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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

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G.Luca Venier

Kajihei, tōshō e falsario

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Kajihei (鍛冶平), il cui vero nome era Hosoda Naomitsu (Hosoda Heijirō), iniziò la sua carriera come forgiatore appartenente alla cerchia di Jirō Tarō Naokatsu, ossia il figlio adottivo di Taikei Naotane. Si può dunque affermare che facesse parte, anche se alla lontana, della stessa scuola di Suishinshi Masahide.

 

Oltre che applicarsi all’arte della forgiatura, Kajihei fu un appassionato studioso di spade e, in particolare, il suo interesse era riferito allo studio delle firme. Nel periodo Genji, Keiō (1864-65) realizzò una mirabile raccolta di oshigata, il Kajihei Oshigata Ganpon, una delle più accurate e preziose pubblicazioni di quel periodo storico, con disegni estremamente chiari e leggibili (nonostante la tecnica di realizzazione e stampa degli oshigata non avesse ancora raggiunto il livello qualitativo che avrà nel periodo Taishō). Questa sua notevole competenza rende comprensibile come egli sia potuto diventare, in seguito, uno dei più abili falsificatori di firme nella storia del Giappone.

 

Quando, nel periodo Meiji, entrò in vigore il divieto di portare le spade (Haitōrei, 廃刀令, 1876) Kajihei si trovò nella condizione di non riuscire più a mantenersi unicamente col suo lavoro di forgiatore e, in accordo con i migliori (e senza scrupoli) commercianti di spade del periodo, cominciò a realizzare gimei; iniziò con Kotetsu ma, in breve, prese a contraffare ogni tipo di autore. Non solo quelli di primaria importanza ma anche quelli minori; addirittura anche quelli che non erano neppure menzionati nel Meikan, secondo il logico principio che tanto meno un forgiatore è documentato, tanto più difficile sarà verificare che la sua opera sia genuina o meno. Un tipo di approccio applicato tutt’oggi nel mercato di opere d’arte: il nome altisonante può essere infatti propinato facilmente solo ad un acquirente entusiasta (e danaroso) ma poco esperto, mentre il nome raro e semisconosciuto può indurre in errore anche il collezionista più smaliziato e competente.

 

Le sue migliori contraffazioni comprendono opere di Sushinshi Masahide, ma anche di Kiyomaro, Naotane, Katō Tsunatoshi, e Koyama Munetsugu. Sono reperibili libri in cui sono elencate le falsificazioni più famose accanto agli originali, ed in alcuni, come nel Nihontō Koza, vengono mostrati i suoi tipici “manierismi” ovvero piccoli dettagli caratteristici che permettono di individuare il suo stile nell’incidere le mei. Si tratta comunque di un campo molto specialistico e difficile ed è probabile che siano numerose le lame da lui contraffatte che sono a tutt’oggi giudicate autentiche.

 

Qui un interessante articolo su una lama realizzata da Kajihei:

http://markussesko.com/2013/11/10/a-natsuo-motif-on-a-kajihei-blade/

 

Qui un articolo a proposito di un tameshi mei in kinzogan, probabilmente falso, su una lama di Kotetsu.

http://markussesko.com/2014/05/11/on-a-probably-fake-kinzogan-tameshi-mei/

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Grazie Gianluca per l'articolo, volevo scriverlo pure io ma di materiale ne ho trovato veramente poco.


Diego T.

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Grazie Gianluca per l'articolo, volevo scriverlo pure io ma di materiale ne ho trovato veramente poco.

 

Non c'è di che, Diego, grazie a te per il gradimento !

Qualsiasi materiale aggiuntivo tu abbia, inseriscilo tranquillamente. In effetti le notizie reperibili non sono molte, anche se siamo di fronte indubbiamente ad un personaggio interessante, non ad un truffatore da quattro soldi. :arigatou:

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Grazie G.Luca per questo tuo articolo :arigatou:

 

Davvero diabolico questo Kajihei!

 

Come ti comporteresti tu (e gli altri) di fronte a una bella lama che ti piace ma palesemente gimei?

 

Marco


Marco C.

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Considerato quanto è spinoso l'argomento dell'autenticità delle firme e quanto sia difficile, a volte, avere delle certezze al riguardo, generalmente la mei è l'ultimo dettaglio cui faccio attenzione.

Se trovassi una lama di mio gradimento e se la falsità della firma fosse evidente (di modo da non prendere una sòla dal punto di vista economico) non avrei nessun "preconcetto" al proposito. Anzi, magari potrebbe essere un'occasione per strappare un buon prezzo per un bell'oggetto. :arigatou:

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Considerato quanto è spinoso l'argomento dell'autenticità delle firme e quanto sia difficile, a volte, avere delle certezze al riguardo, generalmente la mei è l'ultimo dettaglio cui faccio attenzione.

Se trovassi una lama di mio gradimento e se la falsità della firma fosse evidente (di modo da non prendere una sòla dal punto di vista economico) non avrei nessun "preconcetto" al proposito. Anzi, magari potrebbe essere un'occasione per strappare un buon prezzo per un bell'oggetto. :arigatou:

A dire il vero sono un po' perplesso su questa cosa, dal punto di vista commerciale la penso proprio come te!

Seguendo un concetto un po' più profondo, considero un gimei un grave sgarbo alla lama in maggior modo quando una firma importante viene accostata ad un lama in cui le caratteristiche fanno a botte col forgiatore.

Per intenderci, se la lama in questione fosse stata mumei, l'avrei presa sicuramente senza troppi problemi, ma questo fa sicuramente parte del mio "essere acerbo", sia in termini di conoscenza della token che di un suo vero valore commerciale.

E' anche vero che una volta infilato lo tsuka......

 

Grazie per il tuo punto di vista :arigatou:

 

Marco


Marco C.

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Parlavamo di falsi d'autore in un altra discussione, se la lama è talmente bella da essere quasi scambiata per l'originale vuol dire che pure chi l'ha forgiata ha delle abilità non indifferenti, sarei molto combattuto sull'acquisto o meno.Si Gianluca gradisco molto l'argomento ed è davvero un peccato ci sia così poco, perché sicuramente aveva grosse doti e la storia è pure molto affascinante, comunque continuerò a cercare sperando di trovare qualcosa per integrare l'articolo.


Diego T.

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La tua perplessità, Marco, è comprensibile. Di fatto spesso e volentieri la quotazione commerciale è determinata principalmente dalla firma (nel nostro mondo dei consumi questa è ormai prassi consueta). Quindi il problema fondamentale è quello di non arrivare mai a pagare una cifra, magari importante, solo per una firma che, ahimè, risulta poi fasulla.

 

Tolto di mezzo questo punto "scabroso" (per il portafogli e per la propria autostima), per me che sia gimei o mumei fa uguale. Ciò che conta rimane quello che si vede al di sopra della tsuka :arigatou:

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Parlavamo di falsi d'autore in un altra discussione, se la lama è talmente bella da essere quasi scambiata per l'originale vuol dire che pure chi l'ha forgiata ha delle abilità non indifferenti, sarei molto combattuto sull'acquisto o meno.Si Gianluca gradisco molto l'argomento ed è davvero un peccato ci sia così poco, perché sicuramente aveva grosse doti e la storia è pure molto affascinante, comunque continuerò a cercare sperando di trovare qualcosa per integrare l'articolo.

Io forse sono troppo malizioso, ma ho la sensazione che le notizie siano scarse in quanto in Giappone (e di certo in tutto il mondo del commercio delle lame) ci sia una certa "resistenza" a fare troppa luce su un argomento "imbarazzante" .

Magari mi sbaglio.... :arigatou:

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Grazie Gianluca!

Interessante!

 

Onestamente il mio punto di vista è... DIPENDE.

 

se cercassi una lama di un certo autore la gimei non la sopporterei.

se cercassi una lama che mi piaccia a prescindere la preferirei piuttosto anche io mumei, ma non sarebbe grave

se invece fosse gimei... beh anche per me varrebbe il discorso che il prezzo dovrebbe scendere parecchio.

 

 

 

 

 

 

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Grazie mille Gianluca!

Che pensi se si integrasse qualche immagine (sia quelle di Sesko ecc) se pur con mei Naomitsu?


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Kajihei è indubbiamente una figura interessante, speriamo che non abbia avuto troppi emuli, anche contemporanei. Parlando di falsi e leggendo il Nakahara, questi sostiene che è quasi impossibile replicare la patinatura di un nakago antico; però poi, nei capitoli sul suriage, fondamentalmente sostiene la validità di un suriage fatto bene e non per scopi truffaldini (vedi precedenti discussioni). Però nel suriage "ufficiale", la patina viene comunque ricostruita e il più delle volte è indistinguibile da quella originale (in questo tipo di suriage è anche previsto che il nakago venga allegramente preso a martellate.. :martellate: )

Chiamiamolo "restauro" anzichè "contraffazione", il succo è che ti posson tirar qualsiasi pacco..

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Grazie mille Gianluca!

Che pensi se si integrasse qualche immagine (sia quelle di Sesko ecc) se pur con mei Naomitsu?

 

Enrico questa lama mi lascia perplesso, pare non avere hamon :confused:

 

Francesco integra pure con le immagini ed i dati che riesci a trovare. :arigatou:

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Kajihei è indubbiamente una figura interessante, speriamo che non abbia avuto troppi emuli, anche contemporanei. Parlando di falsi e leggendo il Nakahara, questi sostiene che è quasi impossibile replicare la patinatura di un nakago antico; però poi, nei capitoli sul suriage, fondamentalmente sostiene la validità di un suriage fatto bene e non per scopi truffaldini (vedi precedenti discussioni). Però nel suriage "ufficiale", la patina viene comunque ricostruita e il più delle volte è indistinguibile da quella originale (in questo tipo di suriage è anche previsto che il nakago venga allegramente preso a martellate.. :martellate: )

Chiamiamolo "restauro" anzichè "contraffazione", il succo è che ti posson tirar qualsiasi pacco..

 

Enrico, non so questa tua lama di che epoca dovrebbe essere, ma l'horimono l'han fatto l'altro ieri..

 

Di emuli ci sono stati in tutte le epoche, anche se con minor "classe". Fin dal periodo Kamakura.

In un antico manoscritto è citata una lama contraffatta di Bungo Yukihira (un Saijo saku degli inizi del 1200). Interessante è il dettaglio che ha "tradito" la contraffazione: la firma era realizzata troppo bene. Il forgiatore, invece, era verosimilmente analfabeta e la sua firma autentica appariva assai "rustica". :arigatou:

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Ecco qualcosina! Quando hai modo Gianluca riesci a farci vedere qualcosa dal Nihonto Koza? :arigatou:

 

Queste due sue lame sono tratte dallo Shinshinto Taikan di Iimura:

 

P1010280.jpg

P1010281.jpg

 

Qui si vede meglio la firma della prima ed un'altra mei, presa dal forum - Nihonto Message Board:

naomitsu.jpg

 

Dal Meikan Shinshinto di Sesko:

2016-02-27_204809.jpg

 

Dall'articolo dello stesso Sesko "A NATSUO MOTIF ON A KAJIHEI BLADE" http://markussesko.com/2013/11/10/a-natsuo-motif-on-a-kajihei-blade/ :

kajihei4.jpg

 

 

Su Amazon... http://www.amazon.co.uk/Kajihei-oshigata-Suematsu-Ikeda/dp/4639003978


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Francesco ! Appena ho un minuto per lavorare con lo scanner inserisco un paio di immagini dal Koza. Soprattutto la mei di Munetsugu è interessante, in previsione di valutare una lama prossimamente in vendita da Czerny's. :vecchiocinese:

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