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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

betadine

Una strada da percorrere: divagazioni sulla Token et varie

Messaggi consigliati

(scusate se oltre a stimolare, mi rispondo anche.....) smile please.

 

 

un oggetto, defunzionalizzato, demarzializzato e despiritualizzato, mantiene inalterato il suo valore?

Con tutti questi attributi ... non so, ma la decontestualizzazione (forse anche la despiritualità) potrebbe renderlo solo "un oggetto particolare" . . . cosa peraltro apprezzabile, in quanto l'obiettivo di un artista è aprire le menti ad un percorso (qualunque sia: la riflessione è una ottima base di partenza).

 

Riferito sopratutto all'arte contemporanea o alla danza contemporanea ...... e volendo si possono fare molteplici esempi.

 

Lo stesso oggetto in una precisa epoca/momento e con un determinato obiettivo diviene "messaggio": apre una discussione, ben oltre la riflessione. (chiamarlo opera d'arte apre la sponda ad altro tipo di "discussioni")

 

Poi c'è il gusto... può piacere o non piacere, ma la sua "funzione" resta chiara e fissa nel momento.

 

 

Risalendo invece alla Cappella Sistina . . . . è vero che anche "un profano" può restare abbagliato da cotanta bellezza (di sicuro soprafatto dalla grandezza, nel senso di dimensione) dell'opera, ma se tale occhio dopo la passione si mette anche un pò a studiare (meglio se tanto) di quel dipinto ne apprezzerà ogni sfumatura.

(L'esempio di Sgarbi è calzantre. . . forse sgradito, a volte rozzo, ma di sicuro una grande conoscenza)

 

Guardare un dipinto dà una grande emozione, capirne qualcosa in più apre un mondo.... (vedi, TIziano e il "suo blu).

 

Accade involontariamente anche con i libri, dove il progredire della nostra esperienza ci porta, nella rilettura postuma, a vedere chiare sfumature (talvolta molto evidenti) che anni prima non avevamo colto.

 

 

 

Con il metallo lavorato da sapienti mani (formatore o politore) in fondo oltre a dare luce ad una lama, penso ci sia una ricerca legata a capire il come o il perchè "questo" tanti anni fa si faceva proprio così..... e intrinsecamente cercare di comprendere il perchè delle diversità accadute nelle stesse epoche ma in regioni diverse (un mondo, insomma).


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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@@Grignas, a mio modo di vedere tu non hai scatenato nulla ..

 

(è come aver lanciato un sasso nella valle, poi che sia venuta giù una valanga era perchè la montagna era pronta a lasciar andare qualcosa... era pronta di suo.

 

Riferito invece a >

 

foto e firme si mostrano in quanto riferite ad un oggetto...

quando invece si parla di persone . . ¿ chi sono io per dire quello è bravo o quello è scarso ?

 

Qua di politori ce ne sono diversi, dipendenti e indipendenti, ma credo che avendo come riferimento la INTK (e questo forum/casa è un luogo della INTK) ritengo che le richieste vadano fatte "a loro" o eventualmente ad altri, ma in separata sede.

 

Per riprendere l'esempio fatto sul vecchio post; se a te serve in architetto a Varese, non avrei problemi a consigliarti un nome (mica potrò pretendere che ti devi sobbarcare delle mie trasferte da Marte) ma lo faremmo "a voce" e non pubblicandolo su di un forum. (almeno per rispetto di un etica).

 

ovviamente questo è il mio pensiero (non potrebbe essere altrimenti)


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Studiare tanto, sicuramente, ma cosa?

 

Il passaggio dal tachi al katana avvenne perché un Buke scese da cavallo e se ne andò a piedi.

Il "come" ciò avvenne sarebbe probabilmente stato diversissimo se non ci fosse stato una sorta di Andy Wahrol irriverente, impertinente, rompicoglioni e per certi versi anche proto comunista che versava del tè, di cui abbiamo parlato di recente.

...Poi canonizzato oltre ogni limite di decenza, dopo averlo fatto fuori (anche perché era un religioso).

 

È possibile secondo voi studiare ed ammirare i sugata e gli zukuri degli ultimi quattrocento anni senza sapere che la loro intima essenza fu anche (forse soprattutto) un "fatto di moda" probabilmente profondamente influenzato da questi pochi eventi?!?


 

月の道

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studiare cosa? T U T T O

 

 

tutto è concatenato, dall'oggetto al fatto alle mode ai costumi....e tu nell'ultimo periodo citi un grande spunto di riflessione, un nuovo percorso di analisi.

 

 

Anche la "sublimazione" eccessiva, pilotata dal mercato o dai mercanti può attrarre le masse, ma taluni poi si fermano e cominciano a guardare "l'oggetto" da un'altra angolazione. . . e spigolatura su spigolatura nei secoli si prova a scrivere la storia o quantomeno si aprono analisi e punti di vista "illuminanti"...

 

 

Giotto e Fontana sono "analisi" sulla prospetiva.


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Vi prego, continuate il simposio.... :arigatou:


Antonio Vincenzo

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Era un po' ti tempo che non assistevo ad una discussione legata a idee e questo mi è mancato molto.

Alcune considerazioni che sono emerse anche in ultima battuta portano l’occhio a muoversi in un campo molto ampio, ma concordo che la visione non è solo data dalla conoscenza di termini giapponesi legati quasi esclusivamente per uniformarsi nel tecnico, ma, che se andiamo a ben vedere, niente hanno a che fare con la storia e l’Arte di questi prodotti che sono parte dei nostri interessi.

E’ solo a questo scopo che un certificato o un qualsiasi exspertise rilasciato da una persona di fiducia ci aiuta (o vincola) una scelta che in caso contrario ci renderebbe estremamente indecisi.

Certo ormai i prodotti dei nostri sogni hanno raggiunto prezzi che in qualche modo ci vincolano al non voler assolutamente sbagliare nell’acquisto e questo fatto rimane per tutti uno dei comandamenti del mercato di cui tener conto a meno che non i abbiano a disposizione risorse infinite.

Quando sul forum vengono postate lame trovate da qualche utente in soffitta o ad un mercatino o anche regalate, la prima cosa che ci si chiede è > e subito dopo il solito quanto vale, dopo quando dovrò spendere per renderla decente e così via.

Noi ci buttiamo a capofitto a dare spiegazioni e delucidazioni ammantandole di “nobile diritto allo studio”

quando questo è totalmente marginale, anche per l’alto numero di lame certamente artigianali ma non certo Artistiche.

E’ pur vero che comprendere una certa terminologia è già estremamente difficile, parlare e spiegare di Arte, quasi impossibile, anche per la maggior parte di coloro che questi termini se li masticano a ogni pie sospinto ma poi si limitano al loro orticello senza interessarsi di tutto quel mondo che esiste intorno.

Togliere al nostro studio la storia la cultura e se vogliamo anche la barbarie di questa nostra passione limita il tutto a conti della serva che con lo studio hanno ben poca pertinenza.

Questo è un altro punto di vista, certamente non completo ma in qualche modo cerca di indicare dei viottoli di ragionamento che se ampliati ci possono aprire vere e proprie strade.

Basta volerlo.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Grazie per i vostri interventi.

In punta di piedi vi racconto questo piccolo aneddoto che forse può stare bene in questa discussione .

Nel nostro ultimo viaggio in Giappone ho avuto l'onore, assieme a Massimo san, di far visita a Naoji Karita, noto politore appartenente alla scuola Hon'ami.

Siamo andati a cena e, dopo qualche birra, il ghiaccio si è sciolto e ho provato a chiedergli come si sta evolvendo, a suo parere, lo studio della spada ed il mondo ad essa connessa; tenendo anche presente della notevole crescita di interesse che sta avvenendo in Occidente.

 

Questa la sua risposta, che vi propongo senza commenti:

 

"Tu osserva il fisico "modello" di un occidentale: le spalle sono larghe, spinte all'indietro ed i pettorali sono molto sviluppati. Le braccia sono muscolose e l 'addome vuol essere il più piatto possibile e sta all'indentro. Fino all'800 il samurai ha, invece , spalle piccole e spioventi, leggermente portate in avanti, l'addome è sempre leggermente estroverso. Non ha pettorali, nè molti muscoli nelle braccia. Tutta la sua forza risiede nel ki ed il suo corpo riflette il tipo di addestramento necessario a potenziarlo.

Alla metà dell'800 gli occidentali hanno introdotto in Giappone "lo sport", concetto sconosciuto fino ad allora, ed il modo con cui si allenano il corpo e lo spirito è cambiato radicalmente. Allo stesso modo è cambiato l'approccio alla spada; non solo l'uso della spada ma anche lo studio. Per secoli sia l'utilizzo che lo studio della spada erano riservati ad un ristretto e selezionato numero di persone. Oggi chiunque può avvicinarsi, nello stesso modo con cui si avvicinerebbe ad una disciplina sportiva o come studierebbe la porcellana o qualsiasi altra materia. Però si possono leggere mille libri e continuare a non capire la spada, come tirare mille colpi e non sapere come usarla. Quindi io penso che quello che sta avvenendo non sia un'evoluzione quanto piuttosto un'involuzione.

Quando inizi ad avvicinarti al mondo della spada si possono aprire varie strade che ti portano avanti. Alcune sembrano facili ed altre più difficili. Quella che sembra la più difficile, o impossibile, è probabilmente quella giusta"

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(due strunzate, per rinfrescare "il simposio")

unis... è vero Mauro, era da un pò che non scrivevo....

 

duis ... G.Luca non ti preoccupare se il tuo intervento forse può star bene qua..

questo post l'ho titolato io e, nel "et varie", ci possono stare tuti i tipi di tipi di discussione.

Quindi tutti possono parlare di quello che vogliono ... al limite per restare in tema, verranno taagliati (ahahahahaaa)

 

 

Venendo a Naoji Karita, lui sta dicendo il giusto, ma non colgie la similitudine e badaben, col massimo rispetto.. anche perchè lo conosco per "sentito dire" ed esprimo la mia, come se stessimo in quello stesso bar attendendo un altro giro di birra. (perdonate per la loquacità, ma non vorrei fraintendimenti con Karita)

 

 

La mia affermazione nasce ini primis da una rilessione (specchio) dove non vedo ne braccia muscolose ne addome all'indietro, dove penso che spesso in montagna si vedono piccoli big-Jim come quelli che descrive Karita, intenti a spalmarsi la crema solare, mentre uomini ossuti e longilinei si ergono sulla parete rocciosa sospesi sulle loro esili braccia....

 

questo stupido mio esempio per ribadire che ..

fino all'800 "il budo" era riservato a pochi, i discepoli (e solo loro) seguivano i maestri di generazione in generazione, con una sacralità quasi mistica (in parte lo era davvero) . . .

oggi, apparentemente c'è un mondo di appasionati collezionisti tuttologi e sapienti sulle lame giapponesi delle loro collezioni (alcune solo fotografiche) ma solo un ristretto numero di persone (la famosa nicchia pre 800) cerca di capire, custodire, scoprire e tramandare questa antica passione, con la differenza che oggi questo tipo di scelta la deve fare l'individuo.. allora, talvolta, era un dovere imposto e probabilmente in alcuni mal digerito.

 

Oggi tutti siamo conessi al mondo e tutti posssiamo trattare e discutere di macro-economia, trasmigrazioni, fluttuazioni e fare anche indagini su scomparsi o presunti omicidi grazie alla democrazia della rete... Internet ti permette di sapere tutto e di dire tutto..

 

Culla della democrazia virtuale dei miei coglioni!!!!

 

Oggi, come massa, stiamo afflitti da una superficialità immensa. Ci sono siti che si chiamano "La Bufala" (non quella meravigliosa pasta di latte lavorato) ma di notizie che dopo un giorno o due che hanno scatenato un inferno mediatico, dove "tutti" dicono la loro, vengono regolarmente smentite, perché pochi, ma veramente pochi, prima di scrivere una cosa provano a cercarne conferma e pochissimi si mettono " a studiare" di cosa effetivamente si stia parlando... tanto per colmar talune nozioni che non ci appartengono o che dobbiamo approfondire, per capire meglio.

Sugli stessi giornali o sui siti c'è un titolo strabordante e poi quando ti leggi tutto l'articolo non trovi relazione col titolo stesso..

(il mio ne è un esempio... per quello ci ho aggiunto .. et varie).

 

Io credo che oggi al pari di allora ci siano nicchie di studiosi ... poi c'è una discreta parte di appasionati che si barcamena lottando col tempo (una volta fare "l'asceta filosofo" era logisticamente più semplice) e poi c'è la massa virgulta con l'addome piatto che tra una cremina e un massaggio mentre si fa tagliare la barba legge il suo "bollettino" di Bohemian o Christie alla ricerca della sua nuova lama... perchè il Giappone mi ha sempre appasionato e ... a studiare bene, ci si guadagna anche.

 

un altro giro di birra, offfro io stavolta.

 

 

 

p.s. e scusate "la sintesi" di alcuni concetti

Modificato: da betadine

Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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E poi , credo che,non tutti, hanno la voglia, la testa, di approfondire piu' di tanto, oltre la token , c'è la famiglia, i figli, il lavoro e i casini vari.....

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Ognuno di noi è libero di dedicare il suo tempo e le sue energie a quello che più lo soddisfa in campo ludico, anche a seconda dell'impegno profuso e delle proprie capacità.

Questo vale anche per i vituperati expertrise di cui si parlava sopra, ci sono alcuni che li fanno ed alcuni che ne usufruiscono, nelle lame anche senza questi ultimi vale lo stesso concetto alcuni le apprezzano per quello che sono o gli danno, altri, che in qualche modo, si sentono rassicurati da un pezzo di carta più che dalla lama stessa, il mercato, perchè di questo si tratta, ha bisogno certamente di convincere gli indecisi e di aprire le proprie porte a più acquirenti possibili, nell'ottocento solo alcuni stranieri si potevano permettere di comperare queste lame anche solo per ampliare le proprie conoscenze e collezioni, oggi ognuno di noi a seconda delle proprie possibilità e non per casta o conoscenza può prrendere tra le proprie mani una lama che in qualche caso potrebbe essere un piccolo pezzo di storia di un popolo in un dato periodo della sua storia.

Questo vale per il medioevo Giapponese ma anche per la sua storia recente, se anche coloro che hanno imposto la pace al Giappone non avessero pensato questo non li avrebbero costretti a consegnarli quello che per alcuni era un vero e proprio marchio della propria casata d'appartenenza, e gli stessi Giapponesi in piena guerra non avrebbero usato anche acciai recuperati da corazzate per cercare un filo conduttore che accendesse lo spirito dei propri combattenti.

Le stesse lame costruite con acciai da traversine di treno, non penso che non siano state considerate in modo sacrale da coloro che le hanno ricevite dalle mani anche solo di un loro superiore diretto, forse questi ultimi, pur non conoscendone i termini tecnici o i processi di costruzione ne avevano più rispetto di tanti cultori della materia che sanno tutto della loro storia pur non avendola anche solo per un piccolo periodo vissuta.

Gli Americani che le hanno ricevute per aver combattoto contro chi le usava, in qualche modo le possono aver considerate vere e proprie medaglie.

Sono solo modi diversi di vedere un aspetto, ma almeno di questo mi potete dar atto, non hanno niente di commerciale, in questo almeno c'è una bella politura (chiarezza).


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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@@Walter, parto dalla tua ironia (eletti) e cerco di ampliare il discorso.

 

Ogni cosa ha il suo valore..... e in un libro letto di recente si diceva: " prima la tua famiglia" (tu l'hai scelta, poi hai/avete generato e dovete dare un senso a tutto ciò, casini compresi, dopo viene il resto.

 

Non si tratta di "eleggere" una elite o peggio ancora (non è assolutamente il mio intento) creare una cerchia ristretta di ....

> Importante a prescindere.

 

Ogni individuo ha la sua storia e la sua opinione è importante. (Ci mancherebbe)

Solo così si può sviluppare "un pensiero" degno di tale nome.

Un "pensiero/opinione" non può precludere nessuno e nessuno è precluso. Ognuno a modo suo.

 

Io non ho ne il tempo ne abbastanza passione rispetto a quello che taluni riversano nello studio delle nihonto.... figuriamoci nel togi (studio e pratica); ma nel mio piccolo ambito, quel poco che so cerco di condividerlo (sopratutto se legato al Giappone, o, per me, all'est del mondo che ci appartiene.

 

Apro un apiccola parentesi sulla risposta di Grignas.... giusto prender informazioni si chi è o cosa ha fatto, ma devi restare col dubbio ... ¿ quello che fatto era quello che voleva fare o lo ha fatto solo perché glielo hanno chiesto ?

 

(e scusate per gli "spagnolismi" .... ma trovo illuminante il fatto che il punto interrogativo capovolto faccia "più luce" già all'inizio della frase)

Real Academia/1754

 

 

Infine, un encomio al bravo Mauri, che in due righe apre orizzonti infiniti:

Gli Americani che le hanno ricevute per aver combattoto contro chi le usava, in qualche modo le possono aver considerate vere e proprie medaglie.

Sono solo modi diversi di vedere un aspetto, ma almeno di questo mi potete dar atto, non hanno niente di commerciale, in questo almeno c'è una bella politura (chiarezza).

 

 

 

venite gente, venite...

 

ogni considerazione aumenta e completa la nostra comune visione............ a prescindere.

 

 

 

 

p.s. la lbutto lì : in un certo periodo la filosofia (ed anche la psicoanalisi) interveniva, o meglio intervistava, soggetti più disparati . . . al fine di trovare i concetti - a volte solo le parole - comuni ad individui più disparati in diverse latitudini col solo scopo di trovare "il soggetto comune dell'essere umano" . . . .

Secondo me, questa illuminazione illuminata non è sbagliata come approccio, perché io - in primis - non mi sento per nulla inferiore ad un Yoshihara (in quanto non faccio il suo stesso mestiere) e son sicuro che, nel mio piccolo, da una parte posso apprendere moltissimo - se lo voglio - ma da profano appassionato, anche alcuni mie riflessioni potrebbero far rifletter il M. Yoshihara. ( e di sicuro sarei io a guadagnare conoscenza )

 

 

venite gente, venite . . .

Modificato: da betadine

Sii immobile come una montagna ...
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una piccola premessa per quello che sto per fare...........

 

io sto qua da meno di un paio d'anni e tra i tanti partecipanti a questo forum c'è un tal Mauri che (insieme ad altri. . . taluni ultimamente assenti) mi ha sempre stimolato . . . abbiamo anche piacevolmente discusso, partendo da punti lontanissimi, ma sempre stimolanti (perdonate l'uso di tale improprio termine...)

e . . rubando da un altro post c'è un suo bellissimo spunto su questa nostra +/- comune scimmia, dove G.M. dedica, mi verebbe da dire, dalla L alla Z (mi pare ancora non forgi)

..........

Questo: http://www.japanese-sword.it/index.html è uno di coloro che in qualche modo hanno fatto di questo nostro mondo di incontro uno stile di vita, era nel forum già prima che io entrassi e solo coloro che si sono impegnati in una ricerca avanzata hanno trovato sue tracce.

Guardate i suoi lavori, pensate che non li mostri perchè non li considera all'altezza o solo perchè si publicizzano da soli?


Sii immobile come una montagna ...
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DIVAGAZIONI SULL'ARTE

Alzo la mano e con molta umiltà chiedo la parola ai relatori di questo "simposio" approfittando della libertà che il titolo di questo topic consente, Quando mi iscrissi in questo forum, ormai nel vicino aprile di questo anno :-) , chiesi a tutti Voi di raccontarmi le vostre emozioni quelle del primo vostro incontro e più esattamente la prima volta che avete impugnato una lama, a me ancora non è capitato ( le ho solo viste al massimo dentro una teca, e chissà date le mie finanze quando potrò permettermi di averne una) , avevo capito sin da quando mi iscrissi a questo forum che questo era il posto giusto per parlare di emozioni, qualcuno mi rispose e lo ringrazio ancora. Ora vi propongo un esercizio mettendo in gioco il vostro metro di giudizio sulle diverse emozioni che un oggetto d'arte vi suscita.

Non so cosa proverò quando impugnerò per la prima volta una lama ma so, anche se non ho studiato direttamente storia dell'arte cosa mi capitò, (e sono d'accordo con Grignas che anche un contadino può emozionarsi davanti ad un capolavoro d'arte), una volta guardando in un olio su tela, un viso dipinto da Renato Guttuso, mi sorpresi della sensazione che la sofferenza di quel viso riusciva, migrando dalla tela sino al mio sguardo, a pervadermi, emozionandomi fino quasi a bagnarmi gli occhi, so che capite di cosa sto parlando, ma vi domando, la hada, lo hamon di una spada potrà darmi lo stesso tipo di emozione o il mio sarà un piacere come dire più "pragmatico"?

Betadine ho sentito nelle tue riflessioni molto sconforto, non voglio inoltrarmi in analisi psicologiche che non mi competono ma non possiamo pretendere che il mondo sia come noi speravamo che dovesse essere, è vero, la democrazia virtuale è una gran...de stupidaggine, come il grande Eco soleva dire, ma non possiamo evitarlo, posso però stare qui con voi e non su facebook (di cui non conosco neanche il funzionamento) la mia piccola felicità, con tre figlie ancora non grandi è l'assenza di pensieri di preoccupazioni la lettura di un buon libro. Continuiamo a far fare footing al nostro cervello nel giardino di casa nostra, al diavole le miserie di chi crede che un katana sia solo un oggetto capace di tagliare in due un essere umano perché l'ha sentito dire. Bene, io il mio giro di birra l'ho reso ora sotto a chi tocca!! Buonanotte.


Antonio Vincenzo

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penso che siamo tutti daccorso che un'emozione è una cosa personale.. ci mancherebbe contadino o conte poco importa.

(mi pare che non lo abbia negato)

 

Certo è più facile di fronte alla Cappella Sistina o a un Guttuso che di fornte ad una tela tagliata (lì devi entrare un pò più nel merito....)

 

 

RIguardo al mio sconforto... t'assicuro che non è tale, mi fa solo inc..ops - mi infastidiscono solo talune affermazioni superficiali e la superficialità in genere.. (ipocrisa in primis . . . meglio un bel vaffa,,)

 

dove io non capisco o non ci arrivo, mi fermo (a volte temporaneamente, a volte definitivamente..); mai farei affermazioni su ciò di cui non so veramente nulla... e non per non fare brutte figure - (ne faccio a bizzaffe.. l'ultima con l'hakama di Francesco) ma semplicemte perchè chiedo ciò che non so o "m'informo" prima di esternare pareri.... ma t'assicuro, son tutto fuorché sconfortato da questo meraviglioso mondo che frequentiamo.

 

 

Riguardo alle lama, penso che il possesso non sia tutto.

Per tenere in mano una lama "seria" basta andare a qualche simposio (vero, non questo) forse non capiterà la prima volta, ma magari si conosce qualche persona che le possiede e da cosa nasce cosa.

 

Io personalmente ne ho avuto occasione e quello che mi colpisce, più che l'oggetto in se, è il lavoro che è stato fatto per fare questo oggetto, nelle sue singole fasi..... e la mia curiosità (o stupidità, che genera la mia passione) sta in quesito - stupido, come mio soito.... un pò come una palla dichiarata in buca chiamando le sponde: ma tu formatore di spada (fabbro mi suona così riduttivo) diresti a priori che il pezzo di ferro che ti apppresti a lavorar verrà così e così o ti limiti a pensare che più o meno dovrebbe venire così....

 

estremizzando, l'utsuri (mi pare di aver capito molto difficile da replicare) ti è uscito per caso oppure sapevi cosa fare per avere tale fenomeno ??

 

 

 

tutto questo, in ambiti più disparati genera le mie passioni; mentre riguardo al distorto mondo, non ho rimpianti... mi rimbocco le maniche e raccolgo la mia goccia........ ( un tempo ero parte più attiva, ma ora tengo figlie e divido gli sforzi )

Modificato: da betadine

Sii immobile come una montagna ...
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Altura, io sono stato cresciuto considerando imbarazzante, per non dire sconveniente (maleducato) parlare delle proprie emozioni.

Potrei camminare senza grossi problemi nudo per strada, ma faccio invece davvero fatica ad accontentarti.

Troverai probabilmente altri in questo forum che sono stati educati fin da piccoli in questo modo.

Negli anni abbiamo capito che è probabilmente una stortura, degno del lettino dello psicanalista.

Siamo però in buona compagnia con la metà del mondo da cui il sole si leva.

 

Non ti resta che provare.

Con l'associazione, per iniziare.

 

L'atteggiamento di Karita è uno degli atteggiamenti.

Quello più smaccatamente pre Meiji.

Esistono però anche gli atteggiamenti di Kano, Funakoshi, Ueshiba. Gente che credeva nel valore universale della propria arte al punto di proporla al resto del mondo. Persino semplificandola e imbastardendola. Persino rischiando il confronto con genti e culture ostili.

 

Io non credo che diffondere e rendere più popolare la cultura sia un errore.

Si tratta di un importante strumento di sviluppo dell'individuo.

Per questo mal tollero atteggiamenti da clan.

 

Karita mostra il limite del proprio ragionamento proprio nelle sue affermazioni, legate ad un mondo che è stato per troppo tempo isolato e autoreferenziale (non è affatto vero che il Ki circoli meglio in chi ha la pancetta, mentre un qualche grado di verità sulle spalle decontratte, in realtà , c'è).

 

Diffondere la spada giapponese, non è molto diverso dal farlo per la scultura ellenica, la pittura italiana o la musica classica.

(Betadine, Giotto e Fontana, simpatica, non ci avevo mai pensato in questi termini)

Va dunque accettato di buon grado il fatto che la diffusione porti ad una possibile superficializzazione, legata al maggior numero di gente appassionata. Appunto né Michelangeli, né Sgarbi.

Non mi sembra che ciò possa essere un limite all'approfondimento dello studio, in chi desidera approfondire.

Né mi sembra che Altura non possa godersi appieno il suo meraviglioso Mozart, perché non sa cosa ha in chiave il fa diesis minore.

Mi fa anzi piacere se il bel film di Milos Forman lo ha ancor più avvicinato al musicista... Basta che non mi prenda il film per oro colato.

 

 

Se la Nihonto non si fosse superficializzata, migliaia di spade starebbero ancora marcendo in cantine e solai.

Qualcuna di estremo valore forse persa per sempre, altro che riconsegna al Giappone dei suoi tesori nazionali indebitamente sottratti.

Pensiamoci quando schifiamo le Hattori Hanzo di Kill Bill o sorridiamo alla trincia-tutto in shirasaya di Gamon.

Sono semplificazioni e banalizzazioni di questo tipo che hanno avvicinato molti di noi alla spada giapponese e al suo mondo meraviglioso.

Perché nessuno di noi è nato esperto (io poi, meno di tutti gli altri).

 

E, visto che siamo in vena di unificare topic, studiamoci l'opera di Sen No Rikyu.

Scopriremo che questo concetto di arte non se lo inventa Getsunomichi, oggi.


 

月の道

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Nell'artigianato l'arte è un respiro che non è facile da percepire, certo in un dipinto,in una scultura o in un oggetto che nasce con questo scopo forse è più facile per il semplice motivo che questo si cerca.

Le lame d'Arte come già detto da più di uno sono quelle realizzate dai nuovi Maestri, se non fossero considerate tali, forse, non esisterebbero, non vi è dubbio che in alcuni casi l'eccellenza esce con esuberanza; è Arte? è ostentazione di sè e di un risultato raggiunto, è appartenenza a una schiera di eletti che la giudicano tale, forse, tutto questo e niente di ciò.

E' pur vero che nel mondo delle Armi i risultati delle lame giapponesi hanno ben pochi scambi alle pari con altri manufatti meccanici.

Però a volte questo avviene le persone si comportano con questi loro gioielli allo stesso modo con cui noi vezzeggiamo i nostri.

Ho visto per aver assistito a più di un incontro in tal senso, persone che di fronte ad una Sig 210/5 arrivavano quasi alle lacrime.

Per coloro che anche solo un pò s'intendono di meccanica e delle sue lavorazioni, si ha la sensazione che niente sia stato lasciato al caso che gli artigiani Svizzeri abbiano usato il loro tempo in modo perfetto per ottenere questo risultato e che questo in tutte le sue parti sia nettamente superiore alla media.insomma un pezzo fatto ad Arte.

Molti collezionisti si sono addirittura rammaricati che per metterle sul mercato siano stati fatti dal banco dei colpi di prova e che in alcuni particolari siano stati messi dei punzoni di verifica, non ci vedete le stesse paranoie nostre?

Nota dolente, conosciuta in tutto il mondo quest'arma è stata adottata solo ed esclusivamente da pochi corpi di polizia che se la potevano permettere quasi per rappresentanza.

Inafidabile in posti ameni dove si trovano a lavorare reparti speciali, da questi, non ha avuto nessun credito.

Per il loro lavoro hanno scelto una fabbrica che prima produceva pentole ma che ha inventato la Glok la prima pistola in tecnopolimeri, quando la si smonta, risulta talmente semplice il suo mecanismo d'azione che quasi si fa fatica a pensare possa funzionare.

 

Vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/SIG_P210

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Glock_17


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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