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1kyu

Chen: Un Cinese Molto Jappo!?

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Con molta probabbilità, alcuni colleghi appassionati opplofili inorridiranno, altri i jappo-ad-oltranza siederanno in seitza e volgeranno le proprie preghiere al Kamiza, ma sono fermamente convinto, che i piu' temerari proseguiranno nella lettura.

Scevri da ogni pregiudizio e in una sorte di Mokuso "lamiero" trarranno le proprie conclusioni con cognizione ed obbiettività. E' la prima volta che intervengo ad un forum, e non nascondo che per un attimo mi sono sentito fuori posto, sono sempre stato abituato a discutere di persona, con interlocutori che potessero immediatamente presentare le proprie argomentazioni ed obbiezioni, ma la posta in gioco è sicuramente alta: l'obbiettività e la prevenzione, le quali devono rispettivamente fare e non fare parte del nostro mondo. Nessuno puo' mettere in discussione le lame forgiate nel periodo Kamakura, ove maestri quali Gotoba, Norimune, Musamune, ci deliziano ancora oggi di manufatti al limite della perfezione, ma tali oggetti esulano sicuramente dalle possibilità di acquisto e a volte di comprensione dalla maggioranza di noi tutti. Per i piu' rimangono altre realtà per poter possedere l'oggetto del desiderio. Nei punti che seguiranno ho riunito secondo la mia personale veduta, le categorie nelle quali possiamo inserire le lame oggi acquistabili con alcuni sempre personalissimi commenti.

1) Una vera lama da collezione deve possedere alcuni requisiti fondamentali, tra i quali un Mei leggibile e riscontrabile in testi e documenti accessibili a tutti, su cui poterci studiare ed approfondire la conoscenza, un Origami certificato che ne possa attestare l'originalità, uno stato sufficentemente buono da non trasfigurare la nostra lama in una reliquia o in un ferro vecchio irriconoscibile dall'utilizzo primario per il quale é stato progettato (ricordiamoci che anche la nostra spada a un lato etico) e a tutto cio' corrispondono costi di acquisto ai piu' inaccessibili. Tali lame figurano bene in salotto, custodite in teche blindate di cristallo antiproiettile con antifurto incorporato ad infrarossi. Nessun folle poi si sognerebbe di eseguire Tamashigiri con tali capolavori. (Ma queste lame sono capitolo a parte, per veri ed opulenti collezionisti).

2)Vi sono poi realizzazioni piu' recenti, sempre rimanendo in campo collezionistico, che a costi piu' abbordabili (alcune migliaia di dollari) offrono al collezionista opere di squisita fattura, di Smith non blasonati, oppure riportanti piccoli ma evidenti segni del trascorrere del tempo, o dall'uso passato.(anche tali lame raramente vengono adoperate per l'uso per cui sono state create, venendo manipolate esclusivamente per la regolare manutenzione.)

3) Nella terza categoria inserisco tutte quelle lame prodotte ai nostri giorni da veri Maestri nipponici, riconosciuti dai competenti organi giapponesi in materia, tali Shinken sono meravigliose opere contemporanee, a volte nel piu' rigoroso rispetto delle tradizioni, a volte con caratteristiche e tecniche di produzione innovative. Tali manufatti per costo e pregevolezza realizzativa sono da accostarsi alla prima categoria. (ricordo altresi' che spesso sono repliche di spade famose).

4) La quarta categoria, sempre secondo la mia personalissima catalogazione, comprende tutte quelle lame giapponesi che noi comuni mortali appassionati, nella maggioranza dei casi possediamo. Spesso, ho detto spesso e non sempre, sono lame Mumei, oppure oscenamente tenute, con Hammon irriconoscibili, Mune orrendamente segnati, Ha seghettati, Kissaki scheggiati o peggio orrendamente mutilati, Tsube di grossolana fattura, Tsuka Ito ridotti all'osso e chi piu' ne ha piu' ne metta, o Gendaito con montaggi osceni o orribili produzioni nate durante il secondo conflitto mondiale, ma ... indiscutibilmente provenienti dal giappone...

Ed eccoci al punto focale!! interroghiamoci su cio' che realmente siamo o vorremmo essere, appassionati si Spade Giapponesi, ma quale significato nasconde cio', siamo appassionati di una tipologia di lame, di disegno, di accuratezza realizzativa, oppure sostenitori ad oltranza del Sol Levante e del made in Japan?

Ricordo di aver letto sulla fiancatina di una Harley Davidson: "meglio la mamma sul marcepiede che una moto giapponese!!" simpatica, ma vogliamo ridurci a tanto? Sarei dispiaciuto che la miopia di alcuni portasse la cecità a tutti!!

Osserviamo ad esempio un opera pittorica dei tempi antichi, di un pittore famoso e confermato, godendone per l'estro, la perfezione cromatica, la pennnelata, ma nonostante cio' non possiamo non confrontarci con opere moderne, di artisti provenienti da parti del mondo senza tradizioni pittoriche, ne analizziamo quindi i contenuti, il significato, la freschezza interpretativa e non ultimo la tecnica, e spesso con stupore conveniamo, con i giusti parametri e reffronti che quel tal sconosciuto o poco considerato (per mero principio) sa dipingere ... se tale osservazione la si traspone al mondo delle nostre amate lame, con le ovvie dovute precauzioni potremmo godere di nuovi ossigenati orizzonti.

Mr. Chen è uno di questi millantati che sa "dipingere" le nostre spade. Nella sua svariata produzione, sono presenti alcune lame veramente degne di nota. Vi confesso che nella mia vita di appassionato oplofilo e iaidoka, di Tsuka tra le mani me ne sono passate parecchie, sfortunatamente la maggior parte di esse non erano di mia proprietà, anche io ero e sono sostenitore della produzione giapponese, ma la passione per la "verità" mi ha dato l'opportunità di conoscere e sperimentare di persona realizzazioni non giapponesi e ultimamente quelle di Mr. Chen. Premetto che il suddetto "Cinesino" è già un osservato speciale da parte degli organi competenti nipponici, rispettato e temuto (anche commercialmente) per la qualità delle sue lame piu' rappresentative. Se cio' non bastasse ha realizzato alcuni modelli per il mercato giapponese, canadese e nord-americano (noto per la sua severità) sotto specifiche richieste di commercianti ed esperti giapponesi, ed una sua realizzazione è stata personalmente testata da Soke Toshishiro Obata, campione di taglio, nonche fondatore della Shinkedo Federation, con risultati inspettati ed entusiasmanti, seguiti dai suoi personali complimenti per una realizzazione cosi' ottimamente riuscita. Tali lame sono regolarmente in vendita e non prodotte esclusivamente per test esclusivi. Per esperienza diretta, posso assicurare che ogni passaggio nella realizzazione delle lame ripiegate è ottenuta nel totale rispetto delle tradizioni nipponiche, e totalmente manuale, le lame succitate poi, presentano tra i vari pregi, Hammon promminenti ed assolutamente attivi, linee di forgia evidentissime, il disegno del mune rimane costante su tutta la lunghezza, l'Ha presenta una precisione di affilatura veramente degna di nota, le montature sono realmente pregevoli, con una scelta di materiali di primissima qualità. Persino il Sageo è di una qualità di seta raramente riscontrabile anche nel mercato "after market".

Posso convenire con i piu' riottosi che Il Maru-Kitae non è il sistema piu' elaborato per la realizzazione, che la produzione non prevede personalizzazioni (per ora), che Mr. Chen potrebbe sbilanciare la propria produzione propendendo verso le lame piu' prestigiose a discapito delle altre maggiormente "industrializzate", che alcune sue lame (comunque solamente quelle di basso rango) vengono proposte tramite E-Bay, ( ho trovato alcune Ferrari in vendita su E-Bay, e non per questo... e che sopratutto nonproduce in giappone e non ne ha il passaporto, ma a parte tutto cio', che nulla influisce sui processi di tempra e forgia, il nostro "cinesino" ha dato prova di saper confezionare ottime lame, e Sensei Taylor ha confessato che se tali lame fosseri prodotte da un giapponese in giappone costerebbero almeno 5 volte di piu'!!

Ho comparato, confrontato, provato in Kata e in Batto ...

2.000 euro non sono pochi ...

Ma...

A Natale sapro' cosa regalarmi!!

 

P.s. Durante la sua permanenza in Francia, il noto (oggi) pittore Ligabue, all'ora sconosciuto e poco apprezzato, usava saldare il conto del panettire con i propri quadri, oggi gli eredi di quel fornaio hanno smesso di infornare baghette!!

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Ho dovuto pensare parecchio prima di rispondere. Comprendo il senso della classificazione sulle spade giapponesi che costituisce l'introduzione al tuo pensiero su Paul Chen, mi rendo conto credo del motivo che ti ha spinto a fare tal genere di classificazione ma sinceramente non concordo molto su certe esasperazioni.

Comunque sia vorrei evitare di parlare di queste troppo sommarie categorie per disquisire su Paul Chen, ancora una volta. :cry:

Parto però volentieri -vista la "leggerezza" dell'argomento- da quel discorsino sulle Harley Davidson che trovo abbastanza sfizioso. Io ho una Moto Guzzi, bellissima, potente e "maschia"; sono passato ad una moto di tal genere dopo aver posseduto una Honda di ultima generazione. Sebbene non sia il tipo da andare in giro con scritte denigratorie e partigiane appiccicate sul casco tipo "Italian do it better" per semplici motivi di buon gusto, ciò non esclude il fatto che personalmente sia fermamente convinto che i giapponesi sappiano fare ottime moto commerciali (non a caso sono i leader mondiali) ma che tuttavia non siano in grado di produrre moto dal carattere, dalla personalità comparabili ad alcuni prodotti della centenaria tradizione italiana. Questo non significa che una moto Honda sia inferiore tecnicamente ad una Guzzi, anzi di solito è vero il contrario. Devi sapere che i giapponesi hanno tentato più volte di sfondare le nicchie di mercato comunemente appannaggio della produzione italiana ed americana e sempre con risultati assai deludenti a parità di prezzo. L'ultimo modello Yamaha per esempio, una bella bicilindrica 1700 possente e cromata, dal design avveniristico ma vagamente nostalgico, disegnata da un progettista giapponese scelto da Yamaha proprio perchè aveva passato più di dieci anni in Harley Davidson, si è rivelata un vero e proprio tonfo. Cosa le mancava? Le mancava palesemente, inoppugnabilmente quella personalità genuina, quel carattere profondamente distinguibile che un appassionato di moto cerca in una Harley o in una Guzzi o Ducati che sia.

Ma giustamente per tanti ovvi e buoni motivi le giapponesi in circolazione sono molte di più delle italiane, chi cerca performance, tecnologia all'avanguardia, design modernissimo, affidabilità a prezzi tutto sommato accettabili si orienta su una nippo e fa anche bene.

Ho già parlato della mia opinione su Paul Chen e le sue lame, temo che la tecnica di forgiatura sia assai più grossolana ed industrializzata, è come discutere tra una tazza di Ikea e una ceramica raku: entrambe andrebbero benissimo per farci colazione coi biscotti. La Paul Chen taglia bene? Ok. Ha un hamon che ti piace? benissimo! Le finiture sono il massimo che si possa chiedere ad una produzione industriale? Perfetto.

Le Paul Chen sono opere d'arte? No, non lo sono. La prova di questo la trovi qui , in questo forum, la leggi in ogni riga di ogni singolo topic.

Buon Natale e...buone spese :arigatou:

P.S. Con quanto detto non vorrei nessuno si offendesse, viva il diritto di ognuno ad avere un proprio gusto ed una propria sensibilità sulle spade come in moto.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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....avevo scritto un pappone lungo una 50a di righe.....sono impulsivo :laugh:

 

però preferisco semplicemente dire che la maggior parte degli utenti del forum, acquistano lame giapponesi (più o meno pregiate, polite o da polire) perchè amano le lame giapponesi. lame delle quali ci interessa sia la tecnologia usata per la realizzazione sia la storia della lama stessa. non organizziamo combattimenti. no...non penso che nessuno di noi....almeno parlo per quelli che ho conosciuto personalmente......acquisti mai un'imitazione...di chen o di nessun altro!! probabilmente tu da una lama cerchi qualcosa di diverso da quello che normalmente viene trattato su questo forum. :cool:


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Vero ichi adesso che leggo mi sono dilungato troppo, ma ci sarà un forum sulle Paul Chen? :laugh:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Caro Kentozazen,

 

Mi auguro che il mio intervento possa condurre la discussione su temi simpatici ed intelligenti quanto la tua risposta, convengo con il tuo discorso motoristico, ma come mi insegni tutto dipende da cio' che l'individuo cerca nella due ruote ed in astratto a tutto cio' che costituisce la propria forma-mentis. Vorrei altresi' precisare che era lungi da me considerare le lame di Chen delle opere d'arte, ma assolutamente confrontabili con quelle da me citate nella quarta categoria, con in piu' la garanzia di un prodotto utilizzabile.

Sono contento che tu sia stato il primo a rispondermi, i tuoi scritti sono sempre colmi di interesse ed arguzia.

ad majora!!

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Gent.mo Ichi

 

doveroso ringraziamento al tuo interessamento, ma aimè di cio' che ho scritto ben poco hai compreso, forse sarai seduto in Seitza a scomunicarmi, non ho mai inteso utilizzare le lame per combattere chichessia, non sono neppure un compratore di cineserie, posseggo 3 lame Edo di cui 1 di Edo antico assolutamente perfetta e non ri-polita, persino la saya brilla nella sua laccatura originale, svariati iaito tutti rigorosamente made in japan. Cio' che intendevo e che il mio scritto voleva solleticare era la capacità critica di valutazione di una spada (uso il termine volgare-generico) indipendentemente dal suo passato o dalle ancestrali magie che ti possa trasmettere una giapponese. E' solamente in questi termini che intendo valutare la produzione migliore dell'odiato Chen. Ed in questo settore le lame ripiegate di Chen devono essere valutate indipendentemente dalla mancanza di passato storico o come mere repliche. (posso comunque suggerirti che ad esempio la lama denominata Kami oppure il modello denominato Kotetzu non replicano nessuna spada celebre ed entrambe fanno parte della serie piu pregiata). Un saluto e un a presto!!

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Carissimo 1kyu, a me le nihonto non mi trasmettono nessuna ancestrale magia, ne tantomeno odio il caro Mr. Chen!! per non parlare poi della scomunica...:) per chi mi hai preso. ho soltanto spiegato per quali motivi non trovo nulla di interessante in una lama di chen......bah forse non mi sono spiegato bene......il mio interesse è per la lame giapponesi....chen non lo è. tutto qui!!

buona serata e a presto!!


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io me ne intendo poco di ste cose tecniche.

di sicuro nessuno arrivera mai a forgiare un opera d'arte come una spada antica giapponese;ma tra i vari post si nota una chiara chiusura mentale nei confronti del cinese :|

io la vedo cosi solamente xche ho un ferraccio che probabilmente nemmeno di acciaio è fatto lol

 

PS: è un post inutile ai fini della discussione ma mi sentivo di dire la mia...


Il mondo in cui viviamo, la vita e la morte, il bene e il male, il piacere e la sofferenza, è tutto dentro la nosta mente, li facciamo noi.

Non cercate la verità al di fuori, è tutta dentro noi stessi, nel nostro più profondo Io.

Ogni mattina e ogni sera dovremmo continuamente pensare alla morte,sentendoci già morti da sempre;in tal modo,saremo liberi di muoverci in ogni situazione.

Ricordate che quanto più il POTERE è GRANDE tanto meno gli è necessario agire.Il potere supremo è immobile al centro dell'universo:gli basta rivelarsi e tutto sara fatto secondo la sua occulta volontà.

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chiusura mentale nei confronti del cinese?? hey ragazzi....forse qualcuno ha sbagliato forum??!!

qui non si tratta di essere estremisti....ma ci sarà un perchè nel logo in alto a destra c'è scritto.....ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA SPADA GIAPPONESE!!

 

...domani vado sul sito ufficiale della ferrari e gli dico.....hey ragazzi...ma come la vedete la porsche 911?? :glare:


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Secondo me tutto si riassume in quanto già scritto nel topic "Nihonto not made in Japan". Le lame di Chen sono buone? Ok, mi sta bene e probabilemnte è vero. Persone esperte hanno visto il mio iaito di Chen (che ho comprato per evitare eccessivi problemi, tra l'altro privi di realtà, che mi erano stati prospettati dai doganieri) e hanno fatto fatica e vedere la differenza con un giapponese. Come giustamente dicevano nel suddetto topic Kentozazen e Giuseppe e Yama, se non sbaglio, si tratta di spade, spesso anche belle ed estremamente utili nell'uso pratico, ma non sono Nihonto. Tutta qui la differenze, come giustamente sono risucito a chiarirmi su questo forum.


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Io chiedo scusa non vorrei essere parso aggressivo, ma anche l'essere falsamente accomodanti risulta poi essere una forma di vile ipocrisia. Sinceramente spesso sono stato additato come una persona eccessiva, troppo sbilanciata a difendere il "nome nipponico" , altrove mi hanno dato dell'invasato, del fanatico, anche qui sommessamente si è suggerita per me l'ipotesi di idolatria e chi più ne ha ne metta.

Devo dire la verità e la dico infine non nel rispetto degli altri, ma nel rispetto di me stesso: non mi interessa molto l'opinione altrui sul senso ed il motivo della mia passione. Potrei tuttalpiù essere interessato a spiegarne gli intimi motivi se fossi in grado di trovare una logica in una materia che è composta di spirito e sentimento, ma più che un forum occorrerebbe forse una panchina al sole e qualche birretta fresca tra amici. Sono qui per condividere sino a quando vi sarà qualcuno disposto a ciò. Parlo volentieri di nihonto, mi confronto con passione e correggo le mie idee quando convinto, ed accade sovente. Ma sinceramente e personalmente devo affermare che per me, per la mia via, per il mio modo di sentire la più scassata spuntata anzi facciamo così "spezzata" gunto avrà sempre maggior interesse della miglior lama dell'attuale produzione industriale. Sono andato a rileggermi poi il punto 4 e parlando di gendaito Kyu con me tocchi veramente una nota dolente, credo che difficilmente in questo forum troverai qualcuno più interessato del sottoscritto a questo genere di spada, i motivi di ciò se vi fosse necessità di addurli sono sparsi nel forum nei topic in cui di gendaito si parla. E poi secondo me Ichi ha ragione.

Comunque l'argomento si potrebbe affrontare seriamente anche in questo forum, ma invece di un atteggiamento critico nei confronti di un presunto integralismo da parte di alcuni, si dovrebbe introdurre l'argomento con la volontà di affrontare una seria discussione tecnico comparativa in modo che il risultato possa essere di qualche utilità.

Nel rispetto di tutti ribadisco che quanto detto qui sopra rappresenta unicamente il mio personalissimo modo di vedere e non vi è nessuna pretesa di verità assoluta se non per il sottoscritto.

 

Comunque ragazzi io ho visto delle ottime gaijinto, ne ho viste, Paul Chen comprese, e non credo ci voglia un fenomeno a trovarvi palesi incolmabili differenze con una nihonto. Comunque su questo sono disposto ad un confronto può anche essere che si sia arrivati ad un punto tale che anche esperti facciano fatica a distinguere. :glare: Dubito fortemente ma mi piacerebbe vedere di cosa si sta parlando: Perchè non postate qualche bella foto? Così vediamo un po'. Ci mettiamo d'impegno e proviamo a tirare qualche conclusione, a sto punto tanto si parla più di Paul Chen che di Yamashiro den. E caviamoci sto dente! :laugh:

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Che cosa si prova ad avere in mano e soffermarsi a pensare a chi è appartenuta ... una sciabola da granatiere ? Da carabiniere ? Da cavaliere del medio evo ? Da crociato ?

Certamente saranno emozioni.

Io voglio assaporare le emozioni che solo una lama giapponese mi può trasmettere.

Ho praticato box con la Sempreavanti, ma come ho amato il Karate e cosa mi ha dato è tutta un'altra cosa.

E' la filosofia, i sentimenti (onore, devozione, lealtà, sacrificio) che accompagnano le nihonto che hanno un'attrazione particolare in chi le ammira.

Per me (e sono certamente superficiale rispetto ai vari Ken, Togishi, ichi ecc) una lama prodotta al di fuori del contesto Giapponese non dice proprio nulla. Non significa che non apprezzo, ma non mi trasmette nulla di quelle emozioni che voglio.

 

Gianfranco

 

PS con buona pace di Giaovanni Rana i tortellini di mia cognata ... l'è tot un' etar quèl :happytrema:

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Ecco , le sei e mezzo del mattino. Ho appena perso l'aggiudicazione di un'asta che brutto fare una levataccia del genere e non avere ricompensa. Ormai resto sveglio mi faccio il caffè e via.

Coricandomi , 5 ora fa :cry: , mi è venuta in mente un'altra cosa da dire. L'uso attuale di una spada -nihonto o gaijinto che sia - è per la pratica dello iaido o del battodo, i criteri su cui viene quindi valutata sono il bilanciamento (cosa su cui vi sarebbe da disquisire) e la capacità di taglio di materie relativamente tenere quali paglia e bambù. Nessun tipo di impatto lama contro lama, lama contro armatura o... lama contro sasso, contro legno duro viene presa in considerazione. Tali tipi di stress fisici erano però all'ordine del giorno nella serie di esigenze a cui la lama doveva far fronte nel giappone antico. Anche le tradizioni shinto e shinshinto -pur essendo di epoche "di pace" (ma si potrebbe anche dire con più precisione di "minor guerra") erano prodotte seguendo al meglio quanto era rimasto della tradizione koto quindi perseguivano verosimilmente quel carattere di funzionalità "estrema" di cui parlavo prima.

E' risaputo che valutare ad occhio nudo la capacità di una lama è cosa parecchio impegnativa, ultimamente una discussione che mi appassiona molto per esempio è la motivazione che si può ipotizzare sulla scarsità numerica delle lame soshu rispetto alle bizen, questa ricerca tende a verificare se la presenza o meno di formazioni martensitiche , bainitiche ed altre abbia in un qualche modo influito sulla capacità di sopravvivere della spade. Una analisi sulla funzionalità "estrema" di una spada è cosa talmente complessa da dover considerare i dati ottenuti tramite i più sofisticati sistemi di analisi scientifica non sufficienti a trarre conclusioni definitive.

Figuriamoci ora come sia possibile attribuire ad una gaijinto caratteristiche di gran pregio quando alle spalle non esiste ombra di una tradizione nè di millenarie empiriche verifiche sul campo di battaglia.

Tuttalpiù si potrebbero fare alcune misurazioni di durezza e contenuto chimico del metallo in generale che comunque potrebbero portare a definitive conclusioni solo chi cerca risultati superficiali oppure chi ha interesse economico a confermare chissà quale teoria.

Come Giuseppe sosteneva altrove per fare un buon tameshi occorre in primis una buona tecnica, in "secundis" una lama adeguatamente affilata e bilanciata. Per fare una lama affilata non occorre un genio, basta la conoscenza adeguata, non sto parlando di politura. Tra le altre cose aggiungo che un imporatnte elemento dello tsukurikomi di una nihonto è il niku che conferisce alla lama determinate tolleranze sull'angolo di incisione e determinate carateristiche di resislienza e resistenza durante l'impatto. Io non credo che una Paul Chen tenga in cosiderazione il concetto di niku, penso comunque che quest'ultimo se presente sia veramente ridotto per agevolare il taglio sui materiali deboli a cui è destinata. Non parliamo quindi di spada, parliamo di strumento per le arti marziali, se poi si vuol dire che spada è , bene spada sia ma chi ne difende la qualità palesando ipotetiche similitudini con una nihonto secondo me è fuori strada.

1Kyu ti ringrazio per gli elogi ai miei interventi, spero che le mie risposte non ledano la tua sensibilità, del resto se hai un po' seguito il mio modo di approcciare i discorsi , sai che avrei reagito in questo modo su questo argomento.

Quello che meno mi è piaciuto del tuo intevento sai cos'è? La definizione "mokuso lamiero". Tale definzione suggerisce l'idea che la pratica del mokuso possa trovare adeguata motivazione in alcune arti marziali ma che non si possa considerare logica per quelle arti che utilizzano la spada. Io penso che il mokuso sia una pratica già orrendamente svilita in occidente, considerata spesso il modo convenzionale di terminare l'allenamento, cosa che dimostra quanto poco beneficio abbiano prodotto anni di pratica; se poi invece si suggerisce di tenere in scarsa considerazione l'etichetta tradizionale legata al modo portare una spada, di presentarla e di maneggiarla allora possiamo tranquillamente fare tutto, anche kata con una pistola e batto con un macete.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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caro Kentozazen,

 

tralascio per un attimo il discorso lame non giapponesi in quanto le diversità di approccio a tale discorso sono evidenti, ma sono inorridito quando ho letto che potrei aver frainteso o meglio, utilizzato il termine Mokuso come non facente parte integrante delle attività Marziali con la spada. Perdonami, ma dopo svariati anni di Iaido, (e sono molti) e alcune esperienze di insegnamento, dello stesso, il Mokuso è entrato a far parte integrante non solo del mio sistema di impartire le lezioni, ma del mio stesso modo di vita, mio, di mia moglie e di mia figlia. Il Mokuso, o piu' volgarmente la meditazione, non viene eseguita soltanto al termine delle lezioni di Iaido, normalmente dopo il Dattao, ossia la rimozione della spada dall'Obi, o meglio successivamente al Taijo, ma dal momento che questa pratica di immobilità conduce all'immobilità del corpo e di silenzio della mente, si giunge pertanto al Mu cioè al nulla, eliminando ogni dualismo ed ogni contrasto tra l'io personale e l'io universale. Con la realizzazione del Mu tutto cio' che disturba viene eliminato, in una armoniosa sintesi. Pertanto il Mokuso è pratica essenziale per la unione di corpo, mente e spada, quindi elemento basilare e primo per iniziare una lezione di Iaido. Che poi il Mokuso venga trasfigurato ed utilizzato malamente dalla maggior parte dei praticanti di arti marziali od attività orientali correlate, è una debolezza non solo dell'individuo, ma una manchevolezza dell'insegnante. La mia definizione di "Mokuso lamiero" avrebbe dovuto essere inteso quale eliminazione di elementi di disturbo, e quindi eliminazione di elemnti che possano contaggiare, nel caso della citazione del mio scritto, la passione per le lame giapponesi.

Come sempre ti saluto ed... alla prossima!!

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le spade di chen le ho viste e provate, e devo ammettere che per i fini pratici alcuno modelli sono molto pregevoli, non avrannp una raffinatezza elevata ma sono lame che si possono 'usare'. sono STRUMENTI più o meno buoni per arti marziali.

una nihonto è qualcosa di diverso... è sempre una spada ma è pregna di spiritualità, la spiritualità che deriva dalla sua 'nascita'.

Una spada è viva... possiede un suo sprito (qui parla lo shintoista) e questo spirito e l'unione di acqua vento terra e fuoco... questa è la spada giapponese

 

ho provato shinken giapponesi battuti a macchina, fatti da spadai più che competenti che creano

strumenti fatti per 'lavorare'... queste secondo voi sono nihonto?

 

in base a questa risposta paragonatele all chen...

fermo restando che io personalmente non acquisterei mai una chen perche comunque la considero un'imitazione, più o meno buona ma pursempre un'imitazione...

pero dico che una spada ha uno scopo... (qualcuno forse mi insulterà) può essere un'oggetto dalla bellezza e raffinatezza estreme ma è qualcosa noto per tagliare e colpire, qualcosa nato per fare la cosa più brutta al mondo... ok sto andando fuori argomento...

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Io considero e apprezzo le nihonto quali opere d'artigianato di grande valore artistico.

L'obiettivo e lo scopo dell'associazione INTK sono lo studio della spada giapponese in questo senso.

 

Chi frequenta questo forum lo fa con questi intenti.

 

Non credo quindi che ci sia da discutere se una imitazione possa essere valorizzata dall'utilizzo pratico o dai complimenti di qualche soke.

 

Qui si discute della spada giapponese, le imitazioni e tutte le mezze misure, non mi interessano.



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Leggendo i post precedenti e essendo questa discussione gia' nello spazio che gli compete e cioe' Off Topic, proporrei la seguente riflessione e domanda:

 

Puo' la pratica dello Iaido con gli "attrezzi" che appartengono alla pratica stessa (sia essi jap o cinesi) farci apprezzare e comprendere, meglio la cultura e il rispetto per le NihonTo ?

 

In questo senso, tra individui ragionevoli come le persone che popolano questo forum che sanno ben distinguere la differenza tra una rapa e un computer, la pratica potrebbe aiutare nello studio delle NihonTo.

 

In quest' ottica tutta la discussione sui vari tipi di *attrezzi* avrebbe il suo spazio e confine ben delineato, senza il rischio di spendere fiumi di parole su confronti che semplicemente non hanno ragione di esistere, rimanendo in qualche modo In Topic per quanto detto sopra.

 

E' solo un suggerimento per dare lo spazio ad argomenti di cui si ha l' esigenza di parlare sempre finalizzato ad una maggiore comprensione della spada giapponese.

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gent.le YamaArashi

 

Ho letto le tue considerazioni e rimango stupito dalla leggerezza con cui hai affrontato l'argomento, ma come ho potuto desumere dagli altri interventi sei in buona compagnia. Forse la giovane età e l'entusiasmo giocano a favore, ma entrambe seppur bene accette non devono condizionare eventuali ragionamenti.

Avete liquidato il discorso con una superficialità che non avrei immaginato. La Vostra (ancora plurale) dedizione vi porta ad una sordità quasi totale, da nessuna riga del mio primo intervento si puo' desumere un rifiuto a considerare le nihonto seconde per storia e tradizioni ad altre realizzazioni, (sono collezionista anch'io), ma la mia disquisizione verteva sulla valorizzazione delle lame per cio' che esse rappresentano a livello puramente materiale (leggi oggetti da taglio o da punta). Nessuno e avrei sperato che qualche d'uno lo facesse si è posto il problema di affrontare tale discussione su un piano puramente tecnico, analizzando le componenti per cui una lama, di qualsiasi genere sia, possa considerarsi valida e ripeto ancora una volta senza scomodare ragionamenti "Shintoisti" o affettivi o partigiani. Vi ricordo che un forum deve essere momento di crescita e informazione per tutti, novizi o affermati. Da queste Vostre risposte, come tra l'altro confermato da un intervento di un novizio, nesuno a tesorizzato nulla. Per quanto poi riguarda l'obbiettivo o scopo sociale della I.N.T.K. lo statuto riporta: "... si pone come oggetto principale lo studio e la conservazione delle spade e di tutti gli altri oggetti e manufatti storico-artistici inerenti l'oplologia e correlati all'antico Giappone...". la I.N.T.K. parla estremamente chiaro, ... si pone come oggetto principale... principale e non esclusivo, ... delle spade e di tutti gli altri oggetti... non con esclusività di cio' che tu o voi intendete come spade, ... storico-artistici... la storia non è solo riferita a periodi passati ma é considerata quale storia anche l'attimo di vita appena trascorso o in via di sperimentazione, ... artistici... qui' la discussione si farebbe troppo lunga, ma artistico come si desume dal termine si riferisce all'arte, nulla di piu' soggettivo, esempio per molti la fotografia è solamente il riprendere la fidanzata o la famiglia al mare, per altri, me compreso è la sensibilità di cogliere quell'attimo con gusto e senso estetico, la fotografia è considerata l'ultima grande arte del xx secolo. ...Inerenti l'oplologia... mi auguro non ci siano fraintendimenti!! ... correlati all'antico Giappone ... una correlazione sia a livello matematico che linguistico implica una forma di rapporto, sia stretta sia solamente pertinente al oggetto a cui si "correla".

Mi auguro poi che tu conosca il significato di imitazione, imitare vuol dire replicare con estrema fedeltà un oggetto, non credo che tu intendessi cio', ma l'italiano spesso trae in inganno, le cineserie e le lame di cui parlavo non replicano con estrema fedeltà nulla, ed ancora una volta ricordo che non era questo il mio intento. Il valorizzare una spada non dipende dall'utilizzo pratico che qualche esperto e ho parlato di una persona che di lame ne conosce, puo' fare, ma sicuramente puo' essere un incentivo per migliorare ed elevare la propria capacità. Arrivare poi ha chiudere il discorso con la tua ultima affermazione, "... le imitazioni e tutte le mezze misure, non mi interessano..." lo trovo, perdonami, di cattivo gusto e sopratutto diseducativo per i lettori. Ho l'impressione che questi spazi, creati da chi interviene e non dalla associazione che lo mette ha disposizione, vengano troppo spesso utilizzati da appassionati che deviano la via a proprio piacimento, rifuggendo per principio (ristrettezze di idee), mancanza di informazione, ingenuità, a condurre la discussione con imparzialità e senso critico. Difficilmente ritornero' a esprimere dei miei commenti in tal sito, ma mi auguro per il bene della passione che ci unisce che voi continuiate a farlo con maggiore obbiettività, senso critico ed umiltà. Saluti a tutti e un grazie!!

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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