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betadine

il Giardino Giapponese

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..tutto il tempo che vorrai, :arigatou:

(perdona l'indiscrezione.. ma tu hai un fratello/sorella - o - tu hai due figli .?. scusa ancora. solo una piccola curiosità africana. è' che questa sequenza mi gira intorno.)


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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due sorelle,due figli

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lo chiamo software ma non è altro che l'aspetto meno concreto e più coinvolgente della storia

 

Nel mio lavoro ho avuto modo di notare la stretta e costante interazione tra mente e corpo, quasi mai percepita dal soggetto ma con cause ed effetti evidenziabili sperimentalmente. Gli studi in questo campo sono avanzati di pari passo con la maggiore conoscenza nell'arte medica e con la scoperta di principi chemioteraci più mirati, che permettono di curare la maggior parte delle affezioni conosciute. L'aggettivo "conosciute" non è usato casualmente e vuole sottolineare il lapalissiano concetto che non possiamo riparare qualcosa prima di sapere come funziona. Alcune menti aperte attive in varie branche della medicina, avevano notato il verificarsi di fenomeni non spiegabili con le conoscenze correnti, fenomeni capaci di deviare il corso di patologie di tipo fisico e psichico e che ne modificavano l'evoluzione senza apparente spiegazione. Se ne cominciò a parlare dapprima sottobanco e al di fuori di ambienti ufficiali deputati alla celebrazione del sapere certificato. C'era il rischio di essere tacciati di cialtroneria e quindi la conoscenza tardò ad emergere in qualche consesso scientifico con studi e lavori pubblicati coraggiosamente dai primi pionieri e non sto parlando di ere antiche ma dei giorni nostri o poco più addietro. Le varie esperienze interagirono trovando una reciproca e progressiva conferma e si arrivò ad ottenere i risultati oggi ritenuti incontestabili: era nata la psiconeuroendocrinoimmunologia.
Ma la cosa stupefacente è che tutto questo fosse già conosciuto ed utilizzato in pratiche comportamentali fin dal passato. Volendo semplificare, si sapeva che un particolare atteggiamento mentale era in grado di influenzare non solo l'umore di un individuo ma anche le sue funzioni ormonali, il metabolismo, la capacità di rispondere alle aggressioni virali o batteriche attivando più o meno la risposta immunitaria e modulando quelle catecolamine cosi importanti per le reazioni difensive in condizioni di pericolo o più in generale per la risposta agli stress di varia natura. In altre parole, si erano resi conto empiricamente con la sola osservazione, che chi seguiva certe pratiche comportamentali aveva più probabilità di sopravvivere e star bene nel fisico e nello spirito.
Tornando al mio piccolo karesansui, la sfida era quella di superare lo scetticismo facendo sperimentare di persona il "miscredente", portandolo lassù, su quella terrazza, senza però fare l'errore di accennare a filosofie zen, influssi metafisici di natura non meglio precisata ma mettendoci a sedere su comode poltroncine da giardino, sorbendo un the e parlando del più e del meno, poi far finta di non notare le sue fugaci occhiate a quella distesa di graniglia candida discretamente percorsa da cerchi appena tracciati che circondavano dei cluster di pietre disposte apparentemente senza motivazione o criterio ecc. ecc. Dopo un pò l'amico non resistette e cominciò con domande di tipo progettuale (fa l'architetto) che ben prestò deviò su storia, motivazioni, cultura e alla fine, dopo due ore, mi salvò un acquazzone che lo riportò al presente: era partito per la tangente con la fantasia. Ci si rivide dopo qualche settimana e mi confidò che aveva scoperto un mondo sconosciuto.
La reazione più incredibile l'ha avuta il mio nipotino all'età di tre anni. Quando gli ho dato un rastrello di legno e l'ho invitato a superare il bordo del giardino per camminare sopra la distesa di graniglia candida e minuta, si aggirava tra quei disegni circolari e tra le rocce. Ha poi rastrellato, cancellato e ha iniziato a tracciare da solo arretrando affascinato dalle figure che si andavano delineando, inciampando su qualche pietra per rialzarsi e ricominciare. Ho dovuto portarlo via di peso dopo tre ore con la promessa di ritornarci al più presto.

 

Credo che questo sia solo uno dei tanti modi con cui si manifestano gli influssi positivi del distacco, inteso come il considerare tutto necessario ma niente indispensabile in moda da poter scegliere le cose veramente importanti. Ci creiamo o ci vengono indotti dall'esterno troppi bisogni, pensiamo di avere già fatto molto perchè magari siamo stanchi, stressati e sentiamo che di più non ci si può chiedere. Ma forse, abbiamo dato troppa importanza e spazio a cose che non lo meritavano. A livello di coscienza probabilmente non lo percepiamo ma il nostro organismo sa bene cosa gli può servire e di cosa può fare a meno. Si innescano meccanismi che possono far affiorare emozionini stressanti o conflituali, in poche parole uno stato di disagio che può cronicizzarsi in malattia.
Io vi posso dire della sensazione percepita stando da solo, in estate nelle prime ore dopo l'alba o nel tardo pomeriggio o anche la notte alla luce dei vicini lampioni, è una sensazione appagante, non saprei definirla altrimenti e penso che ogni altra definizione sarebbe superflua, perchè le mie sensazioni sono le mie, ma so di cosa sto parlando per esperienza di vita e di lavoro.
Un'ultima considerazione: tutto quanto sopra detto va inquadrato in una recentissima acquisizione in neuroscienze: l'ambiente modifica la trasmissione genetica delle caratteristiche non solo somatiche ma anche comportamentali e tutto quanto si verifica in tempi rapidissimi nell'arco di una o due generazioni, non è la mutazione darwiniana che richiede millenni e non è induzione educativa: un figlio può ripetere i comportamenti acquisiti come retaggio dei genitori anche nell'ipotesi di non averli mai conosciuti e di essere allevato da genitori adottivi: questa branca si chiama epigenetica.

Qualcuno diceva "siamo quello che mangiamo", è verissimo ma oggi si sa per certo che noi tutti siamo prima di tutto quello che facciamo
:arigatou:

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A proposito di cose che influenzano la psiche, ci fu un contemporaneo di Francesco che viveva non lontano da dove provengono quegli splendidi sassolini bianchi.

Era di Pisa.

Di mestiere matematico, abile al punto di meritarsi una borsa di studio da nientepopodimeno che Federico II, lo Stupor Mundi.

Si chiamava Leonardo, ma è noto ai più come il Fibonacci.

Fra gli studiosi di fisica e matematica è molto nota una sua successione numerica, che si ottiene aggiungendo un numero dato dalla somma dei due precedenti. La particolarità di questa successione è che descrive piuttosto bene la crescita in Natura, dalla popolazione dei conigli alle cellule.

Forse non percaso, questa successione ha una ulteriore particolarità. Il rapporto tra un numero è quello che lo precede converge molto velocemente ad un numero irrazionale, noto dall'inizio della storia dell'uomo.

Si tratta di un numero irrazionale, noto con il nome di sezione aurea, perché è ben definito da un rapporto di segmenti che stanno in una certa relazione tra loro. Il numero è ben noto ad architetti ed ingegneri di tutti i tempi, che usano progettare su queste proporzioni.

Di lì a qualche secolo, sempre in zona, nacque un altro Leonardo che lo utilizzo in lungo e in largo.

 

Utilizzando quadrati di lato uguale alla successione di Fibonacci e disegnando i quarti di cerchio in essi iscritti, si genera una curiosa figura.

Si tratta della spirale logaritmica, che ben approssima ad esempio la crescita della conchiglia del nautilus o la coda del cavalluccio marino.

L'andamento della curva è perciò ben approssimato da un esponenziale in cui la crescita dell'esponente ha come medio proporzionale di crescita dell'angolo proprio il numero irrazionale di cui stavamo parlando.

 

Quel numero è da sempre un influencer della nostra psiche, perché lo viviamo come naturale, come bello, come elegante.

Il rapporto tra i lati di una carta di credito o di un biglietto da visita tutt'oggi danno quel numero come risultato.

 

Mi domando se sia casuale il fatto che tu abbia deciso di porre su uno sfondo bianco, dei sassi neri posti proprio sul percorso di questa spirale.


 

月の道

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Non è casuale, mi fa piacere che l'hai notata. La sequenza di Fibonacci e la sua rappresentazione grafica è la più efficace sintesi di come vanno le cose in natura e nell'universo. Era la prima osservazione che mi aveva colpito facendo un raffronto con la ricerca dell'armonia che da sempre perseguiamo in occidente e per contro l'asimmetria tanto cara agli orientali. Non poteva essere che uomini della stessa terra ricercassero sensazioni cosi divergenti. Avevo sempre accettato il fatto dell'ipotesi ricorrente che il cervello umano prediliga la simmetria. Alcuni studi fatti su bambini, per esempio, avrebbero dimostrato una preferenza non culturalmente indotta per oggetti simmetrici, piuttosto che asimmetrici. Il filosofo greco Plotino affermava: "La bellezza visibile nasce dalla simmetria delle parti, l’una in rapporto all’altra, e ciascuna in rapporto all’insieme; dunque la bellezza di tutti gli esseri è la loro simmetria e la loro misura"

L’incontro con l’arte orientale di impronta taoista e zen, centrata sulla asimmetria come elemento destabilizzante e dinamico, essenza stessa del mutamento ha messo in discussione le nostre certezze. La sezione aurea col rettangolo perfetto sembrerebbe dar ragione a noi occidenteli ma nella stesse rappresentazione è possibile inserire il triangolo aureo che scompaia le carte in tavola

triangolo aureo.jpg

 

La spirale inserita nella pianta del progetto, ha la funzione di indicare la posizione dei punti notevoli, le pietre in questo caso, perchè in fotografia, l'occhio è guidato in certi percorsi spontanei che obbediscono a certe regole e tanto più si rispettano queste ultime, tanto più efficace sarà l'impatto sull'osservatore.

Mi potresti far notare che è un effetto un pò studiato, che contrasta con alcuni passi del discorso sinora fatto, ma io sono sicuro che gli antichi progettisti del Ryōan-ji non abbiano buttato le pietre a caso nello spazio del giardino. Il fascino di quel giardino sta forse proprio nell'incertezza della certezza o viceversa.

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Se consideri che i rapporti 1/2 2/3 3/5 5/8 sono approssimazioni sempre più vicine alla sezione aurea, scopri presto che la sezione aurea è molto presente nel concetto di bellezza giapponese, dalla disposizione dei tatami, alla progettazione di pagode, alla disposizione dei fiori.

Non potrebbe essere diversamente, visto che la Natura è davvero alla base dell'arte giapponese.

39804688-D6BF-4A59-A731-630CC0CA9697.jpeg


 

月の道

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(molto interessante.).

Mi prendo ancora un po di tempo, ma nel frattempo volevo chiederti delle pietre, quelle grandi.

Mi pare di non aver letto nulla ..


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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(molto interessante.).

Mi prendo ancora un po di tempo, ma nel frattempo volevo chiederti delle pietre, quelle grandi.

Mi pare di non aver letto nulla ..

sono comuni pietre a tessitura liscia e chiara alcune, microporose le altre scure di roccia lavica. Le rocce vanno disposte in clusters dispari di pietre dispari(asimmetria) posizionandole ai vertici di un triangolo irregolare , se possibile. In ogni gruppo c'è una pietra dominante in altezza, una intermedia generalmente coricata ed una più piccola. Io ho preso a modello la disposizione di alcuni scogli presenti qui vicino nel mare: Lo scoglio del corno il pan di zucchero e altri raggruppamenti limitrofi e mi piace pensare che si tratti di quelli visti dalle vicine falesie. Le rocce più scure sono posizionate più prossime all'osservatore, come apparrebbero in realtà, quelle più chiare via via più lontane in grandezza decrescente, come sfumate nella nebbia. I cerchi stanno a figurare le onde. L'originale è composto da 15 pietre e gli osservatori guardando dal patio, ne possono vedere solamente 14, qualunque postazione scelgano

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Se consideri che i rapporti 1/2 2/3 3/5 5/8 sono approssimazioni sempre più vicine alla sezione aurea, scopri presto che la sezione aurea è molto presente nel concetto di bellezza giapponese, dalla disposizione dei tatami, alla progettazione di pagode, alla disposizione dei fiori.

Non potrebbe essere diversamente, visto che la Natura è davvero alla base dell'arte giapponese.

già, è verissimo

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Intanto grazie, Rob.

Grazie per la tua condivisione .. dello spazio e della visione.

Ho passato diversi momenti nel tuo giardino, come avevo già fatto difronte ad alcuni fabbricanti di archi o difronte ad alcune stampe nelle vs. case, grazie alla vs.ospitalità.

Oramai mi conoscete abbastanza, e, quindi, col massimo rispetto e senza alcun intento di giudicare, faccio alcune riflessioni a voce alta.
Parto dalla fine..

“semplici pietre” .. semplici pietre che si portano appresso qualche millennio di vita; una levigata da acqua e vento, l’altra, coriacea e vulcanica, manifesta la sua matura magmatica porosità.
Sono pietre mutanti forgiate dal tempo, una chiara e una scura, che ricordano il noto simbolo taostia.. yin scuro e yang chiaro .. 
due estremi che si completano.

Come hai ben fatto notare, nell’originale ci sono 15 pietre, quindici pietre in cinque gruppi.. e ne vedi sempre una in meno,
perché “quell’ultimo sasso” sei tu.
(chiaro, come il teorema del katanakake, che le sedute sono state sapientemente posizionate.))

 

Quei gruppi di tre pietre ci portano ai tre principi dello shintō..
La natura, l’insieme degli insiemi, matrice dell’esistenza, nel bene o nel male

La famiglia, nel quale ogni persona trova esistenza, senso e importanza
La purezza, fisica e morale
Su di loro vegliano i Kami.. e così siamo a quattro.

 

Mi chiedevo come mai nella tua interpretazione avessi eliminato le “zolle di terra” dove il muschio la fa da padrone, ricordandoci vivamente “il senso di impermanenza delle cose” .. ma tutto sommato ci siamo noi, riflessi nelle nostre ombre crescenti o calanti a mostrare tutto ciò.

Sulla aurea conchiglia di Fibonacci avete già detto molto, e nel tuo giardino la “hitaisho” è stata rispettata, riflettendo il battito (kokoro).. quella asimmetria è segno di spontaneità che attiva la disposizione dinamica (quasi casuale) degli elementi, al pari della tenacĭtas.

Anche in natura, non è mai casuale.. dalla generatrice forza delle acque che, al mutar della temperatura, genera variazioni di pressione e le correnti e da loro venti e piogge determinano il fluire degli eventi.. come la Luna per le maree o nella rivoluzione del generatore ciclo.

Il tutto delimitato dell’«en», un confine che apre sul mondo interno ed intimo, che ci fa apprezzare “la giusta distanza”, quel «ma» presente nel gesto dell’inchino, come nel “tobi-ishi”, la giusta distanza tra le pietre del roji, come nella misura del passo nel tiro con l’arco.

(come nell'armonia delle cose, come nella musica - perdona, ma il riflesso mi chiama..- quello è il «ma» la giusta distanza.. non il vuoto o "mu")

 

La mia curiosità africana era legata ad uno strano rito che talvolta si compie in quelle terre.. leggendo gli ossicini. Nel tuo caso, o meglio nel tuo giardino, è molto evidente “la discendenza”, dove da un primo gruppo si stacca una piccola pietra e nel mare magnum della vita ristretta, due altri gruppi han già trovato il loro apparente equilibrio. Insomma, gli antenati.. la nostra storia, nella nostra amata terra.

 

Per concludere.. all'inizio, avevo trovato dissonanti le tue parole “sul vuoto” rispetto al mio concetto del «mu» .. ma poi neanche tanto .. come neanche tanto son lontane Sardegna e Giappone, rispetto all'Universo conosciuto.

Per me la finestra non è uno spazio vuoto.. da qualsiasi angolazione la si guardi, da dentro vedo il mondo circostante, da fuori vedo luci e vita familiare. Il "vuoto" sta in una porzione di parete vuota o in foglio bianco, e non è uno spazio da riempiere.. è un "vuoto" che genera armoniche.

Vedo vita , vedo energia.. e da qui la eliminazione della distanza .. Energia, quel “ki” che non ha bisogno di una massa sparata al quadrato della velocità della Luce.. è una energia che pervade.

 

Forse il “vuoto” lo trovi quando guardi il tuo giardino.. a me è successo guardando semplici fotografie di sassi bianchi e neri... che racchiudono la vita di un uomo intento a distribuire "stimoli e placebo".. e sicuramente è più vicino di quanto pensiamo. Basterebbe tornare "a togliere" e fermarsi semplicemente a guardarsi intorno .. (anche se non è più così semplice, quando cresciamo.. comportarsi come il tuo piccolo nipote.)

Grazie Rob ..

 

IMG_1937.JPG


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(sperando di non aver “offeso” nessuno.. io continuerei questa panoramica sul giardino giapponese, se non avete nulla in contrario..)


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Vi ringrazio per aver visitato il mio giardino, anche se virtualmente. Ringrazio getsu per gli approfondimenti ineccepibili nel suo spaziare tra scienza, arte, filosofia e religione, argomenti non facili da trattare col realismo dell'uomo di scienza e l'obiettività del laico. Ringrazio beta per l'analisi che riprende principi dello Shinto e li usa per interpretare i vari spunti del mio karesansui, ti ringrazio ma non credo di aver voluto consciamente applicare tutto quanto hai scritto. Confesso la mia impreparazione nella materia e questo è stato in poche battute, un bell'approfondimento, un valore aggiunto che difficilmente avrei potuto trovare al di fuori di questo consesso :arigatou:

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Ognuno ha la propria visione, ovvio che sia la mia, e nella strada percorsa tutte le parole fluttuano nel vento senza pretendere che qualcuno le acchiappi... si poseranno senza pretesa. Come per il tuo giardino, come per una nihonto.. che dal momento che passa togi, non è più tua, ma diviene occasione di condivisione per tutti quelli che ci passeranno vicino, anche senza toccarla, anche solo in fotografia.

Che il Giappone riservi sorprese è oramai abbastanza chiaro, ma forse non tutti sanno che cè una specifica disciplina (arte) per la coltivazione delle pietre.. suiseki.
Si dice che nel concepire un giardino bisogna pensare a "ishi wo tateru" ad erigere le pietre.. poi il resto (nel caso).

Ogni singola pietra è parte di qualcosa di più grande.
Ogni singola pietra, ogni singola particella della montagna ha in sé le qualità dello yang e, ogni singola particella, in un modo o nell'altro troverà la sua metà yin.. l'acqua (pensateci bene... foss'anche l'acqua del mocio .. )
C'è ovviamente un codice che invita all'uso e alla manifestazione delle pietre, in base al loro utilizzo, ma senza addentrarci oltre, mi fermerei sul verbo «coltivare» .. un tale disse : non esisterebbe suiseki senza la capacità umana di coltivare pietre, ma non esisterebbe l'uomo, se questi non avesse la pazienza di coltivare . . . .


(è una strage di accenti da tel.. stasera metto un po' di ordine)-((mi pare meglio.. almeno da un punto di vista del "colore"))

e mi pare, se non ricordo male, che quel tale dovrebbe chiamarsi Confucio.

Modificato: da betadine

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Armonia, bellezza, compassione possono convivere con brutalità, violenza e durezza?

In un giardino di pietre come in una spada esse convivono serenamente.

Il segreto?

Il popolo giapponese forse non ha mai brillato per originalità.

Esso è stato tuttavia insuperabile nell'osservare e nell'ascoltare.

Esso ha saputo udire e far proprio il bisbiglio di chi è maestra nel far convivere il nonsenso.

La Natura.

 

(...e certamente, Rob, se questa parlasse mai una lingua, essa sarebbe molto prossima alla matematica.

Chi vede in questa lingua la regina della razionalità non si è mai davvero interrogato sulla ragionevole assurdità di quel castello di postulati e assiomi su cui essa si regge)


 

月の道

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...a proposito di "cose" che si tengono su )-( per chi volesse approfondire.. suiseki.pdf


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alcune opere suiseki

mountain.jpgmountain1.jpgmountain2.jpgdaiza1.jpgdaiza.jpgdaiza base.jpgsuiseki neutral.pngtokonoma.jpgfigura.jpgsuiseki con erba accompagnamento.jpgtokonoma1.jpgkikumon seki crisantemo.jpgshimagata ishi.jpg

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questo mio cugino, tuo vicino, resta dove è nato, apparentemente immolibile, a mostrar tutta la sua naturale bellezza..

 

Capo d'Orso.JPG

p.s. il primo basamento è veramente notevole. Complimenti

Modificato: da betadine

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Scolpito dalla sabbia portata dal vento, in migliaia di secoli, su queste terre da molto prima dei nuragici

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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