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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Francesco Marinelli

Samurai Art Museum - Berlino

Messaggi consigliati

3 minuti fa, Enrico Ferrarese ha scritto:

Onestamente anche a me suona un po strano una masamune attribuita li a parte in una teca a livello pavimento (se ho ben capito)

Infatti, anche se fosse una nuove acquisizione non avrebbe comunque senso. Per una Masamune aspetti di avere una vetrina dedicata e poi la esponi, non la releghi in un angolina mentre aspetti di capire cosa farne. Poi sinceramente anche Hamon e Jihada non mi tornano pienamente.

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A parte che per dirla con una battuta, ogni lama mumei può essere una masamune... io (vedendo solo questa foto) non riconosco il kao del sayagaki... almeno non a prima vista.

Senza che mi metta a scartabellare, qualcuno lo riconosce al volo?

Nel senso:

Non è sato, non è Honma, non è Tanobe, non è Hon'ami Koson (ci somiglia) non è Yoshikawa Kentaro.

Forse qualcun altro degli Hon'ami?

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Sembra ci sia scritto Masamune Kuroda 黒田正宗. Forse mi avventuro un po' troppo ma non potrebbe quindi essere Hasebe Kunishige? Ho trovato qualche riferimento al fatto che fosse legato alla famiglia Kuroda.

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Quel Kaō non credo di conoscerlo.

L'hamon per come temprato mi ricorda più stilisticamente questo (solita lama ma foto scattate con diverse luci), poi dicci te dato che hai avuto modo di osservarla 🙂 

Hitatsura.png


"Indiana Jones e la lama perduta"

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grazie giulio, fantastico questo museo , proprio uguale al Ca Pesaro  :))))

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18 minuti fa, raffa ha scritto:

grazie giulio, fantastico questo museo , proprio uguale al Ca Pesaro  :))))

😅 mah Raffa, guarda, tralasciando la collezione in sè sulla quale mi sono già espresso e abbiamo già discusso, secondo me è anche e soprattutto una quesitone di allestimento... certo, da una parte c'è un museo pubblico italiano neppure tra i piu' visitati e dall'altra una collezione privata di un appassionato e facoltoso benefattore che si interessa in prima persona, siamo d'accordo. Ma anche senza pretendere ipad, illuminazione ed effetti speciali come a Berlino, credo che si possa fare molto di piu' anche con solo qualche pannello e un minimo di voglia. Voglio dire, c'è chi è riuscito ad allestire una mostra di successo con i (pochi) pezzi della collezione Mazzocchi e con un po' di marketing. Eppure mi pare che il Giappone spesso si venda da solo, basta trovare la giusta formula.

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Si giulio, io intendevo proprio quello che hai detto tu,  Condivido in totum la tua analisi. 

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Aggiungo che ad esempio al Ca pesaro più volte ho provato ad approcciare i sorveglianti, per capire / vedere cosa sapessero. Bhe praticamente, totalmente niente. Cavolo uomini di mezza età,  giovani; sei li tutto il tempo ( e non sai neanche come passarlo), ma non ti viene la curiosità di informarti?  mentre sei li , di leggere qualcosa? , bha niente, zero curiosità, passione. manco fossero le barbie esposte.   Oh magari ogni volta li ho trovati solo io questi, però un po' na tristezza.

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Il 20/2/2023 alle 16:42 , Enrico Ferrarese ha scritto:

A parte che per dirla con una battuta, ogni lama mumei può essere una masamune... io (vedendo solo questa foto) non riconosco il kao del sayagaki... almeno non a prima vista.

Senza che mi metta a scartabellare, qualcuno lo riconosce al volo?

Nel senso:

Non è sato, non è Honma, non è Tanobe, non è Hon'ami Koson (ci somiglia) non è Yoshikawa Kentaro.

Forse qualcun altro degli Hon'ami?

La lama è attribuita a un Masamune, non “a quel” Masamune.

Probabilmente è una lama Odawara Soshu, certamente tardo Muromachi. Potrebbe anche essere un Masamune Shitahara.

Di chi è il sayagaki ? Non lo sa neanche Peter Janssen 🙂

Scherzo. Mi farà sapere. 

Se questa lama ci interessa, è disponibile a metterla al kansho per esaminarla in mano. 

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Interessante. Onestamente, leggendo Soshū jū Masamune, ho dato per scontata l'attribuzione proprio a QUEL Masamune. Ancora più curioso di conoscere l'autore di quel kaō.

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A prima vista sembra un sayagaki abbastanza recente; il legno della saya è ancora ben chiaro.

Improbabile quindi un’attribuzione moderna a quel Masamune. Gli studi sono andati avanti e tutta una serie di lame mumei, che magari negli anni ‘50 e ‘60 potevano ottenere una simile attribuzione, oggi vengono in genere attribuite a ko Uda o Naoe Shizu. Raramente a Norishige.  Sempre che mostrino inequivocabili indizi di antichità; altrimenti sono identificate come sue Soshu (con somma gioia dei proprietari). 
 

Comunque appena Janssen mi dice l’autore del sayagaki, ve lo notifico.

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Sembrerebbe sì abbastanza recente a vedere il legno, ma è sempre rischioso giudicarne l'età in foto, tanto più se in condizioni di luce particolari (quanto chiaro era in origine, nonostante le sfumature di colore attuali?)... facciamo prima e meglio e sentire cosa ci dice Peter.

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17 ore fa, G.Luca Venier ha scritto:

La lama è attribuita a un Masamune, non “a quel” Masamune.

Probabilmente è una lama Odawara Soshu, certamente tardo Muromachi. Potrebbe anche essere un Masamune Shitahara.

Di chi è il sayagaki ? Non lo sa neanche Peter Janssen 🙂

Scherzo. Mi farà sapere. 

Se questa lama ci interessa, è disponibile a metterla al kansho per esaminarla in mano. 

Si la penso come te Gian, infatti quella "Muramasa" (collezione Tokugawa) sopra postata è ritenuta da Kentaro Yoshikawa in realtà un lavoro di Yoshisuke (Shitahara).


"Indiana Jones e la lama perduta"

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allego questo video recente sul museo di Berlino , dove si vede anche una parte del museo con cose non ancora esposte al pubblico, nonchè qualche siparietto simpatico con il responsabile del museo. 

 

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Devo dire che lo scorso fine settimana a Berlino con alcuni amici di INTK e NBTHK è stato sopra le mie aspettative!

Ci siamo veramente divertiti tra occasioni di studio e amici da tutta Europa. Nei prossimi giorni vedremo di scrivere un resoconto sul nostro sito.

***

Abbiamo avuto modo di osservare in mano quella "Masamune" e mi sento di confermare le osservazioni che abbiamo scritto sopra.

***

Quella che si vede nel video sopra postato è la sala del "vecchio museo" e dove avvengono gli incontri di studio. (Non credo inoltre che il Dr. Kacem Zoughari sia il responsabile del museo, era comunque assente e non lo abbiamo così conosciuto).

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"Indiana Jones e la lama perduta"

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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