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betadine

il Giardino Giapponese

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Grazie del dotto commento...

molto appropriato.. visto che siamo in ambito botanico, dove il dótto è una sorta di percorso che permette la comunicazione tra gli spazî intercellulari e l’ambiente esterno, con scambi nei due sensi.

(io stavo per scrivere che amore e morale son due rotaie posizionate alla giusta distanza.)

Visto che si parlava di fiori, ho pensato di illuminarci la vista.

 

Tottori_Hanakairo Flower Park.jpg

 

Kuju Flower Park in Taketa City_Oita.jpeg

 

Hitachi Seaside Park - Ibaraki's Nemophila Garden.jpeg

 

The Wisteria at Kameido Tenjinja Shrine.jpeg

 

Fuji Shibasakura.jpeg

 

Hamamatsu Flower Park in Shizuoka.jpeg

 

Muramatsu Park And Tulip Fields In Niigata.jpeg

 

Hitsujiyama Park in Saitama.jpeg

 

A Sea of Azaleas at Narukawa Garden_Mt Ikoma.jpeg

Le foto provengono da qua https://matcha-jp.com/en/5811 un sito molto interessante per i viaggiatori..

 

… e per chiudere queste splendidi immagini ci spostiamo nel Kantō, a un paio d’ore da Tōkyō, verso nord-est, nel distretto di Naka e nel cuore pulsante dell’antico shogunato di Minamoto no Yoritomo nel Kamakura.. una terra devasta dal Grande Kantō del ’23 e, per non farsi mancare nulla, questa piccola città (erano due per la verità, più un grande villaggio: Hiraiso, Minato e Katsusa), vista la sua “nuova” natura industriale, fu bersaglio di bombardamenti arei e navali nel WWII.

Da pochi anni, nel 1994, Nakaminato (già unione di Hiraiso e Minato) e Katsusa si fusero nuovamente dando vita a Hitachinaka...

(si.. proprio l’Hitachi che molti avranno avuto per le mani.))


Senza nulla togliere agli altri “fiori”, qua vegeta una varietà molto particolare, la kochia scoparia, ermafrodita e poligama, una pianta a fiore, nel cui seme l’embrione è fornito di due coticoledoni (la natura semplificata: maschio e femmina in un solo essere), pare anche lei partita dalla Persia.. come il nostro viaggio tra i giardini.))

A parte queste amenità, la vista qua, è stupefacente.. acqua e aria e terra e fuoco.

Per dirla come ai tempi del Kamakura..

tra la serenità di cielo e mare, c’è un naturale fondo di sangue.. e in lontananza l’uomo fa una altro giro di giostra.

(..questo sasso non son riuscito a trattenerlo.))

 

Kochia-Hitachi Seaside Park - Ibaraki's.jpg


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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Certamente tutti sapete che in Giappone la manifestazione aperte delle emozioni non viene vista come segno di buona educazione.

Attenzione, non il provare emozioni, che è anzi sinonimo di sensibilità e cultura.

Il manifestare.

Questo non vale solo per i comportamenti, vale anche per il corpo.

Avrete certo notato che le donne di tutto il mondo tendono ad utilizzare il rosso nel trucco. Specie per le sensibili labbra.

Si tratta di un vero e proprio "trucco".

L'uomo percepisce questo rosso come un aumentato flusso sanguigno ed associa inconsciamente ciò alla sua presenza.

Il messaggio subliminale è quello che la donna cui è fluito il sangue al volto ha provato un'emozione.

Quell'uomo non gli è indifferente, da ciò una sua disponibilità.

Naturalmente, non corrisponde al vero.

La donna che si trucca intende semplicemente essere desiderabile è desiderata.

Non, tuttavia, con ogni persona che incontra.

Desidera essere affascinante.

 

Se vogliamo, questo movimento interiore, questo flusso di sangue, è proprio l'etimologia della parola emozione che significa ex-movere "muovere da", cioè smuovere da uno stato. Qualcuno vede addirittura nel termine emozione una radice emo-azione, una azione del sangue.

Beh, tutti sappiamo che il movimento del sangue è retto da un organo che è il simbolo stesso dell'amore e dell'emozione: il cuore.

Il suo frequente palpitar è dunque certamente segno del provar una forte emozione.

 

Ma poiché è disdicevole mostrare questo movimento corporeo, la donna tradizionale giapponese si trucca di ... bianco.

Il colore del controllo supremo, il pallore che noi, invece, associamo alla morte.

...Lo fanno anche i Giapponesi, perché il bianco è proprio il colore del lutto.

 

Ciò che è meno evidente è che il sangue non è solo rosso.

Lo è quello arterioso, mentre quello venoso è blu, come il sangue dei nobili.

Le divinità Giapponesi, ma anche più in generale le orientali, sono spesso raffigurate con la pelle tinta di azzurro-blu.

Rosso e blu sono dunque i colori del movimento sanguigno da controllare, specie se si è di casta nobile, di casta Samurai.

Il segno di una dinamica bipolare che deve essere costantemente tenuta dominata.

 

Creare il colore viola e indaco, il colore imperiale e della nobiltà, è un processo Tradizionale complesso è costoso.

Si fa dai fiori, o da una specie specifica di piccole conchiglie.

Solo i nobili più ricchi potevano permettermelo.

Ma esso rappresenta anche l'equilibrio ed il controllo del flusso sanguigno.

Parimenti, spesso, i katana bukuro delle shirasaya sono preferibilmente viola.

A ricordo del contenuto, che va sempre

 

Rosso, blu e viola sono pertanto i colori della nobiltà e dell'educato controllo.

Ma al tempo stesso, sono il colore dell'emozione.

 

Dopo queste parole, scorrete nuovamente le fotografie floreali di Betadine, postate qui sopra

Capirete così, cosa prova un Giapponese, anche se ne ha probabilmente dimenticato, nel lontano passato medievale, il motivo.


 

月の道

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@@ Walter, curatore di azalee.. questa è dedicata a te.

 

azalee.jpeg


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Con spirito di condivisione e per chi avesse un pò di tempo da perdere ...

.dal baule del mondo..

GiardiniZen.pdf

(oggi ho preparato gli aperitivi.))


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.. per stimolarvi nel download, tanto l'estate è alle porte e del tempo si troverà, rammento solo un pensiero "sentito" nel giardino di un maestro del tè:

« In epoche dove la giustizia non è poi cosi ben collocata,

talune cose rendono chiaro e visibile il manifesto dell'uguaglianza e dell'equilibrio,

prima e nel corso della battaglia.»

così è ... e poi.. tutto torna.

:arigatou:


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Che la giustizia sia ben collocata o meno, è estremamente chiaro il motivo per cui è opportuno per un guerriero passare il suo tempo in un giardino, ed è perché non è altrettanto opportuno che un giardiniere passi il suo in un campo di battaglia.

 


 

月の道

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A pensarci bene, però, il vero campo di battaglia è quello che affronta da millenni e quotidianamente "un giardiniere".

Provate a sentirne "qualcuno" in questi giorni nel nuorese..

 

La famelica è uno dei pochi "esseri viventi" che è riuscita a metter daccordo le tre più grandi religioni monoteistiche!!! (e ho detto tutto.))


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Yokazura .... il sakura... quando o sol vai descansar..

 

yokazura.jpg

 

yokazura2.jpg

 

yokazura3.jpg

 

yokazura4.jpg

 

yokazura_temple.jpg

 

yokazura_Hiroshige.jpg

Cherry Blossoms at Night on Naka-no-chô in the New Yoshiwara (Shin Yoshiwara Naka-no-chô yozakura)

 

Famous Places in the Eastern Capital (Tôto meisho), serie's.
Utagawa Hiroshige (1797-1858)
Edo period -about 1840–42 (Tenpô 11–13)

 


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... e visto che narriamo di fiori e frutti, non dimenticate che domani 17giu (ndr) ci sarà la "Luna Fragola"..

così la chiamavano e ancora la chiamano i nativi Algonchini, antico, ma ancora presente, popolo di indiani d'America.

La Luna che chiama al primo raccolto d'estate, col suo bel coniglio lunare in primo piano. (Sailor Moon, dixit)

 

Tsuki no Usagi.jpg

 

(scartabellando qua e là..)

... una correlazione di carta lega Sailor Moon agli Algonchini o Abenaki .. da un capo di questa tribù nacque Pocahontas, e non solo.

In questa tribù, che comprende Arapaho, Cheyenne, Cree, Mohicani, i famosi Piedi Neri ed altre, che attualemente stanzia nelle foreste canadesi, è molto viva la credenza nei contatti e nella presenza degli spiriti guardiani e nel culto degli antenati.

Viva è l'interazione tra religione, arte scienza e convivenza.. il mito è necessario proprio come collante culturale, in quanto descrive le origini del mondo, dei riti sacri, delle arti e delle attività quotidiane.

Tutto è legato sotto questo cielo.... temi come la creazione, la nascita della conoscenza, gli eventi naturali, la morte e l'aldilà, sono tramandati nella narrazione.. dove una "fessura nella roccia" viene considerata sia come entrata nel mondo dell'aldilà sia come la matrice di Madre Terra che ha generato l'umanità.

In questo luogo c'è anche una sorgente sotterranea, e lo sciacquio dell'acqua si sente in superficie.

Il popolo interpreta il rumore dell’acqua percepito dalla roccia come la voce degli Spiriti che comunica con loro.

... è proprio vero che questo Mondo è davvero molto molto piccolo.

Modificato: da betadine

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Considerato che di là siamo arrivati all'acqua.. (ed anche qua.. quattro "dl" per 4 elementi))

c'è un particolare "essere vivente", originario del Giappone che potrebbe accompagnare "qualche appassionato"...

(probabilmente già noto ai più.)

 

Ecco a noi la ..“algapalla”..

 

Marimo.jpg

 

Scientificamente noto come Cladophora o Aegagropila linnaei è una pianta acquatica a forma, ovviamente, di palla che cresce spontaneamente nei laghi Australiani, Scozzesi, Islandesi ma soprattutto nel lago Akan in Giappone.
Il suo "nome comune" è Marimo e deriva da "mari" = biglia e "mo" = pianta d'acqua.

La sua forma sferica deriva dalle onde e dalle correnti presenti nelle acque originarie che modellano i filamenti facendolo rotolare dolcemente sui fondali. Vive in natura più di 100 anni e, si narra, ci siano esemplari che sono arrivati fino a 200.. ma la sua straordinaria particolarità è che cresce solo 5 millimetri all’anno.

Il Marimo è un essere vivente che non necessita di particolari cure, ma ovviamente bisogna ricordarsi che per mantenerlo in vita sono necessari alcuni accorgimenti.. di solito l’alga-palla viene venduta in barattoli o vasi decorativi pieni di acqua ed è necessario cambiare l’acqua ogni 2 settimane in inverno, mentre in estate l’operazione va fatta ogni 10 giorni.
Durante questa operazione dovrete sciacquare e poi schiacciare il buffo essere come se fosse una spugna; in questo modo rimuoverete il liquido in eccesso prima di reintrodurre il Marimo nel suo habitat.
Chi lo desidera può mettere le buffe alghe all’interno di un acquario purché non siano presenti pesci rossi. ( per loro è nu babà..)
Oppure si può allevare in bocce o barattoli in qualunque angolo della propria tana..
L’importante è che non prendano luce diretta e stiano in un luogo fresco.

A questa alga-palla viene conferito il potere di donare amore, serenità e longevità ed è un regalo beneaugurante in ogni occasione, perché, come in tutte le cose...

 

Una leggenda narra che due innamorati si nascosero sulle rive del lago Akan, in Giappone, per sfuggire alle famiglie che li volevano separare. Per vivere un amore eterno i loro cuori si trasformarono in mari-mo e fluttuarono insieme nelle acque senza separarsi mai più.

 

ni_marimo.jpg


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... ovviamente il "marimo" è Tesoro Nazionale Vivente, dal 1921

e per chi ha pazienza o crede nella criogenesi..

 

BigMarimo.jpg

 

CutMarimo.jpg


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... e visto che siamo ancora dalle parti dell'acqua ..

 

Naka Shin'en_Kyoto.jpg

Kitagawa_Shitoku.jpg

Mizuno-mori_Kusatsu_Shiga.jpg

Loto.jpg


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.. e siccome anche un giardino necessita di perseveranza, stasera condivido un frullato di energia con due espressioni ..

 

garden and landscape

volontà e costanza

 


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Tralasciando, si fa per dire, la pratica marziale, rientriamo a Kyotō e ci affacciamo dal Nomura Art Museum… un museo dedicato al chadō..

un museo dedicato a té.

Ogni angolo e ogni oggetto in esso contenuto, al pari di quelli lasciati liberi all’esterno, testimonia quanto antica e radicata sia in Giappone

(il, lo, la) chanoyu , letteralmente «tè e acqua calda»

.. «la cerimonia del tè» ..

 

NomuraArtMuseum.jpg

La “via” proviene dalla Cina e in quel suffisso «» sta tutta la “affinatura” compiuta nel tempo nel Tenshō.

 

L’arte del Tè era conosciuta in Cina già nel III secolo e ebbe il suo massimo fulgore nei trecento anni che seguirono il 600, soprattutto per mano di Lu Yu, che sosteneva, oltre ai benefici effetti, anche l’armonia tra “i cinque elementi” .. acqua, fuoco, legno, metallo e terra.

In Giappone "se ne parlava" già dalla metà del 700, ma è nel XII secolo che, attraverso i monaci zen, questa “usanza” viene declamata nel Kissa yōiōki .. Bere il tè e preservare la vita.

Questa tesi si basa (sempre su fonti cinesi,) sul riscontro di proprietà terapeutiche dell’equilibrio tra i cinque oragani vitali:

cuore. fegato. reni. polmoni. milza.

 

Qua servirebbe che il buon PLeonardoP rindossasse il camice e ci illumini sulla marzialità di questi organi…..

(perche se per i primi 4 ci possiamo arrivare, sulla milza si potrebbe disquisire.. “a diverse persone l’hanno asportata, eppure…. Stan bene!!

Certo che si…. anche senza “Ku” si vive bene lo stesso!!

(a lei non solo il compito di “grande macrofago”, ma soprattutto quello di armare schiere di combattenti bianchi.)

Cinque elementi.

Cinque

Sempre numeri . . . .

Cominciamo dai 4 di base (declamati e regolamentati da un maestro del Tè, Sen no Rikyū.).

Quattro principi fondamentali del chadō..

Wa, armonia in vari livelli e varie direzioni.

Kei, rispetto, tra gli esseri partecipanti e gli esseri che respirano, (incluse le piante).

Sei, la purezza, essenza ed essenzialità fisica e morale, senza eccessi.

Jaku, la tranquillità «dominare il cuore, ma non essere dominato».

 

Questi elementi generalmente, secondo tradizione, si manifestano in una “stanza” essenziale, marzialmente disadorna (a Rikyū l’aver quasi imposto i dettami, fino alla sua ultima ora..) e l’abbandono di materiali preziosi e di qualsiasi oggetto "adorno" (1903-1969, nel Regno di Prussia).

 

Sulla preparazione potete trovare diversi filmati onthenet, ma per arrivare al sukiya (la stanza) dovrete fare un percorso mai lineare, entrare abbassandosi sotto lo stipite di una porta discretamente bassa (una sorta di inchino forzato, meglio "visualizzato" come "il piegarsi di fronte alla Natura, lasciando, nel rialzarsi, i pensieri fuori..) e passare quattro “stati preparatori” ed essere, come stabilisce la norma, in cinque.

 

A quel punto il maestro della cerimonia, ma di fatto "è lui l'ospite", si ritira per la preparazione e, alla fine, dopo "l'esperienza", raccolti i propri attrezzi, accompagna, ora per una "via diretta", le persone all’uscita.

La natura resta al suo posto e vede le genti passare.

 

Shizuoka_a metà strada tra Kyoto e Tokyo-sullo sfondo il FujiSan.jpg


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Tocchi tanti temi, molti non adatti a questa sede.

Se uno desidera capire perché questi cinque organi sono vitali, deve comprendere perché come e quando colpirli è perché l'esito è quello di portare la morte a chi è colpito per emorragia interna o per blocco del funzionamento elettrico-nervoso.

Vi è un libro che ne parla, viene tramandato da secoli da maestro ad allievo delle arti a mani nude, si chiama Bubishi.

L'arte che ne tratta e spiega come questi organi vadano colpiti e con quali parti del corpo si chiama in giapponese Kyusho, anche se molti utilizzano ancora l'antico termine cinese di Dim mak.

Non mi piace parlare di ciò, non è materiale da internet e anzi ne ho già parlato più del necessario.


 

月の道

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... il bello del giardino è che è un luogo per rilassarsi.

 

Certo c'è sempre qualche stolto che getta un sasso nello stagno.. a disturbar i pesci e i cerchi riflessi della Luna.

Ma come avevi "detto" una volta : « Vecchio stagno .. Una rana si tuffa .. Splash

 

Poi torna la quiete.... sullo stagno.

 

 

...e comunque, tanto per non lasciar parole sospese.. al pari della spada, nata per altri usi ed oggi ammirata e studiata come "oggetto" forgiato da abili artigiani, molti degli antichi dettami di uno sconosciuto testo, narrato come ultima ratio, vengono ancor oggi studiati ed utilizzati per l'agopuntura.

Come dire .. antiche conoscenze ed usanze che l'uomo, abbandonando per buona parte il belligerare, utilizza a fin di bene.

:fiori:


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Per restare in ambito marziale, nel giardino troviamo diversi kihon.... dal tronco contorto alla delicatezza dei fiori ..

dal Loto che, pur nascendo dal fango, arriva a generare un fiore luminoso, quindi metafora vivente della possibilità di passare dall’oscurità alla luce cangiante, dove tutto scorre, al pari della pioggia sulle sue lucide e compatte foglie, restando sereno e imperturbabile sotto i colpi della vita..

•• al flessibile Salice, che si piega ma non si spezza, cede ma non recede..

••• come il Pino, che seppur costretto in ogni foggia, mostra un tenace e glorioso kime..

•• come il Susino, il cui contorto tronco si manifesta, più in alto, con la delicatezza dei suoi fiori, come uno spirito giovane può ancora abitare in un corpo invecchiato.

•••• Come il sociale Bambù, che vive in gruppo, talvolta impenetrabile, col suo tronco cavo che lo rende sia flessibile sia resistente, evocando la qualità umana della modestia, che garantisce l’adattabilità efficace del «vincere senza contendere»

 

Tree.jpg

ci tenevo a precisare, che la connessione ai FabFour "è casuale"

. . . .

(non ho mai trovato associazioni .. del resto nel luogo dell'impermanenza, nulla resta - e meno paletti piantiamo, meglio è.)

Modificato: da betadine

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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