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mauri

Tesori perduti nel Giappone postbellico

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Klaus mi complimento per la tua esposizione storica.
Leggendoti mostri sicurezza e conoscenza degli accadimenti. (e mi spiace aggiungere che non c'è ironia nelle mie parole, ma voglio mettere le mani avanti).
Conosco abbastanza bene le escursioni giapponesi in Cina e anche diversi macabri particolari. Ma, come forse avrete intuito, la mia rabbia e la mia tristezza riguardano lindividuo e il branco che continuano col dito annodato da almeno 2000anni senza aver nulla compreso della passata e antica storia della bellicosa razza umana.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Ma certo, mi trovi d'accordo!

La guerra produce morti, ma soprattutto assassini... e nessuno è innocente.... questo è forse il peggiore crimine di guerra...

Purtroppo, poi, si perde la memoria e certi fatti sono poco conosciuti.

Questo non è un bene.

 

Ti ringrazio: io sono appassionato di storia militare, ma sono molto ignorante in materia di Nihonto, per esempio, nè ritengo di poter mai raggiungere il livello di conoscenza che avete voi.

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Ognuno ha la propria tara, ma per quanto mi riguarda io qua son l'ultimo tra gli ultimi, ma sono una schiappa appassionata di oriente (quindi se talvolta ci arrivo... tutti possono riuscirci con un minimo di passione e tanta curiosità.
Ciao


ah, dimenticavo di dire ogni volta che si parla di diritti vuol dire che in giro cè qualche torto subito.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Il diritto serve ad evitarli i torti...

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detto fatto Klaus

Grazie!

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Caro Klaus, hai vinto tu, mi arrendo...senza condizioni, ma è proprio il "fa di me quello che vuoi che io contesto, il cavalcare da parte dell'uomo un certo tipo di storia, si può liberare un popolo con la non violenza, occhio per occhio non ci sarà mai fine. Schierati! Non descrivere la storia sebbene colta e affascinante, citare teste mozzate o bombardamenti nucleari non serve, ecco perché ci ipnotizziamo sereni alla vista dei prodigi della martensite sulle lame antiche piuttosto che della capacità del taglio.


Antonio Vincenzo

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Innanzitutto, mi complimento per la tua capacità di accogliere l'opinione altrui.

Schierarmi?

Involontariamente, forse l'ho fatto: tutte le spade del mondo non valgono una vita innocente...

Mi spiace.

Con tutto l'amore e la stima che posso nei confronti delle armi dei Samurai...

Se una squadra di ragazzacci si diverte a rompermi deliberatamente le finestre a pallonate... scendo e glielo buco... anche se è il pallone della finale di Madrid del 1982, autografato dalle due finaliste...

O forse no...?

Mica è facile...

Non è mai tutto bianco e tutto nero...

Il Giappone usciva dal Medioevo e dall'isolazionismo secolare..

Per fortuna, ad un certo punto, gli americani devono essersi accorti dello scempio che stavano facendo...

 

Insomma... diffida sempre di chi propone soluzioni facili a problemi complessi.

E ringraziamo il Cielo che apparteniamo ad una generazione che non ha dovuto scegliere tra l'uccidere e il morire.

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Premesso che settant’anni e novemila chilometri non sono poi così lontani, ma non desidero riaprire un discorso che ho già fatto una volta e che mi procura comunque sempre una certa sofferenza (da qualche parte esiste un post dove l'ho fatto), certamente la guerra tira fuori la parte più feroce e peggiore di ogni uomo.

I vari codici cavallereschi, Bushido incluso, servono proprio a tentare di incatenare minimalmente gli eccessi di questa ferocia.

Questo perché le Ginevra sono sempre più lontane del senso dell'onore e della giustizia che ogni uomo, volente o nolente, porta sempre con sè.

Purtroppo non sempre ci riescono.

Qui, non ci riuscirono.

 

Ho apprezzato molto il tempo che Klaus ci ha dedicato per ampliare un concetto che non a tutti poteva essere chiaro.

L'analisi è fondamentalmente corretta, dal mio punto di vista, esiste però un punto su cui non concordo.

A mio avviso resta pienamente l'imbecillità della scelta di distruzione indiscriminata di opere d'arte che, proprio in quanto preziosissimo bottino di guerra, non avrebbe dovuto essere così stupidamente sprecato.

Esistevano centinaia di migliaia di lame di fabbrica d'ordinanza da "appendere a piazzale Loreto", qui, invece, si agi indiscriminatamente.

Operazioni di questo tipo le fa solo l'Isis ...e dagli USA della metà del secolo scorso ci si aspettava un livello culturale decisamente superiore.

Non ci fu.

Quel livello culturale mancò.

Mancò anche altrove, proprio qui in Italia.

Perché se è vero che tutte le opere d'arte non valgono la vita di un innocente, esse valgono ben una trasfusione ad una nazione che si stava dissanguando in una guerra aperta su un numero elevatissimo di fronti, con enormi risorse economiche impegnate.

Probabilmente il più grande della storia.

 

 

Un altro punto di riflessione.

Attenzione ad applicare criteri occidentali all'Oriente e al Giappone in particolare.

Il valore della vita umana è molto diverso nel Paese del Sol Levante, specialmente se messo in relazione a quello del Gruppo di Appartenenza dell'individuo.

L'episodio che Klaus cita sull'indottrinamento scolastico con le decapitazioni, che a noi può sembrare delirante, sia un esempio per tutti.

...e attenzione ad applicare giudizi di merito, perché ciò che noi etichettiamo come "Eroismo di Fukushima", per loro è semplicemente compiere il loro dovere applicando l'altro lato della stessa medaglia sul valore della vita.

Da quegli uomini nessuno si sarebbe aspettato di meno.

Per chiuderla con una risata a denti stretti, un popolo che cresce con quei valori che noi facilmente deprechiamo, difficilmente genera poi Capitani Schettino.


 

月の道

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Ah, ah, ah... e se ti dicessi che difendo alcuni naufraghi della Costa Concordia e che le cose sono molto più complesse di come ce le hanno raccontate?

 

OT a parte... hai ragione: non è mai tutto bianco e tutto nero.

E settanta anni e 9.000 chilometri, tra noi e il Giappone sono tantissimi, proprio perchè, come giustamente dici tu, occorre fare "Attenzione ad applicare criteri occidentali all'Oriente e al Giappone in particolare"...

 

Il Giappone si era già dissanguato, in guerre e conquiste che costavano più di quanto rendessero, ancor prima del dicembre 1941... fu quasi costretto ad attaccare gli USA...

Già con la Battaglia di Nomhonan aveva preso una sonora scuffia dai sovietici ed aveva l'economia sull'orlo del collasso...

Moltissimi uomini impegnati oltremare costavano... ma proprio i modi in cui trattavano le economie dei paesi conquistati rendevano economicamente sterili, inutili e stolte le immense conquiste.

I giapponesi imponevano una valuta senza valore, non convertibile in oro e in yen, al solo scopo di sfruttare le risorse locali, fino all'osso.... Le economie locali diventavano clandestine: ci si affidava al baratto o a valute parallele (a rischio della vita) e la produzione si riduceva alla mera sopravvivenza...

Non poteva durare: occorrevano sempre nuove conquiste, per mantenere un Impero senza reali contenuti.

Il Tenno nulla aveva imparato dal crollo dei grandi Imperi della Triplice Alleanza.

 

E comunque, poi, oltre alla distruzione delle spade, che di certo fu un notevole danno economico, ci fu il Piano Marshall.

Tanto per dire però... Marshall... aveva perso un figliastro in guerra, oggi sepolto nel cimitero Militare americano di Nettuno...

Non sono filo-americano, ma quel che è giusto è giusto: se riuscì lui stesso a perdonare e a varare un piano di aiuti agli ex nemici, per fare decollare le loro economie... abbiamo molto da imparare...

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.. attento però mi caro avvocato, stai cadendo nel tuo stesso proclama: " non è mai tutto bianco e tutto nero."

 

Il citato piano era tutto fuorché filantropico, aveva, ed in parte c'è riuscito, l'obiettivo di inettare liquidità su quello che diventerà "Un mercato" non poi così tanto libero. (autando paesi a riemergere per creare una fittizia economia - chiamata "bolla" - che da una parte espande e dall'altra recede).

Come dire ti do io i soldi per comprare le mie cose . . . poi i conti non tornarono come "volevasi" e tra repubblicani, sindacati ed industriali nel 51 (complice anche un pò di fredda guerra) torno a fare quel che meglio so gestire: la guerra (nello specifico nella terra dei tre regni unificati sotto Silla nel 600 e spicci BC..)

 

 

p.s. me lo dico da solo che è "un'analisi sommaria e molto semplificata"; come per il giovane giapponese è "normale" aspirare a tagliar qualcosa, al pari di "uno zingaro" (che colpa non sua è quella di nascere in tale ambito) viene catapultato in una strana e distorta "realtà", al pari della semplice "natura contadina" dove il mio ciccino maialino gioca con i bimbi in giardino fino a fare capolino nell'inverno biricchino e .... zac (salsiccie per tutti) .. è nella natura delle cose.

 

Certo è che da storico non puoi negare che gli United States dal 1776 ad oggi han sempre avuto qualche "scaramuccia" con qualcuno, insomma se gli sceriffi del mondo su 240anni ne han passati 225 a belligerare qualche dubbio resta.

 

 

 

Forse ora sono veramente in OT (senza forse e, per quel che mi riguarda la chiudo qua)

boh, in off topic si potrebbe analizzare l'educazione giapponese, ma per me è difficile non polemizzare.

VI saluto con rispetto.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Il grosso problema dell'imperialismo giapponese, a ben vedere, fu proprio quello che ho espresso poc'anzi (applicare al Giappone criteri occidentali).

E non mi riferisco solo ai criteri economici e politici in cui, come avete tutti ben espresso, non avevano alcuna esperienza interna ed esterna (di fatto, uscivano dal Feudalesimo).

Il vero problema fu sociale, ovvero rinnegare la loro parte più intima, fatta anche di cultura e religione, per rincorrere il mito della modernità.

Un errore che, dopo di allora, hanno fatto ben attenzione a non ripetere.

 

Tanto per citarne un esempio macroscopico, il modello di sviluppo economico basato sulle famiglia a clan (zaibatsu), nel dopoguerra fu rapidamente evoluto nel più fluido modello a raggruppamento orizzontale e verticale (keiretsu) che ha trasformato in pochi anni il Giappone in una reale potenza economica mondiale. Un modello dove accanto alla ricerca del massimo profitto appare tutta la fluidità nipponica e anche una componente etica assente nello spregiudicato modello anteguerra, basato sul puro sfruttamento (e quindi assai poco scintoista e buddista).

 

Vedete, orientali o occidentali, noi moderni ricadiamo sempre nello stesso madornale errore.

Vendiamo l'Anima perché la riteniamo un concetto inutile ed antiquato di fronte alla modernità.

Poi, quando ci manca, capiamo che essa è invece la parte più intima ed importante di ogni uomo.

Senza la quale, la vita stessa diventa insipida ed inutile.

Dovremmo tutti quanti rileggere con più attenzione La Commedia.

😂😂😂


 

月の道

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¿¿ .... ma quell'ultima frase non è che per caso l'avevi già detta a qualcun altro ??

 

 

Hiroo Onoda è stato l'ultimo soldato imperiale giapponese ad emergere dal nascondiglio..

alla fine si arrese nel 1974 sull'isola di Lubang nelle Filippine, l'uniforme dell'esercito imperiale di Onoda, cappello e spada erano ancora in buone condizioni.

Hiroo Onoda rimase su un'isola nelle Filippine fino al 1974 perché non credeva che la guerra fosse finita.

Divenne l'ultimo soldato giapponese ad arrendersi - ma solo dopo che il suo ex comandante, che nel 1945 gli aveva detto di rimanere indietro e spiare le truppe americane - fu mandato in volo dal Giappone per ordinargli di arrendersi.

La sua straordinaria determinazione nel continuare a fare del signor Onoda un eroe nella sua terra natia..La sua storia è stata trasformata in un film e un libro.

 

Era uscito dal nascondiglio, eretto ma emaciato, sull'isola di Lubang nel giorno del suo 52 ° compleanno.

 

Durante la sua resa formale al presidente filippino Ferdinand Marcos, Onoda ha salutato la bandiera giapponese e ha simbolicamente consegnato la sua spada da samurai mentre indossava ancora un'uniforme dell'esercito che era stata rattoppata molte volte.

Alla sua generazione fu insegnata l'assoluta lealtà verso il Giappone e il suo imperatore. I soldati dell'esercito imperiale hanno osservato un codice che diceva che la morte era preferibile ad arrendersi.

Il signor Onoda, tenente dell'intelligence militare, era stato inviato a Lubang, 90 miglia a sud-ovest della capitale delle Filippine, Manila, nel dicembre del 1944.
La maggior parte dei suoi compagni si arrese quando le truppe americane sbarcarono sull'isola meno di tre mesi dopo, ma si rifiutò di arrendersi e rimase nella giungla con altri tre soldati.

 

In seguito ha ricordato: "Ogni soldato giapponese era pronto per la morte, ma come ufficiale dell'intelligence mi fu ordinato di condurre la guerriglia e non morire. 'Sono diventato un ufficiale e ho ricevuto un ordine. Se non riuscissi a portarlo a termine, mi vergognerei. “

 

Almeno quattro tentativi sono stati fatti per trovarlo, durante i quali i membri della famiglia gli hanno fatto appello tramite altoparlanti e volantini …

Mentre lottava per nutrirsi, la missione di Mr Onoda divenne una questione di sopravvivenza.

Ha rubato riso e banane dagli abitanti del villaggio e ha sparato alle loro mucche per fare carne secca, provocando occasionali scaramucce.

Tre altri soldati erano con lui alla fine della guerra. Uno è emerso dalla giungla nel 1950 e gli altri due sono morti, uno in uno scontro del 1972 con le truppe locali.

La svolta avvenne il 20 febbraio 1974, quando Onoda incontrò un giovane globetrotter, Norio Suzuki, che si era avventurato a Lubang alla ricerca di veterani.

Il signor Suzuki si è silenziosamente accampato nelle radure della giungla e ha aspettato.

Mr Onoda alla fine prese contatto con un semplice 'Oi', e iniziarono a parlare.
Il 12 marzo 1974 Mr Suzuki tornò in Giappone e contattò il governo, che chiamò il superiore del soldato, il maggiore Yoshimi Taniguchi, per ottenere una resa.
Il governo delle Filippine perdonò Mr Onoda anche se molti a Lubang non lo perdonarono per le 30 persone che uccise durante la sua campagna sull'isola. Onoda si sforzò di adattarsi alla vita al suo ritorno in Giappone e emigrò in Brasile nel 1975 per diventare un contadino. Alla fine si stabilì nella sua terra natale nel 1984 e aprì “campi naturali” per bambini.
Non considerò i suoi 30 anni nella giungla una perdita di tempo.
"Senza quell'esperienza, oggi non avrei la mia vita", ha affermato.
"Faccio tutto il doppio più velocemente, così posso rimediare per i 30 anni.
Vorrei che qualcuno potesse mangiare e dormire per me, così potrei lavorare 24 ore al giorno. "


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No, non credo che quest'uomo abbia buttato via trent'anni.

Combattere contro i giganti non è impossibile.

Come disse Cirano, replicando a chi lo burlava di essere un Don Quijotte destinato a finire nel fango , scagliatovi dalla pala di un Mulino a Vento...

...Nella melma o fra le stelle?!?

 

Un paio di soldato Onoda li abbiamo avuti anche noi in Sicilia.

Loro facevano i giudici.

Beh, quando ammiro la mia Luna, io quelle due stelle che brillano di più delle altre, le vedo!


 

月の道

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".. mai sia tempo buttato rileggere la divina o altre carte " .... anzi

 

e sopratutto in questo periodo le due stelle mi son al pari molto vicine. (e non dico altro che è meglio... ancora per un pò ( di questi bui tempi.. )

 

 

 

 

.. immagino che "i suoi compiti" se li sia letti e riletti e nel rileggerli alla mente tornavano i suoi genitori .. la sua terra .. i suoi maestri .. i suoi amici, taluni andati.. e questi, insieme agli altri gli davano "il senso" del suo permanere lì, a fare quello che riteneva, ognimodo, giusto. per la sua terra non dimenticata.

Terra con origini e abitudini, sia pur discutibili, ma per lui di immenso valore.. valore mai dimenticato. (e qui chiudo)

 

 

p.s. e scusatemi se ho ampliato in corso d'opera... ma scordo sempre il fuoco acceso


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.

“Un sacerdote incontrò un giorno un maestro Zen e gli domandò:


- «Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos'è la realtà?»


... e gli arrivò un pugno in faccia.”


Sii immobile come una montagna ...
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Il grosso problema dell'imperialismo giapponese, a ben vedere, fu proprio quello che ho espresso poc'anzi (applicare al Giappone criteri occidentali).

E non mi riferisco solo ai criteri economici e politici in cui, come avete tutti ben espresso, non avevano alcuna esperienza interna ed esterna (di fatto, uscivano dal Feudalesimo).

Il vero problema fu sociale, ovvero rinnegare la loro parte più intima, fatta anche di cultura e religione, per rincorrere il mito della modernità.

Un errore che, dopo di allora, hanno fatto ben attenzione a non ripetere.

 

 

 

 

 

Intendi dire che la ferocia delle truppe e delle amministrazioni giapponesi di occupazione, divenuta leggendaria, discende dall'imitazione del modello occidentale o da una contaminazione occidentale di uno spirito giapponese che, altrimenti, sarebbe stato più mite e pacifico??

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Premesso che settant’anni e novemila chilometri non sono poi così lontani, ma non desidero riaprire un discorso che ho già fatto una volta e che mi procura comunque sempre una certa sofferenza (da qualche parte esiste un post dove l'ho fatto), certamente la guerra tira fuori la parte più feroce e peggiore di ogni uomo.

I vari codici cavallereschi, Bushido incluso, servono proprio a tentare di incatenare minimalmente gli eccessi di questa ferocia.

Questo perché le Ginevra sono sempre più lontane del senso dell'onore e della giustizia che ogni uomo, volente o nolente, porta sempre con sè.

Purtroppo non sempre ci riescono.

Qui, non ci riuscirono.

 

Ho apprezzato molto il tempo che Klaus ci ha dedicato per ampliare un concetto che non a tutti poteva essere chiaro.

L'analisi è fondamentalmente corretta, dal mio punto di vista, esiste però un punto su cui non concordo.

A mio avviso resta pienamente l'imbecillità della scelta di distruzione indiscriminata di opere d'arte che, proprio in quanto preziosissimo bottino di guerra, non avrebbe dovuto essere così stupidamente sprecato.

Esistevano centinaia di migliaia di lame di fabbrica d'ordinanza da "appendere a piazzale Loreto", qui, invece, si agi indiscriminatamente.

Operazioni di questo tipo le fa solo l'Isis ...e dagli USA della metà del secolo scorso ci si aspettava un livello culturale decisamente superiore.

Non ci fu.

Quel livello culturale mancò.

Mancò anche altrove, proprio qui in Italia.

Perché se è vero che tutte le opere d'arte non valgono la vita di un innocente, esse valgono ben una trasfusione ad una nazione che si stava dissanguando in una guerra aperta su un numero elevatissimo di fronti, con enormi risorse economiche impegnate.

Probabilmente il più grande della storia.

 

 

Un altro punto di riflessione.

Attenzione ad applicare criteri occidentali all'Oriente e al Giappone in particolare.

Il valore della vita umana è molto diverso nel Paese del Sol Levante, specialmente se messo in relazione a quello del Gruppo di Appartenenza dell'individuo.

L'episodio che Klaus cita sull'indottrinamento scolastico con le decapitazioni, che a noi può sembrare delirante, sia un esempio per tutti.

...e attenzione ad applicare giudizi di merito, perché ciò che noi etichettiamo come "Eroismo di Fukushima", per loro è semplicemente compiere il loro dovere applicando l'altro lato della stessa medaglia sul valore della vita.

Da quegli uomini nessuno si sarebbe aspettato di meno.

Per chiuderla con una risata a denti stretti, un popolo che cresce con quei valori che noi facilmente deprechiamo, difficilmente genera poi Capitani Schettino.

Questo è vero: gli statunitensi talvolta non hanno la nostra sensibilità per l'antico ed hanno talvolta difficoltà a comprenderne la misura....

Pensa che, anni fa, una amica di mia moglie, di cultura anglosassone-nordmamericana, sebbene laureata, specializzata, con due master, Erasmus, etc... alto funzionario governativo e figlia di docenti universitari, ha avuto inizialmente delle difficoltà a credere che la Cappella Sistina fosse veramente decorata da affreschi originali...

Ci diceva, senza mezzi termini: "è di certo una riproduzione... come fa ad essere vecchia di secoli se io, dopo dieci anni, ho dovuto ridipingere casa?"

All'inizio pensavamo che scherzasse... poi abbiamo capito che aveva solo una visione delle cose radicalmente diversa dalla nostra...

 

Dunque non ho difficoltà a credere che, di fronte alle mille emergenze del dopo guerra... non ci fosse il tempo e il modo di creare, ex novo, e a tutti i livelli, la sensibilità necessaria a distinguere tra il pregiato e il dozzinale...

Non se ne sentì la necessità.

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