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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

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il club dell' Ukiyo-e

Messaggi consigliati

°°)

 

¿ ti riferisci alla "forma" dell'acqua .. vistosamente umana e quindi (legati al luogo), Amida si rivela sulla Terra quale Madre e più sù quale Spirito.?

 

.. una sorgente di amore incondizionato intorno al quale si riversa la pratica e la via spirituale ..

Il ciclo dell'acqua .. come il ciclo della vita

(tutto torna)

 

 

Se così fosse.. generalmente lancio dei sassi e lascio che ognuno conti i suoi cerchi..

Se così non fosse.. vorrei che volgessi di qua la tua lampada per fare un pò più di luce..


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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L'acqua da sempre è simbolo di emozioni.

Noi stessi cominciamo a vivere le prime emozioni ancora completamente immersi nell'acqua in cui prendiamo forma.

Ma tutti, proprio tutti, uomini e donne veniamo al mondo e alla vita attraverso la stessa porta.

A ben vedere, non troppo diversa dalla raffigurazione che hai postato.

L'artista gioca con noi mostrandoci un contenuto omote estremamente preciso e dettagliato, lasciandoci concentrare su questo.

Ma sta davvero lì il contenuto dell'opera che è al tempo stesso il contenitore della vita stessa?

Non stiamo forse contemplando il più antico e arcaico simbolo della Natura?!?


 

月の道

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... beh, si, effettivamente anziché "dire": .. una sorgente di amore incondizionato intorno al quale si riversa la pratica e la via spirituale ..

sarebbe più corretto affermare ".. una sorgente di amore incondizionato dentro alla quale si riversa la pratica e la via spirituale .. "

mi pare meglio

 

(non trovo le tue faccine..))immaginatele)


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ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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(certo meriterei quantomeno d'esser fustigato)

Comunque, continuando con il mio amato.. ora torniamo su una immagine "nota e artefatta" che spiazza di ora in ora... se si continua a guardarla.



Kanagawa wave.jpg

Il lavoro più conosciuto di Hokusai, probabilmente... l'immagine più nota del Giappone.
Banalmente lo descriveremmo come "un paesaggio marino con il monte Fuji sullo sfondo".
Le onde formano una struttura attraverso cui vediamo il monte Fuji in lontananza.

Di certo potremmo affermare che Hokusai, leggendo la vita, amava dipingere l'acqua in movimento: la schiuma delle onde si spezza in artigli per prendere e afferrare i pescatori. La grande onda forma un massiccio yin in contrasto allo yang, lo spazio vuoto sotto di essa.

Il crollo imminente dell'onda porta tensione nella pittura, al pari di fuori.


In primo piano, una piccola onda ha raggiunto il picco e forma una miniatura del Fuji che si vede, a chilometri di distanza.. La grande montagna, ridimensionata.. (dalla prospettiva). La piccola onda, così, è più grande della montagna reale.. solo perché più presente (più vicina).
Invece di shogun e nobili messeri, troviamo modesti pescatori rannicchiati nella loro barca mentre scivolano giù da un'onda e più avanti un'altra barca si appresta a cavalcare l'onda successiva. La violenza della natura yin appare controbilanciata dallo yang della rilassata fiducia dei pescatori esperti.
Anche se è tempesta ed il mare è grosso, il sole splende.

Un dipinto tradizionale giapponese non avrebbe mai ritratto pescatori (classe inferiore: a quel tempo i pescatori facevano parte di una delle classi sociali più basse e disprezzate) anzi, parte del mondo "nobile ed artistico" dell'epoca cominciava ad essere attratto dalle novità del mondo occidentale, che pianio piano si affacciavano (anche di contrabbando, considerando che "i porti" si apriranno ben dopo) e cominciava a guardare "a nuovi valori" ad "ignorare" la natura, non prestando più molta attenzione alle sfumature.. siamo entrati negli anni '30.

Aratame Hitsu è settantenne quando comincia a stendere la bozza definitiva.. aveva già provato, diversi anni prima, a racchiudere il mare, lasciando intravedere una speranza, ma le cose erano scappate di mano e il suo popolo doveva essere preso alla sprovvista.. alla maniera dell'arte occidentale:
il paesaggio, la prospettiva, la lunga distanza, la natura, esseri umani ordinari.. tutti fattori in un certo senso estranei all'arte giapponese di quel periodo.
"La grande onda" in realtà è una pittura occidentale, vista attraverso gli occhi di un Giapponese, per rammentare ad un giapponese che non è un occidentale.
........ giovani artisti europei, come Van Gogh e Whistler, studiavano questa particolare rappresntazione definenda "una Giapponeseria".



.. il messaggio era chiaro: il popolo comunque sia grande l'onda, andrà avanti.

(oggi proprio, pensando ai LibriF e al furto macroscopico ai danni di Korda, mi sovviene che questa frase verrà ripresa in un'altra isola centoepassannidopo.)



In fondo in fondo, questo suo precedente "dipinto" avrebbe, anni dopo, trovato concretezza.



Hokusai-wave.jpg

(..immagino lo vediate il folletto/surfista che emerge dall'onda..)

. . . g l u c k . . .


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Ok, Beta, ma posto che la descrizione formale che ne fai è stilisticamente ineccepibile, in te cosa suscita?

Perché il motivo per cui essa è una sorta di icona del Giappone è da ciò che dipende.


 

月の道

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.. però così mi togli anche l'ultimo straccio che porto addosso.

va bene, poggio i sassi per terra e Vi racconto (quasi tutto, direi..)

io la guardo nella mia tana in vari formati e, come un per un bel libro quando lo rileggi .. sento che c'è "una base" (potremmo chiamrlo idea o ideale) incontrovertibile, discutibile ma insidacabilile, è lì.. il monte Fuji..(la ns.terra). poi ci sono le "condizioni", talvolta avverse (della vita o della natura, per me - nel navigare - fa lo stesso..) e sotto, o meglio insieme, a ciò che ci circonda e appartiene, ci sono uomini che remano tentando di andare per la loro via, chini sugli scalmi e con i remi ben saldi.

Non è una sfida, è un percorso.. ed anche se quel rivolo si chiude prima che son (siamo) passato, vuol dire che era così che doveva andare.

L'uomo continuerà a proseguire per il suo cammino con uomini della sua stessa specie e nel caso.. son morto, ma già lo sapevo da quando son nato.

intanto continuo a remare.

tratto da: Pensieri in libertà, raccolti in diversi decenni di frequentazione su questa Terra. edizioni Beta

 

[(ora fai conto che non leggi quello che segue, ma la mia parte curiosa vorrebbe leggere le tue, di impressioni) e magari anche quelle di altri.]

 

p.s.

poi potrei raccontare del lasciare la propria amata e solida terra, andando incontro all'incerto destino, con quell'immagine (affetti) sempre li, in me.
poi potrei raccontare di quello che ci appare grande e vicino, mentre non è nulla .. se mi soffermo a guardarmi intorno (meglio con lo sguardo rivolto verso il basso)
potrei raccontare delle ossa rotte, dell'ospedale, della solitudine.... ma credo che avremo ancora tempo.

ora rimetto la corazza e riprendo i sassi.


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Nella tua analisi hai detto molto bene.

Quest'opera è occidentale.

Ma allo stesso tempo è assolutamente orientale.

Cerco di spiegarmi.

 

I Giapponesi sono gente molto controllata, non danno mai in escandescenza, manifestare i propri sentimenti in modo diretto e violento è considerato il massimo della scortesia e dell’inciviltà. Un'opera di questo tipo è pertanto al limite della maleducazione.

Il suo mostrare "sentimenti" è troppo esplicito, troppo "omote", c’è una violenza che non viene mediata.

Evidente.

È la Natura che si mostra per ciò che è, o per lo meno per come è vissuta dai Giapponesi, una Forza Enorme è Incontrollabile.

Talora benevola ma talora, spesso, divorante.

Bellissima è terribile.

Sono così tutte le Madri, a ben vedere.

In questo senso è un'opera occidentale, ...e infatti tanti occidentali ha ispirato.

 

Ma il sentimento che esprime.

Beh, quello è squisitamente Giapponese.

Gli uomini non esistono al cospetto della Natura.

Se tu chiedi ad occidentali di descriverti il quadro, nessuno di loro ha visto barche con uomini a bordo.

Una attenzione per i dettagli che spesso gli occidentali trascurano, catturati dall'onda.

Gli uomini, assoluti comprimari, possono solo unirsi condividendo un ideale, la barca, e con essa provare ad affrontare la Natura stessa.

MADRE E MATRIGNA.

Essa ti sospinge ma ti trattiene, ti valorizza ma ti affoga, ti vuole bene ma ti imprigiona.

Insieme, si può affrontare.

In clan.

L’individualità come l'individualismo non hanno senso, sono destinati al naufragio.

La sopravvivenza dell'individuo, e della specie stessa, è legata alla fratellanza.

Allo scopo comune, condiviso e collettivo.

Il naufragar non è affatto dolce in questo mare, perché quello è l'atteggiamento di chi ha fallito, di chi ha mollato il colpo, di chi ha smesso di remare.

Per questo dico che l'opera mostra un sentimento squisitamente Giapponese.

Questo concetto è nativo del Giappone, già dallo Shinto... da noi comincerà ad emergere timidamente nell'ottocento col Socialismo, ma con uno spirito rivoluzionario e antisociale assolutamente estraneo alla società giapponese.

 

Ora se l'onda è la Madre che abbraccia ma che talora stritola, quale è il ruolo del Fujisan?

La montagna, il vulcano, per quanto strano poiché anche esso ha un potere protettivo e distruttivo, è qui il principio paterno.

Rappresenta la stabilità, la direzione, la certezza, in sottofondo e pur presente.

Quel vulcano in sfondo lo vedono sempre tutti ...anche gli occidentali.

Come un padre in famiglia.

Indispensabile all'equilibrio.

Tranquillo, e inerte, ma guai a mettere in discussione la sua Legge.

Poiché è in essa il suo Principio di Stabilità.

 

Questa immagine coglie la mia storia personale.

Ma la sua grandezza è nel cogliere la storia personale di ognuno di noi.

Essa incarna qualcosa di archetipico.

I tedeschi hanno un termine per immagini di questo tipo. Parlano di Urbild.

Qualcosa che si può tradurre come pre-immagine o immagine primordiale, qualcosa che vive nel Iperuranio Platonico e che i monaci francescani del Medioevo amavano chiamare gli Universali.

Qualcosa che va al di là di Oriente e Occidente.

Qualcosa emotivamente scritto nel dna dell'uomo.

 

Ora, Hokusay non ha certamente pensato a ciò quando ha scelto il suo soggetto.

Come ogni grande artista, ha pescato nella propria Anima un sentimento che parlasse al cuore di tutti.

È questa la misura di un grande artista.

Egli ha lasciato a noi, estimatori dell'arte, il compito di decifrare quanto egli ha voluto dire per davvero.

Così, senza pensare, verrebbe da dire Mushin.


 

月の道

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intanto grazie.. per quel particolare bagliore che solo la Luna sa dare.

 

Errando, direi che hai colto quanto precedentemente scritto “nell’esposizione” (so che già sapevi, eri già passato di lì molto tempo prima..) e, perdonate se mi cito.. Hokusai notava che una parte della società dell'epoca cominciava ad essere attratta dalle novità del mondo occidentale e cominciava a guardare "a nuovi valori ed "ignorare" la natura intorno, non prestando più molta attenzione alle sfumature.. e, per questo, con "La grande onda" attraverso gli occhi di un Giapponese, rammenta ad un giapponese che non è un occidentale.

(Lo specchio è uno dei tre tesori del Giappone, Sanshu no Jingi: Yata no kagami)

Guardando con gli occhi curiosi di un bambino possiamo trovare molti punti fermi (che il buon Getsu ha ben benissimo evidenziato).

 

La nostra terra… in Africa australe, dove ho passato buona parte di tre lustri, il termine “terra” non si pronuncia mai, si parla di Madre Terra.. il luogo a cui tutti dobbiam render conto.. il luogo dove tutti noi torneremo: la terra.

Tutti giù per terra, ci insegnano da bambini, ma solo alcuni ci ripensano e comprendono l’insegnamento che ci veniva proposto.

 

E come per le cose della vita, c’è sempre un opposto, non come reazione o reagente, ma come altra metà di un insieme.

Urbild..

un contrappunto, in matematica la controimmagine di un sottoinsieme del codominio di una funzione, anche detta immagine inversa, fibra, retroimmagine o preimmagine… è l'insieme degli elementi del dominio che la funzione associa a tale sottoinsieme: la nostra vita.
Due elementi, tra loro strettamente legati: in generale il rapporto con il primo disegna secondo linee ben precise l’attitudine alla vita, la seconda riempie l’esistenza stessa, che si può plasticamente immaginare come una cornice, ma che sono un tutt’uno nella nostra esistenza…

al pari di quello che faremo o che saremo capaci di fare.

Io il Giappone lo conosco poco (e spero di non scatenare una guerra fra cugini) ma ho molto frequentato quel paese poco più a sinistra, rosso pergiunta, come il mio pianeta, ma v’assicuro che le distanze non sono poi così grandi.. (a pensarci bene neanche l’Africa, matriarcale, è così lontana).

 

Quando dici che Hokusay non ha certamente pensato a ciò quando ha scelto il suo soggetto.. ha solo scavato, “non puoi saperlo” (mi verrebbe da dire “non vuoi ammetterlo”)… in fondo il mestiere di voi scienziati è quello di trovare delle spiegazioni e dimostrare quanto, di fatto, già esiste… ma una mente sgombra, o pazza, o meglio, gli occhi di un bambino hanno visioni ben oltre il concepito concettuale che crediamo di conoscere. (avrà pur avuto una qualche esperienza scolastica).

Tutto torna, è sempre stato lì. Lui lo sapeva.. noi lo abbiamo definito dopo.
Mushin.. molto più elegante di “tutto torna..” ma questo perché voi a Melano siete abituati alle cene, ops, alle cose eleganti.

 

Grazie Getsu.. anche se hai parlato poco di te, racchiudendo molto in una semplice riga, hai aperto un'altra porta e voltato un’altra pagina.

Bando alle ciance... se ho ben capito..
nell'Onda tu ci vedi “la famiglia”, una società che rema in una direzione.
io, invece, un individuo che fa la sua parte nella società.

 

Ti voglio bene (e detto così pubblicamente, è molto imbarazzante).
(solite tue faccine.. son le parole scritte e senza tono a sembrar fredde)

Giro giro in tondo
Il mare è fondo,
tonda è la terra,
tutti giù per terra!

 

ps … quello che sta accadendo ci deve far riflettere: «secondo caso evidente che le risposte vengono prima delle domande

eppure è lì.. dovremmo conoscerlo “il Libro dei Mutamenti”: Tutto è già qua
(dovremmo solo cambiar abito, rimetterci i sandaletti che usavamo da bambini e rileggere quello che già sappiamo, quello che ci han già raccontato i nostri avi..)

Un grande abbraccio a tutti. :vecchiocinese:

 

Buona visione… ascoltatela bene, in fondo siamo biglie che scorrono su un foglio di carta, tra stelle che galleggiano, mostrandoci la via.
Tutto è già qua.
una buona domenica

 


mi pare meglio ;-)

Modificato: da betadine

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.. per chi ha avuto la pazienza o la voglia di ascoltare, avrà notato, casualmente, "due concetti"..

 

il contrappunto …parte vitale della musica, viene concepito in senso lineare, quale sovrapposizione e intreccio di melodie anche tra loro estranee, sia dal lato melodico, sia dall'armonico. In realtà contrappunto e armonia sono inseparabili.

Già lo sentimmo venire

nel vento d'agosto,

nelle piogge di settembre

torrenziali e piangenti

e un brivido percorse la terra

che ora, nuda e triste,

accoglie un sole smarrito.

Ora passa e declina,

in quest'autunno che incede

con lentezza indicibile,

il miglior tempo della nostra vita

e lungamente ci dice addio.

Hiroshige.png

 

Questa opera, intitolata Chrysanthemums e fa parte della serie Hana zukushi mitate fukorokuju (La divinità della fortuna rappresentata come fiori). L'immagine ha un contorno a forma di ventaglio.. Questo fiore simboleggia l'energia vitale e come tale meritava di essere celebrato, a settembre anche in questi tempi, con l'obiettivo ultimo di contrastare il decadimento invernale in termini di luminosità.

Artist: Utagawa Hiroshige

Title: Crysanthemum,

(from the series Hana zukushi mitate fukurokuju - The gods of good fortune represented as flowers)

(..ovviamente nove crisantemi..)

 

Il Chrysanthemum, o Kiku in giapponese, è un simbolo che rappresenta la longevità e il ringiovanimento.

Quando fu introdotta per la prima volta in Giappone durante il periodo Nara (710 - 793 dC), la famiglia reale giapponese fu affascinata dal crisantemo. Alla fine, nel corso degli anni, il crisantemo divenne l'emblema della famiglia imperiale.. (si dice che la legittimità proviene da AmaterasU, la dea shintoista del Sole.

Mon.jpg

Ci sono più di 150 sigilli o mon (菊花 紋章) con questo meraviglioso fiore.

Il sigillo imperiale del Giappone presenta 16 petali sul davanti e 16 petali sul retro (solo la punta dei petali può essere vista sul retro),

Ci sono altri sigilli di crisantemo con un numero diverso di petali, in genere collegati ad altri membri della famiglia imperiale o santuari shintoisti.

 

Kikuzuki, la Luna del crisantemo, o Kiku no sekku (菊の節句 conosciuta anche come Giorno dei crisantemi, è una delle cinque festività maggiori del Giappone celebrata il nono giorno del nono mese.

La festa del doppio nove (sgrat..sgrat.. in cinese: Chóngyángjié, letteralmente "Festa del doppio yang",, in coreano: Jungyangjeo, Chungyangjŏ, in giapponese: 重陽 Chōyō o 菊の節句 Kiku no sekku, in vietnamita: Tết Trùng Cu) è una festa celebrata il nono giorno del nono mese in tutto l'Estremo Oriente. La festa nacque, come occasione per festeggiare i ricchi raccolti autunnali, nel periodo degli stati combattenti (453 a.C.-221 a.C.), guadagnando popolarità durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C).

 

Nel manuale di divinazione Yi Jing, il nove è il simbolo dello yang, opposto al numero sei, che corrisponde allo yin.
Il nove inoltre è simbolo dell'imperatore e, pronunciato due volte, è omofono della parola "eternità".
Il nono giorno del nono mese lunare (o doppio nove) è troppo "yang" e di conseguenza: una data potenzialmente infausta...
quindi tale festività viene chiamata "del doppio yang".


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..


gotoba.jpg

Artist: Hishikawa Morofusa

Title: Courtier and Attendant

Illustration of a Verse by Gotoba no In

sheet 50a from the series Pictures for the One-hundred Poems

Date: 1695

... interessante la grafia, oserei dire "in corsivo" e non con i kanji separati.

Modificato: da betadine

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.. un pensiero per le genti del SE

 

 


Nikiren.jpg

Title: The prayer for rain on the promontory of Reisan in Kamakura in 1271

(Bun’ei hachi Kamakura Ryozen ga saki ame no inochi, 文永八鎌倉霊山ケ崎雨祈)

Utagawa Kuniyoshi (1798-1861)

"Così ho udito"

Ovunque tuo figlio possa giocare, non gli accadrà niente di male; sarà libero dalla paura come un leone.

Sutra del Loto - east Asia

oggi, un pensiero va anche anche nostre genti del sud.

Modificato: da betadine

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NamazuToKaname-ishi.jpg

Namazu to Kaname-ishi or 'Namazu and the Foundation Stone', (1855), artist unknown.

Source: Tokyo Metropolitan Library

il pesce gatto che rimette le cose a posto: Yonaoshi ,' )


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Namazu.jpg

The Kindness of the Catfish in Restoring the World (Yonaoshi namazu no nasake)
「世直し鯰の情」

Edo period - about 1855 (Ansei 2)
Artist Unknown, Japanese

Curiosità: acquistato nel 1911 da William Sturgis Bigelow (1850-1926), Boston e successivamente donato al MuseumFineArts di Boston.

Gran parte della collezione di arte asiatica di Bigelow fu raccolta durante la sua residenza in Giappone tra il 1882 e il 1889 e, unitamente ad altre collezioni acquisite in Europa e negli Stati Uniti, Bigelow espose molti di questi oggetti al MFA nel 1890 prima di donarli alla collezione del Museo in date successive.

(onore alla ricchezza di quest'uomo.


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Visto che 'on c’è .. e in attesa del novilunio, proverò a raccontarvi una storia…(ella)

 

Mi era tornato in mente il pesce gatto, in questo periodo funestato “dalla natura” (non solo nel sue-est-asia, dove s’è veramente impegnata: terremoto, maremoto e infine ci si è messo anche il vulcano .. oggi anche nello splendido sud del nostro paese).

 

Torniamo alla storia o meglio.. al mito.

Namazu, il pesce gatto gigante, è generatore di terremoti e tsunami e, secondo la leggenda, è controllato dal dio Kashima, divinità del tuono.
Namazu vive adagiato sui fondali e si porta in groppa una grossa gemma, ma quando il suo controllore si distrae tende a muoversi ed agitarsi.. forse vorrebbe scappare e da lì quel che succede dopo...

Il mito si dice sia tornato in auge nel 1855 in Edo (ora Tokyo) quando ci fu il famoso terremoto, ricordato come il Grande terremoto di Ansei (Ansei è l’epoca)
Alcune settimane dopo il terremoto, in Edo iniziarono a comparire dipinti raffiguranti Namazu.. così tanti che invece di chiamrli ukiyo-e furono definiti con il termine di "namazu-e".

Molti di questi dipinti rappresntano “l’accaduto” come una “riparazione del mondo”; rappresentano contadini, mercanti, artigiani mentre raccolgono o perdono fortune, e, a parti invertite, si scagliano contro o lo accolgono in trionfo.

L’enorme pesce gatto, rappresentato con sembianze umane regna sempre al centro della scena, a volte tenuto sotto controllo dal dio Kashima.

Namazu, meglio definito quale yonaoshi: il correttore del mondo.

All’epoca, sotto l’aspetto religioso taoista, si credeva che lo ying e lo yang operassero l’uno contro l’altro per ristabilire l’equilibrio e tale credenza si estese anche alla figura di Namazu, da quel momento in poi venerato come yonaoshi daimyojin (divintà della riparazione del mondo).

 

Ultimamente abbiamo imparato, illuminati dal bagliore della luna, che in Giappone non tutto è come sembra, o meglio non tutto viene raccontato "per quel che è". Quello che noi consideriamo il rovescio della medaglia, un lato opposto e talvolta separato, da quelle parti viene considerato come un tutt’uno dell’insieme dell'oggetto (omote-ura, due parti della stessa cosa) e.. in fondo in fondo, come dicevano i nostri saggi vecchi: non tutto è male e vien per nuocere.

Qualunque cosa accadesse, soprattutto se di mezzo c’era la natura, in Giappone (e in aperte menti) non viene visto come un evento del tutto negativo.. anche il terremoto aveva la sua ragion d’essere: il suo compito era appunto quello di “riparare il mondo”, rimettere le cose al giusto posto.

In un certo senso è nella miseria che ritroviamo il prossimo e da lui una mano tesa.
Bisognava cogliere l’occasione per ricostruire.. e meglio.

Queste stampe raggiungono una ampia diffusione, anche perché, tanto per buttarla in politica, venivano considerarle come uno specchio di una coscienza sociale e politica della popolazione di Edo nelle ultime fasi dello shogunato Tokugawa (che pochi anni dopo cadrà , nel 1868.. anno in cui inizia l’epoca del cosiddetto rinnovamento Meiji).
L’evento e il mito si fondono in una sorta di catalizzatore che porta alla luce problemi, tensioni e contraddizioni, al di sotto della patina di apparente tranquillità sociale.. rilassati dalla leggera brezza marina che caratterizza il paese.

Come in molte storie c'è un maggiordomo, anche qua c'è un terzo incomodo, un terzo personaggio ancora non citato, ma al pari del primo è lui il responsabile: il dio Ebisu (chiamato anche “dio ridente”, protettore di tanta gente.. e della buona sorte) che lasciato da Kashima a sorvegliar Namazu, bevve per bere, come si diceva in osteria e si addormentò, permettendo lo scatenarsi di Namazu e da qui, il Grande Terremoto di Ansei restò nella memoria per diverso tempo.

Come spesso accade, la memoria svanisce e ancora più velocemente di come apparsero, le “namazu-e” svanirono.. il pesce gatto tornò dov’era sempre stato.. (nella nostra pancia*1.. pronto ad agitarsi per un nuovo cambiamento).

 

 

.. era cominciata l’era Meiji, Namazu poteva tornar nella sua tana.

 

 

°1Infatti si dice: "ha perso la testa".. lasciando uscire la bestia che è in noi. (ndl)

Modificato: da betadine

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tornando sulla Grande onda di Kanagawa

.. e interpolando un po’ di ricerche e sconfinando negli ambito del pensator viennese (e potremmo includerci anche la cascata di Amida) propongo una interpretazione spinta della famosa opera di Hokusai: Un amplesso

.. dove piccoli vettori trasportano spermatozoi al naufragio, tra il movimento di vigorosi gorghi e volute.. e lì vivo e focoso sta Fuji-san, il generatore di .. (vabbè, avete capito cosa rappresenta.)

A tal proposito e se voleste approfondire, c’è una stampa che potrebbe fare da apripista: “La Lotta dei Falli” (Yobutsu Kurabe); dove alcuni uomini si esibiscono in una prova di potenza sessuale mentre le dame di corte osservano di nascosto e poi ...

 

Per chi volesse approfondirehttps://silviocalzolari.org/lo-shunga-giapponese-lo-specchio-della-vita-e-dellamore


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Un mio insegnante di Karate giapponese sosteneva che gli Italiani spaccano e sfondano mentre invece i Giapponesi tagliano.

Sosteneva, in modo semiserio, che questa diversa modalità di colpire era fondamentalmente legata all'alimentazione.

La nostra basata sulla carne, la loro sul pesce.

 

..Tutto ciò per dire che quando si parla di pesce, si parla di qualcosa di fondamentale per il Giapponese.

Il loro mangiare pesce è tale che essi finiscono per identificarsi nel pesce.

Il pesce è una parte di loro.

Quale parte direte voi?

 

Beh, è facile quella che sta sott'acqua, quella nascosta.

Ebbene, nelle acque profonde, tra tutti i pesci c’è ne sono due particolarmente simbolici per i Giapponesi.

Si badi bene, a simboleggiare che si tratta di qualcosa di intimo ed interno, sono entrambi pesci di acqua dolce.

Non appartengono perciò al mare, cioè all'esterno per un popolo abituato a vivere su isole.

 

Sono la carpa e il pesce gatto.

 

Spesso oggetto dei celeberrimi tatuaggi Yakuza, perché simboleggiano qualità fondamentali per il guerriero.

Per certi versi fondamentali e pure antitetici.

Questi pesci per certi versi si assomigliano, grossi, potenti, dotati di barbigli.

Sono elementi assenti nell'uomo, come le corna, che finiscono per rappresentare una connessione con un principio di natura soprannaturale e spirituale.

La carpa variopinta, che per una solita curiosa assonanza, suona al giapponese come amore, rappresenta il coraggio, l'amore per l'essere umano, la compassione. Ma anche la costanza, la capacità di perseguire la propria strada, anche controcorrente se fosse necessario.

La via del Guerriero, ma anche quella del Sacerdote.

Ciò che fa dell'uomo un essere umano. Forse persino la parte che più l'avvicina a Dio stesso.

Il pesce gatto, invece, rappresenta la sua parte più ctonia, più oscura e più animale.

Lontana da Dio e forse l'incarnazione stessa dell'Inferno.

 

Certo che porta sconvolgimento, certo che è difficile da controllare, certo che è più arcaica e quindi legata alla pietra.

E certo che si può tenere a bada solo in un modo.

Essa si controlla con la spada giapponese: la Nihonto.

Quando il pesce gatto si muove, crea sconvolgimenti naturali di portata cosmica dopo di cui il mondo va a catafascio...

...tutto è da rifare.

 

Ma, come dice bene Beta, questi sconvolgimenti naturali sono fondamentali.

Perché in essi è il riequilibrio.

In essi il complemento della natura umana.

In essi il rinnovamento.

In essi, a ben vedere, una parte dell'uomo che esso non deve mai dimenticare.

 

Esiste un momento in cui il combattimento è per la sopravvivenza.

Non deve esistere perdono o pietà, se si vuole sopravvivere.

È in quel momento che nel profondo del cuore di ogni uomo Koi si appisola perché deve svegliarsi Namazu.

 

 

Chissà che l'Ukiyo-e non sappia darci una raffigurazione di questi opposti principi...


 

月の道

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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