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mauri

Che dire di questi nuovi artigiani

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Fosse stato Mazinga o Jeeg Robo lo avrei quasi potuto accettare, ma i bambinazzi che si fanno le paranoie e rientrano nell'utero della madre spaccando di mazzate simboli metafisici mi fa troppo cagare.



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Il mio intervento, Simone, voleva prendere in analisi soltanto la qualità della lama e dello horimono proposti; mi guarderei assolutamente dal disquisire in merito alla natura di un cartone animato sul forum. Scusami se non mi ero spiegato bene. :arigatou:

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no no sandro!

il tuo intervento era molto più appropriato del mio!

semmai sono stato io a parlare di cartoni animati



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E' fuori di dubbio che l'horimono della pin up Giapponese è realizzato in maniera magistrale, anche per alcune soluzioni tecniche che sono davvero innovative,vedi la mano che esce ed entra nel shinogi, mi sento di dire che è certamente più difficoltoso di un qualsiasi drago visto sulle lame da noi trattate, ma se lo scopo era quello di avvicinare la gente a questo mondo, non sono sicuro che così facendo non hanno fatto qualche c.....a.

Anche perché ampliare tutto senza approfondire può portare a confondere, poi come dice il nostro Sandro, per alcuni diventa difficile dire di no ai soliti potenti, ma anche in questo è la differenza, si può continuare a lavorare essendo sempre se stessi e non penso che siano pochi quelli che apprezzano questo modo di fare.

Modificato: da mauri

"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Mi sento di concordare con quanto espresso da Francesco e Manuel. A mio modesto avviso, prima di giudicare qualcosa in base a tre fotografie prese su internet, dovremmo analizzare a fondo le ragioni per cui i musei (e non clienti facoltosi e stravaganti) nei quali si terrà la mostra (Hiroshima, Sapporo, Fukuoka ed Ōsaka, oltre al castello di Okazaki) abbiano finanziato, insieme all’associazione nazionale degli spadai giapponesi, simili opere. Lo scopo dell’esibizione, stando a quanto é stato detto dagli organizzatori, é senz’altro quello di rendere omaggio ad Evangelion, ma anche di far avvicinare tanti giovani al mondo delle nihontō. Gli artisti che hanno realizzato le lame esposte sono tōshō che provengono da ogni parte del Giappone. É molto probabile che alcuni di loro non siano stati praticolarmente felici di asservire il loro talento a tutto ciò, ma é opportuno ricordare che in Giappone ci sono alcune situazioni in cui é impossibile dire di no. Lo si può anche fare, ma poi se ne pagano le amare conseguenze sulla propria pelle. Per un artista sarebbe terribile non avere più accesso alle mostre perché qualche anno prima, per partito preso, non ha voluto incidere uno horimono raffigurante il personaggio di un cartone animato su di una lama.

 

Probabilmente avremmo definito Bizen Osafune Hiroyasu (il forgiatore) e Katayama Shigetsune (l’incisore) con il termine artisti se avessimo trovato una loro creazione che sposa il nostro gusto, mentre ora li abbiamo declassati al livello di buoni artigiani. Anche io tra il tantō in questione ed uno più tradizionale sceglierei sicuramente il secondo, ma ciò non mi impedisce di riconoscere il presente manufatto come nihontō.  :arigatou:

concordo assolutamente, sia sulle motivazioni che adduci, sia sulle conclusioni che ne trai.

G.

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Penso di non scandalizzare nessuno nell’affermare che non è necessaria una buona pubblicità nel campo dell’eccellenza.

Questa può aiutare ad avere più estimatori, ma non necessariamente cultori della materia.

La pubblicità nel campo artistico quasi mai è sinonimo di qualità, questo vale per tutte quelle discipline che adoperano la parola Arte, usandola come specchio per le allodole.

Nel campo delle nhionto sono più i collezionisti che i conoscitori, e nei loro fornimenti, che tra l’altro non vengono nemmeno studiati come le lame, si può certamente affermare che coloro che li studiano con costanza siano ancora meno di coloro che studiano seriamente queste ultime.

 

Questo anche nello stesso Giappone ha portato ad un notevole sviluppo del settore del mediocre o del contraffatto, il fatto stesso poi che sempre in Giappone non vi siano quelle severe restrizioni che si riscontrano sulle lame ha portato ad un ulteriore abbassamento dei livelli di conoscenza.

Non mi risulta che in Giappone ci vogliano delle licenze speciali per produrre koshirae, come avviene per le lame, e forse questo fatto potrebbe fare la differenza.

Poi sono altrettanto convinto che coloro che raggiungono livelli di assoluta eccellenza sono ricercati dagli stessi fabbri che hanno tutto l’interesse a dotare le loro creature di un vestito che sia quanto di meglio possa offrire il mercato, come d'altronde avviene con la stessa politura, ma ciò non toglie che anche in questo campo ci possano essere le stesse problematiche riscontrate per i koshirae.

 

A dimostrazione di ciò, anche le ultime proposte fatte da alcuni utenti del nostro forum, che pur di possedere una Nihonto, si accontenterebbero di cadaveri di lame, molte volte corredate da improponibili e irrecuperabili koshirae.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Capisco bene le tue perplessità Mauri, poiché alcune di esse sono le stesse che ho avuto io e che potrebbe avere chiunque guardi dal di fuori queste cose. La sola cosa che posso dirti é che i giapponesi, prima di lanciarsi in un qualsiasi proggetto che comporti una spesa non indifferente, fanno indagini statistiche a tutto campo in modo da minimizzare eventauli perdite. La scelta del cartone animato in questione é stata senz’altro ben ponderata, poiché esso dovrebbe catturare l’attenzione degli uomini nella fascia d’età compresa tra i venticinque ed i quaranta anni. Dunque persone molto attive nel mondo del lavoro, che hanno anche le possibilità economiche per procedere ad un acquisto.

 

Sono oltremodo d’accordo con te quando affermi che l’eccellenza non ha bisogno di pubblicità. Ma per quanto possano considerarsi entrambe delle eccellenze, una Ferrari ed una nihontō non sono la stessa cosa. In Giappone l’apparenza é tutto, e ciò é comprovato dal fatto che questo paese é probabilmente il primo importatore al mondo di beni di lusso (la maggior parte dei quali provengono dall’Italia). Tutti i giapponesi vorrebbero farsi notare mentre guidano una Ferrari, ma a ben pochi di loro interesserebbe possedere una spada importante. Entrambe possono essere esibite, ma la differenza con cui vengono recepite da chi le osserva é totalmente diversa. La prima viene vista come l’apoteosi del concetto di automobile, mentre la maggior parte degli stessi nipponici non saprebbe distinguere una lama autentica da una replica o da una iaitō. E questo perché la cultura richiesta per comprendere una spada deve, per forza di cose, essere di gran lunga superiore al gusto che si può avere per le macchine d’alta fascia.

 

Il mondo delle tōken é un qualcosa che diventa sempre più sterile in patria, una sorta di club elitario a cui é difficile accedere sia per difficoltà dell’argomento che per mancanza di tempo ed interesse.

 

Ad ogni modo, é fuori discussione che i grandi artisti odierni di tōken e kodōgu avrebbero rifiutato simili lavori data la loro nomea ed il tipo di clientela che devono soddisfare. I pezzi esposti in questa mostra sono opere di artisti relativamente giovani che cercano di affermarsi in questo mondo, quindi ben venga se una volta deviano dal tracciato per cercare di abbassare l’età dei frequentatori delle esposizioni di lame. Ma questa, in fin dei conti, é solo la mia opinione. :arigatou:

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Mauri, più che di pubblicità forse è più giusto pensare alla società giapponese, dove ancora esistono fortissime le differenze di ruolo sociale.

Se qualcuno in alto decide che quella mostra si deve fare, gli artisti collaboreranno non solo per il ritorno economico ma perchè si sentiranno fortemente in dovere di farlo.

Di certo in occidente la figura dell'artista era alquanto diversa, dove al contrario l'essere un artista poteva concedere priviliegi e giustificare comportamenti fuori dai canoni o addirittura delinquenti (mi vengono in mente Caravaggio e Michelangelo per esempio ma anche molto più recenti i Bohemienne, le rockstar, Lady Gaga etc etc etc) .

Forse quindi il dover seguire la Tradizione, come tu giustamente richiami, sta anche nell'assoggettarsi senza ribellarsi al dovere imposto dal proprio "daimyo" ;)



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Hai perfettamente ragione Simone, non avrei saputo esprimere meglio il concetto :arigatou:

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Meno male che nei secoli non sono stati fatti ragionamenti altrettanto rigidi, altrimenti oggi avremmo un solo tipo di sugata, un solo tipo di hamon, un solo modello di tsuba e così via... A mio parere la storia giapponese insegna che se c'è stato un paese che se ne è sempre fregato delle tradizioni fini a sé stesse preferendo ciò che era utile e necessario al momento, è proprio il Giappone, solo che a noi occidentali spesso fa piacere vederlo come una dimensione statica sempre uguale a sé stessa...


http://beno.jimdo.com

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Sai Beno, penso che l'evoluzione e le scuole delle lame Giapponesi non siano state tali e tante, solo per dar la scelta a noi con i nostri gusti estetici, queste sono legate sicuramente al commercio ed alle loro vie di comunicazione(strade e porti) ma altrettanto alla loro efficacia d'uso, noi ne possiamo percepire solo la bellezza e per tutto il resto ci rifaciamo a scritti sui nakago o leggende che ci sono pervenute, la stragrande maggioranza di questi manufatti sono ora come ora solo un gran fatto commerciale, attenzione però che di artigiani in gamba ce ne sono dappertutto e a questo punto dove stà la differenza?

Ed arrivati a questo punto posso anche far vedere le mie carte: http://www.9dragonme...custom.html#jun


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Capisco cosa vuoi dirmi Mauri, ma è comunque una questione di prospettive, se una lama fosse stata fatta due o tre secoli fa con un horimono o un sugata MOLTO particolari, inutili ai fini dell'utilizzo della stessa, magari per donarla ad un tempio o solo per il per capriccio di un ricco cliente, oggi non la paragoneremmo certo a lavori ben più rappresentativi ma magari non la guarderemmo con sufficienza come facciamo con una lama creata, sia pur con un personaggio di un anime come horimono, per una mostra.


http://beno.jimdo.com

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fermo restando che capisco bene anche il timore per certe derive che poi rischiano di togliere luce e risorse a cose molto più preziose (non nel senso economico ovviamente)...solo che piuttosto che augurarmi l'assenza delle "derive" mi auguro una maggiore attenzione per le cose "preziose".


http://beno.jimdo.com

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Se hai seguito i miei interventi ho specificato che a livello di realizzazione quell'horimono è superiore a molti altri di lame anche importanti, sono convinto che colui che l'ha realizzato ha dovuto impegnarsi molto di più che nel fare il solito drago, ma continuo a ritenere tutto questo solo ed esclusivamente un operazione commerciale che può solo dimostrare la bravura di un artigiano, a questo punto la parte culturale e tradizionale va lasciata in un cassetto per altre occasioni.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Il discorso delle derive in effetti non è da sottovalutare.

Come apprezziamo i kikusui hamon forse dovremmo anche accettare derive stilistiche del tutto fuori misura come queste.



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Se hai seguito i miei interventi ho specificato che a livello di realizzazione quell'horimono è superiore a molti altri di lame anche importanti, sono convinto che colui che l'ha realizzato ha dovuto impegnarsi molto di più che nel fare il solito drago, ma continuo a ritenere tutto questo solo ed esclusivamente un operazione commerciale che può solo dimostrare la bravura di un artigiano, a questo punto la parte culturale e tradizionale va lasciata in un cassetto per altre occasioni.

Certo che li ho seguiti, altrimenti non mi sarei permesso di intervenire.

Temo però che il confine tra tradizionale e commerciale, per chi in passato campava facendo spade, non fosse così netto come lo vogliamo noi. Poi magari mi sbaglio.


http://beno.jimdo.com

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Forse nemmeno cosi lucroso come è diventato ora, e anche questo fa la differenza.

 

 

Sono proprietario di un’antica lama, per le misure che ancora ha, sicuramente è appartenuta ad una schiera di militari della classe samurai.

 

Più di una volta mi sono chiesto cosa potrebbero pensare questi bushi vedendomi maneggiare, anche solo per tenerla in buona salute, questa katana che per loro rappresentava l’essenza stessa di quello che erano.

 

Sono convinto che non sarebbero riusciti a capacitarsi di come questo mondo sia cambiato. Non solo un rappresentante di una casta inferiore alla loro, ma addirittura uno straniero, possessore di una spada, che si erano tramandati per generazioni ed alla quale avevano delegato il loro Onore.

 

Loro non penso l’avrebbero presa bene.

 

Alla stessa maniera mi sono chiesto cosa avrebbe pensato il fabbro che l’ha costruita.

 

Sicuramente i presupposti che l’hanno vista nascere erano legati al suo uso in duello o battaglia e con questo spirito penso sia stata realizzata, questa cosa ancora traspare, o può essere che stia galoppando con la fantasia, e solo io la voglia sentire, frutto della mia immaginazione, ma resta il fatto che certamente non è stata realizzata perché io ne entrassi in possesso, forse anche il fabbro vedrebbe con orrore che un gaigjin tocca una sua lama senza saperla nemmeno adoperare e senza esserne qualificato.

 

E non penso nemmeno che il fatto che io cerchi di tenerla nel miglior modo possibile possa alleviare questo suo turbamento, magari potrebbe sentirsi lusingato dal prezzo di vendita che ha raggiunto, a conti fatti avrebbe permesso alla sua Famiglia di vivere qualche anno solo di questo utile, ma nel suo ragionamento semplice da buon artigiano anche questo fatto, non l’avrebbe accettato, anzi si sarebbe trovato a disagio, quasi come un malfattore che ruba sul proprio lavoro.

 

E poi che fine ingloriosa per questa sua creatura, preservata in una casa come un sopramobile esotico, non sarebbe forse stato meglio fosse andata perduta in battaglia?

 

Cosa avrebbe detto di tutto ciò il commerciante Giapponese.

 

Cosa sono queste remore questi dubbi, perché andare a disturbare l’etica, ci mancherebbe altro che doversi porre certi problemi, siamo in un mondo che gira per il suo commercio, non vorremmo mica chiedere l’ albero genealogico a quelli che sono disposti a comperare, ed anche il fatto che sarebbe stato meglio fosse stata perduta in battaglia, che inutile spreco di denaro!

 

A volte sono un po’ estremista.

Modificato: da mauri

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