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Gisberto

Tsuba Shingen

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Tsuba Shingen

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Con tsuba Shingen ci si riferisce ad un tipo di lavorazione effettuata avvolgendo fili metallici su di un supporto. Esempi di tale tipo di lavorazione cominciano ad apparire nel tardo Edo e presentano una grande varietà di metodi di lavorazione e materiali utilizzati per la base; non si può quindi parlare di lavori prodotti da una particolare scuola.

 

Il nome di tsuba Shingen deriva dal Shingen-bukuro (un saccchetto di stoffa del cui nome non è nota l’origine) per la somiglianza nel motivo del tessuto con quello intrecciato sugli tsuba.

 

shingen bokuru.jpg

Un critica che talvolta viene mossa a tali lavori è che non presentano grandi qualità artistiche ma piuttosto, almeno nei lavori di fattura più curata, solo grandi qualità artigiane; bisogna sottolineare però che anticamente in Giappone la differenza tra questi due aspetti era molto labile e che gli tsuba Shingen si possono considerare assolutamente in linea con il senso estetico dei samurai del periodo Edo, come testimoniato peraltro da esempi giunti a noi fino di koshirae di buona fattura che montano tsuba in questo stile.

 

Esempi di tsuba Shingen

 

Di seguito sono descritti alcuni esempi di realizzazione di tsuba Shingen, fermo restando che per la varietà di tecniche realizzative utilizzate risuylta limitativo cercare di raggrupparle in tipologie ben definite.

 

Un primo esempio prevede l’utilizzo di uno tsuba kiko tsukashi come supporto su cui intrecciare fili di rame, ottone e a volte anche di shakudo; la parte centrale dello tsuba è spesso coperta sui due lati da sottili piastra di ottone decorato, mentre esternamente viene applicato un bordo metallico.

 

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Tsuba4B.jpg

A tal proposito val la pena rammentare che gli tsuba di tipo kiko e kiko sukashi sono una delle produzioni caratteristiche della scuola Saotome, che apprezzata per la qualità con cui forgiava le sue piastre forniva le forniva come base di lavoro anche ad altri produttori di tuba. Non è quindi inconsueto trovare piastre Saotome utilizzate come base degli tsuba Shingen.

 

saotome2.jpg

Saotome Kiku Sukashi tsuba

 

Un secondo esempio è costituito da una base di ferro traforata ad intervalli regolari, attraverso cui vengono passati fili metallici intrecciati o attorcigliati.

 

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Un terzo esempio prevede nella parte centrale un sottile nucleo metallico che fornisce il supporto per la struttura, che risulta quindi simile a quella dalle kiko sukashi, ma più leggera. La successiva lavorazione è simile a quella della prima tipologia.

post-974-0-29415900-1297432809.jpg

Miti e leggende sugli tsuba Shingen

 

E’ abbastanza diffusa la leggenda che i primi esempi tali lavori risalgano al tardo Muromachi e che il loro nome sia collegato al famoso signore della guerra Takeda Shingen che le avrebbe particolarmente apprezzate; in alcuni casi si arriva persino a favoleggiare che lo stesso Shingen si sarebbe dedicato alla produzione di tali lavori per restare calmo in vista di una battaglia.

 

Tali notizie, probabilmente alimentate dai commercianti per cercare di attirare l’attenzione dei collezionisti, sono assolutamente false, ma hanno sfortunatamente ricevuto un certo credito tra i primi studiosi occidentali che si sono interessati ai tosogu, favorendone il proliferare.

 

E’ infine opportuno menzionare il fatto che viene spesso erroneamente definita tsuba Shingen una tipologia che differisce notevolmente dalle altre: è costituita da una piastra di ferro con elementi in rame e ottone ageminati a formare, secondo un’altra notizia non confermata ma molto popolare tra i venditori, il motivo stilizzato di un millepiedi (Mukade).

 

front.jpg

Si può ipotizzare che tale tipologia sia stata accomunata agli tsuba Shingen poiché le sezioni trasversali del motivo sono a volte realizzate con spezzoni di filo metallico, ma a parte ciò nient’altro accomuna le due tipologie.

Modificato: da Gisberto

Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Grazie! Ottimo articolo..... :arigatou:


skilledlogo.jpg"Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".

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grazie mille per questo articolo, finalmente ne sappiamo un pò di più su queste tsuba che a volte mi lasciavano molto perplesso!

Pensavo invece che la moda di queste tsuba risalisse prima del tardo edo, alcuni esemplare hanno infatti una ossidazione piuttosto scura...


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Gisberto, ti rinnovo i ringraziamenti per lo splendido articolo già fatti privatamente. Mi piacerebbe vedere meglio questa:

 

Un secondo esempio è costituito da una base di ferro traforata ad intervalli regolari, attraverso cui vengono passati fili metallici intrecciati o attorcigliati.

 

post-759-0-41677500-1297639412.jpg post-759-0-41508500-1297639422.jpg

 

La cosa interessante di questo pezzo è che alcuni fili curvano e si angolano; mi chiedo come possano restare in quella posizione senza uno zogan (che secondo me c'è, ma dalle foto non lo vedo bene).

Carina. Non saprei però se identificarla come "shingen". Sempre in higo ho visto esempi simili; un cordoncino fatto di due fili avvolti l'uno sull'altro e poi affrancati sulla superficie della tsuba a disegnare un motivo.

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Grazie a te Lorenzo per la fondamentale consulenza fornita nel separare le notizie vere dalle numerose leggende.

 

Quanto alla tsuba di cui chiedi, ora non trovo il link all'immagine, lo devo cercare a casa stasera. Comunque oltre alle immagini che ho postato c'era poco altro.

 

Una tsuba quasi uguale si trova sul Gunsaulus, ma li la qualità è bassa oltre ad essere in bianco e nero.

 

Shingen.PNG

Mi chiedevo anche io come i fili possano restare in posizione, specialmente sul bordo della tsuba, ma probabilmente l'insieme tra la rigidità dei fili attorcigliato, gli intrecci nei trafori o sulle anse del mokko gata e le legature funzionano bene allo scopo.

 

Sempre sulla foto del gunsaulus si vedeche un filo è uscito dalla posizione.

 

Mi chiedo quindi quanto una tsuba di questo tipo potesse essere montata su una katana, perchè nel periodo Edo magari non si sfoderava, però la spada si indossava e ogni praticante sa che il bordo della tsuba è fortemente soggetto a usura perchè vi poggia il pollice.

 

Giusto per completezza ecco un'altra foro di tsuba che si può considerare simile alla descrizione della seconda tipologia, però non l'ho inserita perchè molto piccola e non si vede bene la decorazione Shingen.

 

bos33714.jpg


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Mi viene in mente una sorta di mix con heianjo, un "moderno heiajo" :hihi:

E' carina. Ripeto, mi piacerebbe vederla meglio.. magari nei punti dove è danneggiata per vedere se ci sono solchi sotto. Non mi sorprenderebbe scoprire che in realtà si tratta di zogan in ogni parte, e i fili non attraversano la piastra (togliendo qualunque legame con le shingen)

Se trovi il link passamelo che chiediamo al venditore/collezionista ulteriori dettagli :numerouno:

 

In pratica la stessa tecnica usata qui, ma con due fili attorcigliati anzichè un filo solo.

 

post-479-1219817939.jpg

Modificato: da Lorenzo

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Questo esercizio di zogan d'oltre equatore me lo ricordo :hehe:

 

Tornando alla tsuba, non credo che siano in zogan, almeno non lungo tutta la lunghezza del filo, ma forse in alcuni punti si.

 

Guarda il punto A, si vede che lontano dalle legature i fili sono più laschi mentre sono compatti vicino alla legatura.

 

Quanto al fatto se i fili siano passanti attraverso fori della base, nel punto B mi sembra di scorgere un po' del bordo di un foro, rivelato anche dalla piega che prendono in quel punto le due fascie di fili esterne.

 

shingen pierced.jpg


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Le tsuba shingen sono indubbiamente delle tsuba dalle spiccate caratteristiche estetiche, forse create con il primario e forse unico scopo di abbellimento del koshirae della spada da portare nelle occasioni particolari, la cui creazione ha richiesto abilità, pazienza e gusto artistico dell'artigiano che le ha realizzate. Ritengo che rappresenti una tipologia di tsuba che non a tutti può piacere ma, comunque, è da apprezzare per l'originalità e le difficoltà di costruzione.

Indubbiamente è il tentativo, a mio parere riuscito, di trovare una nuova e particolare armonia con l'accoppiamento di parti di base in materiale ferroso tessute con fili di ottone, rame e leghe tra queste con oro ed argento. Una policromia unita a forme geometriche ricorrenti e non che convivono magistralmente amalgamate da una tecnica originale e senza precedenti.

Grazie Gisberto per aver stimolato il gusto personale di ognuno di noi. aaarigatou.gif

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Di nulla, sono solo risasto incuriosito da questi tsuba, quindi ho fatto una ricerca con l'aiuto di qualche altro membro del forum ed ho voluto condividerne il risultato.

 

Mi piacerebbe vederne qualche esemplare dal vivo prima o poi, tanto per capire meglio i dettagli della lavorazione.

 

Prima o poi proverò a farne una a scopo didattico; Essendo una lavorazione atipica nel campo delle tsuba forse non corro il rischio di offendere i veri tsubashi :whistle:


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Mi sono già fatto un idea di come procedere e per esempio la tsuba del terzo esempio nell'articolo strutturalmente non è complicata da realizzare (pazienza a parte, ma ho un'idea di quanta ne serve per aver fatto una volta un sageo in Kumihimo col marudai).

 

Pensavo di lasciare i fili intrecciati radiali aperti verso l'esterno, in modo da poter lavorare con dei rocchetti invece che con spezzoni (molto lunghi) di filo pre tagliato.

 

Alla fine poi si dovrebbero annodare sul bordo le estremità dei due fili trasversali delle due facce,

 

Il punto difficile è trovare il modo giusto di fissare i bordi in rame (pensavo a un .5 di spessore, ma forse è anche troppo), ottenendo un buon risultato estetico e al contempo garantendo che non si sciolga niente con l'uso.

 

Quest'ultimo punto a parte, il lavoro è una cosa che posso fare la sera in salotto senza scatenare le ire della consorte, quindi forse potrei anche riuscirci (non potete capire la faccia che ha fatto quando le ho chiesto se potevo preparare dello matsuyani nella cucina di casa, infatti per ora ho desistito).

 

Però se per tardurre un articolo ci metto tre mesi, per questo mi prendo un anno intero!!!


Gisberto (ex nick Koala)

 

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Mi sono già fatto un idea di come procedere e per esempio la tsuba del terzo esempio nell'articolo strutturalmente non è complicata da realizzare (pazienza a parte, ma ho un'idea di quanta ne serve per aver fatto una volta un sageo in Kumihimo col marudai).

 

Pensavo di lasciare i fili intrecciati radiali aperti verso l'esterno, in modo da poter lavorare con dei rocchetti invece che con spezzoni (molto lunghi) di filo pre tagliato.

 

Alla fine poi si dovrebbero annodare sul bordo le estremità dei due fili trasversali delle due facce,

 

Il punto difficile è trovare il modo giusto di fissare i bordi in rame (pensavo a un .5 di spessore, ma forse è anche troppo), ottenendo un buon risultato estetico e al contempo garantendo che non si sciolga niente con l'uso.

 

Quest'ultimo punto a parte, il lavoro è una cosa che posso fare la sera in salotto senza scatenare le ire della consorte, quindi forse potrei anche riuscirci (non potete capire la faccia che ha fatto quando le ho chiesto se potevo preparare dello matsuyani nella cucina di casa, infatti per ora ho desistito).

 

Però se per tardurre un articolo ci metto tre mesi, per questo mi prendo un anno intero!!!

 

 

Alcuni di questi elementi derivano dall'uso comune del mondo contadino, quello usato è lo stesso sistema per fare le ceste di vimini con fondo di legno, in queste il bordo sommitale veniva intrecciato in modo tale da formare una specie di bordo più ampio simile ad una corda che serviva anche per afferrarlo meglio, questa annodatura con i capi che finiscono all'interno è uguale a quella che si adopera per creare le asole nelle funi di canapa da marineria.

 

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1709988732_ffa474b64b_z.jpg

 

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Modificato: da mauri

"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Io invece penso di più alla tsuba del secondo esempio, a primo acchitto sembra meno elaborata e complicata, sono in ballo fili più corti e numericamente di meno. L'unica cosa che non ho compreso è come far stare fermi i fili stessi quanto sono sagomati e lontani dai punti di fissaggio o, ancora peggio, come fermare l'intreccio sulla costa della tsuba. Oggigiorno si potrebbe ricorrere ad una vernicetta trasparente, per intenderci quella usata per bloccare e meglio isolare i fili dell'avvolgimento di un motore elettrico, ma... ho l'impressione che non sia un metodo tradizionale, quindi non acccettabile. Qualche collante l'avranno pure usato per tenere le pieghe in forma e attaccate al metallo della tsuba, non penso siano libere. Qualcuno ha un'idea a proposito? aaarigatou.gif

Gisberto, spero di vedere il risultato finale del tuo lavoro certosino.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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