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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Guascone

Come esporre una nihonto

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scusate...cos'è l'urushi? La lacca?

 

La mia idea, non è quella di una rastrelliera tipo palestra ma non avendo un mobile che possa essere usato per appoggiare una kake, vorrei far realizzare qualcosa che sia una sorta di mensola/kake più simile a qualcosa di appoggiato che appeso.

Quello che vi ho mostrato mi piace perchè amo il contrasto antico/moderno ma è un'idea...in realtà le foto servivano a impostare la discussione sulla scelta dei materiali e del loro trattamento.

 

La lacca giapponese è paragonabile a quella che potrebbe applicarmi il falegname a qualsiasi oggetto in legno?

Oppure in occidente si usano solventi e lacche che potrebbero rovinare il koshirae?

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Getsu, dimmi che questo non ti piace !! Guarda bene i particolari ! Guascone questo è urushi!!

IMG_3223.JPG

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Mamma mia, Guascone, la lacca urushi non è assolutamente quella del " falegname", è una cosa "preziosa", nel senso che c'è tutto un lavoro,molto ,molto, comlpicato, guarda i vari filmati che ci sono in giro, informati, vedrai delle cose eccezzionali, le cose ,scatole ecc..costano delle cifre, sono dei capolavori, vai vedere nei musei, altrimenti c'è gente che lavora la lacca che non è urushi, non ricordo il nome, non preziosa, ma con ottimi risultati, io i miei kanakake erano verniciati con pitture poliuretaniche bicomponenti, una volta essicati puoi fare quello che vuoi

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Mamma mia, Guascone, la lacca urushi non è assolutamente quella del " falegname", è una cosa "preziosa", nel senso che c'è tutto un lavoro,molto ,molto, comlpicato, guarda i vari filmati che ci sono in giro, informati, vedrai delle cose eccezzionali, le cose ,scatole ecc..costano delle cifre, sono dei capolavori, vai vedere nei musei, altrimenti c'è gente che lavora la lacca che non è urushi, non ricordo il nome, non preziosa, ma con ottimi risultati, io i miei kanakake erano verniciati con pitture poliuretaniche bicomponenti, una volta essicati puoi fare quello che vuoi

 

grazie, non avevo idea...

leggo con attenzione!

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Vi riporto la mia esperienza personale su yoroi e kabuto per completezza? Per il kabuto la sua scatola in legno (se arriva) la yoroi fuori teca (tanto poi al 99% chi fa la teca poi ci monta 3000 faretti che sono dannosissimi) luogo lontano da luci dirette, lontano da caloriferi, possibilmente zona areata, una due volte l'anno max si leva quel poco di polvere con bomboletta (quelle che si usano per il pc).

La nihonto la tengo nella sua shirasaya, dentro un armadio in ciliegio, dentro l'armadio altro scomparto segreto sempre in ciliegio, non uso olio (per adesso).

Mi sento in colpa a dirvi che non ho resistito a fare delle prove di taglio (su carta eh non vicini di casa) e niente, di tenerla esposta non me la sento, se mai dovessi teca, supporti in plexiglass e seta bianca ma ripeto, al momento, pericolosità a parte, sento che è un oggetto che seppur artistico non vuole essere esposto.


Fabrizio T.

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Che dire Walter, è meraviglioso.

Una vera e propria opera d'arte.

Perché non basta un semplice artigiano per realizzare un oggetto simile.

Se ben ricordo, quella tecnica che usa inclusioni in oro si chiama Makie.

 

Però è così bello, che io non oserei metterci su una delle mie spade, perché sfigurerebbero.

Insomma, devi avere un koshirae realizzato da un artista di grido.

Un saya nera semplice, può contenere anche una masamune, uscirebbe umiliata da tanto splendore.


 

月の道

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@kawari

Da ragazzo ho fatto anch'io qualche minchiata. Quello che si dice delle spade giapponesi è vero.

 

@gian

Purtroppo è in zona off limits. Sarà per un altra occasione, dai.

 

;-)


 

月の道

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Getsu, addirittura una Masamune, no è troppo, per lame di quella portata, non ho ne finanze e soprattutto non ho la giusta mentalita'-conoscenza ecc, quelle lame devono stare nei grandi musei, dove tutte le persone (fortunate) possono ammirarle, almeno io la penso cosi' , ciao

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Mah... tra tutte le cose, per quanto riguarda il kake sono tutt'altro che integralista.

 

Alla fine non c'è un etichetta particolare nella tradizione, se non il senso di orientamento, o quelli particolari per tachi.

 

Unica cosa che mi sento di raccomandare è un pezzetto di feltro o altro materiale morbido e inerte nei punti di contatto. (ci isola anche da qualsiasi lacca o verniciatura si voglia dare al legno)

La lama nuda dovrebbe essere solo temporanea, sia per la conservazione (se la mettessi a casa mia con l'area di mare sai che bello) per la pulizia (se oliata si carica tutta la polvere della casa), per scongiurare cadute drammatiche (se cade la lama nuda sulle piastrelle si rovina) e soprattutto per sicurezza perchè andare a sbattere contro il muro o il mobile può capitare e farsi precipitare addosso una spada non è il massimo. Poi il richiamo del toccare la lama per chiunque entri in casa sarebbe enorme :)

 

Per il resto io vedo bene qualsiasi appoggio. Personalmente ho tenuto per molto tempo la katana in shira semplicemente appoggiata sul piano di un bel mobile in vengè, mettendo una gomma da cancellare dietro in modo che si alzasse un pochino e si potesse apprezzare la curva, come se fosse sospesa. Addirittura per un periodo l'ho appoggiata nel verso consono sulla scatola di legno dell'uchiko, sia così al naturale che ricoperta da qualche fazzoletto.

Poi ho avuto un kake di quelli da 4 euro dai cinesi in legno di cassonetto, verniciato con sputo di cane che in effetti mi ha lasciato un segno sullo shirasaya dopo pochi mesi e ho provveduto a disintegrare a calci prima di buttarlo nella spazzatura.

Ho visto anche espositori in plexiglass, in ciliegio, laccati e non.

 

Io credo che si può dare sfogo ai gusti personali e anche a qualcosa di moderno volendo, è ovvio comunque che ci debba essere un buon accostamento, come in ogni cosa.

Ad esempio penso che la figura, il colore e il minimalismo dello shirasaya si abbini facilmente con tutto, anche con arredamenti moderni.

I koshirae più decorati invece dovrebbero essere stigmatizzati con uno sfondo uniforme, largo e tanto spazio vuoto.

 

A livello di stile bisogna un pò ricordare i principi estetici tipici giapponesi, come il yohaku-no-bi , il miyabi e l'iki.

 

insomma credo che il limite sia nella bellezza della esposizione e non nell'espositore in se. Di certo un kake tradizionale in maki-e è spettacolare ma non sempre sono così sobri. Anche una scelta del genere andrebbe vista nell'ottica di creare un qualcosa di rispettabile nel gusto giapponese. Un ambiente come un tokonoma dovrebbe essere l'ideale, anche se non sempre è possibile nelle abitazioni moderne.



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Concordo pienamente, Simone, che come sempre centri molto bene il topic.

Uno dei miei insegnanti giapponesi una volta mi disse che in noi italiani il gusto del bello è implicito nel modo di essere.

Ad esempio, se scorriamo il topic, anche le due proposte più "irriverenti" di Grignas (spada del bimbo e mojito), contengono qualcosa di fresco e affascinante, pur nell'accostamento non tradizionale.

Chi conosce un po' i giapponesi sa che frasi come quella sopra vanno valutate nei mille risvolti che la cortesia impone.

Infatti essa è solo parzialmente un complimento.

Lui infatti la stava usando per dire che talvolta le nostre forme marziali si perdono nel bello e finiscono per trascurare la personalità.

Per riassumerla con una frase di un post recente, possiamo riassumerla con la critica al muji che fa industriale.

Cioè, fondamentalmente, ci fermiamo nella valutazione dell'aspetto estetico, senza cogliere la personalità complessiva che magari si appoggia fortemente su quella caratteristica volutamente piatta (trattasi pur sempre di una scelta artistica) per esprimere complessivamente un concetto.

Talvolta, cioè, restiamo affascinati dall'estetica giapponese pur giudicandola piatta.

Non la capiamo.

Quel che ci sfugge è la loro capacità di esprimere uno spirito al di là del contingente.


 

月の道

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Attenzione però che la mia non era una critica, ma semplice espressione di un gusto personale. Parimenti ci sarà sicuramente chi non ama la ohada, perchè fa grezzo e poco rifinito.

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.... mi pace molto la collocazione delle lame ai piedi del letto (molto bello anche il letto... con "quell'intarsio" della zampa con taglio in diagonale.... wow)

 

 

io banalmente ne tengo alcune al muro, su classico supporto nero-opaco e di solito una sta nel portaombrelli: pronta all'uso!! :vecchiocinese:


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Lo so Enrico, la mia non era una considerazione critica.

Per altro molti di noi sono affezionati alla combinazione masame mokume itame delle origini.

Io, non faccio eccezione.

Il mio voleva essere solo un esempio per far comprendere come piuttosto che concentrarci complessivamente sulla scelta, volta ad enfatizzare l'hamon e quindi a mettere in risalto uno spirito piuttosto preciso di quel tanto, abbiamo subito cercato la bellezza del particolare che si adatta al nostro gusto estetico.

Ho colto l'ultimo esempio che avevo sottomano, non era affatto un giudizio su gusti, su cui per altro c'è ben poco da giudicare.

 

Grazie Betadine, mia moglie è una mia compagnia di liceo.

Ha sempre vissuto in mezzo alle spade e quindi non ho grosse discussioni anche per luoghi ritenuti particolari, come invece capita a tanti miei amici.


 

月の道

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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