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betadine

..sempre sulla tradizione

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e per allegerire la questio ....... "una sinottica" ( cioè in modo sintetico e schematico tale da consentire una rapida e completa visione d'insieme )

 

 

 

i giapponesi e le ciabattine da bagno ^_^

 

Esistono delle ciabattine specifiche per il bagno. Non dovete usarne altre nel bagno, né usare quelle da bagno in casa.

Un tempo i bagni non erano altro che latrine, perlopiù in comune con altre persone, quindi usare in casa delle calzature usate per andare in bagno era più che fuori discussione.

 

Questa… mmm… Tradizione? Fobia? Disgusto? Razzismo calzaturiero?!

 

Beh chiamatelo come vi pare, ma si è conservato fino ad oggi.

 

Le toilettes giapponesi sono pulitissime, perfino quelle pubbliche, in genere sono perfino tecnologiche e iperconfertevoli…

 

insomma, per nulla sporche, ma le tradizioni, si sa, sono dure a morire, soprattutto in Giappone.

 

Così ancora oggi ci si cambia ciabatte per andare in bagno e, per la cronaca, esiste una stanza separata (di norma) apposta per il water, rigorosamente separata dalla stanza in cui trovate la vasca da bagno (rito semi-sacro per i giapponesi^^).

 

 

 

nonètradizioneanchequesta ???

 

 

 

 

 

 

 

 

 

in ultima analisi .... visto l'interesse per la lingua italiana e vista la grande e indiscussa tradizione letteraria, vuoi anche per la lirica il latino e il sommo poeta

 

¿ noi italici saremmo un popolo che da valore alla tradizione ?? (o ci siamo scordati o pappati tutto ??!!!)

 

io credo ancora nell'individuo e nell'individualità, ma come popolo ........ vabbè lassamo perdere.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Ahahahah, pensate che la separazione delle toilette si può trovare sia negli hotel che negli appartamenti che affittano a noi gaijin!


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Chi conosce il Giappone lo sa . Tutto è separato e tutto ha la sua collocazione , il puro dall'impuro . il sacro dal quotidiano . Mettereste voi un vater dentro una sauna? :omg:

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Poi ne mettero altre di "divagazioni sulla tradizione" ma ora proviamo a chiarire la riflessione precedente (quattro post prima) :

 

" Partendo da qui lo Shinto , taoismo , Buddismo , Confucianesimo e Koka Shinto non sono che una evoluzione della radice della tradizione ."

qua dove risiederebbe la radice ?? se shinto, taoismo, Buddismo, ecc. sono derivazioni ... da cosa derivano ??

Se il Il buddha-śāsana è una delle religioni più antiche... sorto +/- nel VI secolo a.C. come disciplina spirituale ....

 

Se il taoismo o daoismo designa sia le dottrine a carattere filosofico e mistico, esposte principalmente nelle opere attribuite a Laozi e Zhuāngzǐ (composte tra il IV e III secolo a.C.)

 

Se Confucio (cinese 孔夫子 Kǒng Fūzǐpinyin, Wade-Giles: K'ung-fu-tzu; 551 a.C. – 479 a.C.) è stato un filosofo cinese ed è stato il primo ideatore e promotore di un pensiero originale ..

 

 

quale sarebbe la radice da cui derivano ??


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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..bene, vi ricordate eravamo più o meno arrivati qua (in relazione alla tradizione delle arti marziali)

 

1526403_894116223956634_3548272472985204

e poi mi sono imbattuto in un certo dott. Pavani che sembra avere le idee molto più chiare e meno incerte delle mie (anche troppo..):

 

(almeno abbiamo una posizione precisa da cui partire nell'analisi.)

 

 

 

Quando venne fondato il buddhismo, il Vajramushti indiano era sviluppato come arte marziale ben definita; infatti anche il Buddha, che praticava queste tecniche essendo un Cavaliere, lo incluse nella sua filosofia, sicuro della sua efficacia come pratica di allenamento del corpo e della mente.
Quando il buddhismo si diffuse anche il Cina era già trasformato rispetto alla sua origine indiana in quanto predicava il raggiungimento della salvezza attraverso la fede, allo scopo di raggiungere il paradiso dopo la morte e non nella vita di ogni giorno.
Ma il ventottesimo rappresentante del Buddha (Bodhidharma) cercando di ritornare agli insegnamenti originari, andò in Cina nel 526 d.C. senza però ottenere il consenso dell’Imperatore che non capiva la mentalità che si basava sulla meditazione (Zen) e l’introspezione intuitiva
(Satori).

 

Allora Bodhidharma iniziò a pellegrinare fino a quando si fermò al “Tempio della foresta piccola” (Shaolin) che era un monastero situato fra le montagne nella regione settentrionale della Cina, oggi denominata Honan.

Il buddhismo che insegnò e praticò Bodhidharma in questo luogo venne poi conosciuto come setta buddhista Chan e nel 1191 venne anche introdotto nel Giappone feudale controllato dai samurai.

Il Wushu era una “meditazione attiva” e venne usato come complemento per le lunghe ore di meditazione statica (ZaZen) che rendevano debole il fisico dei praticanti. Quindi il buddhismo sviluppato da Bodhidharma metteva sullo stesso piano la meditazione spirituale (ZaZen)
e l’attività del corpo (Wushu).
Il Wushu dello Shaolin venne mantenuto segreto e insegnato solo a chi prendeva i voti al monastero Shaolin; infatti, l’arte del Wushu
era considerata parte dello Zen e non tecnica singola di combattimento.

Le continue persecuzioni del Governo a causa della paura dell’imperatore nei confronti delle tecniche segrete del WuShu e diversi incendi al tempio, portarono alla distruzione dello Shaolin e alla conseguente dispersione dei monaci. In seguito a questo, molti monaci si convinsero ad insegnare una parte delle tecniche segrete del Wushu alle masse per riuscire comunque a svilupparlo ma contribuendo anche alla sua dissacrazione.
A questo punto il Wushu aveva perso ogni elemento di sacralità che lo contraddistingueva nelle sue origini e di diffuse in tutta la Cina dove erano andati i monaci.

Inoltre, non potendo più usare il nome proibito di Shaolin, il Wushu si divise in una grande quantità di denominazioni e si sviluppò delle diverse regioni dove acquisì nomi locali con cui venne poi diffuso fino ai nostri giorni.

Le tecniche originarie vennero così insegnate in modo incompleto e frammentario, sottoposte anche a numerose modifiche personali, senza più nessun legame con il tempio Shaolin. Quest’ultimo venne distrutto dall’Imperatore durante la sua campagna antibuddhista per poi essere ricostruito nel corso del VII secolo ma non sia sa con certezza se il Wushu dello Shaolin venisse praticato.

Durante la dinastia Tang, il numero dei monaci aumentò molto e i praticanti operavano soprattutto nelle organizzazioni antigovernative
ma non esistono tracce della presenza del tempio Shaolin.

 

Dal 1200 fino al 1900 il Wushu attraversò un periodo fortunato in quanto diventò il sistema nazionale di combattimento e quest’arte continuò a essere parte integrante dell’addestramento della massa di ribellione popolare fino all’inizio del XX secolo anche se, fino all’ultimo Imperatore dinastico, furono creati editti per sopprimere la sua pratica nel territorio della Cina.
In seguito agli editti imperiali che ne mettevano fuorilegge i praticanti, dal 1730 il Wushu sembra scomparire anche se rimane vivo nella veste di arte marziale effettiva in molte associazioni o società segrete. (... apparentemente scompare dopo la "Rivolta dei Boxer" del 1900)

 

Il Wushu (Budo) ascetico dello Shaolin (in giapponese Shorinji) si diffuse in Giappone durante il periodo Kamakura (1192).

Da questo periodo in poi, ad ogni sommossa cinese molti monaci ribelli, commercianti e patrioti si rifugiarono in Giappone dove vennero accolti con entusiasmo (i giapponesi erano incuriositi da ogni aspetto proveniente dalla cultura cinese); ognuno di loro portò anche un proprio personale contributo sul Wushu che iniziò così a svilupparsi in ognuna delle molte arti marziali che oggi vengono riconosciute come giapponesi.

Tutto ciò che è cinese ha influenzato la cultura giapponese, ma la forma più pura è rimasta segreta in alcuni clan e si è sviluppata maggiormente fino a creare degli strumenti altamente sofisticati. Uno di essi è il Buido. >>

 

NOTA: Zazen in cinese Chan.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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(l'ho messo anche in un altro post, ma credo che stia bene anche qui)

 

 

una pratica .. un rito : la politura, contestualizzata con aspetti del quotidiano.

 

https://www.youtube.com/watch?v=keKlbOwB1xE#t=55


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ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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per continuare con la tradizione ....(anche se forse era meglio un nuovo post sulle tecniche di forgiatura e costruzione di una spada... ultimamente molto di voga)

 

 

"posto" un interessante video realizzato dal Vs. amico, certo che vi faccia piacere rivederlo ( ..video è molto esaustivo, oltre che bello ):

 

https://www.youtube.com/watch?v=gxwWf-MfZVk


Sii immobile come una montagna ...
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anzi no adesso che lo vedo è una versione più estesa, tra l'altro il sunnobe fatto con la plastillina colorata è una idea favolosa



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per i più pigri: sunnobe al min 19.45

 

... mentre per MassimoRossi, la "procedura" di cui ti chiedevo sta al min 46.05 (grazie)


Sii immobile come una montagna ...
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Nella parte finale del video viene ulteriormente ravvivato il filo della lama con una pietra molto morbida, credo sia un komanagura naturale. Questa procedura dovrebbe essere eseguita sulle lame da pratica tameshigiri. Noterete che non smonta neanche la tsuka.. :arigatou:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Non importa quanto sia antica un'usanza , un rito , un costume. Ogni azione umana è conseguenza di stimolo fisico o intellettuale , così il rito segue un approccio mistico , così il costruire segue l'esigenza fisica . Tutte queste esperienze tendono a divenire tesoro della società , strutturandosi in "religioni" "scienza""filosofie". Il sedimentarsi di questi percorsi cumulativi , da vita alle tradizioni , che non sono un monolite statico e immutabile. Normalmente vi possono essere percorsi totalmente diversi tra le varie società , (la tradizione della spada giapponese è un percorso esclusivo di quella società).

 

..bene, vi ricordate eravamo più o meno arrivati qua (in relazione alla tradizione delle arti marziali)

 

1526403_894116223956634_3548272472985204

e poi mi sono imbattuto in un certo dott. Pavani che sembra avere le idee molto più chiare e meno incerte delle mie (anche troppo..):

 

(almeno abbiamo una posizione precisa da cui partire nell'analisi.)

 

 

 

Quando venne fondato il buddhismo, il Vajramushti indiano era sviluppato come arte marziale ben definita; infatti anche il Buddha, che praticava queste tecniche essendo un Cavaliere, lo incluse nella sua filosofia, sicuro della sua efficacia come pratica di allenamento del corpo e della mente.
Quando il buddhismo si diffuse anche il Cina era già trasformato rispetto alla sua origine indiana in quanto predicava il raggiungimento della salvezza attraverso la fede, allo scopo di raggiungere il paradiso dopo la morte e non nella vita di ogni giorno.
Ma il ventottesimo rappresentante del Buddha (Bodhidharma) cercando di ritornare agli insegnamenti originari, andò in Cina nel 526 d.C. senza però ottenere il consenso dell’Imperatore che non capiva la mentalità che si basava sulla meditazione (Zen) e l’introspezione intuitiva
(Satori).

 

Allora Bodhidharma iniziò a pellegrinare fino a quando si fermò al “Tempio della foresta piccola” (Shaolin) che era un monastero situato fra le montagne nella regione settentrionale della Cina, oggi denominata Honan.

Il buddhismo che insegnò e praticò Bodhidharma in questo luogo venne poi conosciuto come setta buddhista Chan e nel 1191 venne anche introdotto nel Giappone feudale controllato dai samurai.

Il Wushu era una “meditazione attiva” e venne usato come complemento per le lunghe ore di meditazione statica (ZaZen) che rendevano debole il fisico dei praticanti. Quindi il buddhismo sviluppato da Bodhidharma metteva sullo stesso piano la meditazione spirituale (ZaZen)
e l’attività del corpo (Wushu).
Il Wushu dello Shaolin venne mantenuto segreto e insegnato solo a chi prendeva i voti al monastero Shaolin; infatti, l’arte del Wushu
era considerata parte dello Zen e non tecnica singola di combattimento.

Le continue persecuzioni del Governo a causa della paura dell’imperatore nei confronti delle tecniche segrete del WuShu e diversi incendi al tempio, portarono alla distruzione dello Shaolin e alla conseguente dispersione dei monaci. In seguito a questo, molti monaci si convinsero ad insegnare una parte delle tecniche segrete del Wushu alle masse per riuscire comunque a svilupparlo ma contribuendo anche alla sua dissacrazione.
A questo punto il Wushu aveva perso ogni elemento di sacralità che lo contraddistingueva nelle sue origini e di diffuse in tutta la Cina dove erano andati i monaci.

Inoltre, non potendo più usare il nome proibito di Shaolin, il Wushu si divise in una grande quantità di denominazioni e si sviluppò delle diverse regioni dove acquisì nomi locali con cui venne poi diffuso fino ai nostri giorni.

Le tecniche originarie vennero così insegnate in modo incompleto e frammentario, sottoposte anche a numerose modifiche personali, senza più nessun legame con il tempio Shaolin. Quest’ultimo venne distrutto dall’Imperatore durante la sua campagna antibuddhista per poi essere ricostruito nel corso del VII secolo ma non sia sa con certezza se il Wushu dello Shaolin venisse praticato.

Durante la dinastia Tang, il numero dei monaci aumentò molto e i praticanti operavano soprattutto nelle organizzazioni antigovernative
ma non esistono tracce della presenza del tempio Shaolin.

 

Dal 1200 fino al 1900 il Wushu attraversò un periodo fortunato in quanto diventò il sistema nazionale di combattimento e quest’arte continuò a essere parte integrante dell’addestramento della massa di ribellione popolare fino all’inizio del XX secolo anche se, fino all’ultimo Imperatore dinastico, furono creati editti per sopprimere la sua pratica nel territorio della Cina.
In seguito agli editti imperiali che ne mettevano fuorilegge i praticanti, dal 1730 il Wushu sembra scomparire anche se rimane vivo nella veste di arte marziale effettiva in molte associazioni o società segrete. (... apparentemente scompare dopo la "Rivolta dei Boxer" del 1900)

 

Il Wushu (Budo) ascetico dello Shaolin (in giapponese Shorinji) si diffuse in Giappone durante il periodo Kamakura (1192).

Da questo periodo in poi, ad ogni sommossa cinese molti monaci ribelli, commercianti e patrioti si rifugiarono in Giappone dove vennero accolti con entusiasmo (i giapponesi erano incuriositi da ogni aspetto proveniente dalla cultura cinese); ognuno di loro portò anche un proprio personale contributo sul Wushu che iniziò così a svilupparsi in ognuna delle molte arti marziali che oggi vengono riconosciute come giapponesi.

Tutto ciò che è cinese ha influenzato la cultura giapponese, ma la forma più pura è rimasta segreta in alcuni clan e si è sviluppata maggiormente fino a creare degli strumenti altamente sofisticati. Uno di essi è il Buido. >>

 

NOTA: Zazen in cinese Chan.

Anche Roma e i popoli latini sono stati fondati da Enea. :biggrin:

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Grazie Francesco.

Ma tu dici che quel breve passaggio faccia qualcosa (o è più una sorta di rituale??)

 

@TeDo.... finalmente siamo d'accordo

" Non importa quanto sia antica un'usanza , un rito , un costume. Ogni azione umana è conseguenza di stimolo fisico o intellettuale , così il rito segue un approccio mistico , così il costruire segue l'esigenza fisica . Tutte queste esperienze tendono a divenire tesoro della società , ... Il sedimentarsi di questi percorsi cumulativi , da vita alle tradizioni , che non sono un monolite statico e immutabile. "

 

La citata n trascendenza" ... (fare propria una "consuetudine" e trasformarla a prescindere dalla radice.

Il tuo concetto, ora è la perfetta definizione della "tradizione" qua discussa.

I'm happy


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Grazie Francesco.

Ma tu dici che quel breve passaggio faccia qualcosa (o è più una sorta di rituale??)

 

@TeDo.... finalmente siamo d'accordo

" Non importa quanto sia antica un'usanza , un rito , un costume. Ogni azione umana è conseguenza di stimolo fisico o intellettuale , così il rito segue un approccio mistico , così il costruire segue l'esigenza fisica . Tutte queste esperienze tendono a divenire tesoro della società , ... Il sedimentarsi di questi percorsi cumulativi , da vita alle tradizioni , che non sono un monolite statico e immutabile. "

 

La citata n trascendenza" ... (fare propria una "consuetudine" e trasformarla a prescindere dalla radice.

Il tuo concetto, ora è la perfetta definizione della "tradizione" qua discussa.

I'm happy

In realtà Cartesio sosteneva che è utile per "conoscere" mettere in discussione qualsiasi "dogma" compresa la "tradizione" . Così affermando si avvicinava ad un concetto di conoscenza tipicamente "orientale" (dove il conoscere è fare esperienza) .

Se questo è vero tutto ciò detto si rimette in discussione , le nostre lucubrazioni non rimangono che null'altro

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