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Mishima

Cosa Fare Delle Nostre Lame

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Mi sono trovato molto spesso a discutere circa l utilizzo o il motivo per cui si cerca di conservare le antiche lame dei samurai....

Io come alcuni già sanno praqtico lo Iaido ed utilizziamo degli Iaito per eseguire i nostri Kata. Ma per alcuni esercizi dove dobbiamo veramente effettuare dei tagli (di solito tagliamo dei covoni di paglia bagnata) utilizziamo lame vive, solitamente imitazioni industriali di antiche lame o i più maliziosi lame militari della II guerra.....Io dal canto mio , mi sono sempre chiesto perche non utilizzare sia per i Kata che per i tagli le antiche lame , sono state forgiate per essere l anima di un Samurai per essere sfoderata con vigore e grazia e per tagliare con precisione e non per rimane chiusa in una saya appoggiata sopra qualche caminetto....... :samurai:

 

 

 

 

P.S. la foto è presa nel mio Dojo mentre esaminiamo una Koto

irene1b_1_.JPG

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Per l'uso pratico non so...

Io personalmente eviterei per paura di rovinarla

Comunque penso che l'importante sia "rispettarla" appunto perchè è l'anima del samurai! non trovo giusto stressare una lama antica per il taglio.. magari per i Kata :glare:

Ovviamente è un parere personale :arigatou: :hiya:

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non vorrei sembrare petulante ma per come la vedo io una spada nasce con uno scopo....

d'altro canto però avrei i miei timori ad usare una koto per prove di taglio.....

mi trovo molto indeciso.....

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a tal proposito ecco un interessante articolo del maestro Regoli

LA_SPADA_GIAPPONESE.pdf


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Bhe io da parte mia non userei una lama antica per la pratica. Una lama in ottime condizioni, polita e magari di un forgiatore famoso, ha prezzi uguali se non superiori ad una lama di un forgiatore moderno, con la differenza che se la si rovina, si rovina una cosa unica,(essendo il forgiatore deceduto).

Le lame antiche sono un pezzo di storia del giappone e rovinarle sarebbe un peccato, è dovere (a mio parere) del possessore, trattarle e conservarle con cura per lasciarle ai posteri. Se i primi a trovarle le avessero rovinate tutte, noi ora ci dovremmo accontentare delle leggende e di quelle moderne, senza poter "toccare con mano" l'opera di antiche maestri forgiatori. Chissa quante tecniche sarebbero rimaste a noi sconosciute se nessuna spada fosse sopravissuta integra?

Per la pratica se uno vuole e può economicamente, si faccia forgiare una spada da un moderno maestro forgiatore (fatta ovviamente secondo tradizione) ma rispetti oggetti antichi per tramandare ciò che ci appassiona.

 

Ciao

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Bhè... il mio pensiero lo sai, personalmente non userei mai una koto per tagliare della paglia.

 

Comunque credo che una lama più recente, che non rischi di rompersi o rovinarsi definitivamente possa venire usata anche in pratica.



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caro mishima io vedo la faccenda in questo modo, se proprio si vuole rispettare la tradizione,sul come conservare le lame, dovremmo lasciarle riposare negli shira quasi tutte o almeno le koto e le shinto. Anticamente infatti le lame che facevano le grandi guerre o che compivano i 200 anni di utilizzo venivano riposte nello shirasaya e lasciate riposare (come penso sia giusto dopo 2 secoli di lavoro :gocciolone: ), quindi anche gli antichi samurai riconoscevano i meriti di una lama antica con una storia alle spalle, e non si mettevano certamente ad andare a tagliare teste a destra e a manca con delle nobili lame che in un certo senso "avevano già dato".

e se non lo facevano loro che erano Samurai, perche lo dovremmo fare noi che siamo pure gaijin :glare::glare:

Modificato: da Ughen

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Sicuramente al pensiero di quanto spenderò per restaurare la mia lama avrei anche io qualche perplessità ad utilizzarla nel tagliare della paglia ( tra l altro se non sei bravo rischi di rovinare anche un coltellino svizzero); però ho visto eseguire i Kata con una koto da un 4° Dan ed il pensiero di tutta la storia che si porta dietro quella lama ad ogni taglio vi assicuro che fa venire la pelle d oca..... Detta in maniera un po prosaica ed inadeguata è come portare in parata una auto d epoca ( non la si usa tutti i giorni nel traffico cittadino). Quando le occasioni lo permettono e le capacita pure forse non è peccato far prendere un po di aria a quelle lame che tanto hanno dato.

 

 

 

 

 

P.S. Una volta all anno suonano anche il violino di Paganini!!!! :gocciolone:

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Hai proprio ragione!... :ok:

Io credo che il compito del collezionista (e lo sostengono in molti) sia quello di offrire la possibilità anche alle future generazioni di poter godersi una Nihonto,conservandole quindi con la maggior cura possibile.


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Tutto giusto, concordo pienamente, vorrei aggiungere un dato forse interessante, dopo una politura professionale un lama diventa molto sensibile alle abrasioni, quindi anche il più bravo iaidoka della storia non potrebbe evitare di procurare ad una lama perfettamente polita di rigarsi durante le estrazioni ed i rinfoderi credetemi. Si tratta di rigature assai deboli ma pur sempre di rigature che compromettono la possibilità di apprezzare la bellezza della lama in toto. Non so nulla sul violino di Paganini ma immagino che le corde siano sostituibili ogniqualvolta sia necessario senza che questo produca alcun danno all'oggetto, l'asportazione delle rigature invece è un'operazione costosa ed invasiva che col tempo porta la lama verso la morte. La preservazione è importante sia per noi sia per gli appassionati nipponici.

Non amo molto l'idea di usare lame antica per la pratica moderna, mi fa pensare ad una carenza di umiltà che proprio non rende onore ad un budoka. Tantopiù che la buona escuzione delle tecniche prescinde decisamente dal valore storico artistico di una lama, se poi si è veramente convinti di avere necessità particolari, beh nulla osta a commissionare una shinsakuto con uno tsukurikomi identico a qualunque koto.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Anticamente infatti le lame che facevano le grandi guerre o che compivano i 200 anni di utilizzo venivano riposte nello shirasaya e lasciate riposare (come penso sia giusto dopo 2 secoli di lavoro :gocciolone: ), quindi anche gli antichi samurai riconoscevano i meriti di una lama antica con una storia alle spalle, e non si mettevano certamente ad andare a tagliare teste a destra e a manca con delle nobili lame che in un certo senso "avevano già dato".

e se non lo facevano loro che erano Samurai, perche lo dovremmo fare noi che siamo pure gaijin :glare::glare:

grande andrea!! non la sapevo questa cosa!!...ancora più motivato a custodire le lame!!


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Eh eh... voi sapete che la penso diversamente...

Premetto, per chi non lo sapesse, che sono quinto dan di iai e di kendo, nonchè commerciante d'arte antica.

 

Come ho già detto altrove il rischio è di cadere in una sorta di venerazione per una "cosa" (provocazione :ichiban: ), quale la spada. Una spada merita tutto il rispetto dovuto ad un'opera d'arte nonchè al significato che ha avuto per chi l'ha posseduta lungo il passare dei secoli (rimaniamo sulle koto...). Tuttavia non abbandoniamo la realtà! Si tratta di una spada.

Sono d'accordo con Andrea sul fatto della politura e infatti una spada "da uso" non deve essere polita al 100%; sarebbero soldi buttati.

Il punto più importante, comunque, è che non tutte le spade sono uguali: una lama "normale" - diciamo una koto che costa meno di una spada nuova - non si "rovina" con una pratica di iaido, nel senso che una leggera usura non va ad intaccare il suo valore artistico o quello venale.

Viceversa una spada importante generalmente ha una politura adeguata, effettuata da un toghishi importante che ha lavorato al meglio, per cui anche i più leggeri graffi possono danneggiarla, come diceva Andrea.

 

In breve: qualche invisibile graffio sul mune non rovina una lama: sono come i graffietti sul motorino: ce li abbiamo tutti. Poi se uno ha una Harley custom supercromata cerca di non averli, ma è tutto in proporzione!


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Sì beh Giuseppe è vero, è sempre la solita diatriba, comunque trovo che anche solo il mettere a confronto i diversi punti di vista sia utile a scoraggiare utilizzi impropri da parte di chi non sia effettivamente preparato tecnicamente e mentalmente. Quindi al di là dell'opinione personale l'importante è che eventuali cialtroni si rendano conto delle responsabilità che tale scelta comporta. Sarebbe già un buon risultato non ti pare? :ok:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Si, certo. Comunque basta dargli un pò di educazione... Recentemente un amico, piuttosto bravo in iai ma assolutamente ignorante in materia di spade ha comperato una shinto per la pratica. Una lama stanca con bo-hi aggiunto recentemente, quindi di interesse artistico modesto. Fai conto che con la tsuka rimessa in ordine e una tsuba carina antica ha speso sui 4000 euro, per una lama di oltre 70 cm con un hamon interessante polita al 50%. Si tratta di una tipica lama per me adattissima allo iai, nel senso che è già rovinata di suo da troppe politure, già segnata dal tempo e "rovinata" dall'aggiuunta di un horimono non originale... che male c'è a farle fare qualche rinfodero?

Io gli ho insegnato le regole base di manutenzione e di rispetto, ma tanto male, a quella lama, uno che è bravino a fare iai non ci può fare!


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Mi trovo perfettamente daccordo con Kentozazen...Una lama Shinto(forse sono un pò troppo purista in questo) negli ultimi 400-500 anni ha assistito alle alterne vicissidutini storiche di una grande nazione quale il Giappone,anche se la usasse Morihei Ueshiba in persona avrei di che ridire...Se proprio dovessi usare,e parlo a titolo personale, una sciabola giapponese per lo iaido o anche solo per il tameshigiri o qualsiasi tecnica concepita dai giapponesi che riguardi l'uso di una Katana(ma anche kodachi,tanto e quant'altro...)la mia scelta cadrebbe su una Sunobe o una Murata-to,che se "truccata" (mi riferisco alla tecnica hadori e Nugui) in modo adeguato e inguainata in una koshirae di buon livello di certo non sfigurerebbe durante una rapida estrazione della spada...

Inoltre le lame sopra citate furono prodotte in gran quantità e il loro costo sul mercato è di gran lunga meno esoso di quello di una vera Nihon-to eseguita con i metodi e materiali tradizionali!...


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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