mauri 49 · Inserito: 6 giugno 2011 Vi posto alcune immagini rielaborate da diapositive di ceramiche realizzate in laboratorio con mia sorella alla metà degli anni 90. In sintesi il procedimento per realizzarle è stato questo: Lavorazione della terra refrattaria fino alla forma voluta, essicazione dell'oggetto all'aria, prima cottura in forno, verniciatura con ossidi cristallina ed in alcune parti ossido di argento, seconda cottura nel forno per raku, estrazione dal forno incandescenti e messa in riduzione in assenza di ossigeno. Questo il risultato: "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Masahiro Hamano 0 · Inserita: 6 giugno 2011 Così, a prima vista, sono rimasto colpito dai pigmenti casuali creati da questo processo alquanto nuovo e bizzarro, dal mio punto di vista. Mi piacciono veramente tanto le tonalità di grigi, blu e gialli che questa lavorazione offre. In poche parole ogni ciotola è un'opera d'arte, una specie di quadro sul quale sono incisi colori nuovi e tutti diversi tra loro. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente, e devo dire che sono tutte molto belle. Grazie. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 7 giugno 2011 Quali sono i principi della ceramica raku? A guardarle così ti direi bravo ma di fatto non ho proprio riferimenti... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 7 giugno 2011 Quali sono i principi della ceramica raku? A guardarle così ti direi bravo ma di fatto non ho proprio riferimenti... Non sò a cosa ti riferisci, se si parla di realizzazione,il raku è un procedimebnto di cottura che permette di togliere dal forno una ceramica incandescente (direi come nella tempra di una lama) e con dei sistemi empirici di portarla in riduzione d'ossigeno, tale riduzione può essere eseguita in molti modi il più semplice è mettere il pezzo rovente su del materiale infiammabile"paglia carta o altro" e coprirlo con una sorta di coperchio che bruci l'ossigeno all'interno, se invece parli della parte filosofica non credo di essere in grado di dare una spiegazione plausibile. "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Pacifico 0 · Inserita: 7 giugno 2011 Complimenti Mauri, molto belle le ceramiche ed interessante anche il procedimento. Ottima vena artistica di indubbio successo. Avevi un futuro assicurato (dagli anni 90), lo hai sfruttato o hai investito in altri campi? La domanda non è fatta a caso, perché se non hai continuato l'esperienza penso sia il caso di rinverdirla. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Gisberto 10 · Inserita: 7 giugno 2011 (modificato) A quanto ne sapevo, il metodo tradizionale giapponese sarebbe quello di introdurre della paglia nel forno di cottura (interrato se non sbaglio) in modo che la maggiore quantità di fumo prodotto crei un'atmosfera riducente (cioè povera di ossigeno), in cui i pigmenti - ossidi metallici - cedono parte del loro ossigeno al processo di combustione, e dando quindi una colorazione diversa da quella che ha normalmente l'ossido, proprio in virtù della mutata composizione chimica. Ad esempio, se non ricordo male, l'ossido di rame che normalmente è verde, in atmosfera riducente prende un colore rosso. Per chi non può permettersi il metodo tradizionale, ci sono poi vari metodi per raggiungere un effetto simile. Per ottenere un atmosfera riducente e creare un effetto "Raku", il maestro di ceramica di mia moglie occludeva parzialmente il tubo di uscita del fumo di un comune forno da ceramica occidentale (a gas ovviamente, con quelli piccoli elettrici non si può fare ). Produceva dei pezzi interessanti, però onestamente non sono mai riuscito a capire l'estetica nipponica in fatto di ceramiche. Penso ci sia molto da studiare anche in quel campo. Modificato: 7 giugno 2011 da Gisberto Gisberto (ex nick Koala) Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho) Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 7 giugno 2011 E' proprio all'estetica che mi riferivo anche io Gisberto, non so se è da valutare ad esempio nell'ambito del Wabi-sabi (in cui sarebbe azzeccatissimo) oppure altro.. So che ad esempio ad oggetti particolarmente riusciti si abbinano poesie con una determinata metrica, ma non saprei da dove cominciare per apprezzare esteticamente una ceramica. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 7 giugno 2011 Complimenti Mauri, molto belle le ceramiche ed interessante anche il procedimento. Ottima vena artistica di indubbio successo. Avevi un futuro assicurato (dagli anni 90), lo hai sfruttato o hai investito in altri campi? La domanda non è fatta a caso, perché se non hai continuato l'esperienza penso sia il caso di rinverdirla. Con alti e bassi il "laboratorio" continua a produrre cose, il raku è solo una di queste, uno dei forni che abbiamo ha un programma per il vetro, nel laboratorio c'è anche un torchio per l'incisione e tutte le componrenti per fondere i metalli in microfusione. Molte di queste cose aspettano solo di essere usate altre per ora almeno sono solo arredamento, poi si vedrà. Ma dal laboratorio è uscito anche questo Samurai: "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Matteo 43 · Inserita: 7 giugno 2011 hai in programma di interessarti all'ikebana? magari ai vasi? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 7 giugno 2011 Non ho mai visto vasi per ichebana, gli unici che ho visto di particiolari sono quelli per bonsai. Pensavo che per l'ichebana si usassero vasi a seconda della composizione o scelti in funzione della.... "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Pacifico 0 · Inserita: 8 giugno 2011 Con alti e bassi il "laboratorio" continua a produrre cose, il raku è solo una di queste, uno dei forni che abbiamo ha un programma per il vetro, nel laboratorio c'è anche un torchio per l'incisione e tutte le componrenti per fondere i metalli in microfusione. Molte di queste cose aspettano solo di essere usate altre per ora almeno sono solo arredamento, poi si vedrà. Ma dal laboratorio è uscito anche questo Samurai: Complimenti Mauri per la tua vena artistica, sei ben attrezzato con il tuo laboratorio e, quindi, devi soltanto investire sulle tue doti. Saper fare certe cose non è da poco, te lo dico anche con una discreta parte di gelosia, soltanto per il fatto che sotto il punto di vista artistico sono una frana e non nascondo che mi piacerebbe saper creare oggetti del genere come fai tu. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 8 giugno 2011 devi vedere come disegna... il tuo avatar è un opera tua mauri? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 8 giugno 2011 Si è un dipinto ad olio di cm 100 x 120 circa, rappresenta il Matrimonio, se vedi sullo sfondo ci sono le due rocce giapponesi dove viene fatta questa cerimonia ogni anno: "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Pacifico 0 · Inserita: 8 giugno 2011 Si è un dipinto ad olio di cm 100 x 120 circa, rappresenta il Matrimonio, se vedi sullo sfondo ci sono le due rocce giapponesi dove viene fatta questa cerimonia ogni anno: Complimentissimi Mauri, sei proprio un'artista non è solo bello il tuo quadro, eccezionale veramente. Mi sento attirato dall'arte pittorica o scultorea, in genere mi piace tutta, al di fuori di certe "opere" moderne che non mi dicono proprio nula, sono più estasiato da opere classicheggianti, ma sono talmente imbranato che quando vedo una cosa del genere resto estasiato si, ma provo anche un senso di mancanza ... di impedimento innato, come se mi mancasse qualche cosa ... Insomma, mi piacerebbe poter fare cose del genere, i volti in particolare, per me stesso e non per venderle. Ma non tutto si può avere dalla vita! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Matteo 43 · Inserita: 8 giugno 2011 per mauri, la risposta è NI... non necessariamente il vaso è importante Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 8 giugno 2011 Si può dire che non sempre il vaso c'è. Ma quando c'è, si può definire un vaso da ichebana, o si può dire che è stato scelto perchè può avere una sua funzione nella composizione generale? "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 9 giugno 2011 Nel piccolo non avevo mai notato le rocce, ma il senso di asiatico della ambientazione si percepisce. Grazie dell'ingrandimento Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Pacifico 0 · Inserita: 9 giugno 2011 Non ho mai visto vasi per ichebana, gli unici che ho visto di particiolari sono quelli per bonsai. Pensavo che per l'ichebana si usassero vasi a seconda della composizione o scelti in funzione della.... Da quanto so è come dici tu, i vasi per ikebana hanno le forme più disparate, a seconda della composizione floreale che si vuole realizzare, quindi piccoli o grossi, alti o bassi, rotondi o con forme geometriche, ognuna delle quali ha un prroprio nome. La forma comunque dipende anche da ciò che piace di più o dall'ambiente in cui si vuole collocare, con tanti diversi colori. Un progetto da mettere in cantiere ... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti