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Simone Di Franco

L'arte Giapponese Nel Periodo Edo

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L'arte Giapponese nel periodo Edo

 

Ukiyo-e

Il termine UKIYO-e, di origine buddista ebbe automaticamente un significato religioso: esso si riferiva alla caducita? della vita umana e significava alla lettera ?Questo mondo di miseria?. Solo verso la meta? del XVII secolo lo scrittore Asai Ryoi nei suoi ?racconti del mondo fluttuante? (UKIYO Monogatari) defin? con questa parola uno stile di vita, la vita voluttuosa dei cittadini di Edo: ?Vivere soltanto il presente, ammirare la luna, la neve, i fiori di ciliegio e le foglie d?autunno, godere del vino, delle donne e canti, lasciarsi trasportare dalla corrente della vita, come una zucca vuota che corre galleggiando su un fiume?. Era la vita dell?emergente classe mercantile di Edo che sperperava la sua ricchezza in effimeri piaceri. La mutevolezza di questo ?mondo fluttuante? (UKIYO) produsse le immagini (e) che ne immortalarono la evanescente bellezza.

 

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Kiyonaga, "Osservando la luna da un'imbarcazione sul fiume"

 

 

Una stampa giapponese del tardo ?700, del tipo cosiddetto Ukiyo-e, ? lontanissima da qualsiasi opera d?arte cinese. In Cina, anzi, non l?avrebbero neanche considerata un?opera d?arte; e stampe del genere non erano ritenute tali neppure dagli aristocratici giapponesi. Erano sostanzialmente arte popolare. I soggetti hanno un?importanza essenziale e spesso un carattere estremamente plebeo, senza nulla che li nobiliti. Le forme sono date da solide linee, curve o rigorosamente rette, ed ? possibile che non ci fosse traccia di spontaneit? nel trattamento n? di sottili variazione nel pennello neanche nei disegni dai quali le stampe venivano tratte.

Il Giappone si era completamente isolato dal resto del mondo dal 1639, con la soppressione del cristianesimo e l?espulsione dei mercanti portoghesi. Di conseguenza l?arte giapponese del ?700 e dell?800 ? un prodotto esclusivo della particolare struttura politica, economica e sociale del paese. In tutto il periodo Edo (1615-1867), la funzione degli imperatori nel palazzo di Kyoto era puramente cerimoniale. Il potere era passato nelle mani degli shogun (dittatori) della famiglia Tokugawa che governavano da Edo (la futura Tokio). Bench? nominalmente devoti agli ideali neoconfuciani del governo saggio, avevano alle loro dipendenza come classe dominante non gli studiosi ma i daimyo e i samurai (signori feudali e cavalieri). C?erano in tutto 4 strati sociali: i militari al vertice, poi gli agricoltori seguiti dagli artigiani e infine dai mercanti. Ufficialmente tutte le professioni erano ereditarie, e l?arte della pittura, per esempio, era riservata ai figli, naturali o adottivi, dei pittori (ma c?erano eccezioni e accadeva che rampolli dell?aristocrazia militare rinunciassero volontariamente ai propri privilegi per diventare artisti). Ma le leggi che impedivano la mobilit? sociale verso l?alto permettevano mutamenti all?interno delle singole classi purch? non minacciassero l?egemonia della casta dominante. Nel lungo periodo di pace che segu? a due secoli di guerre civili, i samurai erano di fatto ridotti in miseria. Prosperavano invece i mercanti che si valevano sempre pi? spesso dei servizi di artisti e artigiani.

Le principali innovazioni furono le stampe Ukiyo-e, create per, e soprattutto da, membri dei ceti sociali inferiori, in particolare dalla plebe urbana di Edo, divenuta sotto il dominio degli shogun una grande citt?, prospera e affaccendata. L?Ukiyo-e esprimeva i gusti e gli interessi di questa sottocultura con una maestria artistica che non ? mai stata eguagliata in altra parte del mondo. Mai una forma d?arte cos? laica, plebea (a volte anche esplicitamente antiaristocratica) e strettamente locale ha raggiunto il livello delle stampe popolari Ukiyo-e. La parola ?ukiyo-e? significa alla lettera ?dipinto del mondo fluttuante?, cio? una scena d?attualit?. Ma gli incisori del tardo ?700 e del primo ?800 le attribuirono un significato pi? ampio, facendone un sinonimo di ?moderno?. I pi? dotati erano capaci di conferire ai soggetti pi? grossolani e banali una bellezza stranamente ossessiva e anche di iniettare un nuovo vigore proletario nei temi tradizionali.

Le origini dell?Ukiyo-e possono essere fatte risalire a due fonti diverse, le stampe religiose popolari e gli Yamato-e, o ?dipinti in stile giapponese? di episodi di vita quotidiana, solitamente della corte. La tecnica della stampa da matrici di legno era arrivata dalla Cina insieme al buddismo nell?VIII sec., ed era stata poi perfezionata per illustrare testi a stampa buddisti e, dall?inizio del ?600, anche romanzi e poesie d?amore. Ma si producevano anche libri illustrati per le masse, soprattutto quelli di Hishikawa Moronobu (ca. 1625-95), considerato generalmente il fondatore dell?Ukiyo-e. Egli raffigur? soprattutto soggetti popolari, specie dello Yoshiwara, il quartiere dei bordelli di Edo. Dopo il 1670 si mise anche a disegnare stampe di un solo foglio, e il successo fu evidentemente tale da indurre molti a seguire il suo esempio. I soggetti andavano dai fiori e dagli uccelli, che avevano per tanto tempo deliziato i giapponesi, ai ritratti di belle donne, di solito le appariscenti ?regine? di Yoshiwara, e a scene erotiche. Sono in genere di piccole dimensioni ed erano probabilmente conservate in album, ma le pi? grandi potevano essere usate come rotoli da appendere. Erano stampate su carta in bianco e nero e i colori dovevano essere aggiunti a mano. Ma nella seconda met? del ?700 si svilupp? rapidamente la tecnica della stampa policroma che allarg? ulteriormente il successo dell?Ukiyo-e. Le prime stampe multicolori erano piuttosto costose e venivano probabilmente acquistate dai mercanti pi? ricchi e non dagli artigiani.

Nell?Ukiyo-e pi? maturo, sono le donne ad avere parte dominante, giovani, eleganti nel portamento, vestite secondo l?ultima moda cittadina dalle punte dei minuscoli piedi ai capelli nero ebano ornati di pettini e spilloni. Compaiono isolate, stringendosi sul corpo sottile kimono dai disegni squisiti con un?aria leggermente sorpresa, o in gruppi, nei bagni pubblici, ma anche in un pomeriggio di ozio su un battello fluviale o intente a guardar sorgere la luna o a cogliere lucciole in una calda notte d?estate. Sono tutte creature sensuali, spesso identificabili con le raffinatissime prostitute per le quali Edo era famosa. Una di esse viene mostrata mentre porge con grazia a un invisibile cliente un piattino di sak?. S?intitola L?ora del verro (dalle 21 alle 23) di Kitigawa Utamaro (1753-1806), uno dei primi e dei massimi maestri del genere. Il teatro Kabuki ? una forma di spettacolo pi? popolare ed emozionante del No, estremamente formale e fitto di simboli, prediletto dall?aristocrazia ? forniva molti soggetti agli autori di stampe. Saito Sharaku (notizie 1794/95) si specializz? nella sua brevissima carriera come ritrattista d?attori, in particolare di quelli che recitavano parti femminili. In queste stampe il realismo si fonde con la caricatura. La sua opera mostra comunque tutte le possibilit? decorative del mezzo, con una nitida composizione cromatica messa in risalto dal bagliore metallico di uno sfondo di mica, che sostituisce l?oro vietato alle classi inferiori. Il pi? grande maestro dell?Ukiyo-e del primo ?800, Katsushika Hokusai (1760-1849), era stato allievo di un autore di stampe teatrali, come Sharaku, ma affrontava ogni tipo di soggetto. Prolifico quanto dotato, fece circa 30.000 disegni, in massima parte riprodotti come illustrazioni di libri. Un documento ineguagliabile della vita della sua epoca, in particolare della vita di strada a Edo e dintorni, ? costituito dai 15 volumi del suo Manga, che cominci? a pubblicare nel 1814. Si direbbe che nessuna attivit? umana sfuggisse al suo occhio acuto osservatore e al suo espressivo pennello. Le sue linee sono vigorose, il suo stile virile, la sua visione dell?umanit? spassionatamente ironica. Non tentava in alcun modo di nascondere la goffaggine fisica, per esempio, degli acrobati colti alla sprovvista dal loro osservatore. Negli ultimi anni della sua vita di firmava ?il vecchio matto per il disegno?. Il suo contributo pi? importante all?arte della stampa policroma ? per? costituito dai paesaggi, assolutamente diversi da tutti quelli precedentemente dipinti in Giappone o in Cina; vedute fortemente colorate e subito riconoscibili pur non essendo n? realistiche n? idealizzate. Il cono nevoso del monte Fuji torna frequentemente in esse, e nella pi? famosa lo si vede nel ventre di una grande onda che si frange in spruzzi simili ad artigli di drago su fragili barche. Le sue stampe rivelano quella intensa attenzione alle forme naturali e quel genio decorativo che hanno sempre caratterizzato l?arte giapponese nelle fasi di minor dipendenza dalla Cina. Lo stesso pu? dirsi delle stampe di paesaggi del suo pi? giovane contemporaneo Ando Hiroshige (1797-1858), che divennero un simbolo del Giappone per i giapponesi come per gli occidentali. Sono pi? realistiche e meno stilizzate di quelle di Hokusai, ma spesso anche pi? poetiche. In molte di esse egli adott? il nuovo modo di raffigurare panorami lontani attraverso una ?cornice? di piante in primo piano, iris in una, foglie d?acero in un?altra.

Quattro anni dopo la morte di Hokusai ebbe termine l?isolamento del Giappone e le sue stampe furono quasi immediatamente esportate in Europa, entusiasmando quei pittori che cercavano una via d?uscita dalle convenzioni dell?arte occidentale. Nel 1854 il commodoro americano Matthew Calbraith Perry costrinse i giapponese ad aprire i loro porti ai mercanti stranieri. Seguirono rapidamente mutamenti interni radicali. Nel 1867 fu abbattuta la dittatura degli shogun e il governo torn? nelle mani dell?imperatore e della sua corte di Kyoto. Si assimil? al pi? presto la tecnologia dell?Occidente ed ebbe inizio il processo di trasformazione del Giappone feudale in nazione industriale. Le stampe Ukiyo-e furono tra le molte vittime. Alla fine dell?800 la principale linea divisoria delle arti mondiali non era pi? quella tra Oriente e Occidente ma tra paesi industrializzati e non industrializzati, soprattutto l?Africa e l?Oceania.

 

 

 

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Kuniyaso, "Neve"

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Choki, "A caccia di lucciole"

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Utamaro

"Donna che fuma"

Utamaro ? maestro indiscusso creatore di personaggi femminili di grande sensualit?.

 

Il teatro Kabuki

 

Il teatro giapponese Kabuki e? la risposta alla richiesta di una popolazione urbana emergente che desiderava una forma di spettacolo drammatico piu? popolare del teatro Noh, destinato ad un pubblico aristocratico. ?Kabuki? significa ?chinarsi in direzione della moda? e ha origine in una cultura moderna in rapida trasformazione. Il Kabuki sintetizza gli elementi del teatro classico, dello spettacolo e delle danze popolari, di antiche cerimonie religiose e persino di spettacoli di burattini. Dopo il 1652 tutti i ruoli femminili furono assunti da attori adulti. Il Kabuki divento? uno spettacolo sfarzoso ed elettrizzante che emozionava con straordinari suoni e immagini. Gli attori erano amati e idolatrati dal pubblico (anche se posti al livello pi? basso della societa?). L e stampe, manifesti, affissi raffigurano gli attori piu? famosi nei ruoli che gli avevano portati al successo. Il Kabuki fu un?esperienza visiva : per gli sfarzosi costumi, il trucco mirabolante, le fantastiche scenografie che l?Ukiyo-e meravigliosamente rappresentarono.

 

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Sharaku, "L'attore Sanogawa"

 

 

Sharaku ? uno dei piu' grandi ritrattisti di tutti i tempi. Nella sua breve carriera, tra il 1794 e il 1795, realizzo' capolavori che la critica ha posto accanto ai grandi maestri della ritrattistica europea

 

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Hokusai

"Peonie e canarino"

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Hiroshige

Panorama

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Eisui, "Cortigiana"

 



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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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