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mabuni1982

Pratica e Lettura

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Volevo condividere anche con Voi praticanti di Spada questo post che reputo interessante, non perchè l'ho scritto io, ma perchè credo l'aspetto delle arti marziali che tratta sia spesso trascurato se non tralasciato:

 

http://laviadelchi.wordpress.com/2013/05/13/pratica-e-lettura/

 

Commentate senza indugi!

 

M.


Cieli Sereni!

La mia Via : La via del Chi

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Interessante Post Mabuni, grazie per la segnalazione.

 

Difficile non essere concordi con quanto esposto.

L'unico problema è non eccedervi troppo in questa, diciamo così, "full immersion" in un AM, e per troppo intendo in modo eccessivo, fanatico, o

maniacale, come spesso più volte visto personalmente un po con tutte le AM soprattutto quelle tradizionali e soprattutto quelle giapponesi o cinesi.

Se si perde il senso critico sulle cose che ci circondano o che sono dentro di noi, specialmente quelle a noi più care, allora si corre il rischio di non

avere più una "chiara visione" ma bensì si avrà una "visione offuscata" su queste e con queste, con inevitabili conseguenze sulle tecniche e dunque

sulla loro efficacia e praticabilità in funzione al contesto in cui dovrebbero o andrebbero usate.

Il Sifu Bruce Lee(anche se lui si autodefiniva un non maestro) diceva sempre "ogni giorno qualcosa di meno non qualcosa di più, elimina

ciò che non è essenziale al comabattimento" e penso non si riferisse solo alle tecniche ma anche al contesto generale del Kung Fu Cinese con

tutta la cultura chiusa e retrograda che questo portava attaccato come bagaglio superfluo e spesso controproducente.

:arigatou:


Giuro sul mio Onore di Cintura Nera; di Preservare anziché Distruggere; di Evitare lo scontro anziché Confrontarmi; di Confrontarmi anziché ricevere del Male; di fare del Male anziché Storpiare; di Storpiare anziché Uccidere; di Uccidere anziché di Morire; di Morire anziché disonorare la mia Cintura.

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Interessante lo spunto da Bruce Lee. Anche se sono convinto che il percorso sia quello di costruire per poi demolire una volta che si è fatto discernimento sulla reale utilità nell' arte o in generale nella vita.

 

Grazie per la risposta. Se hai tempo e voglia, posta anche sul blog la tua riflessione, la trovo costruttiva e stimolante.


Cieli Sereni!

La mia Via : La via del Chi

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"Anche se sono convinto che il percorso sia quello di costruire per poi
demolire una volta che si è fatto discernimento sulla reale utilità
nell' arte o in generale nella vita."

 

E' esattamente quello che facevano i grandi maestri, e che fanno ancora oggi, di Arti Marziali, ma è un discorso che si può praticamente estendere

a qualsiasi arte.

Ovvero studiavano sotto altri grandi maestri del loro tempo e poi una volta appreso quanto gli servivano passavano ad un altro maestro o arte per poi svilupparne una del tutto personale e unica come lo erano loro.

Questa è la differenza tra un Maestro e un "fotocopiatore di un arte" o mero esecutore della stessa. Logicamente questo era più vero in passato mentre oggi,

soprattutto con le AM tradizionali, non ha quasi più senso di esistere.

Si discuteva di questo proprio con Gisberto qui: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=8057&page=3

 

Lao Tze diceva:

Se si vuole estendere, bisogna innanzitutto restringere.
Se si vuole rafforzare, bisogna innanzitutto indebolire.
Se si vuole prendere possesso, bisogna innanzitutto offrire.
Questo è quello che si chiama una visione sottile delle cose.

 

Mabuni se ti fa piacere postare la mia riflessione, che sinceramente non trovo nulla di che ma bensì cosa oramai consolidata e risaputa,

fallo pure senza alcun problema.

:arigatou:


Giuro sul mio Onore di Cintura Nera; di Preservare anziché Distruggere; di Evitare lo scontro anziché Confrontarmi; di Confrontarmi anziché ricevere del Male; di fare del Male anziché Storpiare; di Storpiare anziché Uccidere; di Uccidere anziché di Morire; di Morire anziché disonorare la mia Cintura.

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Se decontestualizzate alcune affermazioni rimangono tali.

Ognuno ha o pensa di avere una sua ricetta ed un suo perché nella pratica di un'arte marziale sia essa Orientale o Occidentale.

Se la pratica è legata ad un utilizzo oggettivo in rapporto ad un vissuto quotidiano forse oltre a essere limitativa può essere anche pericolosa perché creatrice di facili sicurezze.

Una pratica che pone di fronte ai propri limiti aiuta a superarli e forse aiuta a comprendere e comprendersi meglio, gareggiare contro se stessi sia che si vinca o che si perda certamente ci da la possibilità di crescere e di mantenere un proprio asse.

Disgiunta da un processo etico è pericolosa per se stessi e per gli altri, poi anche questo aspetto porta ad uno studio approfondito che ha come risultato la comprensione di se.

Se alcuni libri possono servire per avanzare in questo percorso perché non usarli.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Uhmm si concordo Mauri.

Bisognerebbe distinguere, come ho evidentaziato io parlando di Arti Marziali tradizionali, tra un'Arte fine a se stessa - logicamente parlo

del lato esterno pratico a pragmatico e non di quello, altrettanto importante, interno e dunque di crescita e lavoro sul proprio essere,

spirito, morale, io - e un'AM che ha ancora oggi un utilizzo pratico e concreto, come lo può essere un AM di combattimento senza armi o al massimo con

armi ancora in uso(coltello, corde, bastone, ecc.).

 

Questo è un passaggio chiave:

"Se la pratica è legata ad un utilizzo oggettivo in rapporto ad un vissuto quotidiano forse oltre a essere limitativa può essere anche pericolosa

perché creatrice di facili sicurezze."

Ma purtroppo e di solito nelle AM che si praticano oggi si ha esattamente il contrario di questo.

Pochissimi praticano consocendo il Bukai effettivo che c'è dietro a quello che fanno e ancora di meno sono quelli che hanno potuto mettere in pratica,

per ovvie ragioni logicamente, quello che hanno appreso e se effettivamente questo funziona o meno e se si o se no il perché, ovvero se

è un problema di tecnica, di atteggiamento, o fisico loro. Insomma è un po come stiudiare una lingua straniera senza mai avere la possibilità di

conversare di persona con una persona di madrelingua di tale idioma.

E' proprio il fatto di non poter mettere in rapporto quanto hanno appresso con la loro esperienza pratica di vita che rende l'arte spesso sterile

e ancora più spesso controproducente finendo per essere più un impiccio che un qualcosa di utile e stanurando così il fine ultimo del AM

che si è appresa.

 

A mio avviso l'unica cosa di limitante e pericoloso è proprio la falsa certezza di "possedere un Arte Maziale dentro di noi" che però non abbiamo mai

realmente potuto utilizzare appieno. Dunque non possiamo realmente sapere cosa effetivamente possediamo o non possediamo, di cosa siamo

realmente capaci o non capaci, di cosa realmente possiamo fare o non fare con quest'Arte che si esprime solo ed inevitabilmente attraverso il

nostro Io. Insomma ne più ne meno di avere arco e frecce senza mai aver provato a scagliarne nemmeno una su un bersaglio.

Logicamente parlo per esperienza di vissuti personali e in varie e diverse situazioni della mia vita.

Modificato: da Gabriele

Giuro sul mio Onore di Cintura Nera; di Preservare anziché Distruggere; di Evitare lo scontro anziché Confrontarmi; di Confrontarmi anziché ricevere del Male; di fare del Male anziché Storpiare; di Storpiare anziché Uccidere; di Uccidere anziché di Morire; di Morire anziché disonorare la mia Cintura.

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...

A mio avviso l'unica cosa di limitante e pericoloso è proprio la falsa certezza di "possedere un Arte Maziale dentro di noi" che però non abbiamo mai

realmente potuto utilizzare appieno. Dunque non possiamo realmente sapere cosa effetivamente possediamo o non possediamo, di cosa siamo

realmente capaci o non capaci, di cosa realmente possiamo fare o non fare con quest'Arte che si esprime solo ed inevitabilmente attraverso il

nostro Io. Insomma ne più ne meno di avere arco e frecce senza mai aver provato a scagliarne nemmeno una su un bersaglio.

Logicamente parlo per esperienza di vissuti personali e in varie e diverse situazioni della mia vita.

 

Questo discorso mi fa venire in mente la storia dello sviluppo dei samurai nel 17° secolo in cui, ho letto, si faceva una domanda semplice quanto pragmatica per capire il valore del samurai: "quante teste hai tagliato?". A parte questo pragmatismo, al giorno d'oggi inutile, penso che l'introspezione sia l'univa vera Via percorribile con l'AM nell'era moderna. E' un pò come se i gesti fisici, una volta efficaci nello scontro si debbano, in tempo di pace, trasformare in gesti dell'animo che migliorano la vita del praticante e in una visione più estesa anche quella di chi gli è amico e/o nemico. E' il mio pensiero.


Cieli Sereni!

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Mabuni si concordo ma come dicevo;

Penso bisogni distinguere tra Arti Marziali che hanno esaurito il loro senso pratico, ovvero di scontro/confronto con l'avversario e hanno

mantenuto solo il lato di sviluppo interiore e della propria persona sia in senso fisico sia in senso spirituale e mentale, e Arti Marziali che

hanno ancora un utilizzo pratico e utile al giorno d'oggi proprio per la funzione per cui sono nate o si sono sviluppate seppur e con ambiti ed

utilizzi limitati e rispettosi dell'avversario(non più nemico) che abbiamo di fronte.

Andrebbe anche aggiunto che ci sono AM che hanno anche un valore di utilizzo in operazioni militari, perché al mondo attualmente ci

sono almeno un centinaio di conflitti più o meno ufficiali e molti di più quelli ufficiosi senza contare il numero delle operazioni militari

e/o di polizia che vengono compiute continuamente ogni giorno ovunque sul pianeta, dunque l'utilizzo pratico di molte AM è ancora

un esigenza utile e precisa e non solo per efficacia di tecniche ma anche per avere una "forma mentis" adatta a combattere anche

attraverso e con il proprio corpo e nelle più disparate condizioni e spesso in svantaggio di forze o mezzi.


Giuro sul mio Onore di Cintura Nera; di Preservare anziché Distruggere; di Evitare lo scontro anziché Confrontarmi; di Confrontarmi anziché ricevere del Male; di fare del Male anziché Storpiare; di Storpiare anziché Uccidere; di Uccidere anziché di Morire; di Morire anziché disonorare la mia Cintura.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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