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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Ughen

Le Pietre Per La Politura

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Le Pietre Per La Politura

 

Per restaurare una token c'è una sola via: la politura tramite un togishi (politore)

Questa pratica consiste nell'asportare un leggero velo di acciaio dalla lama per far si che graffi,ossidazione e ruggine spariscano, una buona politura se ben eseguita fa si che le qualità di ogni lama risaltino e siano più evidenti all'occhio come per esempio gli hataraki, il disegno dell'hammon e l'hada.

Per questi molteplici motivi la politura DEVE essere eseguita soltanto da un togishi esperto, una minima variazione di angolazione o un utilizzo non appropriato delle pietre possono infatti distruggere in pochi secondi la bellezza e la funzionalità della Nihon-to, la mano di un buon politore inoltre evita che troppo materiale venga asportato, conservando quindi le originali geometrie e rendendo la vita di una lama più lunga possibile, visto che il numero di politure è limitato su ogni lama.

Durante la politura il togishi lavora con una serie di pietre naturali con un vario potere abrasivo.

La politura si effettua in due fasi: shitajitogi e shiagetogi.

 

shitajitogi

in questa fase il politore su una apposita pedana chiamata Togibune fa scorrere la lama con diverse angolazioni su pietre con una forma poligonale tenute fisse da un Fumaegi (una particolare barra in legno dalla forma ricurva)

imageLFI.jpg

 

ARA-TO

20030404143505.jpg

Questa pietra naturale viene utilizzata è la prima utilizzata dal togishi per riprendere le geometrie originali e eliminare la ruggine più marcata possedendo una grana molto aggressiva (circa 160):

Essendo molto invasiva come pietra bisogna prestare molta attenzione e essere molto oculati in questa fase.

 

BINSUI-DO

20030404142809.jpg

La seconda pietra e chiamata Binsui, con questa pietra si definiscono il mune e i vari piani dello shinoghi e dello ha inoltre si definisce lo yokote e il kissaki

 

 

KAISEI-DO

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Kaisei è l'ultima pietra che definisce le geometrie, dopo questa fase l'hammon solitamente ritorna ad essere visibile e la superficie della lama inizia a diventare più fine e liscio

 

CHU NAGURA-DO

20050312110049.jpg

Chu-nagura viene utilizzata subito dopo kaisei e rende la superfice della lama più fine e appanna leggermente l'hammon

 

KOMA NAGURA-DO

20031226172305.jpg

Koma-nagura, molto simile a chu-nagura proviene dalla stessa montagna ma è leggermente più fine.

il lavoro con questa pietra deve essere particolarmente accurato visto che con uchigumori le imprecisioni e i graffi risaltanno moltissimo

 

UCHIGUMORI HABIKI

20060217122906.jpg

L'Uchigumori è l'unica pietra che non è possibile riprodurre artificialmente e ha la proprietà di far risaltare l'hammon e le attività, il jibiki in particolare viene utilizzato su tutti i piani della lama

 

UCHIGUMORI JIBIKI

20050326161344.jpg

L'Uchigumori Jibiki e leggermente più fine della pietra precedente e viene utilizzato soltanto sullo ha della lama e ha la funzione di far ancor più risaltare la differenza tra hammon e jitetsu, questo è l'ultimo passaggio della shitajitogi

 

 

shiagetogi

Questa fase della politura possiede un minor valore funzionale, ma è fondamentale per far risaltare la bellezza di ogni Token, in questa fase a differenza della prima sono le pietre che vengono passate sulla lama e non il contrario.Vi sono principalmente due modi di eseguire questa finitura denominati rispettivamente Sashikomi e Kensho

hazuya3.jpg

 

HAZUYA

20030404153147.jpg

L'Hazuya consiste in sottili scheggie ricavate dell'Uchigumori Koppa, in questa fase la sottile scheggia,incollata e laccata ad un particolare pezzetto di carta chiamato Yoshino-gami viene strofinata molto dolcemete sull'hammon fino a ricavare un leggero sbiancamento di quest'ultimo

 

JIZUYA

20030404153300.jpg

La Jizuya viene invece passata sul ji, in questo caso ci sono due modi di utilizzarla, si puo infatti spezzetare e utilizzarla così al naturale oppure laccarla e incollarla come nel caso dell'Hazuya

 

 

NUGUI

20030320143140.jpg

Il Nugui consiste in una sospensione di ossidi e polveri minerali che mischiati al choji (olio di garofano) che rendono se strofinati sulla lama la superfice più scura e più brillante;i nugui sono essenziali visto che contribuiscono molto alla riuscita di una buona finitura

 

MIGAKI

20030410180102.jpg

20030410180004.jpg

La lappatura dei piani dello shinogi e del mune avviene tramite la frizione di due durissimi accessori in vidiam rispettivamente uno a punta(migaki-bo) e uno a forma di piccolo coltello(migaki-bera), in questo passaggio sulla lama viene steso per agevolare il procedimento un leggero velo di Ibota, una cera ricavata da un coleottero

 

NARUME

20030331124739.jpg

In quest'ultimissimo passaggio il Togishi fa passare su un apposito appoggio su cui viene posta un sottile scheggia di jizuya la lama dallo yokote al kissaki, dando così un effetto satinato al boshi

Modificato: da Ughen

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Articolo stupendo. Proprio ieri pensavo ad una discussione sulle pietre. Appena ho un momento me lo leggo in modo più approfondito e nel frattempo mi soffermo sul chiedere il vostro parere sulle pietre sintetiche che provengono dal Giappone


image665.jpg

image634.jpg

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in una gran parte dei casi per la pietre comprese tra ara-to e komanagura sono più indicate visto che non possiedono impurità naturali

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Le pietre sintetiche nelle prime fasi costituiscono spesso una valida alternativa alle pietre naturali, specialmente in visione del fatto che quelle naturali di buona qualità sono rare e quindi costose, vi è però da dire che le sintetiche hanno alcune caratteristiche differenti rispetto alle naturali per cui spesso si necessita di avere un vasto assortimento delle stesse per poter scelgliere quella adatta al tipo di lama. Per loro natura e fondamentalmente per il fatto che la struttura sintetica è molto più aperta quindi porosa, le sintetiche sono da un lato molto più morbide delle naturali e dall'altro possiedono una capacità di taglio decisamente più alta. Questo elemento comporta necessariamente che si usino attenzioni particolari ed una certa variazione nella tecnica per evitare di compromettere le geometrie con pochi (veramente pochi) passaggi errati. Di solito una costante rettificazione della pietra è consigliata, anche questa necessità risulta se non eseguita correttamente pericolosa a causa delle possibili contaminazioni della pietra durante omotetsuri (la rettificazione appunto).

Difficile quindi dire se sia meglio una pietra o l'altra, le necessità mutano da caso a caso ed il risultato dipende massimamente dalla sensibilità in questo senso del togishi.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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scusa l ignoraranza ma non capisco cosa sia la retifica di un pietra ...puoi spigarmelo :ichiban:

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scusa l ignoraranza ma non capisco cosa sia la retifica di un pietra ...puoi spigarmelo :ichiban:

La rettifica è quel procedimento in cui la pietra viene sagomata secondo necessità , la sua particolare geometria deve essere mantenuta costante , quindi poichè si consuma, c'è spesso bisogno di rimodellarla, ogni pietra ha una sua curvatura particolare e dipende da come essa viene utilizzata.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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e suppongo che l'abilità del togishi stia proprio nel sagomarla al meglio per ottenere un corretto risultato finale.


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e suppongo che l'abilità del togishi stia proprio nel sagomarla al meglio per ottenere un corretto risultato finale.

Beh sì, non è che sia la cosa più impegnativa, semplicemente bisogna sapere come si vuole la pietra e lavorarla sino ad ottenere la sagoma necessaria, poi l'abilità stà nel passarci sopra la lama con le corrette variabili di inclinazione, pressione, equilibrio eccetera.

Nel caso delle pietre naturali la rettifica è più complessa anche se meno frequente, possono infatti presentarsi sulla superficie delle impurità che vanno riconosciute come tali ed asportate. E' per questo che l'uchigumori di qualità costa come un mutuo, ero tentato a febbraio di comprarne una splendida presso un rivenditore a Kyoto, ma voleva quasi 1200 euro, una bella cifra, anche la pietra secondo me le meritava tutte.

Riconoscere poi una buona uchigumori è un'impresa e -come per le spade- per cominciare a capirci qualcosa bisogna averne viste molte, ce ne sono tantissime qualità, ed è proprio vero che un togishi cura le pietre come fossero tesori, io ho una paio di uchigumori -anzi una in particolare- che veramente non cederei per nulla al mondo. A forza di usarla e curarla ho cominciato a pensare che sia bellissima. Bella come una bella donna. E col tempo è sempre meglio. Son matto. :gocciolone:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Ci sarebbe da dire che oltre al binomio pietra sintetica/naturale esiste anche quello tra pietra fresca di cava e pietra antica.

Alcune determinate pietre provenienti dalle antiche cave del periodo Edo sembra siano molto ricercate specie tra alcuni Togishi; quello che mi chiedo è quale differenza possa esserci? :confused:

E' pur vero che una pietra Arato è sempre una pietra Arato ma quanto può influire una piccola differenza di grana tra una pietra di una cava moderna e quelle presa da una cava antica ormai esaurita sulla superficie di una spada (sia in fase shitaji che in shiage)...Restando in tema di cave e della cosiddetta penuria delle "pietre" (che per certi versi ha portato all'introduzione delle pietre sintetiche) gli ultimi aggiornamenti quali sono?...Alcuni sostengono che le scorte si esauriranno relativamente presto altri che ci sarà da che tirare avanti per generazioni (un pò come per il petrolio... :gocciolone:)

 

P.S.: L'antiquariato e il fascino pe l'antico pare non tramonti mai. :laugh::arigatou:

Modificato: da shimitsu masatsune

La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Ritengo che la cosa derivi dalla purezza del materiale, le cave che attualmente sono aperte non offrono talvolta materiale di pari qualità a quello di un tempo.

Non credo però che le pietre ambite in questo senso siano arato o binsui, piuttosto le due nagura, beh in questo caso le differenze ci possono essere, una buona chunagura può fare la differenza in tante cose a partire dalla capacità delle pietre naturali di evidenziare molto presto le caratteristiche di un tessuto, quindi indirizzano le scelte successive con maggior anticipo rendendo il lavoro meglio progettabile, poi ci sono altre doti di durezza e precisione di taglio che le sintetiche in alcuni casi faticano a garantire.

Penso comunque che di pietre ce ne saranno per parecchi decenni a venire. Sarebbe interessante avere i dati geologici in modo da comprendere se tali qualità di roccia siano effettivamente disponibili solo in Giappone, cosa che ritengo come minimo poco plausibile.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Bhè, di sicuro le sintetiche si possono produrre anche in europa, eppure non si trovano. E' questione di mercato credo, nessuna richiesta nessun prodotto.

 

Sono convinto che facendo vedere una pietra ad un geologo o ad un esperto di cava si riuscirebbero a trovare ottime alternative anche in italia. I minerali di qualità non ci sono mai mancati.

Voi che ne pensate?



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...Non credo però che le pietre ambite in questo senso siano arato o binsui...

:gocciolone: ...Veramente io intendevo sia per la fase dello shitaji-togi che per la shiage quindi dal Binsui in poi...Ken se la pietre sintetiche sono una valida alternativa alle naturali rimane pur sempre il fatto che tutti (o quasi,almeno i più famosi...) Togishi continuano a usare le naturali per la fase shitaji... :confused:

Ho sempre pensato di far visionare una pietra per togi al mio prof.di Geologia ma mi mancava il materiale primo... :hehe:...L'Italia è una terra emersa relativamente da poco...Forse qualche alternativa ci sarà pure ma con le vigenti regolamentazioni in fatto di cave la vedo dura comunque... :whistle:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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In tutta onestà Shimi il fatto che i più famosi togishi usino solo le pietre naturali mi pare una leggenda metropolitana, in realtà ogni politore ha i suoi piccoli e grandi segreti e non verranno di certo a raccontarlo a me o a te. :gocciolone: (Purtroppo)

Come sempre ribadisco che nella politura, che è una forma di artigianato tesa ad esaltare il lavoro degli spadai, non vi sono le regole precise che molti credono. Si parte da uno schema fondamentale perchè esso costituisce la base indispensabile per ottenere il risultato corretto, poi le varianti sono segreti, costituiti dall'esperienza personale e dal tramandarsi di tecniche. Per un neofita non vi è nulla da sperimentare, ma solo da apprendere, per i grandi toghishi invece questi vincoli diventano assai meno ristretti.

E poi ribadisco, un conto è ciò che fanno ed un conto è ciò che raccontano, solo chi è dotato di grande abilità può permettersi di discostarsi dal canone standardizzato senza stravolgere- anzi migliorando- il lavoro, l'attenzione quindi a non rivelare troppi "segretucci" è motivata dal non incoraggiare i maldestri tentativi di politori improvvisati che potrebbero ritenere tali "segreti" come l'uovo di Colombo e -trascurando il rispetto della tecnica originaria- non farebbero altro che ottenere pietosi risultati in quento privi delle basi necessarie e delle conoscenze irrinuciabili che la tradizione offre.

Ci sono grandi somelieur che assaggiano il vino solo con il bicchierino (scusa non ricordo il termine) di argento purissimo, ci sono artigiani che lavorano unicamente con attrezzi antichi (o questo sostengono) vi sono tanti casi di tal genere ma noi in ,qualità di studiosi, dobbiamo andare oltre e comprendere che la maggioranza degli uditori in questo mondo è composta da menti semplici che si rifiutano di andare oltre allo scalfire la superficie della conoscenza, a queste menti semplici occorre parlare con termini semplici, il modo più facile per esprimere la complessità di alcune operazioni è appunto quello di esaltare gli aspetti "mitici" dei processi creando stupore e sensazione di inarrivabilità proprio come si fa con i bambini. Non è d'altro canto corretto ritenere che i processi siano più elementari di come vengono descritti, piuttosto si tratta di una qualità della complessità che è ritenuta (a ragione) incomprensibile da molti.

Mi stupirei assai se andando a visitare la casa di un togishi contemporaneo non trovassi tra le pietre un buon numero di sintetiche, sarebbe assurdo il contrario credimi.

Se veramente vogliamo fare un passo in avanti nella comprensione io ritengo si debba fare buon uso del buonsenso e liberarsi da quella infantile " necessità di mito e di categoria" che anima molti appassionati d'oriente. La meraviglia delle arti nipponiche non necessita assolutamente di fronzoli ideologici, che fanno ridere i giapponesi e gonfiano d'orgoglio inutile molti occidentali. Le cose sono ciò che sono.

Scusa a forza di parlare sono forse andato un po' O.T.

Ovviamente appellativi come "infantile" "semplice" ecc non sono riferiti a nessuno in particolare ma rappresentano idealmente e verosimilmente alcuni dei connotati che vengono attribuiti al concetto di "gaijin", spero si comprenda bene che riconosco anche in me stesso tali deprecabili qualità e pertanto mi sforzo di liberarmente. :arigatou:

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Parole strasante.

 

Io e ken abbiamo recentemente parlato di persona proprio di questo argomento e vorrei con un esempio cercare di rendere con più chiarezza il concetto della tradizione e del rinnovo di essa.

 

Mio padre è maestro Gelataio. Il primo gelato che ha prodotto è stato in Sicilia quasi 50 anni fa, quando lui ne aveva meno di 10. Usava una scatola di legno piena di ghiaccio e sale, dentro ci metteva un attrezzo simile a una pentola, di stagno, con una manovella che faceva girare una specie di spatola all'interno. Versando acqua limone e zucchero dentro girava per circa mezz'ora per ottenere una porzione di granita siciliana.

Ora usa un mantecatore che in 10 minuti produce 5litri di gelato, nella sua esperienza ha imparato ad usare tutti i prodotti disponibili sul mercato, dai vari tipi di zucchero agli stabilizzanti, ma mi ripete sempre che le cose più importanti le aveva imparate già a 10anni: " per fare un buon gelato bastano gli ingredienti di base e la voglia di lavorare " e " se metti più zucchero diventa più buono ma gela molto più lentamente" .... questo lo ha imparato sicuramente mentre passava tutto quel tempo a girare la manovella...



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Era proprio una discussione che mancava. Molto interessante.

 

Io avrei le foto del mio waki nelle varie fasi della politura. Dato che sono state fatte da Rossi, se interessano, chiedo a Massimo l'autorizzazione di postarle.

Si tratta di quell'articolo sulla rivista "I coltelli" di cui ho accennato tempo fà.

 

Cosa ne dite ... BOSS ?!

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io ho una paio di uchigumori -anzi una in particolare- che veramente non cederei per nulla al mondo. A forza di usarla e curarla ho cominciato a pensare che sia bellissima. Bella come una bella donna. E col tempo è sempre meglio. Son matto. :gocciolone:

io le mie a volte le porto al cinema....:) chi è più matto?? il matto o il matto che lo segue?? :laugh:

 

 

Alcuni sostengono che le scorte si esauriranno relativamente presto altri che ci sarà da che tirare avanti per generazioni (un pò come per il petrolio... :gocciolone:)

bah...credo comunque che se finissero le scorte e ci fosse l'esigienza di lavorare soltanto col sintetico, si potrebbe sopravvivere.....parlando però da kongo a chunagura!! cacchio se finissero le scorte di uchigumori....allora si che sarebbero problemi!!


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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