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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

mauri

Tesori perduti nel Giappone postbellico

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Sarebbe un sogno avere del tempo a disposizione, molti denari, acquisire, tramite decreto del Presidente della Repubblica, la personalità giuridica dell'associazione, formare una bella squadra agguerrita ed andare un paio di mesi negli Stati Uniti a rastrellare un po' di spade da gente che non sa nemmeno che cosa ha per le mani.

Si potrebbe costituire il più importante museo privato di nihonto italiano e magari chissà scovare qualche Tesoro da restituire ai Nippo.

 

Dal diario di viaggio denominato "Alice nel paese delle meraviglie"

 

Programma del 18 giugno 2020, domani sveglia all'alba si va da un certo Jack Sonners in Minnesota dice di possedere 4 spade molto antiche e vorrebbe disfarsene, intanto la spada che abbiamo visto oggi è fantastica una Tachi mumei databile primo Kamakura che riporteremo ad antichi splendori. Buonanotte.


Antonio Vincenzo

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Mi permetto di aggiungere che prima di ciò dovremo cogliere ogni occasione per approfondire i nostri studi e per la preservazione della spada giapponese.

Sarebbe opportuno vedere o meglio studiare in giro per il mondo le migliori lame, nel nostro piccolo partecipare agli incontri INTK, che secondo me sono occasioni impedibili per gli studiosi e collezionisti di nihonto per toccare con mano la materia stessa delle nostre lunghe nottate sui libri, così come provare a fare i kantei che postiamo regolarmente sul forum. È chiaro che quest'ultimo è un esame indiretto, ma è propedeutico al vero confronto e potrebbe essere di grande utilità se anche noi vorremo diventare "Indiana Jones e la lama perduta".


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Era solo un.......sogno, prometto di non farlo più :arigatou:


Antonio Vincenzo

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Dove andremo senza sogni?

Ma se uno vuole provare a realizzarli deve darsi da fare!


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Mauri, per l'interessante traduzione.

Grazie anche a Francesco e Massimo per gli approfondimenti e le storie di vita vissuta, che portano la storia a terra, facendocela capire.

 

Inutile dire che la guerra è questa.

Ognuno ha i suoi Montecassino da piangere, che in fondo sono nulla rispetto alle tante vite perse e alle famiglie distrutte in seguito.

 

Io non credo che il pezzo perduto sia sempre necessariamente il più prezioso e affascinante, anche se talvolta così accade.

E c'è molto da riflettere sulla questione certificati, firme e attribuzioni, ma non riapro qui l'argomento.

Resto fondamentalmente dell'opinione che alcuni oggetti che hanno fatto la storia di un paese e di un popolo abbiano una sola sede opportuna: il museo. E vorrei davvero non dover subito dopo sottolineare che talvolta la mensola del caminetto di un ricco privilegiato ospita certi pezzi con miglior attenzione di quanto avviene in molti musei.

 

Talvolta penso però anche che senza questa diaspora, il fenomeno Nihonto non sarebbe ciò che è oggi.

Se così è, quel prezzo pagato alla fine del conflitto, in termini artistici, forse è meno alto di quel che pensiamo.

Il mio personalissimo punto di vista, come sempre.

 

Grazie ancora.


 

月の道

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Riapro il topic, oltre che per farlo leggere agli amici che forse se lo erano perso, per darvi una splendida notizia: è stato ritrovato il "1) Ô-Tanto firmato Soshu ju Akihiro - Juyo Bijutsu": http://www.nihonto.com/soshu-akihiro-%E7%9B%B8%E5%B7%9E%E7%A7%8B%E5%BA%83/

 

 

The photos below are of an important and well-known tantô or ko-wakizashi by Soshu Akihiro (相州秋広). This sword was a treasure for generations of Shimazu (島津) Daimyo of the Satsuma Kei (薩摩系) in Kyushu. In May of 1928 this sword was sold in auction when the descendants of the Shimazu (島津) Daimyo family sold their family treasures including their swords. On September 24, 1941, it was given the designation of Juyo Bijitsuhin (重要美実品) which means Important Cultural Property.

At the end of World War Two during the chaos of the beginning of the occupation an edict was issued by the occupation forces that all swords were to be considered weapons and as such must be turned in to the police. Many of these swords were destroyed and many more found their way to the West as war souvenirs. Also, swords were taken from Temples and Shrines as war trophies and made their way out of Japan either surreptitiously or with the knowledge of the occupation forces.
After the distinction between swords as weapons and swords as art and historical objects was understood, a list of missing National Treasure (Kokuho) and Important Cultural Object (Juyo Bijistuhin) blades was compiled. There were fourteen missing Kokuho and twenty-five missing Juyo Bijitsuhin blades. This wakizashi by Akihiro is listed as number eighteen among the missing Juyo Bijitsuhin blades. The last record of it in Japan shows that on October 5, 1945, the then owner submitted this blade to the Kosegaya Police of Kosegaya City in Niigata Prefecture.
After acquiring this blade in the USA, I returned it to Japan for restoration and replacement of the missing and lost original Juyo Bijitsuhin (重要美実品) designation certificate. I also requested permission to properly and legally export it from Japan. After about a year, permission to export it was granted so now it can legally be owned outside of Japan. It should be noted that without such permission, blades of this designation are not allowed leave Japan.
Akihiro2.jpg

"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Francesco per aver ricordato questo ritrovamento.

 

La lama, in realtà, è riapparsa già qualche anno fa ed è stata il pezzo forte della mostra di Tampa del 2014.

 

Molto interessante la questione della classificazione e dei permessi di esportazione.

È praticamente certo che lo status di Juyo Bijutsuhin è stato perso dal momento in cui è stato dato il via libera per lasciare il Giappone.

I dettagli della procedura, ad ogni modo, non sono noti.

 

Qui se ne parla in modo esteso ed articolato.

http://www.militaria.co.za/nmb/topic/23644-juyo-bijitsuhin-export/?fromsearch=1

 

Comunque, al DTI 2017 vi erano alcune Juyo Bijutsuhin in vendita e i commercianti spiegavano scrupolosamente che esiste un metodo legale, tramite rischiesta agli uffici competenti, che permette di esportare anche questo tipo di oggetto. Non è semplicissimo e non sempre la richiesta viene accettata, ma è possibile.

 

Resta il fatto che la sola circostanza in cui una lama Juyo Bijutsuhin può lasciare il Paese senza perdere lo status è quando viene data in prestito ad un Museo. In quel caso, da quel che sono riuscito a capire, non viene neanche ritirato il torokusho.

 

Vi consiglio anche la lettura di questo articolo

http://www.militaria.co.za/nmb/topic/13632-tampa-2014-report/page-1

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.... così lo amerete ancora di più.

 

4iuyC8D.jpg


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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........

Allego all'articolo la scheda e la storia della sparizione della lama sicuramente considerata la più importante di questo lotto, la Honjō Masamune:

......

attachicon.gifblack_ink_honjo.jpg

 

Questa katana mu-mei è attribuita a Masamune. La lunghezza della katana mancante è 2 shaku 1 sole 5 bu = 65,2 centimetri = 25 11/16th. pollici. Il Sori è di 5 sole 5 bu = 1,7 centimetri = 11/16th. pollice.

E 'kissaki Chu, senza horimono. Questa katana è stata catalogata Kokuho il 27 maggio. . 1939

The Missing National Treasure katana - Honjo Masamune che ho scritto lo scorso mese, ha 1 mekugi ana, e ken-Gyo nakago Jiri.

 

Vedi: http://nihontoclub.com/sword-images/13667/15591

 

 

Dopo l'intrigante musica e la non meno intrigante foto ....

per i nuovi ricercatori senza "ri", posto questo sito sulla ricerca della Honjō Masamune ( in ammerecano, per tutti )

volendo si risale all'originale .. interessanti le 101 risposte... ): https://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=search&rurl=translate.google.it&sl=en&sp=nmt4&u=http://ericwrites.com/%3Fp%3D500&xid=17259,15700022,15700124,15700149,15700168,15700173,15700186,15700201&usg=ALkJrhjE9xjX-_FXxKEf8XLnAFxfG5s_Ag

 

 

P.S.

secondo me non è mai consegnata. Tokugawa Iemasa, ben conscio, andò in una piccola stazione di polizia e consegnò le famose 14 o 15 spade (avendo avuto premura di sostituire la Masamune.. che è ben custodita nelle segrete stanze segrete dell'Imperatore... dopo, un non meglio identificato funzionario ritira una serie di lame confiscate e poi nasce la leggenda; nel mentre, due o tre "eletti" di tanto in tanto ancora la osservano, dopo aver giurato di non rivelare al mondo del prezioso "oggetto" in loro custodia.) fine delle mia ricerca.

 

 

@@Altura.. per il tuo sogno dovevi rivolgerti al PrimoMinistro o all'Imperatore, (non c'è un Presidente della Repubblica in Giapp..

..... mica volevi affibbiarci anche questo fardello .. già bastano i ns.problemi. ( :confused: ahahahhah


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Mi riferivo al "nostro " presidente della Repubblica che per procedura attribuisce la personalità giuridica alle associazioni culturali rendendole giuridicamente privilegiate. La tua tesi sulla Masamune non è peregrina ci lascia un sapore romantico e.....si, voglio credere che sia davvero così, grazie Beta mi hai fatto un favore....segna un'altro caffè


Antonio Vincenzo

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Immagini molto tristi, specie per noi.

Non dobbiamo però dimenticare che sono anche l'esito di un imperialismo nipponico che è sfociato a Pearl Harbor.

Come ho avuto modo di dire in più di un occasione, a chi si affaccia al forum inseguendo il mito del grande guerriero.

La guerra non fa nessuno grande.

 

Fa invece molti storpi, mutilati, invalidi psichici.

Fa anche molte vedeve e orfani.

Ma anche chi torna sano, perché è stato capace di desensibilizzarsi, resta segnato negativamente per sempre.

Avete mai notato che qualsiasi tipo di conflitto nelle altre specie raramente termina con un esito letale?

In genere si combatte per la sopravvivenza della specie, non per la sua estinzione.

 

Mah, di fronte a questi drammi, finisce per passare in secondo piano la perdita di un centinaio di lame.

Effetto collaterale negativo di quanto su esposto.

Mentre qui la ricerca della lama perduta è il nostro punto focale.

 

Buona caccia, dunque, è una lode particolare in chi riesce in imprese come quella riuscita a Francesco.

Ma bravi anche quelli che riportano alla vita lame meno altisonanti, sempre frutto dell'ingegno e della abilità dell'uomo.


 

月の道

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.. con me apri una porta aperta (sfondarla è di per se troppo violento)

o

... sposo appieno la tua riflessione sulle guerre

 

Con tutto il rispetto di questa casa che mi ospita, sono abbastanza informato sulle brutture e nefandezze avvenute anche sulle terre del sol levante, come peraltro in altri lidi.

Di fatto citavo la musica e lasciavo una traccia per chi vuol cercare...

io risolsi il mio dilemma con una semplicistica conclusione (non dimostrabile, ma che mi fa fare beati sonni, pensando alle lame... un po meno pensando alle vite perdute)

Ma non è questa la sede.

Confido in nuove scoperte.


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Non so se avete avuto il tempo e la pazienza di leggervi i link che vi ho suggerito.

Comunque la storia recente della lama di Akihiro credo meriti qualche riflessione.

 

A parte il caso del ritrovamento in sè (acquistata in America per poche centinaia di dollari presso un banco dei pegni da un appassionato di coltelli, totalmente ignorante di lame giapponesi), mi pare abbastanza indicativo il fatto che sia stata fatta rientrare in Giappone (peraltro, polita da un occidentale) giusto per "riattivare" lo status di Juyo Bijutsuhin per poi rimandarla indietro.

 

Gli anglosassoni in genere, inglesi o americani che siano, sono sempre molto attenti al concetto di "proprietà" e dunque leggo commenti di personaggi autorevoli che dicono:"Beh, la lama era sua dunque è giusto e legittimo che abbia potuto riportarla a casa".

 

Se parliamo di oggetti da tutelare, però, si può considerare a titolo di esempio che una qualsiasi persona (di qualsiasi nazionalità) che acquisti un immobile in Italia e che, per caso, vi scopra in cantina un Caravaggio, può ritenersi a pieno diritto proprietario del quadro ritrovato ma non può portarlo fuori dall'Italia. Può venderlo, se crede, ma anche il nuovo acquirente non potrà portarlo fuori dal Paese. Legalmente, almeno. Esiste una commissione che si occupa di valutare l'importanza di un'opera d'arte che viene scoperta e, qualora si tratti di un oggetto di particolare interesse, non ne viene consentita l'esportazione in quanto rappresenta un patrimonio culturale del Paese in cui è nato e si considera giusto e legittimo chi ivi rimanga.

 

Pare assodato che anche il procedimento di esportazione di una Juyo Bijutsuhin sia sottoposto all'esame di un' apposita commissione la quale, come ci si aspetta, si prende carico di valutare l'importanza intrinseca dell'oggetto che deve lasciare il Paese. Parimenti assodato è il fatto che, negli ultimi 50 anni, solo pochissimi oggetti con questo status sono stati "svincolati"; dunque nel caso che questo avvenga viene spontaneo chiedersi il perchè.

 

Per quanto riguarda la tutela che abbiamo in Italia spesso si tende a pensare che segua parametri anche troppo severi. Si ritiene infatti che la custodia di un privato competente ed appassionato possa essere, in qualche modo, più attenta di quella che potrebbe garantire un Museo o, comunque, un Ente pubblico. Se si considera la quantità di materiale riversato nei depositi dei Musei che non è neanche disponibile al pubblico e magari in precarie condizioni di conservazione, la riflessione sorge spontanea.

 

Nel caso specifico, però, mi chiedo se la visione della custodia del privato non rischi di essere un pò limitata, nell'ottica di una custodia e cura che vada oltre la vita media del singolo individuo. Poichè, è inevitabile, l'appassionato e competente collezionista prima o poi non ci sarà più e bisognerà vedere se, nel tempo, sarà riuscito a passare ai suoi eredi la stessa passione e competenza. E chissà che, dopo due o tre generazioni, uno di questi oggetti non si trasformi in un esotico strumento per scalcare il tacchino per la festa del Ringraziamento, come talvolta è già accaduto. :arigatou:

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Ho cinque minuti e vorrei esprimere un parere su quanto hai postato Gian.

Io credo che tutto nasca dalla differenza che da sempre contraddistingue le culture dei popoli, l'articolo 136 del codice civile regola le varie disposizioni sui vincoli che lo Stato Italiano impone sui beni e patrimoni culturali, (come ben puoi immaginare siamo all'avanguardia in ciò). Il vincolo non grava sulla trasportabilità fuori dai confini nazionali del bene che rimane un divieto indiscutibile, ma sul diritto di prelazione che lo Stato si riserva in qualunque transazione debba avvenire del bene. Se il bene appartiene a privati, che sia un immobile storico o una collezione d vasi etruschi, (regolarmente posseduti) non può essere alienato se non previo il non esercizio della prelazione da parte dello Stato. Esso interviene tramite una procedure abbastanza articolata ogni volta che lo stesso viene alienato, o meglio vorrebbe esserlo.

Così, se ben ricordi avvenne con l'isola di Budelli in Sardegna dove, attraverso una raccolta di fondi, la regione (stato) esercitò il diritto di prelazione e il ricco Neozelandese non potè acquisire la bellissima isola dalla spiaggia rosa.

Il gaudente Americano (e Betadine ce ne dà un esempio con la foto del simpaticone) continuerà a tagliare il tacchino con la token perchè non ha cultura storica, Back ground, mi ricordo che da bambino, abitando in centro a Roma, giocavamo tutti i giorni a pallone nei giardini in via dei Fori Imperiali, i pali delle porte erano dei pezzi di capitello Antico (2000 anni) adagiati sui prati, nessuno di noi seppur bambini, avrebbe mai nemmeno pensato di imbrattare o martellare quel capitello e, pur trattandolo da "palo" ne avevamo un profondo rispetto. Molti di quei capitelli statue nel tempo sono state trafugate per abellire sale da pranzo in America piuttosto che in Francia o Germania, ma, ancora, se potesse, il "gaudente" ci taglierebbe il tacchino nel giorno del ringraziamento...alla stregua di chi ancora oggi incide il proprio nome sul travertino del Colosseo.

P. S. Non sò se esiste nella legislazione Nipponica una sorta di diritto di prelazione sui beni patrimoni culturali... Ciò potrebbe inficiare il ritorno in Italia del Tanto di Francesco e Manuel, (o non facciamo scherzi!), lo ignoro :confused:


Antonio Vincenzo

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vabbè vabbè ... aridateme a Gioconda.

(ve saluto, faccio un sarto a Bardonecchia)


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grazie GLuca

 

L'argomento per me è "parallelo" (un pò come il mercato) . . . ma sembra che ci siano molte Akihiro in Ammerica.

 


Akihiro.jpg

Akihiro_2.jpg

 

 

(per chi volesse.. qua l'episodio completo)


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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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