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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

rob

fotografare le lame

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Dato che mi trovo in una località italiana molto al di fuori delle normali frequentazioni degli esperti di nihonto, mi devo arrangiare, cosi essendomi da poco avvicinato a questo mondo cerco di trovare un mezzo di comunicazione che permetta di esprimermi attraverso quello che so fare discretamente; utilizzerò quindi luce ed immagini senza aggiungere molto altro, lasciando a chi sa, il compito di valutare e commentare se il tramite digitale può essere valido o meno per aggiungere valore alla comunicazione.

Per fare un esempio concreto, partirò da alcune foto dello stesso tratto di lama e cercherò di mostrare come luminosità, incidenza della luce, riflessi ecc. possano rendere effetti differenti, il tutto ulteriormente evidenziato dall'ingramdimento. Se poi questa mia ricerca non aggiunge o toglie nulla, sarà stato un esercizio scolastico comunque, almeno per me, piacevole.

Foto in condizioni di saturazione standard, esposizione normale, illuminazione solare indiretta1.JPG

 

lo stesso tratto di lama con valori di ripresa simili, ma in luce solare diretta (sembra più apprezzabile la tessitura della hada e gli effetti di forgiatura) 2.JPG

 

Un particolare dello stesso tratto3.JPG

 

Come potete osservare, c'è qualche graffietto longitudinale ma per il resto la superficie sembra discretamente polita.

 

Ora andiamo a variare le condizioni di ripresa, sia per la qualità della luce che del contesto( in questo caso stanza buia e luce a 45 gradi rispetto alla superficie della lama. Oltre a notarsi meglio punti di ruggine, si osservano dei micropunti quasi neri raggruppati in masse più o meno concentrate nella regione dell'hamon_DSC0553.JPG

Cosa siano non ne sono sicuro, parti di acciaio ricco di carbonio, effetti di mutazioni martensitiche dovute alla tempra, altro... Una cosa però è evidente: non si notano particolari grossolane incisioni da politura sulle superficie, nemmeno allargando il campo_DSC0554.JPG

 

Se però variamo l'incidenza della luce, portandola ad un angolo minore rispetto alla lama, più laterale in poche parole, le cose cambiano: cominciano ad emergere i segni delle pietre, non cancellati dai passaggi con pietre a grana più fine e la superficie assume tutto un altro aspetto_DSC0558.JPG

Si apprezzano le angolazioni del togj, diverse nelle varie facce della spada e le correzioni o rettifiche che nel tempo sono state applicate

 

 

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a maggiore ingrandimento_DSC0559.JPG

 

ingrandendo ancora_DSC0560.JPG

 

spingendoci oltre_DSC0562.JPG

 

oltre ancora _DSC0562_01.JPG

 

Quali considerazioni fare?

La prima è che una immagine può variare l'aspetto in maniera sostanziale e se si vuole utilizzare questo mezzo, per ragioni di studio, la tecnica dovrebbe essere standardizzata con riprese "impietose" che non tendano a far vedere solo il lato bello delle cose.

La seconda è che questo mezzo si presta allo studio approfondito delle lame ma dobbiamo ricordare che, a meno di utilizzare delle lenti potenti, l'occhio umano non arriva a distinguere i particolari quando sono relativamente troppo piccoli per la capacità di definizione della retina. Quindi, se vogliamo sapere cosa c'è sotto, utilizziamo l'ausilio digitale con tutte le varianti di luce ripresa ed ingrandimenti vari, altrimenti, godiamoci le lame cosi come appaiono ad occhio nudo. Se la cosa interessa, poi possiamo approfondire :arigatou:

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Ciao Rob, topic davvero molto interessante, Intanto ti posso dire che si distinguono egregiamente i nie!

 

Quei ''graffi" dubito che siano dovuti ad un non perfetto lavoro di togi, ma dovrebbero essere stati causati dalla ''pallina'' dell'uchiko non correttamente utilizzata, questi quindi provocati o dalla troppa forza nell'applicazione o per via del tessuto della pallina troppo duro (forse essendo molto vecchia avrà dell'olio indurito sulla superficie) :vecchiocinese:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Ciao Rob, topic davvero molto interessante, Intanto ti posso dire che si distinguono egregiamente i nie!

 

Quei ''graffi" dubito che siano dovuti ad un non perfetto lavoro di togi, ma dovrebbero essere stati causati dalla ''pallina'' dell'uchiko non correttamente utilizzata, questi quindi provocati o dalla troppa forza nell'applicazione o per via del tessuto della pallina troppo duro (forse essendo molto vecchia avrà dell'olio indurito sulla superficie.

prima di tutto ti ringrazio per l'interesse al topic, poi per i graffi, se ti riferisci a quelli orizzontali, lo capisco, ma per quelli obliqui alla lunghezza della lama ed estremamente regolari, diversamente orientati sull'area dello Shinogi-ji rispetto a quelli nell'area dello Jigane a causa della direzione di sfregamento, visibili in questa immagine_DSC0562_01.JPG

 

non credo possano essere dovuti all'uso dell'uchiko in polvere che viene normalmente applicato con un movimento parallelo alla spada. Mi sembrerebbero più probabilmente i segni lasciati dall'ultima pietra, l'uchigomori e parzialmente smussati dalle finger stones usate in seguito a finire non saprei dire se in questo caso in hadori o col metodo classico.

Ma a proposito dei nie, che significato va attribuito alla loro distribuzione nella lama? mi sfugge come dal loro inquadramento si possa arrivare all'identificazione delle caratteristiche delle scuole e dellle ere

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Ciao Rob, qui un breve articolo che spiega cosa sono nie e nioi: http://www.sho-shin.com/yakiba.htm

 

Dal tipo e distribuzione dei nie si può anche provare a dedurre un certo tipo di scuola o forgiatore ma resta il fatto che un corretto inquadramento stilistico e cronologico si può ottenere solo mettendo assieme tutti gli elementi costitutivi di una lama. I nie sono solo uno di questi elementi e, presi singolarmente, possono dire tutto e nulla....

Prendendola molto larga si può genericamente affermare che una lama sia di qualità se presenta piccoli e brillanti nie (ko nie) assieme ai nioi. Che, viceversa, grossi ed incontrollati nie che 'entrano' nell' hamon siano da ritenersi "indesiderabili" (come dice il Nagayama). Ma, alla fine, occorre esaminare e giudicare ogni lama per se stessa, in tutti i suoi elementi.

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prima di tutto ti ringrazio per l'interesse al topic, poi per i graffi, se ti riferisci a quelli orizzontali, lo capisco, ma per quelli obliqui alla lunghezza della lama ed estremamente regolari, diversamente orientati sull'area dello Shinogi-ji rispetto a quelli nell'area dello Jigane a causa della direzione di sfregamento, visibili in questa immagineattachicon.gif_DSC0562_01.JPG

 

non credo possano essere dovuti all'uso dell'uchiko in polvere che viene normalmente applicato con un movimento parallelo alla spada. Mi sembrerebbero più probabilmente i segni lasciati dall'ultima pietra, l'uchigomori e parzialmente smussati dalle finger stones usate in seguito a finire non saprei dire se in questo caso in hadori o col metodo classico.

Ma a proposito dei nie, che significato va attribuito alla loro distribuzione nella lama? mi sfugge come dal loro inquadramento si possa arrivare all'identificazione delle caratteristiche delle scuole e dellle ere

Eventuali graffi dell'uchigumori sarebbero paralleli allo ha, come vedi poi sono come ''puntinati'' e non continui. Sullo shinoji ji considera che il tutto viene anche brunito, per questo mi pare difficile.

 

Giustappunto Manuel ha fatto un'interessante traduzione che ti invito a leggere :arigatou:http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=8856


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Eventuali graffi dell'uchigumori sarebbero paralleli allo ha, come vedi poi sono come ''puntinati'' e non continui. Sullo shinoji ji considera che il tutto viene anche brunito, per questo mi pare difficile.

 

Giustappunto Manuel ha fatto un'interessante traduzione che ti invito a leggere :arigatou:http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=8856

ho letto l'articolo e mi ha fatto riflettere. Avevo già abbandonato l'uso dell'uchiko poco dopo averlo acquistato. In effetti a nessuno verrebbe in mente l'idea di togliere l'unto e lo smog dalla vernice della sua auto cospargendola di sabbia e poi sfregando via il tutto a secco con un bel panno :banana:

Forse sarà meglio usare acqua e detersivo :rolleyes:

 

Io comunque ora sto usando l'acool etilico anidro e un panno in microfibra per rimuovere l'olio vecchio prima di riapplicarlo con parsimonia(vivo pressochè sul mare)

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Ciao Rob, qui un breve articolo che spiega cosa sono nie e nioi: http://www.sho-shin.com/yakiba.htm

 

Dal tipo e distribuzione dei nie si può anche provare a dedurre un certo tipo di scuola o forgiatore ma resta il fatto che un corretto inquadramento stilistico e cronologico si può ottenere solo mettendo assieme tutti gli elementi costitutivi di una lama. I nie sono solo uno di questi elementi e, presi singolarmente, possono dire tutto e nulla....

Prendendola molto larga si può genericamente affermare che una lama sia di qualità se presenta piccoli e brillanti nie (ko nie) assieme ai nioi. Che, viceversa, grossi ed incontrollati nie che 'entrano' nell' hamon siano da ritenersi "indesiderabili" (come dice il Nagayama). Ma, alla fine, occorre esaminare e giudicare ogni lama per se stessa, in tutti i suoi elementi.

grazie

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interessante, ora devi inserire i suggerimenti per fotografare la lama nella sua interezza, evitando riflessi e sfondi tipo copriletti coi fiorellini

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interessante, ora devi inserire i suggerimenti per fotografare la lama nella sua interezza, evitando riflessi e sfondi tipo copriletti coi fiorellini

copriletti e fiorellini nelle mie foto? :confused: per interezza intendi più foto di sezioni per tutta la lama o una unica foto con tutta la lama?

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i copriletti non sono nelle tue foto, ma se non ricordo male nella discussione "scheletri nell'armadio", dove era partita una gara a fotografare i suddetti scheletri su improbabili copriletti.

Sulle foto intendevo un'unica ripresa di tutta la lama, su sfondo scuro ed eliminando i riflessi

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ton sur ton, grigio su grigio

_DSC0634_008_DSC0560_002.JPG

_DSC0637_012_DSC0560_002.JPG

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Il cellulare è un pagliativo! le foto" belle" si fanno con le macchine fotografiche , i fotografi non usano mai i cellulari!!

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Avevo in programma di costruire un banco per fotografare le lame.

L'idea era di appoggiare la lama su un piano (su piccoli appoggi che la posizionassero a dieci o venti centimetri dal piano) poi con una reflex eseguire diverse fotografie per poi ricomporle in una unica.

Sul piano segnerei dei punti di riferimento per un montaggio preciso e utilizzerei dei quadri a led che seguono la fotocamera per ottenere una illuminazione uguale in tutte le foto (che comporrebbero l'immagine).

Il movimento della fotocamera sarebbe assolutamente preciso; questo per la robustezza dei materiali che userei.

Cosa ne pensate ? Avete fatto simili esperienze per potermi dare consigli ?

 

La prima idea era di effettuare queste riprese con uno scanner poichè ne avevo realizzate con dei Tanto ed erano venute davvero molto belle (eliminazione delle ombre ecc.), ma dovrei acquistare uno scanner appositamente per questo uso e non mi andrebbe di fare una spesa così.

 

Grazie per le eventuali risposte, Gianfranco

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Avevo in programma di costruire un banco per fotografare le lame.

L'idea era di appoggiare la lama su un piano (su piccoli appoggi che la posizionassero a dieci o venti centimetri dal piano) poi con una reflex eseguire diverse fotografie per poi ricomporle in una unica.

Sul piano segnerei dei punti di riferimento per un montaggio preciso e utilizzerei dei quadri a led che seguono la fotocamera per ottenere una illuminazione uguale in tutte le foto (che comporrebbero l'immagine).

Il movimento della fotocamera sarebbe assolutamente preciso; questo per la robustezza dei materiali che userei.

Cosa ne pensate ? Avete fatto simili esperienze per potermi dare consigli ?

 

La prima idea era di effettuare queste riprese con uno scanner poichè ne avevo realizzate con dei Tanto ed erano venute davvero molto belle (eliminazione delle ombre ecc.), ma dovrei acquistare uno scanner appositamente per questo uso e non mi andrebbe di fare una spesa così.

 

Grazie per le eventuali risposte, Gianfranco

per le foto è importante quale lunghezza focale si usa: evitando l'uso di grandangoli e rimanendo relativamento al formato pieno(sensore FX da 24X36mm circa) nelle lunghezze dei 50mm o 135mm dal minimo della distanza focale stessa in poi. Ciò per non introdurre deformazioni ottiche che poi andrebbero a rendere difficile ricostruire l'immagine per tutta l'estensione della lama. Allego una immagine di un viso ripreso troppo da vicino

distors grandangolo.jpg

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Userei un Nikon 50mm f1,4.

Dovrebbe equivalere ad un 75/80 mm (per le ex 24x36 pellicola) che era l'ideale per le foto ritratto proprio perchè non deformava.

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Di lame non so ancora nulla :( ma di fotografia still-life un po' me ne intendo. Non ho mai provato con una spada ma a naso la soluzione migliore per fotografarla è costruirsi un lightbox, ossia un parallelepipedo di tessuto bianco dove dentro inserire la spada, illuminato dall'esterno con diverse lampade. Questo serve per illuminare uniformemente tutto l'oggetto eliminando i riflessi indesiderati. Praticamente nella fotografia still-life professionale è una scelta obbligata quando si fotografano oggetti in metallo o molto riflettenti. Poi come scrive anche Gianfranco farei diversi scatti muovendo la macchina in orizzontale su di una guida lineare e poi li ricomporrei a pc.

 

Provate a cercare "lightbox homemade"

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Di lame non so ancora nulla :( ma di fotografia still-life un po' me ne intendo. Non ho mai provato con una spada ma a naso la soluzione migliore per fotografarla è costruirsi un lightbox, ossia un parallelepipedo di tessuto bianco dove dentro inserire la spada, illuminato dall'esterno con diverse lampade. Questo serve per illuminare uniformemente tutto l'oggetto eliminando i riflessi indesiderati. Praticamente nella fotografia still-life professionale è una scelta obbligata quando si fotografano oggetti in metallo o molto riflettenti. Poi come scrive anche Gianfranco farei diversi scatti muovendo la macchina in orizzontale su di una guida lineare e poi li ricomporrei a pc.

 

Provate a cercare "lightbox homemade"

nello still life tu spesso fotografi per esprimere un concetto, utilizzando esposizione ad "alte luci"; il che va benissimo per applicazione publicitaria o industriale. C'e da provare cosa ne viene con la tessitura delle lame e con la rapprentazione dello hamon. Però, il fatto che per evitare fantasiosi effetti e appiattimenti nelle aree dei mezzi toni si usi professionalmente il B&W e luci a bassa intensità mi fa riflettere e pensare che forse, la tecnica sia già consolidata. Il lightbox potrebbe di certo andar bene per evitare di aggiungere riflessi di oggetti circostanti ma per fare ciò, basterebbe anche fotografare in ambiente oscurato con luce incidente oltre i 45° sulla sola lama.

Sarebbe interessante fare delle prove

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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