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Hi - la scanalatura della spada giapponese

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Non parliamo solo di sollecitazioni da flessione ma anche e soprattutto di resilienza.

Proprio perchè il momento di inerzia è più sfavorevole, dovremmo poter godere anche di una maggiore elasticità nel caso di una lama senza hi ;)



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La resilienza nel caso delle lame,e la capacita del metallo di assorbire l energia o meglio la forza che vi viene applicata, da non confondersi con la tenacita'che e invece la capacita di un materiale in questo caso l acciaio, di assorbire energia dall inizio della deformazione fino alla rottura dello stesso, in questo caso avremo 2 tipologie di rottura:la 1chiamata rottura duttile, ovvero rotture che avvengono con deformazione dell acciaio, nello stesso le superfici in corrispondenza di tali rotture ha un aspetto fibroso..mentre la 2 rottura chiamata "fragile"consiste in una rottura che avviene per decoesione del metallo senza essere preceduta da deformazione, in corrispondenza di suddetta rottura il metallo avra un aspetto piu granulare rispetto alla 1 tipologia di frattura..allego 2 foto per capire meglio..

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Ecco le immagini

20150221_120838.jpg

20150221_120936.jpg

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scusate l'OT, ma ci deve essere un pò di confusione (parlando di statica e di scienza e tecnologia delle costruzioni)

Dico che stiamo andando un pò fuori tema dal post iniziale, che riguarda gli "hi", facendo mere supposizioni non correttamente valutate ed esprimendo solo basici concetti di "meccanica" senza valutare analiticamente le tensioni applicate e supponedo solo dei principi.

 

 

La resilienza di un materiale - e non solo nel caso di lame - è la capacità di assorbire energia durante la fase elastica (quindi di reagire, assorbendo energia e restituendola in modo tale da non deformarsi (altrimenti parleremo di fase plastica).

 

La tenacità vale nel concetto.. visto che interessa conoscere "quanta" quantità e "quale" capacità ha un materiale di assorbire energia, portatandolo al limite e valutando i suoi valori di deformazione fino alla rottura dello stesso.

 

 

Proprio per questo principio "nella flessione" è insita una resilienza, che permette appunto al manufatto di flettere e ritornare alla sua forma originale fintanto che una forza applicata non sia superiore o superi un valore "certo" di resilenza e quindi induca alla flessione permanente il manufatto ... che rimarebbe storto a causa di una deformazione plastica. (@@simone si ricorderà di certo la ben nota "legge di Hooke")

 

Per altro una tensione applicata ad un manufatto raramente (quasi mai) genera una reazione "semplice" , ci troveremo di fronte sempre a reazioni di torsioni presso-inflesse - anche se soggette a "carico di punta" - dove le compomenti (tensione e reazioni) avranno una dominante e quest'ultima sarà la risultante di più complesse tensioni-reazioni che tenderanno (questo era l'intento del progettista) a smorzare tutte queste componenti, per effetto della resilienza dei materiali impiegati (e processo di lavorazione) onde evitare la deformazsione plastica (o peggio, la rottura) del manufatto.... tutto ciò partendo da una analisi sulla "elesticità del materiale" impiegato e dal variare del punto di applicazione della tensione dalla distanza del suo "vincolo".

 

 

I "meccanismi di rottura" valutano solo la tenacità, utile nella valutazione "del materiale" impiegato ....

Brittle_v_ductile_stress-strain_behaviou

 

per approfondire: Sollazzo Alfredo, Ricciuti Umberto, Salvatore Marzano, Mauro Mezzina, Scienza delle costruzioni (3 volumi), Utet, Torino.

 

oppure iscriversi al biennio di ingegneria civile. :tioffrounabirra: :tioffrounabirra: :tioffrounabirra:


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Grazie per l approfondimento..non essendo ingegnere posso solo riportare quanto riesco a capire dalle poche informazioni a mia disposizione.

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Ido i concetti di massima di resilienza, tenacità etc, possono essere usati in senso generale per capire come può funzionare una lama in condizioni base, ma non lavorerà mai in condizioni pseudo-ideali come una trave o un pilastro.

 

 

 

se poi consideriamo che una lama non lavora solo a flessione longitudinale ma può piegarsi anche trasversalmente, torcersi, venire colpita lateralmente etc,

 

 

In pratica una lama non potrà mai lavorare in condizioni tali da arrivare a una rottura duttile.



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