la totalità), poi il mese (la comunità locale), poi il giorno (l'individuo)...

Mi sembrerebbe che, secondo questa mentalità orientale, l'individuo tenda a fare un passo indietro per il bene della collettività, perché sa che tale beneficio poi si riverbera anche su di lui come individuo. Noi invece, siamo più legati al nostro "particulare", a una prospettiva un po' più egoistica ed egocentrica (e che da dopo la seconda guerra mondiale abbiamo iniziato ad insegnare agli Orientali!). Credo che il sovrappopolato Giappone funzioni proprio grazie ad una ben oliata organizzazione sociale che da noi è forse impensabile. Non so se chi ha un po' di esperienza di vita vissuta in Giappone può confermare o smentire considerazioni come queste... gradirei una vostra opinione! :arigatou:

 

Comunque sia, a conclusione di questo intervento, ribadisco che ogni generalizzazione, specialmente riguardante delle persone (gli Italiani, i Giapponesi) secondo me non possa mai aver la pretesa di essere esaustiva e universale.

 

Invito di nuovo a rileggere l'intervento di Beno.

 

Infine, scusatemi se sono andato un po' fuori tema! :timido:

 

:ciaociao:

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Ma come, è stato cancellato l'intervento di Beno?

Moderatori!

Beno!

:basito:

 

Attendo che venga ripristinato, per favore!

:tiprego:

:popcorn:

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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