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il club dell' Ukiyo-e

Messaggi consigliati

grazie, sempre illuminante.


monkey.jpg

OGATA Gekko (1859-1920)
Title: "Monkey reaching for the Moon" (given name: aka "Gibbon")
Date Early 1900's

Monkey Moon (un estratto da THe Dark SIde of The Moon - Pink Floyd, 1973 .. L'opposto che c'è in noi)

.. per non lanciare solo sassi :-)

Modificato: da betadine

Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Il 6/10/2018 alle 20:45 , getsunomichi ha scritto:

Chissà che l'Ukiyo-e non sappia darci una raffigurazione di questi opposti principi...

Già è difficile analizzare la propria natura umana, al pari di quella di genere, a volte spietata e crudele (talvolta senza senso) altre volte piena d'amore, anche un semplice piccolo gesto, maggiormente è individuarla..

un personaggio a me molto caro, che ha saputo deporre le armi e dedicarsi intensamente alla conoscenza di se e delle sue passioni è ..

 

warring.jpg

Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) Miyamoto Musashi

Thirty-six Famous Battles

(Meiyo sanjûrokkassen, 名誉三十六合戦)

Publisher: Ise-ya Ichibei c. 1848

 

e, chissà perchè, ma son convinto che deve aver molto meditato su ciò che passò sotto ai suoi piedi..

 

Monkey bridge.jpg

Utgawa Hiroshige

Shokoku Rokuju-hakkei (Monkey Bridge)

 

Monkey Bridge (un estratto da Shock the Monkey - Peter Gabriel, 1982 ..L'istinto animalesco dell'uomo)


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.. poi nel mondo fluttuante ci sono altri buoni spunti

 


OmoteUra.jpg


hokusai_visioni.jpg


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una grande figura che ha costruito la nostra vita, passando, all'occorrenza, dal mettere un punto al tirar fuori gli artigli...

 

 

 

Ishi-jo.jpg

Ishi-jo, wife of Oboshi Yoshio, one of the loyal ronin
Utagawa Kuniyoshi

buonanotte


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.. tornando sulla riva

 

AkA RossO


Rosso è il fuoco .. Rosso è il sangue

Rosso è lo Spirito

Il "termine" è legato al concetto di luce e di limpidezza (in questo senso, è vicino al bianco) e partendo da questo presupposto ed a un concetto di completezza (contrapponendosi ad "ao": dal blu al verde passando per il grigio.. acerbo ed incompleto) il rosso in Giappone è il colore della sacralità, il colore dei rituali: usato per tenere lontani gli spiriti maligni, ed è anche il colore della preghiera e della purificazione.

Questo si nota anche nell’architettura sacra del Giappone.. il rosso vermiglio dei templi shintoisti e quello dei Torii, la porta di accesso all’altra diomensione.

Aka, è il colore della vita.


赤ちゃん [aka.chan] o 赤子[aka.go] = neonato


PagodA.jpg

Artist: Kawase Hasui
Title: Pagoda in the Snow
Date: Ca. 1930s.

Nulla è mai come sembra, c’è sempre un’altra visione..
Il termine “warring” usato per la stampa di MM, significa «combattenti» come sostantivo, ma, come aggettivo, significa «opposto».


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Nero, bianco e rosso.

Colori ben noti all'alchimista.

Così come al fabbro, che da questi distingue il momento della tempra.

Bianco e rosso, sempre in equilibrio è sempre avversari.

Tutt'oggi, nelle arti marziali giapponesi, non si combatte con la cintura nera.

I due avversari indossano sempre una cintura rossa ed una bianca.

Aka e Shiro.

A questi nomi si riferiscono gli arbitri per controllare i combattenti.

Uno non è migliore dell'altro.

Vanno verificati entrambi.


 

月の道

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Shiro: il colore della luce... ma anche il colore delle divinità, che simboleggia l’assenza di impurità.. il colore del sacro: the white deer (Hakushika)

 

 

Praying.jpg

Mizuno Toshikata
Title: Praying
Date: 1900-1910
(quello del bell'arciere)

 

Totenko - A Cock Crows.jpg

Artist: Takeuchi Keishu
Title: Totenko- A Cock Crows
Date: 1909


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.

..

Toyotomi Hideyoshi.jpg

100 Aspects of the Moon, “Mount Inaba Moon” 1885, 12th month

Tsukioka Yoshitoshi

Tsukioka Yoshitoshi (1839-92), allievo della scuola di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861), attivo dai Bakumatsu (ultimi anni dello Shogunato) nel periodo Meiji.

 

"Mount Inaba Moon" raffigura il giovane Toyotomi Hideyoshi (allora chiamato Kinoshita Tōkichirō) che guida un piccolo gruppo che assalta il castello sul monte Inaba. Toyotomi Hideyoshi fu un preminente daimyo, guerriero, generale e politico del periodo Sengoku ed è considerato il secondo "grande unificatore" del Giappone. Successe al suo ex signore, Oda Nobunaga e pose fine al periodo Sengoku, governando durante il periodo Momoyama, dal nome del castello di Hideyoshi.


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KatsushikaHokusaiLacascatadiOn�lungolastradaKiso-1830-32.jpg

 

Ono Falls on the Kisokaido (Kisokaido Ono no bakufu)

 

from the series "A Tour of Waterfalls in Various Provinces (Shokoku taki meguri)", c.1833

 

Katsushika Hokusai
(sempre dalle parti di Gifu)

 


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.. una vecchia conoscenza mi è ricapitata tra le dita e ... cogliendo i suggerimenti al chiro di luna - che accennava al rosa carne tenue - la ripropongo (stavolta a casa tua).

 

Yoshitoshi_a casa tua.jpg

 

 

E' sempre bella, a prescindere della cornice.

 

.. e approfitto per condividere una tesi incontrata in rete, di una bella mantovana, geniale a suo modo, che offre una visione più ampia del mondo fluttuante, a parer mio un pò scevro nella secondaparte, ma pur sempre interessante.. guardare con l'orecchio di un altro.

Ukiyo in Occidente.pdf


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Esiste un momento in cui il combattimento è per la sopravvivenza.

Non deve esistere perdono o pietà, se si vuole sopravvivere.

È in quel momento che nel profondo del cuore di ogni uomo Koi si appisola perché deve svegliarsi Namazu.

 

 

Chissà che l'Ukiyo-e non sappia darci una raffigurazione di questi opposti principi...

 

Tra una hall ed una lavabo, mi convinco sempre più che siano i 4elementi che meglio rappresentano la natura umana e i suoi opposti.

L'acqua, ad esempio, è vita.. necessaria per vivere, ma in altra forma e in altri momenti è pronta a sommergerci, scatenata da Giove pluvio o agitata sotto l'impeto di Eolo. (Al pari si posson fare esempi per gli altri.. fuoco per scaldarci, aria per respirare, terra da coltivare.)

Lama che uccide per portar la pace.. (toglierà una vita per rasserenarne altre.. ed il fabbro lo sa, ma in fondo fa solo il suo lavoro, al meglio.)

E quindi in molte stampe, talvolta amene, talvolta burrascose, la natura si specchia nei nostri più reconditi ed ancestrali istinti assopiti...

(manco tanto, a legger la cronaca)

 

L'acqua di Ono si lascia cadere dal cielo, tra una casa ed una montagna che paiono sospese nella bruma.. presente, col suo crepitio, turbolenta alla base, per poi passare sotto la curiosità umana, riprendendo il suo sereno cammino fino alla grande madre, ops, al grande e vuoto mare.

e con questo vi auguro sogni d'oro... (io tra un pò.


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.. pare che piova.


Tokaido45_Shono.jpg

 

Utagawa Hiroshige
È la prima delle "53 stazioni di Tokaido" e fu creata tra il 1833-35 quando Hiroshige aveva 36-38 anni.

 

.. e sempre per ampliar visioni: Hiroshige attraverso la lente di F.L.Wright

 

Frank Lloyd Wright (1867 - 1959) è uno degli architetti più importanti della storia moderna, ma è stato anche un appassionato collezionista e commerciante di ukiyo-e. In alcuni anni ha guadagnato più soldi dalla vendita di stampe ukiyo-e che da architetto.

Ha fatto più viaggi in Giappone dopo il 1905 per comprare stampe, mentre progettava diversi edifici storici tra cui l'Imperial Hotel Tokyo, che è noto per aver resistito al devastante terremoto (M7.9) Great Kanto nel 1923.

Si dice che Wright amasse particolarmente le "Cento vedute famose di Edo" di Utagawa Hiroshige.

 

L'architetto giapponese Kengo Kuma ha rivisitato l'intrigante relazione di Wright con "Le cento viste di Edo" di Hiroshige nel suo libro "Natural な 建築 (Natural Architecture), 2008, Iwanami Publishing."

 

Secondo Kuma, Wright ha ammirato Hiroshige per la sua traslucenza e per il "senso continuo dello spazio".

L'apprezzamento/comprensione dello spazio in queste opere è fondamentale nel riconoscere l'unicità dello stile giapponese perché era molto diverso dall'approccio europeo. Lo stile europeo aveva privilegiato la prospettiva in quanto sviluppato nell'antica Grecia e in epoca romana. Quando queste tecniche furono riscoperte, durante il Rinascimento italiano, ci fu un salto tecnico in avanti, aumentando drammaticamente le qualità rappresentative dell'arte.

L'uso della prospettiva, usando tecniche come il punto di fuga e la sezione aurea, per concentrarsi sul soggetto principale.

 

Al contrario, gli artisti giapponesi usavano tradizionalmente la proiezione parallela, eliminando intenzionalmente "il punto di fuga".

 

Hanno ricostruito il senso dello spazio per adattare la natura tridimensionale, vasta e inafferrabile, a un piccolo pezzo di carta bidimensionale.

Di conseguenza, i dipinti giapponesi sono sfuggiti a quella che Kuma chiama "monumentalità": l'enfasi soggettiva su un elemento che ha più importanza di quelli circostanti.

Ad esempio, con "Shono", spiega Kuma, Hiroshige ha utilizzato più strati sovrapposti in parallelo per esprimere l'estensione spaziale.

Senza alcun punto di fuga, il primo piano è stato enfatizzato dalla pioggia espressa linearmente e, come sfondo, che è un paio di strati dietro, ha usato la gradazione del colore per indicare la distanza relativa delle foreste mantenendo le loro dimensioni identiche.

Era come se Horshige sfruttasse una fotocopiatrice, sostiene Kuma: la ripetizione dello stesso motivo con toni gradualmente sfumati ha effettivamente creato una continuazione dimensionale incredibilmente abbondante senza la necessità di fissare l'occhio su un punto.

 

Nel suo concetto di "architettura organica", Wright descrive cosa significa "spazio" per lui : "un'area non è mai completamente compresa se vista da un sol punto, ma deve essere lentamente vissuta per come si muove attraverso lo spazio."

È come se Wright stesse parlando a proposito dello stile pittorico giapponese, che evitava intenzionalmente un punto focale fisso per abbracciare la natura, sempre mutevole così com'è, e trovare la bellezza nella sua elusività.

 

Kengo Kuma, 自然 な 建築 (architettura naturale) , Iwanami Publishing, 2008

Kevin Nute, Frank Lloyd e Japan , Routledge, 2000


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.. avendo malaugaratamente scoperto che mi restano da vivere solo un paio(alla settima) di anni di vita, comincio a portarmi avanti col lavoro e vi lascio altre tracce.

 

 

ukiyo-e E impressionismo

 

La cultura giapponese, che affonda le radici nella concezione animistica dello Shintoismo, è particolarmente sensibile nell’immaginare l’entità nascosta all’interno di ogni elemento: secondo un poeta giapponese vissuto nel 1000 d.C., tale essenza deve produrre un effetto più profondo rispetto alla sua forma esteriore.

È questa sostanza impalpabile che i pittori dell’Ukyio-e hanno inseguito e afferrato, sperimentando un approccio nuovo con la pittura che gli artisti delle avanguardie europee hanno colto, accomunati nella brama di ricerca espressiva.

 

Si narra che Hokusai partecipò a una gara di destrezza pittorica con il famoso pittore Tuni Buncho.
Lo Shogun, che era giudice, rimase sorpreso perché Hokusai stese a terra dei grandi fogli di carta e immerse una scopa nell’inchiostro blu, tracciando delle linee ondulate. Poi prese un pollo e gli sporcò le zampe di inchiostro rosso, facendolo camminare sulla parte blu del foglio.
Le impronte dell’animale divennero foglie d’acero autunnali cadute dagli alberi per posarsi sulle acque del fiume, dando vita a un originale effetto che gli fece vincere la gara.

 

Spesso, gli artisti di tutte le epoche hanno rappresentato la natura cercando di cogliere quell’essenza che tutto abbraccia e vivifica.

 

La seconda metà del XIX secolo costituisce un momento importante nella storia dell’arte.
In Europa nascono le “avanguardie” artistiche, movimenti che si staccano dalle tradizionali correnti accademiche.Nella pittura nasce l’Impressionismo con artisti come Edouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley, Vincent Van Gogh, Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Signac, Paul Gauguin, solo per citarne alcuni. Le ragioni di tale svolta sono numerose e complesse.. ma un fattore determinante fu la scoperta dell’arte orientale e, in particolare, di quella giapponese.

 

Edgar Degas affermò..

«Hokusai non è solo un artista tra gli altri nel mondo fluttuante, ma è un’isola, un continente, un mondo tutto da solo»

Le preziose porcellane e il tè stivato nelle navi proveniente dal Giappone venivano protetti e imballati con le prove malriuscite delle stampe della scuola pittorica giapponese Ukiyo-e – termine tradotto con immagini del mondo fluttuante – alcune di loro finirono nelle mani di artisti europei che ne rimasero affascinati.

 

Tra i maggiori collezionisti di opere giapponesi ci fu Vincent Van Gogh che, col fratello Theo, organizzò un’esposizione delle stampe della personale raccolta nel “Café de Tambourin” di Parigi. Il pittore olandese dichiarò più volte il proprio amore per l’arte del Giappone, assimilata attraverso le stampe di Hokusai, oltre a dedicarsi alla copia di alcune composizioni nipponiche, in alcuni casi inserite come sfondo ai suoi ritratti.

Van Gogh ammirava la semplicità dei maestri orientali e la capacità di creare un’immagine con pochi tratti.

VvG.png

H_VvG.jpg
Hiroshige e Van Gogh: Il ponte sotto la pioggia

VvG_H.jpg
Van Gogh: Susino in fiore e Hiroshige: Giardino di Kameido

 

La collezione di Vincent Van Gogh e del fratello Theo è tuttora visibile al museo di Amsterdam. https://www.vangoghmuseum.nl/en/search/collection?q=&place=Edo

 

Gauguin porta con sé un buon numero di stampe giapponesi nel suo viaggio a Tahiti.

 

Molte stampe sono possedute da Monet e disposte attualmente sulle pareti della sua casa a Giverny, a nord-ovest di Parigi.

http://fondation-monet.com/visite-virtuelle/ (la sala da pranzo è di unbelgiallo già visto in un'altra casa... affinità elettive od osmosi ??)

Nel 1889 si pubblica “Le Japon Artistique”, una rivista mensile totalmente dedicata all’arte giapponese, fondata dal collezionista mercante e critico d’arte Samuel Bing, punto di riferimento per chi voglia acquistare arte orientale. Molto più tardi, nel 1930, si apre a Milano, in un’ala del Castello Sforzesco, il Museo d’Arte Orientale.

L.J.A..jpg

Il corpo umano nella pittura orientale gode di massima libertà mentre il canone occidentale contempla la figura eretta, quella giacente e poche altre varianti. DEGAS assimila i concetti dell’asimmetria e del decentramento dell’immagine che, spesso, continua ad agire anche al di là della cornice. Si affida, inoltre, alla veduta di scorcio, inventando rapporti sorprendenti tra i pieni e i vuoti della superficie.

Degas.png


MONET ritrae la moglie, Camille, in posa con un ventaglio e un kimono rosso su cui sono disegnate foglie e la figura di un samurai, che crea una sensazione visiva particolare, quasi mimetica (il samurai, ad un primo sguardo, sembra vivo). Monet ha deciso di inserirla in una sorta di gioco teatrale in cui si presta ad interpretare un’attrice dallo sguardo languido e ironico (forse una geisha?).

Camille.jpg

Monet, Camille con un costume giapponese, 1876

Il legame tra Monet e l’arte giapponese, tuttavia, è molto più profondo e spazia tra la verticalità delle composizioni e il movimento delle stoffe

vert.jpg

alla stesura piatta e omogenea del colore e all’appiattimento delle forme alla rappresentazione di paesaggi e dei profili sfuggenti dei protagonisti

Monet.png

fino alla costruzione di un ponte – simile a quelli presenti nei giardini giapponesi – nella sua casa di Giverny che viene raffigurato nella sua serie dedicata alle Ninfee.

M_bridge.jpg

 

 

GAUGUIN si concentra, invece, sul ruolo fondamentale della linea, vero elemento strutturale dell’immagine

Gaugin_Hiroshige.png

e sulla scelta dei colori non più in base ad un criterio naturalistico di verosimiglianza, ma in base alla funzionalità interna dell’immagine e quindi ad un criterio astratto di reciproche relazioni ed equilibri tra le zone colorate.

Ne La visione dopo il sermone, infatti, la novità è la coesistenza di un piano reale e di uno immaginario: da una parte, le donne in preghiera; dall’altra, la lotta tra Giacobbe e l’angelo, tra l’altro ispirata alle scene di lotta di Hokusai. Le due parti sono collegate da quella grande campitura rossa e, nello stesso tempo, divise da quel tronco di albero posto in diagonale.


Gaugin.png
Gauguin, Visione dopo il sermone, 1888

E tutto ciò accade alle soglie del XIX secolo e il Giappone è ancora un paese isolato.

Da circa duecento anni è in vigore un editto che proibisce agli stranieri l’ingresso nel Paese limitando gli scambi commerciali soltanto alla Cina e ai Paesi Bassi.

Nel 1853, però, la flotta statunitense, guidata dal commodoro Perry, a cannoni spianati, impone al Giappone di aprire i propri porti agli stranieri. Seguono, nel 1854 e nel 1858, i trattati per la liberalizzazione degli scambi e l’apertura di nuovi porti agli americani ed europei.

Arrivano, così, in Occidente i primi prodotti artistici orientali.

All’Esposizione Universale di Londra (1862) si vedono, per la prima volta, oggetti d’uso comune in ceramica, lacca e bambù.

Apprezzatissimi dalla borghesia sono i ventagli.

La cultura giapponese è protagonista alle successive sei Esposizioni, tra Vienna e Parigi.

Nella capitale francese, nel 1890, sono esposti disegni a china, opere di arte calligrafica e sculture antiche provenienti dalla collezione imperiale, esempi di un’arte di corte e di culto.

 

Da lì la passione, la smania di possesso e il collezionismo ampliano la diffusione di stampe e xilografie giapponesi, come il diffussisimo repertorio di immagini di Hokusai (1760-1849), che consiste in un insieme di schizzi con vari soggetti.

Le stampe raffiguranti paesaggi, soprannaturale.. shunga, tessuti e ukiyo in generale diventano quasi una moda, un must, ma da quei tratti così poco definiti stava radicando un seme che lascierà "qualcosa" oltre l'immagine.


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(ndr)

girovagando qua e là ho letto che sulla Costa Concordia (affondata nel gennaio del 2012) vi erano vi erano dodici xilografie originali di Hokusai e tre di Utamaro.

 

Oggi (e direi anche ier l'altro) delle opere non si sa nulla, forse son state rubate, forse .. o chissà… son tornate a conciliarsi con la loro essenza di “opere fluttuanti” in qualche fondale del Mar Mediterraneo.

sic et non


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La convergenza di linee parallele in un unico punto focale non è solo un effetto ottico.

È anche il segno del limite dell'uomo e della sua psiche, incapace di comprendere l’infinito.

I Giapponesi, un po’ come Il Giacomo di Recanati, amano invece naufragare in questo mare.

Perché sanno che lo Spirito è qualcosa di concreto.

Un energia che persiste nonostante.

Zanshin.

Ora voi mi direte, ma che c'entra uno Spirito che si rinnova indefinitamente con un fuoco portato avanti all'infinito?

Niente.

Se non fosse che da sempre nella Bibbia l'Ente Spirituale che rappresenta l'Incommensurabile si manifesta sempre in questo modo.

Un Fuoco che brucia all'Infinito.

Certamente un caso.


 

月の道

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Certamente un caso.. come la vita (mondi paralleli che casualmente s'incontrarono)

:arigatou:

 

.. come le stampe della Concordia disperse in questo mare.


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.. per restare nello spirito Nihonto (scuola di spada...

.

..

Yamabushi Tengu.jpg

Il giovane Yoshitsune (al centro) addestrato dal grande tengu So¯jo¯bo¯ (a destra) e dai suoi karasu tengu sul monte Kurama.

Dal Yoshitsune Kuramayama no zu 義経鞍馬山図
(Yoshitsune sul monte Kurama) di Utagawa Yoshikazu 歌川芳員, 1859

... è particolarmente significativo che nelle montagne considerate sacre dallo shugendō, la sua figura abbia ispirato numerosi culti ibridi, seguiti nel tempo anche al di fuori dell’ambito più ristretto o segreto degli yamabushi.

 

I poteri magici attribuiti agli yamabushi comprendevano anche quelli di tipo marziale, come dimostra il loro coinvolgimento militare in veste di monaci-guerrieri nelle guerre dinastiche della «corte del nord e del sud» combattute sulle montagne di Yoshino. Le loro stesse divinità terrifiche combinate al tengu, come Fudō o Zaō, sono armate e hanno un aspetto guerriero, nella doppia funzione di protettori della Legge e di punitori dei peccati.

 

Tengu e samurai

L’attribuzione di misteriosi poteri soprannaturali alla nuova figura dello yamabushi tengu e l’idea che possa svelare i suoi segreti agli umani è alla fonte della leggenda più famosa che associa il tengu alle arti marziali.
Protagonista è Minamoto no Yoshitsune 源義経 (1159-1189), uno dei samurai più amati di tutti i tempi: grande condottiero e spadaccino invincibile, artefice della vittoria storica che portò la sua casata al governo del Paese, ma costretto poi dagli intrighi di corte alla fuga e a un tragico suicidio.

La leggenda narra che Yoshitsune, esiliato sin da piccolo dalla casata rivale dei Taira in un tempio sul monte Kurama a nord-est di Kyōto, incontrò nella foresta un vecchio eremita tengu che gli rivelò i segreti della strategia militare e della spada, addestrandolo ogni notte nel combattimento con dei piccoli karasu tengu.

Il suo mentore, Sōjōbō 僧正坊 o Kurama Tengu 鞍馬天狗, è diventato nel tempo il tengu forse più famoso di tutto l’arcipelago, e soprattutto il prototipo del patrono tengu da cui non pochi fondatori di scuole di spada vantano di aver appreso i segreti soprannaturali della loro arte, raggiunti attraverso austerità iniziatiche sulla montagna.
Nei secoli successivi caratterizzati dal dominio politico dei samurai, il tengu diventa quindi una figura rilevante anche nel mondo del ceto militare, alla quale si possono rivolgere indistintamente tutti i suoi membri: dal signore feudale di più alto rango (daimyō 大名), fino all’oscuro sicario e spia (ninja 忍者).

 

Solo rimanendo nell’ambito del culto di Izuna Gongen, esso annovera fra i suoi devoti più illustri due grandi aristocratici guerrieri (daimyō) protagonisti del «periodo dei Paesi in guerra» (sengoku jidai 戦 国時代, 1477-1568), quali Takeda Shingen 武田信玄 (1521-1573) e Uesugi Kenshin 上杉謙信 (1530-1578). A questo culto viene associata anche la formazione della scuola di spada dello Shintō Munenryū 神formazione della scuola di spada dello Shintō Munenryū 神道無念流.
È in particolar modo nel periodo Tokugawa (1603-1867) che il tengu appare nei numerosi trattati teorici che accompagnano la moltiplicazione delle scuole di kenjutsu 剣術, delle arti del combattimento con la spada.
Tra i trattati-manuali diventati poi dei classici delle arti marziali anche in epoca moderna, si ricorda lo Heihō kadensho 兵法家伝書 (Insegnamenti della strategia militare, 1632) della prestigiosa scuola Yagyū Shinkageryū 柳生新陰流, nel quale si dedica un’intera sezione delle arti «nascoste» a otto tecniche che prendono il nome da altrettanti tengu famosi.

Mentre nel più filosofico Tengu geijutsuron 天狗藝術論 (Teorie sull’arte del tengu, 1729) di Issai Chozan 佚齋樗山 (1659-1741), il tengu appare come espediente narrativo in veste di maestro per rivelare al narratore-autore i principi essenziali e reconditi della spada.

 

Nell’ambito del kenjutsu si può osservare la doppia prospettiva elaborata in precedenza dal clero buddhista ortodosso.

Per coloro che si affidano al tengu per ottenere protezione e magiche abilità militari, egli può assurgere a spirito tutelare della propria scuola; mentre altre scuole di più antica tradizione che si considerano più ortodosse e razionali, criticano le pretese prodigiose dei primi come arroganti e infondate, tanto da etichettarle in modo spregiativo come «scuole tengu» (tenguryū 天狗流).

Per esempio, nello Honchō bugei shōden 本朝武芸小伝 (Compendio biografico delle arti militari giapponesi, 1716), il teorico del kenjutsu Hinatsu Shigetaka 日夏繁高 impiega il termine in senso ironico, nel doppio significato di divino e arrogante, per etichettare l’ossessione mistificatoria nei confronti del soprannaturale, molto diffusa ai suoi tempi, nello specifico per criticare la scuola di Kurama (Kuramaryū 鞍馬流), che vantava di basarsi sulle tecniche magiche trasmesse direttamente da Yoshitsune, istruito dal tengu di Kurama (Rogers 1991, pp. 196-197).
Ancora in epoca moderna, nonostante la scomparsa del ceto dei samurai, il tengu, come simbolo dell’addestramento iniziatico in montagna, continua a caratterizzare la nascita di alcune scuole di arti marziali.

Il maestro di spada Takeda Sōkaku 武田惣角 (1858-1943), fondatore del Daitoryū 大東流, era significativamente chiamato il «piccolo tengu di Aizu» (Aizu no kotengu会津の小天狗) per la piccola statura e per la fama di spadaccino invincibile. Era noto per i suoi allenamenti svolti proprio sulla montagna di Kurama, dove anche un suo allievo, Ueshiba Morihei 植芝盛平 (1883-1969), fondatore dell’Aikidō 合気道, usava condurre in ritiro i suoi migliori discepoli e sottoporli ad un addestramento di austerità spirituale e fisica.

 

 

Se nell’immaginario medievale l’identificazione del tengu, in una crisi epocale, lo rende onnipresente, essa promuove dall’altra parte differenziazioni sempre più dettagliate e articolate della sua figura, introducendo distinzioni fra versioni più o meno cattive, e più o meno potenti.. in un’altra raccolta popolare di aneddoti buddhisti, lo Shasekishū 沙石集 (Collezione di sabbia e sassi, 1279-1283), si racconta di monaci particolarmente saggi e conoscitori della Legge che, pur rinascendo – a volte proprio per l’orgoglio eccessivo dei propri meriti raggiunti in vita – in veste demoniaca nel regno del tengu, continuano ad esercitare sulla terra le virtù buddhiste, svelando ai loro discepoli i segreti della salvezza, o proteggendoli dalle angherie di altri tengu/tentazioni.

 

 

(continuando nella "condivisione".. per chi volesse approfindire: Mostri del Giappone.pdf

 

u're welcome


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Ci sono molte leggende sul grande guerriero del XII secolo Minamoto no Yoshitsune. In questo episodio, il diciottenne Yoshitsune viene sfidato dal feroce monaco-soldato Benkei, sul ponte Gojō a Kyoto. Nonostante la sua giovinezza, Yoshitsune sconfigge il potente Benkei usando i poteri magici di combattimento che ha imparato dai demoni della montagna, i tengu. Dopo questo episodio, Benkei diventa il fedele servitore di Yoshitsune.

 

Miniamoto Yoshitsune.jpg

Minamoto Yoshitsune fights Benkei on Gojō Bridge, with the help of tengu demons

Utagawa Kuniyoshi (Date: 1847 - 1850)

sempre per piani paralleli... (kenjutsu parallel plane)

Shomen Uchi
Lo shomen è fatto con la rotazione delle spalle e non con il movimento rapido dei polsi.

Un arco dovrebbe incidere con il movimento del taglio.

La spada dovrebbe essere parallela al suolo sia al livello più alto che al livello più basso del taglio.

Yokomen Uchi
Posizione iniziale con la spada sopra la testa, parellela al suolo, né rivolto verso l'alto né verso il basso.

I piedi paralleli, non necessariamente si toccano.

Usando le spalle, tagliare ad un angolo alla tua sinistra.

La gamba destra avanza allo stesso tempo.


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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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